Autore: Redazione Onrugby
Italia, Niccolò Cannone: “All’Argentina non si può regalare niente, ma siamo pronti per giocarcela”
È cominciata la settimana di Italia-Argentina: gli Azzurri scenderanno in campo sabato 9 novembre a Udine per la prima sfida delle Autumn Nations Series. C’è tanta attesa per un match mai banale e nel quale gli Azzurri vogliono recitare una parte da protagonisti, come racconta dal raduno azzurro Niccolò Cannone, seconda linea dell’Italia e del Benetton. L’Argentina è una squadra molto rodata e viene da un periodo vincente. Come la affronterete? “L’argentina gioca insieme da tanto tempo, ha fatto un ottimo Rugby Championship e sappiamo che sarà una partita durissima. Loro sono insieme da 3 mesi, ma noi possiamo compensare con la grande unità del nostro gruppo: è la nostra forza ed è una delle cose che ci ha portati fino a qui”. Che partita vi aspettate? “Sarà una partita durissima perché a livello fisico sono molto forti, così come a livello atletico. Noi stiamo lavorando al meglio per cercare di metterli in difficoltà, c’è tanto studio dietro questa partita e non vediamo l’ora di scendere in campo. Non sarà facile, ma sono quelle situazioni in cui devi farti trovare preparato. Siamo a un buon livello”. Davanti sarà una grande battaglia… “Ogni squadra ha il suo DNA, hanno una difesa molto aggressiva, soprattutto con gli avanti, e starà a noi saperci adattare e farci trovare pronti. Allo stesso modo sono una squadra molto preparata anche nelle fasi statiche. Sono una squadra diversa da quelle che abbiamo affrontato finora, ma ovviamente c’è una strategia tattica ben definita per affrontarli. In queste 2 settimane abbiamo definito anche come ci muoveremo in touche. Li abbiamo studiati bene e adesso dobbiamo mettere in campo quello che abbiamo preparato, rispettando il piano di gioco e cercando di metterli in difficoltà il più possibile, perché a squadre così forti non si può regalare niente e anche i più piccoli dettagli fanno la differenza” L’Italia non batte l’Argentina dal 2008: come si rompe questo tabù? “Non mi sento di parlare di squadre favorite o sfavorite. Sappiamo che sono davvero pericolosi e sono una grande squadra, hanno battuto sia gli All Blacks che il Sudafrica, ma noi abbiamo delle grandi qualità che ci permettono di mettere in difficoltà tutte le squadre che affrontiamo, e poi quando indossi la maglia azzurra hai sempre una motivazione incredibile. Scenderemo in campo con grande rispetto ma anche con grande consapevolezza di ciò che possiamo fare”. Quanto conterà l’aspetto mentale contro una squadra che vive di fiammate che possono cambiare la partita in ogni momento? “Bisogna sempre rimanere lucidi. Per farlo ci vuole sia tanta umiltà nel lavorare duro e sapere di avere sempre davanti una grande squadra – che sia l’Argentina, la Georgia o la Nuova Zelanda – e allo stesso tempo serve grande fiducia nei propri mezzi. Ovviamente lo studio dell’avversario è la base di ogni partita, perché devi saperti adattare continuamente ad avversari diversi e sapere come muoverti, ma poi secondo me bisogna guardare soprattutto a cosa possiamo fare noi in campo”. L’Italia torna a giocare in casa dopo 8 mesi (Italia-Scozia all’Olimpico nel Sei Nazioni), quanto sarà importante l’aiuto del pubblico in queste partite? “Sarà fondamentale. Sentire lo stadio pieno con i tifosi che ti incitano e ti aiutano è sempre bello. Saranno partite molto difficili e il calore dei nostri tifosi sarà molto importante per noi”.
Italia | 06/11/2024
Italia, Gonzalo Quesada spiega e analizza le convocazioni per le Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series 2024
Gonzalo Quesada ha fatto le sue scelte e avrà a disposizione 35 giocatori per le Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series 2024: l’Italia sfiderà l’Argentina il 9 novembre, la Georgia il 17 novembre e gli All Blacks il 23 novembre. Proprio il tecnico azzurro, alla vigilia di questo trittico importantissimo, ha spiegato ruolo per ruolo le sue scelte per quanto riguarda le convocazioni. Prima linea Partendo dalla prima linea, se la decisione iniziale era stata all’insegna della continuità, l’infortunio di Fischetti contro gli Scarlets ha costretto Quesada a un cambio di programma. Dentro Luca Rizzoli, prima da invitato e poi da convocato effettivo: “Quando ancora non conoscevamo l’identità dell’infortunio di Fischetti avevamo deciso di chiamarlo soltanto come invitato per non creare troppe aspettative, poi quando a ‘Fischio’ è stata diagnosticata una frattura che lo mette in dubbio per l’Argentina lo abbiamo ufficializzato. Non si è ancora allenato con il gruppo da quando si è infortunato, in linea di massima è difficile che possa essere disponibile per l’Argentina, ma ci proveremo fino all’ultimo. Nel caso non dovesse farcela, la decisione sarà tra Rizzoli e lo spostamento di Ferrari a sinistra”. Per quanto riguarda la prima linea, la sorpresa è stata la convocazione di Tommaso di Bartolomeo, che ha conquistato la chiamata in azzurro superando colleghi di ruolo sulla carta più quotati: “Dietro Lucchesi e Nicotera, ad oggi i migliori tallonatori italiani, c’erano tante scelte a disposizione, oltre a ‘Diba’ anche Manfredi, Ribaldi e Zarantonello, ma la decisione alla fine non è stata semplice. Abbiamo valutato le partite, le prestazioni e i minutaggi, e abbiamo scelto Di Bartolomeo perché è dati alla mano è colui che merita di più la convocazione”. Seconda e terza linea La seconda linea – oltre ai confermatissimi Niccolò Cannone, Federico Ruzza e Andrea Zambonin – vede un ritorno molto importante, quello di Dino Lamb: “Sicuramente sarà in campo in queste Autumn Nations Series. È la prima chiamata per lui dopo il Mondiale 2023, quindi dobbiamo capire se sarà già pronto per l’Argentina perché ci sono tante cose nuove da imparare e dobbiamo fare in modo che entri bene in tutti i sistemi di gioco, soprattutto touche e drive. Nel momento in cui avrà incorporato tutte le informazioni richieste sarà schierato: se sarà pronto già contro l’Argentina bene, altrimenti aspetteremo una settimana in più, ma sicuramente lo vedremo in campo in questo mese". In seconda linea è inserito anche Riccardo Favretto, che in realtà può coprire anche il ruolo di terza: “È un giocatore importante per la sua duttilità. Gli abbiamo chiesto di fare un buon inizio di stagione e lui lo ha fatto, per cui ha meritato di essere convocato”. Proprio in terza linea le possibilità di scelta sono state tante, ma Quesada è