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FIR rinnova l’accordo con Gilbert

Partnership rinnovata per tutte le squadre e campionati FIR. Una collaborazione che dura da più di 10 anni. East Sussex, Inghilterra, Ottobre 2024 – Gilbert ha annunciato il rinnovo della collaborazione con la Federazione Italiana Rugby, in qualità di fornitore ufficiale di palloni per ogni livello di gioco. Il rinnovo consolida la posizione di Gilbert come marchio numero 1 di palloni in Italia e nel panorama del rugby mondiale. Secondo quanto stabilito nel nuovo accordo, Gilbert continuerà a fornire i suoi palloni, noti a livello globale per le loro eccellenti prestazioni, alla Federazione Italiana Rugby ed ai campionati nazionali, e continuerà a proporre i propri innovativi e brevettati articoli agli atleti e tifosi italiani in tutto il mondo. Fondata nel 1823, Gilbert ha festeggiato il suo primo bicentenario nell’anno appena trascorso. La sua storia si fonde con quella del rugby: infatti fu William Gilbert a fornire i primi palloni alla Rugby School quando William Webb Ellis prese la palla in mano ed iniziò a correre. Tutt’oggi, il pallone da gara Gilbert iNNOVO è la prima scelta delle grandi nazionali ed è stato il pallone ufficiale della Coppa del Mondo per otto edizioni consecutive. Il Direttore Commerciale della Federazione Italiana Rugby, Carlo Checchinato, ha dichiarato: “Il rapporto con Gilbert costituisce una delle partnership più durature della nostra Federazione, e siamo entusiasti di poter continuare a mettere a disposizione delle nostre Nazionali e del movimento lo strumento maggiormente caratterizzante del nostro Gioco garantendo standard qualitativi di livello assoluto in tutte le categorie, dal minirugby all’attività internazionale”. Il CEO di Gilbert Rugby, Richard Gray, ha aggiunto: "Siamo davvero lieti di continuare la nostra partnership con la Federazione Italiana Rugby. Come sosteniamo ed investiamo nel rugby in tutto il mondo siamo lieti di poter contribuire alla crescita del rugby in Italia. Questo grazie al successo ed alla continuità della collaborazione con la FIR. Durante la prossima stagione proporremo una gamma di palloni FIR innovativa e totalmente inedita". "Siamo molto lieti di annunciare la continuazione della nostra lunga collaborazione con la Federazione Italiana Rugby", ha dichiarato Francesco Pellizzari, Direttore di Gilbert Italia. "Questo accordo è la testimonianza del nostro impegno e della nostra passione per il rugby italiano. Siamo orgogliosi che una federazione così prestigiosa abbia scelto di continuare a collaborare con noi". I palloni ufficiali Gilbert FIR sono disponibili online su gilbertrugby.com e nei principali negozi di articoli sportivi. Informazioni su Gilbert Gilbert Rugby è un marchio leggendario con 200 anni di esperienza nella realizzazione di palloni da rugby di elevatissima qualità. Dai suoi lontani inizi negli anni ’20 dell’800, Gilbert Rugby è diventato il pallone ufficiale delle più importanti competizioni mondiali di rugby. Conosciuta per l’innovazione, l’affidabilità e la qualità, Gilbert Rugby è simbolo di eccellenza nel mondo della palla ovale. Dal 1995 in poi è il pallone ufficiale di ogni Coppa del Mondo ed il fornitore ufficiale delle più importanti competizioni mondiali come Guinness Six Nations, HSBC World Rugby Sevens Series, European Professional Club Rugby. Oltre ai palloni, Gilbert produce e distribuisce con successo calzature, abbigliamento ed accessori per il rugby.

News | 05/12/2024

On-line la versione revisionata del Comunicato Federale n.1 2024/25

La Federazione Italiana Rugby ha pubblicato il Comunicato Federale n.1 2024/25, consultabile QUI, revisionato in data 26.11.2024, successivamente alle determinazioni assunte dal Consiglio Federale nella riunione del 16 novembre scorso a Genova.