stato molto chiaro: “Abbiamo scelto quelli che negli ultimi anni hanno dimostrato di avere il miglior livello e lo hanno dimostrato anche in questo inizio di stagione. È vero che ci sono tanti che iniziano ad avvicinarsi a questo livello, come Locatelli o anche Giulio Marini e ancora un altro paio di ragazzi. La scelta però è stata ‘facile’ perché abbiamo scelto i 6 che meritavano di più”. La mediana Per quanto riguarda la maglia numero 9, oltre a Page-Relo e Alessandro Garbisi si registra il ritorno in azzurro di Alessandro Fusco. Gonzalo Quesada ha deciso di escludere Stephen Varney per una questione di minutaggio, premiando chi aveva giocato di più: “Fusco ha fatto un inizio di stagione molto buono e quindi abbiamo deciso di chiamare lui. Varney però sta bene, si allena tutte le settimane ed è convocabile nel caso – speriamo di no – qualcuno dei 3 convocati dovesse avere un problema. Semplicemente in questo momento abbiamo 3 mediani di mischia che hanno dimostrato di stare bene e hanno giocato con continuità, quindi abbiamo scelto loro”. Per quanto riguarda i mediani di apertura Quesada ha posto l’accento sulla grande duttilità di Paolo Garbisi, Allan e Marin: “All’inizio daremo continuità alla squadra che ha fatto il Sei Nazioni e il tour estivo, ma ovviamente Allan è un giocatore importantissimo per questa squadra. Paolo è un 10 che può giocare anche 12, Tommy è un 10 che può giocare anche 15, Leo Marin è un 10 che però può giocare in tutti i ruoli del reparto trequarti. Potenzialmente potrebbero addirittura giocare tutti e 3 insieme, anche se in questo momento non è tra le nostre idee a breve termine”. I trequarti Tanta scelta anche per quanto riguarda il triangolo allargato, con Capuozzo reduce da un inizio di stagione strepitoso ma giocato esclusivamente nel ruolo di ala: “Questo non influisce sulle nostre scelte di formazioni. La posizione principale di Ange nell’Italia è quella di estremo, se poi dovessimo avere necessità di spostarlo ad ala lo faremo. Vero che abbiamo la possibilità di farlo giocare insieme a Gallagher o anche Allan, ma in questo momento lo consideriamo un estremo che può giocare anche ala. Viceversa, consideriamo Jacopo Trulla un’ala che può giocare anche estremo, mentre Gallagher è più un estremo che un’ala” spiega Quesada. Per quanto riguarda i centri: “ Abbiamo a disposizione profili come Tommaso Menoncello, Nacho Brex, Marco Zanon, Giulio Bertaccini e Federico Mori, che non è stato chiamato per permettergli di recuperare con calma dall’infortunio. Brex è quello che ha giocato di più come numero 13 mentre Menoncello ha le capacità per giocare sia 12 che 13, per cui nel caso dovessimo trovarci a dover sostituire Nacho ci sarebbero diverse opzioni: Tommy potrebbe giocare accanto a Zanon o Bertaccini" conclude Quesada. Per quanto riguarda la scelta di Bertaccini e l’assenza di Mori, Odogwu e Gesi, Quesada ha risposto così: “Da quando sono arrivato in Italia mi sono sempre informato su cosa accadeva nella Serie A Elite, guardando le partite e parlando con gli addetti ai lavori, e quello di Bertaccini è stato il nome che più di tutti mi è stato segnalato. Quando l’ho visto giocare mi sono sorpreso del fatto che non fosse ancora in una franchigia, e anche con le Zebre ha dimostrato di poter stare a questo livello, aprendosi le porte della convocazione. Per quanto riguarda Mori stava ancora recuperando dall’infortunio, mentre Odogwu e Gesi sono stati molto vicini alla convocazione. Alla fine abbiamo dovuto fare delle scelte, convocando 3 ali: Lynagh, Ioane e Trulla, che al momento sono davanti agli altri”. Italia: i giocatori a disposizione di Gonzalo Quesada per le Autumn Nations Series PiloniPietro CECCARELLI (USAP Perpignan, 33 caps)Simone FERRARI (Benetton Rugby, 56 caps)Danilo FISCHETTI (Zebre Parma, 44 caps)Marco RICCIONI (Saracens, 28 caps)Luca RIZZOLI (Zebre Parma, esordiente)Mirco SPAGNOLO (Benetton Rugby, 8 caps) TallonatoriTommaso DI BARTOLOMEO (Zebre Parma, esordiente)Gianmarco LUCCHESI (Toulon RC, 25 caps)Giacomo NICOTERA (Stade Francais, 25 caps) Seconde LineeNiccolò CANNONE (Benetton Rugby, 44 caps)Riccardo FAVRETTO (Benetton Rugby, 3 caps)Dino LAMB (Harlequins, 6 caps)Federico RUZZA (Benetton Rugby, 57 caps)Andrea ZAMBONIN (Zebre Parma, 9 caps) Terze LineeLorenzo CANNONE (Benetton Rugby, 22 caps)Alessandro IZEKOR (Benetton Rugby, 5 caps)Michele LAMARO (Benetton Rugby, 41 caps)Sebastian NEGRI (Benetton Rugby, 55 caps)Ross VINTCENT (Exeter Chiefs, 7 caps)Manuel ZULIANI (Benetton Rugby, 24 caps) Mediani di MischiaAlessandro FUSCO (Zebre Parma, 17 caps)Alessandro GARBISI (Benetton Rugby, 10 caps)Martin PAGE-RELO (Lione, 11 caps) Mediani di AperturaTommaso ALLAN (USAP Perpignan, 80 caps)Paolo GARBISI (Toulon RC, 39 caps)Leonardo MARIN (Benetton Rugby, 11 caps) CentriGiulio BERTACCINI (Valorugby Emilia, esordiente)Juan Ignacio BREX (Benetton Rugby, 38 caps)Tommaso MENONCELLO (Benetton Rugby, 20 caps)Marco ZANON (Benetton Rugby, 15 caps) Ali/EstremiAnge CAPUOZZO (Stade Toulousain, 21 caps)Matt GALLAGHER (Benetton Rugby, 1 cap)Monty IOANE (Lione 32 caps)Louis LYNAGH (Benetton Rugby, 4 caps)Jacopo TRULLA (Zebre Parma, 10 caps)
Italia | 01/11/2024
Benetton, beffa allo scadere. Zebre a due facce a Llanelli: l’analisi della 6° giornata di URC
Nella sesta giornata di United Rugby Championship il Benetton ha sfiorato una vittoria di grandissimo prestigio, conducendo il match con i Bulls fino al 77’ e perdendo 17-15: decidono la meta di Van der Merwe e la difficile trasformazione di Kriel. Se da un lato questa sconfitta brucia, perché arrivata dopo aver giocato alla pari contro una squadra davvero forte, dall’altro la prestazione di Monigo è un altro importante segnale di ripresa che fa il paio con le 2 vittorie consecutive precedenti: i biancoverdi sono definitivamente venuti fuori dalle difficoltà dell’inizio di stagione, dov’era arrivato un solo pari e 2 sconfitte. Zebre a due facce a Llanelli, nella partita giocata in contemporanea in Galles: la squadra di Brunello gioca un buon primo tempo, spreca anche delle opportunità per chiudere in vantaggio ma nella ripresa cede alle imbucate degli Scarlets, che segnano 2 mete in pochi minuti e cambiano la partita. Finisce 30-8. Un grande Benetton Primo tempo molto bloccato con i biancoverdi avanti grazie ai piazzati di Albornoz e Smith. Bulls in grande difficoltà soprattutto nella battaglia tattica al piede, e in questo senso ha pagato la scelta di Bortolami di schierare un doppio estremo con Smith