FIR Informa | 28/11/2024

Sergio Parisse – da 8 a ∞

Sergio Parisse nella Hall of Fame, la sala della fama, la casa della gloria. E’ il primo italiano ad avere accesso alla confraternita che comprende eroi e centauri, profeti e bucanieri. Sergio è come un vestito tagliato da un bravo sarto, uscito da Savile Row si diceva una volta pensando a quella stradina londinese meta dei vecchi gentlemen: più va avanti il tempo, meglio lo si indossa. E lui lo ha sempre indossato con disinvoltura, onestà, trasparenza, rigore, calore, passione nel ruolo che gli è spettato, capitano coraggioso e responsabile che ha sempre preferito non nascondere le difficoltà dietro cortine di parole vuote, che non ha saputo mimetizzare le rare gioie – e per questo, violente, quasi telluriche – che sono piovute addosso a lui  a quelli che gli sono stati attorno. I suoi uomini. Per anni Parisse è stato giudicato un buon talento e, dialetticamente, uno non sensazionale. Dipende dal fatto che sul palcoscenico è arrivato molto giovane, un ragazzo o poco più: a Canberra, nel 2003, aveva vent’anni e si era fatto tagliare i capelli con strane volute che potevano ricordare l’arte aborigena. Un bel giovane che, non avesse avuto un incontro fatale con il rugby, avrebbe avuto una carriera assicurata nel cinema: gladiatore, eroe mitologico. Il ruolo di Ercole (impegnato in innumerevoli fatiche) ha finito per interpretarlo sul campo, a Treviso, a Parigi a Tolone e 142 volte con l’azzurro addosso, unendo forza a sagacia a numeri di alta scuola che uno può non aspettarsi da chi fa parte di quella spina dorsale che è la terza linea. Sergio riciclava la palla come sapeva fare Sonny Bill Williams, sapeva usare le mani come una ricamatrice, inventava discese sull’ala, improvvisava un fulmineo passaggio dietro la schiena (la Parissina) come certi australiani bizzarri e balzani, conosceva persino l’arte del drop, il gesto più calligrafico consentito dal gioco e concesso un paio di volte anche in azzurro: una volta gli è andata bene, una male, contro la Francia. Parigi val bene un drop se può essere decisivo, disegnare una svolta. Bello e buono, dicevano i greci di fronte a chi avesse raggiunto l’equilibrio delle doti morali. Ma spesso questo vasto repertorio ha finito per attirargli contro gli strali di una critica superficiale, non lontana dal confine dell’ingratitudine: “Ma cosa crede di fare? ma chi crede di essere?”. Non è mai stato il tipo del San Sebastiano e così non ha mai dato molto peso alle frecce che gli venivano scagliate contro. Primo, perché conosce il suo valore e sa che i lunghi anni francesi sono diventati un corso di perfezionamento che lo hanno portato alla laurea, al master, alla libera docenza, e che lo hanno messo a nudo, e non solo per i calendari dello Stade Francais che facevano rumore. Mario Del Monaco, uno che di acuti se ne intendeva, un giorno disse: “Quando uno arriva troppo in alto, può cominciare ad essere antipatico”. Lui no. In questi di anni di pellegrinaggi, di facili esaltazioni, di delusioni profonde, di sprofondi, di difficili risalite, non tutti hanno colto che Parisse continuava a progredire, a guadagnare posizioni impensabili. Qualche anno fa, alla vigilia di un 6 Nazioni, gli esperti del Guardian hanno votato i venti più grandi giocatori nella storia del Torneo. Sergio è finito quarto, dietro Brian O’Driscoll, Martin Johnson e Paul O’Connell, davanti a Jonny Wilkinson, agli altri inglesi del 2003, ai migliori gallesi, francesi e scozzesi espressi dal nuovo formato del Championship. La collocazione aprì un dibattito: esiste una nazionale del globo che potrebbe fare a meno di lui? Risposta: nessuna. Qualche problemino con gli All Blacks, ma risolvibile. Si è sempre detto che una delle doti di un capitano sia anche la capacità oratoria. Martin Johnson non era un condottiero che ogni volta inventava un discorso buono per il giorno dei santi Crispino e Crispiano e si limitava a un eloquente “diamogli sotto”. Quando concedeva la sua presenza meno di 24 ore prima del calcio d’inizio, Sergio non dispiegava teli mimetici su quanto avrebbe detto– a una squadra che sapeva di dover sempre affrontare flutti più o meno irati, mai navigazioni su mari calmi. Lui sapeva tenere saldo il timone e all’occorrenza, manovrare le vele. Benvenuto tra gli eletti.