e Gallagher contemporaneamente in campo. I due, insieme ad Albornoz, mettono sotto costante pressione il triangolo allargato dei sudafricani, spesso in ritardo sul pallone e presi d’assalto soprattutto da Smith e Albornoz. Dall’altra parte i Bulls soffrono ma non escono mai dalla partita, con la consueta concretezza nelle fasi calde del match che poi porterà a ribaltare il risultato a 3 minuti dalla fine con Van der Merwe sugli sviluppi di una maul. Col senno di poi, il Benetton non è riuscito a sfruttare fino in fondo la sua netta superiorità nel punto d’incontro: ogni volta che i Bulls acceleravano sbattevano contro la furia degli avanti biancoverdi, che in totale conquistano ben 9 turnover in tutto il match, rallentando spesso i possessi avversari. Nella ripresa, come preventivabile, i Bulls sono venuti fuori di forza. Niccolò Cannone ha salvato con un gran placcaggio su Arendse, poi la meta di Ludwig ha reso il finale un assalto. Il Benetton ha concesso un paio di falli di troppo negli ultimi minuti, permettendo ai Bulls di risalire il campo e costruirsi un’ultima azione: a quel punto, contro la maul sudafricana, era davvero difficile difendere. Resta una prestazione di alto livello: spiccano – oltre ai già citati Albornoz, Smith e Gallagher – l’ottima prestazione offensiva di Menoncello e quella difensiva di Lorenzo Cannone e Maile (16 placcaggi, il migliore dei suoi) mentre Bernasconi ha offerto un’ottima prova in difesa (100% di placcaggi riusciti) ma deve ancora sistemare qualcosa al lancio. Zebre, non basta un buon primo tempo Un primo tempo equilibrato a Llanelli, poi i gallesi sono venuti fuori nella ripresa. Le Zebre che si affidano come sempre alle invenzioni e al piede di Prisciantelli (autore del drop del 3-3) e alla rapidità dei propri trequarti, come dimostra la bella meta di Cambriani. Dall’altra parte gli Scarlets fanno una partita di sostanza, nella prima frazione cercano soprattutto di limitare le scorribande avversarie e colpiscono alla prima occasione. Zebre penalizzate anche dagli infortuni: nel primo tempo sono costretti ad uscire Fischetti, Licata e Cambriani, il migliore dei suoi fino a quel momento. La squadra di Brunello è messa bene in campo, ma paga ancora una volta l’indisciplina e i troppi errori nei placcaggi: 8 placcaggi sbagliati e soprattutto 8 difensori battuti da parte degli Scarlets, che segnano per 3 volte con 3 imbucate a metà campo. A quel punto la partita cambia e i gallesi riescono anche a portare a casa il punto di bonus.
News | 26/10/2024
URC: Benetton, 5 punti fondamentali. Zebre, ottimi segnali. L’analisi del 5° turno
Settimana agrodolce per le franchigie italiane impegnate nella quinta giornata di United Rugby Championship. Il Benetton dà continuità al successo della scorsa settimana contro gli Sharks e nonostante un po’ di sofferenza nel primo tempo viene fuori alla distanza e batte 31-21 i Dragons a Newport, con mischia e drive dei biancoverdi protagonisti assoluti ed elementi principali di questo successo. Questi 5 punti portano il Benetton, per la prima volta in stagione, in zona playoff: ora la squadra di Bortolami è ottava. Le Zebre giocano una buona partita in condizioni meteo difficili contro i Lions e alla fine vengono battute di un punto. A decidere è la meta di Van der Merwe dopo un match giocato alla pari e vinto 10-9 dai sudafricani. Il punto di bonus guadagnato, comunque, permette alle Zebre di scavalcare gli Ospreys e lasciare l’ultimo posto in classifica, e soprattutto arriva contro una squadra ancora imbattuta, che era terza in classifica – adesso seconda – nonostante una partita in meno. Benetton: inizio difficile, poi la rimonta I Dragons di questo inizio di stagione si sono dimostrati ancora una volta una squadra ostica, capace di imporre al Benetton un ritmo più basso rispetto a quello che avrebbe voluto per poi affidarsi alle improvvise fiammate di Rio Dyer. D’altra parte, i biancoverdi hanno dovuto affrontare diverse difficoltà a inizio partita: hanno perso Ferrari prima ancora di cominciare causa influenza, poi dopo 7 minuti è uscito anche Mendy, mentre al 15’ è arrivato un giallo per Bernasconi. Nonostante tutto, il Benetton in realtà non ha concesso occasioni, e la meta subita è arrivata per un intercetto di Westwood su un – raro – errore di Brex. Dopo la prima mezz’ora di difficoltà il Benetton è venuto fuori di forza, soprattutto grazie alla qualità del proprio pacchetto di mischia: il rientrante Gallo e l’ancora una volta ottimo Avaca hanno fatto la differenza, e al 36’ è arrivata la meta da maul di Bernasconi, mentre i calci di Umaga hanno permesso ai biancoverdi di chiudere il primo tempo in vantaggio. Nella ripresa, al di là di alcune belle fiammate dei Dragons, la partita è finita gradualmente nelle mani del Benetton, capace di mettere in difficoltà i gallesi nel gioco al piede e di marcare proprio con uno dei migliori del match: un Enzo Avaca che nel giro di poche partite si è già imposto a questo livello. Anche se la partita si è subito riaperta con la meta un po’ rocambolesca di Evans, nel secondo tempo il Benetton non ha mai dato l’impressione di poter concedere possibilità di rimonta ai Dragons, definitivamente stesi prima da una bella carica di Manfredi – bravo a sorprendere la difesa gallese cambiando improvvisamente senso dell’attacco – e poi da una mischia dominante ai 5 metri, finalizzata da Lorenzo Cannone. Zebre beffate Quella tra Zebre e Lions è stata una partita particolare: due squadre abituate a giocare tanto e a muovere il pallone sono state sbalzate fuori dalla propria comfort zone dal diluvio di Parma. Entrambe sono riuscite, a tratti, ad adattarsi alle condizioni meteo, e soprattutto le Zebre sono state brave a vincere la battaglia tattica al piede con un’ottima prestazione di Montemauri e del solito Prisciantelli. Alla fine il match è stato deciso dall’unica vera occasione per i Lions, nata da un calcio di punizione girato per fallo di Fusco: da lì si è sviluppata la classica azione da squadra sudafricana, con una bella serie di cariche prima di allargare verso la bandierina su Edwill van der Merwe. Nella ripresa le Zebre hanno dato l’impressione di poter ribaltare la partita, senza però riuscire a costruirsi un’opportunità concreta per marcare. Il punto di bonus, per quanto comunque importante per superare gli Ospreys in classifica, sta un po’ stretto per quanto fatto vedere dalle Zebre contro una squadra che da inizio campionato staziona ai piani alti del torneo.