News | 20/11/2024

Remo Zanatta, il ‘Grande Vecchio’

Domenica, al Ferraris, un invitato molto speciale che viene da vicino (via Montenero è a 6’ a piedi dallo stadio) e da un tempo molto lontano: Remo Zanatta, 93 anni, il più anziano internazionale in vita, due volte azzurro nel ’54 nel breve volgere di pochi giorni, al fianco di Paolo Rosi, trevigiano, genovese da quasi ottant’anni quando la famiglia, originaria di Preganziol, seguì una lunga onda migratoria alla fine della seconda guerra mondiale. La scelta non cadde sull’Australia o sull’America, ma su Genova.Andrea Duodo, neopresidente della Fir, consegnerà a Zanatta il cap – un berretto azzurro con una nappina dorata e il numero 141 - che Remo, che non era stato rintracciato, non aveva avuto nel 2013 nella cerimonia che a Roma aveva riunito generazioni di giocatori.L’età è molto tarda, la sua capacità di attenzione ancora viva. Dentro, un mare di ricordi. Il trasferimento a Genova, la scuola interrotta alla seconda media, il lavoro inseguito per dare una mano in casa sino all’arruolamento in Marina. Remo finisce sul dragamine Fiordaliso e quando viene trasferito a terra, all’Autocentro di Roma, incrocia la sua strada con quella del rugby. Gioca, da centro, con la Roma e al termine del servizio militare torna a casa e va al Cus Genova, in quelle stagioni in serie B.La primavera del 1954 è il suo momento più alto. Gioca nella seconda serie ma viene selezionato in Nazionale (primo trevigiano) per il doppio impegno contro la Spagna e la Francia. Il 19 aprile, a Napoli, stadio del Vomero, Paolo Rosi indossa la maglia n. 14, Zanatta la n. 12. In terza linea, Sergio Lanfranchi, uno degli “italien” che in Francia, a Grenoble, si sono fatti stimare. Finisce 16-6 e il via alle segnature è di chi diventerà la “voce” del rugby, dell’atletica e del pugilato.Appena cinque giorni dopo, all’Olimpico di Roma, l’Italia affronta nella finale di Coppa Fira la Francia che nel 5 Nazioni ha ceduto soltanto al Galles, finendo appaiata in classifica ai gallesi e all’Inghilterra. E’ una Francia leggendaria, la squadra dei fratelli Prat, di Boniface, di Albaladejo. Quel 12-39, ultima partita di Rosi, segna la fine della breve stagione felice di Remo Zanatta, che domenica, 70 anni dopo, tornerà in scena.  

News | 17/11/2024

WXV 2024: i precedenti di Sudafrica-Italia

Per il secondo anno consecutivo l’Italia scenderà in campo in casa del Sudafrica, in quella che sarà la terza sfida assoluta tra le Azzurre e le Springbok Women, che anche quest’anno ospitano la divisione 2 del Torneo WXV. Il match è previsto sabato 12 ottobre alle ore 14 all’Athlone Sports Stadium di Città del Capo. I precedenti tra Sudafrica e Italia femminile Il bilancio, nelle 2 partite disputate finora, è un netto 2-0 per l’Italia, che ha stravinto 35-10 in un test match a Prato nel 2018 e si è ripetuta lo scorso anno nella prima edizione del WXV, vincendo 36-18 a Città del Capo. In totale, quindi, l’Italia ha messo a segno 71 punti contro i 28 del Sudafrica. Tante giocatrici che ancora oggi fanno parte del gruppo della Nazionale erano presenti a Prato nel primo successo contro il Sudafrica, sancito infatti dalle mete di Stefan (doppietta), Giordano, Arrighetti, una meta tecnica e i piazzati di Sillari. L’ultima sfida A Città del Capo, nel 2023, l’Italia si impose nettamente con una formazione che univa parte del blocco delle titolari ad alcuni esperimenti ben riusciti nel corso di quel Torneo, chiuso poi al secondo posto solo per differenza punti con la Scozia. Dopo un primo botta e risposta con Latsha a rispondere alla meta di Ostuni Minuzzi dopo 5’ (entrambe trasformate da Capomaggi e Van Rensburg) l’Italia prende il largo già nel primo tempo. Al 13’ segna Aura Muzzo che finalizza in bandierina un gran passaggio di Rigoni, poi 10 minuti dopo Ranuccini marca dopo una bella giocata di Turani. Van Rensburg accorcia dalla piazzola ma nel finale di primo tempo Capomaggi risponde per il 22-10 dell’intervallo. Nella ripresa, dopo un altro piazzato di Van Rensburg, l’Italia chiude la questione con la meta di Vittoria Vecchini. Dolf accorcia le distanze, ma nel finale l’intercetto di Alyssa D’Incà sancisce il definitivo 36-18.