United Rugby Championship | 20/10/2024
URC: un Benetton rinato. Zebre, troppi errori. L’analisi della quarta giornata
Serviva una grande risposta dopo un inizio complicato, e il Benetton l’ha data: 38 punti agli Sharks in una partita dominata, una sola meta concessa – a tempo scaduto e col match in cassaforte – e una prestazione di alto livello dal primo all’ultimo minuto. Quello che aveva chiesto Bortolami, quello che serviva: 38-10 e 5 punti importantissimi per cominciare la risalita. Per le Zebre, invece, match per certi versi simile a quello con gli Stormers, con Glasgow che prende in mano la partita col passare dei minuti e la fa sua facendo valere la propria superiorità. Difficile chiedere di più in casa dei campioni in carica, ma la squadra di Brunello ha comunque pagato i troppi errori nel momento in cui si poteva finalizzare e portare a casa punti importanti. Il 33-3 per Glasgow appare eccessivo per le tante occasioni create dalle Zebre. Benetton, che reazione Tra i tanti spunti che questa partita offre ce n’è uno in particolare che ha probabilmente svoltato la giornata di Monigo. Dopo i primi 3 punti di Umaga è arrivata la prevedibile reazione degli Sharks, che con la loro fisicità hanno provato a mettere sotto assedio la difesa biancoverde, che dopo tantissime fasi ha retto benissimo, concedendo solo un calcio di punizione e costringendo i sudafricani ad accontentarsi dei 3 punti. Quella grande difesa, poi ripetuta nel corso di tutti gli 80 minuti, è stato il primo segnale della reazione del Benetton dopo le prime 3 partite. Quando poi la squadra di Bortolami è tornata dall’altra parte non ce n’è stata per nessuno: il punteggio finale di 38-10 non lascia spazio a interpretazioni. Importante la firma di un Odogwu tornato ai livelli pre-infortunio, strepitosa la prestazione di Rhyno Smith, ma soprattutto fondamentale il ritorno degli ultimi Nazionali, con la coppia di seconda Cannone-Ruzza che si conferma imprescindibile per i biancoverdi e un Nacho Brex che come sempre si dimostra granitico in difesa. Da segnalare anche la prestazione di Enzo Avaca: il pilone destro si è trovato di fronte un mito degli Springboks, Trevor Nyakane, e gli ha tenuto testa per 58 minuti concedendo un solo calcio di punizione in mischia. Ancora una volta, nonostante le tantissime assenze (soprattutto a destra) la prima linea biancoverde è stata decisiva per garantire stabilità e possessi puliti al resto della squadra. Come detto, il rientro di Rhyno Smith è stato fondamentale per ridare al Benetton quella marcia in più in attacco, ma tutta la formazione di Marco Bortolami sembra aver ritrovato quel cinismo e quella capacità di finalizzare che a questi livelli è fondamentale. La prima meta di Odogwu arriva dopo un passaggio visionario – anche se non precisissimo – di Umaga, ma poi ci ha pensato l’ala azzurra a metterci la firma con le gambe e il fisico. La seconda meta è stata invece il manifesto del match: ogni volta che i biancoverdi hanno mosso il pallone al largo hanno messo in difficoltà gli Sharks, e poi ci ha pensato uno strepitoso Izekor a fare la differenza, prima che Umaga e poi Smith chiudessero l’azione. Il resto del match è stata una grande dimostrazione di gestione: Sharks annullati e poi meta del bonus al 64’ dopo aver tenuto i sudafricani a secco. Considerando che mancano ancora gli internazionali argentini più utilizzati nel Rugby Championship (Gallo, Albornoz e Bazan Velez) questo Benetton può ancora salire di colpi. Zebre: impresa ardua, ma troppi errori in attacco In casa dei Glasgow Warriors campioni in carica è durissima per tutti, eppure le Zebre hanno costruito tanto e sprecato altrettanto, a dimostrazione – l’ennesima in queste prime 4 partite – del tanto potenziale di questa squadra, ma anche del tanto lavoro che c’è da fare in fase di finalizzazione. Lo dimostra il primo tempo: i Warriors hanno creato 3 occasioni in 40 minuti e le hanno sfruttate tutte, segnando 21 punti, le Zebre ne hanno create altrettante ma hanno portato a casa solo 3 punti. Nella ripresa gli scozzesi non hanno poi creato tantissimo, limitandosi a gestire, mentre la squadra di Brunello ha avuto molte opportunità per riavvicinarsi nel punteggio – e magari provare a conquistare un bonus – ma ancora una volta sono stati gli errori di handling a punirla oltremisura. Il 33-3 alla fine è anche eccessivo, considerando la prestazione in campo, ma a questi livelli i dettagli fanno una grandissima differenza. Resta comunque indubbio che queste Zebre siano molto ben messe in campo e abbiano tanti margini di crescita, e potranno dimostrarlo già la prossima settimana contro i Lions.
News | 13/10/2024
WXV: l’Italia chiude con una vittoria. Sudafrica battuto 23-19
L'Italia chiude il WXV con 2 vittorie su 3, conquistando il successo anche contro il Sudafrica per 23-19 dopo una partita molto combattuta e un'altra grande prova difensiva nel finale di partita. La squadra di Raineri rimonta per due volte: una nel primo tempo rispondendo alla meta di Latsha con la doppietta di Turani (player of the match) e la marcatura di Sillari, poi nella ripresa con i piazzati di Rigoni dopo che le Springbok Women si erano riportate davanti con le segnature di Hele e Malinga. Nel secondo tempo la squadra di Raineri ha saputo soffrire e tenere duro contro la "bomb squad" sudafricana - ben 5 cambi in contemporanea all'inizio della ripresa - per poi riportarsi davanti facendo valere la propria esperienza e la propria qualità. La cronaca di Sudafrica-Italia Il primo squillo è del Sudafrica, che prima mette in moto Mabenge ma vanifica tutto con un calcetto fuori misura di Roos, poi prova ad imporsi con la maul, che avanza ma viene ben imbrigliata dalla difesa azzurra, che riesce a tenere il pallone alto e a conquistare un turnover. All'11' è ancora Mabenge a rendersi pericolosa e a mettere le Springbok Women sul piede avanzante, e dopo una serie di cariche le padrone di casa marcano con Babalwa Latsha. Ross trasforma per il 7-0. Le Azzurre reagiscono bene e alzano il ritmo, al 14' Qawe viene ammonita dopo un placcaggio alto su Rigoni e la squadra di Raineri sfrutta il calcio di punizione per guadagnare una touche ai 5 metri. La maul è avanzante e arriva corta di poco, poi Stefan serve Turani che finalizza. Sillari non trova la trasformazione. Il Sudafrica rimane davanti e al 21' rinuncia ai pali per cercare il bersaglio grosso, ma Ranuccini è brava a disturbare ancora una volta la ricezione di Ubisi: il pallone resta alle Sudafricane, ma Ostuni Minuzzi legge bene la traiettoria del calcio di Roos e fa ripartire le Azzurre. Primo break di Veronese, poi Stefan con un bel calcio mette sotto pressione Mpupha, subito attaccata da Rigoni e Madia che riconquistano il pallone e guadagnano il tenuto. Sulla successiva rimessa l'Italia imposta un drive avanzante ma non riesce a finalizzare. Al 31' l'Italia rompe l'inerzia della mischia sudafricana, che fino a quel momento aveva messo in difficoltà le Azzurre, con Seye che mette in difficoltà Ngxingolo. Le Azzurre cominciano a mettere grande pressione al piede e si riportano in attacco con due ottimi calci di Rigoni e Sillari, mentre le Springbok Women perdono la battaglia tattica e soffrono le imbucate delle trequarti dell'Italia. Mabenge salva con un gran placcaggio su Muzzo, l'Italia insiste e alla fine trova la meta del sorpasso con Sillari, che finta il passaggio all'esterno, sfugge al placcaggio di Malinga e apre il varco che le consente di schiacciare per il 10-7. Quando muove il pallone velocemente l'Italia si dimostra difficile da contrastare. Ancora una volta è un'azione di tutte le trequarti a consentire a Muzzo di trovare spazio sulla linea laterale e di calciare ancora per mettere pressione a Webb, che non controlla l'ovale e concede un'altra rimessa laterale all'Italia in zona d'attacco. Dopo la conquista della touche Silvia Turani sorprende le avversarie ripartendo palla in mano, rompe 3 placcaggi e schiaccia per la meta del 17-7 con la trasformazione di Rigoni che chiude il primo tempo. A inizio ripresa il Sudafrica opera 5 cambi contemporaneamente, mentre Mannini sostituisce Sillari. L'accelerazione del Sudafrica è notevole: Vittoria Ostuni Minuzzi salva due volte, prima sul tentato offload di Mabenge su Malinga, poi sulla stessa Mabenge che puntava alla bandierina, ma alla fine dopo una serie di cariche è la neoentrata Aseza Hele a marcare per il 17-12. Al 52' il Sudafrica ritorna in vantaggio: Roos evita il primo placcaggio e apre su Webb, che si aggiunge alla linea offensiva e crea poi la superiorità numerica all'esterno, con Malinga che marca per il 19-17 con trasformazione di Roos. L'Italia assorbe il colpo e all'ora di gioco ripassa in vantaggio. Dopo una bella azione offensiva Tose interviene direttamente sul collo di Mannini: è giallo per la mediana di mischia sudafricana e calcio di punizione per le Azzurre, che piazzano con Rigoni e ritornano davanti. Nel finale la squadra di Raineri conquista un altro importante calcio di punizione in mischia, con Rigoni che piazza ancora per il 23-19. Sulla successiva mischia è però la prima linea sudafricana a prendersi la rivincita, senza però riuscire a creare pericoli alla difesa italiana, che come contro il Galles tiene bene nel corso dell'assalto finale delle Springbok Women, che ci provano mandando dentro soprattutto Qawe ma non riescono a sfondare. Finisce 23-19, con l'Italia che conquista il secondo successo consecutivo. Cape Town, Athlone Stadium, 12 ottobre 2024WXV 2 – III giornataItalia v Sudafrica 23-19 (17-7)Marcatrici: p.t 12’ m.Latsha tr.Roos (0-7); 15’ m. Turani (5-7); 37’ m. Sillari (10-7); 40’ m. Turani tr. Sillari (17-7) s.t 9’ m.Hele; (17-12); 12’ m. Malinga tr. Roos (17-19); 24’ cp.Rigoni (20-19); 32 cp. Rigoni (23-19)Italia: Ostuni Minuzzi; Muzzo, Sillari (1’st. Mannini), Rigoni, Granzotto; Madia (30’pt. Stevanin), Stefan (Cap; 17’st. Capomaggi); Sgorbini, Ranuccini, Veronese; Duca (10’st. Frangipani), Fedrighi; Seye (10’st. Maris), Vecchini (21’st. Gurioli), Turani. A disposizione Stecca, Errichielloall. Giovanni RaineriSudafrica: Webb (26’ st. Dolf); Mabenge, Mpupha, Qawe, Malinga; Roos, Kinse (5’st. Tose); Solontsi, Jacobs, Dumke (38’pt. Hele); Ubisi (5’st. Mcatshulwa), Booi (Cap, 5’st. Lochner); Latsha (5’st. Mdliki, 32’ st Latsha), Gwala (5’st. Gunter), Ngxingolo (5’st. Charlie) A disposizione, Mdlikiall. Swys De Bruinarb: Precious Pazani (ZIM)gdl: Amelia Luciano (USA); Maria Latos (GER)TMO: Estelle Whaiapu (NZR)Cartellini: 14’ giallo a Qawe (RSA); 23’ st. Giallo a Tose (RSA)Calciatrici: Roos (2/3); Sillari (1/3); Rigoni (2/2)Player of The Match: Silvia Turani (ITA)Note: Giornata calda e soleggiata, 1650 spettatori circa
Italia Femminile | 12/10/2024
WXV: la presentazione di Sudafrica-Italia
Ultima giornata del WXV: all’Athlone Stadium di Città del Capo (calcio d’inizio ore 14, diretta RugbyPass.tv e RugbyPass App) l’Italia affronta il Sudafrica padrone di casa. Una vittoria per parte nelle prime due giornate, con le Springbok Women che hanno battuto 31-24 il Giappone nella prima giornata e le Azzurre che invece hanno sconfitto il Galles 8-5 nella seconda. Il Sudafrica è terzo in classifica a 7 punti grazie ai bonus conquistati, mentre l’Italia insegue al quarto posto con 4. Come arriva il Sudafrica Finora il Sudafrica è stato la sorpresa del Torneo. Dopo il bel successo col Giappone, una squadra mai facile da affrontare ed estremamente dinamica e veloce, le Springbok Women hanno sfiorato un clamoroso pareggio contro l’Australia, sulla carta molto più quotata. Il Sudafrica è arrivato al 70’ sotto 33-12, poi negli ultimi 10 minuti si è scatenato e ha messo alla frusta delle Wallaroos sorprese da tale reazione. Sono arrivate 2 mete al 75’ e al 79’, poi la squadra di De Bruin è ripartita dai propri 22 fino ad arrivare a meno di un metro dalla linea di meta. Solo un fallo in attacco ha impedito al Sudafrica di segnare la marcatura del possibile pareggio, che a quel punto avrebbe rappresentato un’impresa. Alla fine l’Australia ha vinto 33-26, ma la prestazione offerta rimane comunque un grande segnale dato dalle sudafricane in questo WXV. Come arriva l’Italia Il successo contro il Galles è arrivato con grinta e cuore, ma anche con una notevole organizzazione difensiva e una grande tenuta in mischia e maul, dove le gallesi sembravano poter primeggiare alla vigilia. L’8-5 di venerdì scorso ha rappresentato una liberazione per le Azzurre, che dopo lo 0-19 contro la Scozia hanno ritrovato fiducia e arrivano all’appuntamento finale con tanta voglia di confermarsi. Sulla carta, nonostante la crescita del Sudafrica, l’Italia ha le qualità e l’esperienza internazionale per imporsi dal punto di vista del gioco, del dinamismo e della costanza. Servirà però una prestazione di livello e soprattutto bisognerà provare a mettere il match sui binari giusti dal punto di vista del tabellone, perché come ha dimostrato Australia-Sudafrica è bene non portarsi le Springbok Women attaccate nel punteggio nel finale. Tutte le informazioni per seguire Sudafrica-Italia Sudafrica-Italia si giocherà sabato 12 ottobre alle ore 14 all’Athlone Stadium di Città del Capo e sarà trasmessa in diretta streaming in chiaro su RugbyPass.tv e su RugbyPass App. Sudafrica-Italia sarà diretta da Precious Pazani (Zimbabwe) con la statunitense Amelia Luciano e la tedesca Maria Latos come assistenti. Al TMO la neozelandese Estelle Whaiapu. Le formazioni di Sudafrica-Italia Sudafrica: 15 Eloise Webb, 14 Nomawethu Mabenge, 13 Zintle Mpupha, 12 Chumisa Qawe, 11 Ayanda Malinga, 10. Nadine Roos, 9. Tayla Kinsey, 8. Sizophila Solontsi, 7 Catha Jacobs, 6 Lusanda Dumke, 5 Vainah Ubisi, 4. Nolusindiso Booi (c), 3 Babalwa Latsha, 2 Lindelwa Gwala, 1 Yonela Ngxingolo A disposizione: 16 Micke Gunter, 17. Sanelisiwe Charlie, 18 Nombuyekezo Mdliki, 19 Danelle Lochner, 20 Sinazo Mcatshulwa, 21 Aseza Hele, 22 Unam Tose, 23 Byrhandrè Dolf Italia: 15 Vittoria Ostuni Minuzzi, 14 Aura Muzzo, 13 Michela Sillari, 12 Beatrice Rigoni, 11 Francesca Granzotto, 10 Veronica Madia, 9 Sofia Stefan (c), 8 Francesca Sgorbini, 7 Alissa Ranuccini, 6 Beatrice Veronese, 5 Giordana Duca, 4 Valeria Fedrighi, 3 Sara Seye, 2 Vittoria Vecchini, 1 Silvia Turani A disposizione: 16 Laura Gurioli, 17 Emanuela Stecca, 18 Gaia Maris, 19 Alessandra Frangipani, 20 Elena Errichiello, 21 Emma Stevanin, 22 Sara Mannini, 23 Beatrice Capomaggi
Italia Femminile | 12/10/2024
Italia: senza Tounesi Raineri promuove Ranuccini e Veronese. Sudafrica: 7 cambi. L’analisi delle formazioni
Per l’ultima sfida del WXV contro il Sudafrica (sabato alle 14 a Città del Capo, diretta RugbyPass) il capo allenatore dell’Italia Nanni Raineri deve fare a meno dell’infortunata Tounesi e promuove titolari in terza linea Ranuccini e Veronese, con Francesca Sgorbini che si sposta a numero 8. In panchina ritorna Gaia Maris dopo il brutto colpo subito contro la Scozia, mentre rientra in lista gara Elena Errichiello, terza linea della Capitolina. Dall’altra parte invece il Sudafrica cambia ben 7 giocatrici rispetto al match contro l’Australia, perso di un soffio nonostante una grande rimonta: coach Swys De Bruin ritrova la capitana Booi in seconda linea e cambia in totale 5 ragazze su 8 nel pacchetto. In mediana ritorna l’esperta Tayla Kinsey accanto alla confermata Roos, mentre all’ala tocca alla pericolosissima Mabenge, 14 mete in sole 17 presenze. I pericoli del Sudafrica Ripensando alla sfida dello scorso anno sempre nel WXV, il Sudafrica in un anno è cresciuto tantissimo, e lo ha dimostrato nelle prime due partite: la prima vinta contro il Giappone, la seconda persa di misura contro l’Australia dopo essere stato a 50 centimetri dalla meta del pareggio dopo una grandissima rimonta. La squadra di De Bruin si affida, come da tradizione, a un pacchetto di mischia pesante a due centri potentissimi come Qawe e Mpupha, spesso lanciati in corsa per provare ad aprire le difese avversarie. Il resto lo fanno le capacità di impostazione di Nadine Ross e la velocità del triangolo allargato con Malinga, Mabenge e Webb. La battaglia davanti Come contro il Galles, l’Italia dovrà reggere fisicamente l’impatto contro avversarie così prestanti. Sarà importante non concedere calci di punizione che possano portare il Sudafrica nei 22 italiani, perché in quel frangente diventerebbe poi difficile difendere contro i continui pick&go delle Springbok Women, che hanno già fatto male a Giappone e Australia. La scelta di provare Francesca Sgorbini a numero 8 in questo senso garantisce ulteriore dinamismo alla terza linea azzurra, di fatto composta da 3 flanker. In questo caso la giocatrice di Romagnat sarà una vera e propria “regista” del pacchetto di mischia, mentre in seconda linea l’esperienza di Duca e Fedrighi servirà per cercare di imporsi in rimessa laterale. Più difficile sarà il compito delle Azzurre in mischia e in mezzo al campo. Contro il Galles il pacchetto italiano ha tenuto bene, e Raineri ha confermato la prima linea composta da Turani, Vecchini e Seye, ritrovando anche Gaia Maris dalla panchina e confermando tra le ragazze a disposizione anche Stecca, decisiva nella mischia finale contro le gallesi. La chiave di questa partita sarà verosimilmente il breakdown. La contro l’Australia è partita proprio dal dominio nel punto d’incontro da parte delle Springbok Women, capaci di imporsi con delle potenti controruck e rendendo difficile da gestire ogni possesso delle Wallaroos. Velocità Nonostante la grande fisicità del Sudafrica, l’Italia può imporre la propria superiorità sia a livello tattico che atletico. La squadra di Raineri potrà sfruttare le invenzioni di Madia e Rigoni, il cervello (e i piazzati) di Sillari e la velocità di Granzotto, Ostuni Minuzzi e Muzzo per mettere in difficoltà una difesa sudafricana non perfetta, soprattutto dal punto di vista del posizionamento difensivo. In questo senso un gioco al piede riuscito potrebbe garantire tanto territorio e tanta pressione sulle spalle delle Springbok Women, che possono andare in difficoltà se messe spalle al muro. Per farlo bisognerà soprattutto diminuire gli errori di handling e provare ad aprire il più possibile il campo, mentre il Sudafrica cercherà invece di tenere le Azzurre quanto più vicine possibile al punto d’incontro. Sarà fondamentale anche la panchina: Raineri può giocarsi 3 carte di grande qualità fra le trequarti come Stevanin, Mannini e Capomaggi. Le formazioni di Sudafrica-Italia Sudafrica: 15 Eloise Webb, 14 Nomawethu Mabenge, 13 Zintle Mpupha, 12 Chumisa Qawe, 11 Ayanda Malinga, 10. Nadine Roos, 9. Tayla Kinsey, 8. Sizophila Solontsi, 7 Catha Jacobs, 6 Lusanda Dumke, 5 Vainah Ubisi, 4. Nolusindiso Booi (c), 3 Babalwa Latsha, 2 Lindelwa Gwala, 1 Yonela Ngxingolo A disposizione: 16 Micke Gunter, 17. Sanelisiwe Charlie, 18 Nombuyekezo Mdliki, 19 Danelle Lochner, 20 Sinazo Mcatshulwa, 21 Aseza Hele, 22 Unam Tose, 23 Byrhandrè Dolf Italia: 15 Vittoria Ostuni Minuzzi, 14 Aura Muzzo, 13 Michela Sillari, 12 Beatrice Rigoni, 11 Francesca Granzotto, 10 Veronica Madia, 9 Sofia Stefan (c), 8 Francesca Sgorbini, 7 Alissa Ranuccini, 6 Beatrice Veronese, 5 Giordana Duca, 4 Valeria Fedrighi, 3 Sara Seye, 2 Vittoria Vecchini, 1 Silvia Turani A disposizione: 16 Laura Gurioli, 17 Emanuela Stecca, 18 Gaia Maris, 19 Alessandra Frangipani, 20 Elena Errichiello, 21 Emma Stevanin, 22 Sara Mannini, 23 Beatrice Capomaggi
Italia Femminile | 10/10/2024
Dall’Under 20 alla Nazionale Maggiore in 3 mesi: il sogno di Sara Mannini è diventato realtà
Tre mesi fa guidava l’Italia Under 20 in cabina di regia alle Summer Series di Parma, oggi è in Sudafrica a dar battaglia insieme alla Nazionale maggiore in un WXV che dopo il successo sul Galles ha preso una piega diversa rispetto al difficile inizio contro la Scozia. Sara Mannini è la rivelazione azzurra di questi ultimi mesi: “Sto bene, ho avuto un po’ di mal di gola, ma forse più perché dopo la vittoria contro il Galles ho sforzato un po’ troppo la voce (ride, ndr), adesso mi sta tornando” racconta la 19enne di Colorno. Sara, hai perso la voce ma non l’entusiasmo. Quanto è stata importante questa vittoria per voi? “Tantissimo, venivamo da un momento difficile, sentivamo la frustrazione dopo la sconfitta con la Scozia e aver vinto questa partita è stata una liberazione e una grande gioia. In modo particolare poi le ragazze che avevano giocato al Sei Nazioni contro il Galles, perdendo all’ultimo minuto, avevano tanta voglia di rifarsi e penso si sia visto”. Tu invece come stai vivendo quest’avventura? “È stato ed è tutto molto emozionante. Sto avendo la possibilità di vivere e capire a 360 gradi cosa significa essere in un gruppo di questo livello, allenandomi con ragazze di grande esperienza, e sono molto contenta della fiducia che gli allenatori e le compagne mi stanno dando in queste settimane”. È successo tutto molto in fretta, dalle Summer Series di luglio all’esordio fino al WXV: ti sei resa conto di tutto questo? “Non proprio (ride, ndr). È stata un’estate totalmente all’insegna del rugby. Anche se ho cambiato gruppo e soprattutto livello non mi sono ancora conto di quello che sta accadendo e di questo scalino che sono riuscita a fare. È stato tutto molto veloce, al punto da non avere nemmeno il tempo di pensarci troppo, per questo cerco di pensare solo al rugby e a fare bene. Il sogno è diventato realtà, e probabilmente me ne renderò davvero conto quando tornerò a casa e avrò tempo per pensare a tutti i momenti belli che sto vivendo qui”. Come hai fatto a far convivere scuola e rugby in questi anni? Continuerai a studiare adesso? “È sempre stato difficile soprattutto da quando a 17 anni mi sono trasferita a Colorno. Chiaramente il tempo e poco e gli impegni tanti, ma la passione superava sempre tutto e ho cercato di organizzarmi bene, di imparare a gestire meglio il tempo e fortunatamente le superiori sono andate bene. Cercherò di fare lo stesso con l’Università: mi sono iscritta ad ingegneria informatica ed elettronica. Non è stato facile anche perché sono di Pisa e poi ho colto l’opportunità di andare a giocare a Colorno, una realtà che mi è sembrata subito perfetta per me. Ho avuto l’opportunità di poter vivere a Parma con una famiglia che era amica dei miei genitori, ora invece vivo negli appartamenti del Colorno con le altre ragazze della squadra”. Questa estate hai giocato apertura in Under 20, mentre con la Nazionale seniores giochi secondo centro. Quale ruolo preferisci? “A Colorno ho giocato principalmente apertura oppure primo centro, che è un po’ il ruolo che si ricopre quando l’allenatore utilizza un doppio mediano, e anche in Under 20 ho giocato sempre apertura, quindi è un ruolo dove mi sento molto sicura, anche se in un gruppo che conosco molto bene come appunto Colorno o l’Under 20. Giocare secondo centro è stata un po’ una novità: inizialmente ero un po’ spaventata dal nuovo ruolo, perché ci sono compiti diversi e movimenti diversi, ma mi sta piacendo tanto soprattutto a livello difensivo. E poi accanto ho una giocatrice strepitosa come Beatrice Rigoni, che con Veronica Madia – che conoscevo già da Colorno – mi ha dato una grande mano a gestire un ruolo che non avevo mai ricoperto. Beatrice è una ragazza d’oro, avere accanto una che in campo fa delle magie poi è emozionante. Da piccola la guardavo in televisione e pensavo fosse un sogno irraggiungibile, invece ora gioco di fianco a lei. Questa è anche la dimostrazione di quanto la Nazionale sia importante per attirare e ispirare le ragazze che vogliono giocare a rugby”. Per te è la Nazionale è stata un’ispirazione, e come ti senti adesso a stare dall’altra parte e ad essere tu stessa parte del messaggio che voi ragazze volete trasmettere? “Credo ci sia una responsabilità quando si gioca in Nazionale, perché ci saranno bambine che – come me da piccola – sogneranno di far parte di questo gruppo. Anche se comunque sono la più giovane e l’ultima arrivata è comunque qualcosa che cominci a sentire nel momento in cui vesti la maglia azzurra, si percepisce. In questo mese sto iniziando a capire quali sono le dinamiche di gruppo, cosa significa sentire la pressione di partite così importanti, soprattutto in un torneo in cui per un mese stai tutti i giorni insieme: vivi degli aspetti che nei raduni di pochi giorni non tocchi e ti aiutano a maturare come giocatrice e come persona. È diverso rispetto a quando ho fatto i raduni del Sei Nazioni, perché comunque la mattina andavo a scuola e non sono stata così tanto a contatto con le altre ragazze come in questo mese”.
Italia Femminile | 09/10/2024
URC: le Zebre pagano i tanti falli. Troppo Leinster per il Benetton. L’analisi del 3° turno
Non è stato un sabato facile per le franchigie italiane, entrambe sconfitte nella terza giornata dello United Rugby Championship. Il Benetton ha ceduto in casa contro Leinster per 35-5, con gli irlandesi che hanno schierato a Monigo una formazione stellare con 15 internazionali (14 irlandesi e uno Springbok) mentre al Lanfranchi di Parma le Zebre hanno sprecato tante occasioni contro gli Stormers, che alla fine sono usciti fuori alla distanza e hanno conquistato un successo dal punteggio (36-5) forse troppo pesante rispetto a quanto visto in campo. Leinster stellare, Benetton coraggioso nel secondo tempo Al Leinster bastano 4 marcature nei primi 26 minuti per chiudere la partita, approfittando anche del giallo a Mirco Spagnolo che fa crollare la maul in occasione della meta tecnica che apre il match. Con l’uomo in più gli irlandesi sono diventati devastanti e a quel punto diventava difficile opporre resistenza. Il Benetton lo ha fatto nel secondo tempo, anche grazie ad alcuni cambi che hanno permesso ai biancoverdi di essere più incisivi in attacco e di marcare con Manfredi, prima della meta di Barron. Nel 35-5 finale pesano soprattutto la difficoltà nel trovare spazi contro l’aggressiva difesa di Leinster e i tanti placcaggi sbagliati, 25 su 119 totali con una percentuale di riuscita del 79%, troppo bassa per questo livello. Pur nelle difficoltà si è distinto Leonardo Marin, bravo a capire come disinnescare la furiosa salita difensiva di Leinster messa a punto da Jacques Nienaber – ex allenatore del Sudafrica campione del mondo e ora specialista della difesa degli irlandesi – e a mettere i compagni sul piede avanzante. Tra i migliori anche Simone Ferrari, dominante in mischia nel primo tempo, ma in generale entrambe le prime linee biancoverdi – quella titolare e quella dalla panchina – hanno funzionato bene. Zebre: match scivolato dalle mani Le immagini della partita, soprattutto del primo tempo, non avrebbero mai lasciato presagire un punteggio così alto. Gli Stormers hanno espugnato il Lanfranchi di Parma per 36-5 venendo fuori alla distanza e approfittando soprattutto dell’indisciplina della squadra di Brunello, che ha commesso il doppio dei falli (16 a 8) dei sudafricani. Il match era cominciato bene, con le Zebre spesso in attacco ma poco ciniche nel momento di portare a casa i punti. Gli Stormers, in questo senso, pur soffrendo hanno fatto valere la loro maggiore esperienza, prendendosi tutti i punti concessi dai troppi falli delle Zebre e fissando con i calci di un preciso Matthee un primo parziale di 9-0 pur non entrando quasi mai nei 22 avversari. La meta di Zas allo scadere del primo tempo, poi, ha tagliato le gambe alla squadra di Brunello, che si è ritrovata sotto di 16 punti pur non avendo demeritato. Da questo punto di vista ha anche pesato il cambio di inerzia della mischia ordinata, che nei primi minuti sembrava appannaggio delle Zebre e che invece è scivolata dalla parte dei sudafricani, che quando sono diventati dominanti con la loro prima linea hanno tolto certezze e stabilità offensiva alla franchigia di Parma, che non è più riuscita a costruire come nella prima parte di gara. A quel punto la partita era completamente in mano agli Stormers, che sono riusciti anche a raggiungere il punto di bonus con il 36-5 finale. Tra i migliori, nelle Zebre, anche una volta Samuele Locatelli, autore di 14 placcaggi e di una solida partita difensiva. Bravo in difesa anche Ruggeri, mentre Gesi quando è stato innescato ha spesso battuto il primo avversario.
United Rugby Championship | 07/10/2024
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