Italia | 11/10/2024

WXV 2024: i precedenti tra Galles e Italia

La seconda sfida del WXV 2024 vede l’Italia di fronte al Galles all’Athlone Sports Stadium di Città del Capo, in una replica in campo neutro del match dell’ultimo Sei Nazioni, vinto a Cardiff dalle gallesi. La sfida è prevista venerdì 4 ottobre alle ore 16. I precedenti tra Galles e Italia Quello di Città del Capo sarà l’incontro ufficiale numero 24 tra Galles e Italia. Il bilancio delle 23 partite disputate finora vede 8 successi azzurri, un pareggio e 14 vittorie gallesi. L’Italia ha segnato 285 punti in totale contro i 441 del Galles. Le due squadre si sono incontrate per la prima volta al Mondiale 1998, con vittoria del Galles ad Amsterdam per 12-10. In campo neutro, invece, finora ha sempre prevalso il Galles nelle 3 volte in cui le formazioni si sono affrontate: detto del successo del 1998, le gallesi hanno vinto anche nel match di Coppa Europa del 2000 (25-24 a El Ejido, Spagna) e alla Coppa del Mondo 2002 (35-3 a Sant Boi de Llobregat), che è anche la vittoria gallese più larga negli incontri tra le due formazioni. Il miglior successo dell’Italia è invece il 22-5 di Padova nel 2015. L’unico pareggio tra le due formazioni risale al 2019: a Lecce finì 3-3 con calci di Wilkins e Sillari, e quei 2 punti alla fine si rivelarono decisivi per conquistare il secondo posto nel Sei Nazioni di quell’anno. L’ultima sfida Italia bella e sfortunata a Cardiff nell’ultima giornata del Sei Nazioni 2024. Padrone di casa avanti con Phillips, che gioca una “furba” in touche con Butchers, riceve nuovamente il pallone e segna. Neanche il tempo di rimettere il pallone in gioco e l’Italia reagisce: D’Incà strappa il pallone dalle mani di Bluck e serve a Ostuni Minuzzi il passaggio del primo vantaggio con la trasformazione di Rigoni, che nel finale di frazione mette a segno anche il calcio del 5-10 con cui si va all’intervallo. Nella ripresa reazione veemente del Galles, che dopo una lunga serie di raccogli e vai segna con Prys per il sorpasso e poi allunga col piede di Bevan al 52’ per il 15-10. Ancora una volta il match è un bellissimo botta e risposta, con l’Italia che torna in attacco e ribalta tutto. Dopo una bella azione di Muzzo, al 55’ Stefan gioca dal lato chiuso su D’Incà che passa in mezzo a due avversarie e serve sulla corsa Granzotto, che batte Neumann e Callender in velocità e segna la meta del pareggio. Al 70’ le Azzurre tornano in vantaggio con un’azione in fotocopia: Muzzo semina il panico in mezzo a 3 avversarie, Stefan insiste dal lato chiuso e trova Stevanin che segna ancora in bandierina. Nel finale, però, il 50:22 di George riporta il Galles in avanti per l’ultima azione: ancora una lunga serie di cariche, poi Sisilia Tuipulotu va oltre e segna in mezzo ai pali, Georgia mette dentro la facile trasformazione che vale il 22-20 finale.

Italia | 03/10/2024

WXV 2024: i precedenti tra Italia e Scozia

Dopo tante sfide tra Sei Nazioni, test match e Mondiali, Italia e Scozia si affrontano per la prima volta nell’inedito scenario del WXV: le due formazioni, giunte alla 26esima partita ufficiale tra loro, scenderanno in campo sabato 28 settembre alle 15 al DHL Stadium di Città del Capo. I precedenti tra Italia e Scozia femminile Italia e Scozia si sono affrontate 25 volte: il bilancio è di 16 successi azzurri, un pareggio e 8 vittorie scozzesi, l’ultima a Parma nel Sei Nazioni 2024 per 17-10. In totale, l’Italia ha segnato 544 punti contro i 329 della Scozia. Nelle sfide in campo neutro, come sarà quella di Città del Capo, il bilancio invece è di 2-1 per la Scozia, che ha vinto nel 1997 a Nizza in Coppa Europa per 31-7 e nel 1998 ad Amsterdam alla Coppa del Mondo per 37-8, mentre le Azzurre hanno vinto nel 2013 a Madrid per 27-3 in un match delle qualificazioni mondiali. La prima partita tra le due formazioni risale al 1995, con l’Italia che vinse 12-10 a Edimburgo in un test match. Dopo l’ingresso dell’Italia nel Sei Nazioni femminile, nel 2007, il match è diventata una vera e propria “classica” del rugby europeo. La vittoria più larga dell’Italia è un 45-5 a Caserta nel Sei Nazioni 2014, mentre quella Scozzese è il già citato 8-37 del Mondiale 1998. L’ultima sfida Ad aprile la Scozia ha conquistato la seconda vittoria consecutiva contro l’Italia, vincendo 17-10 al Lanfranchi di Parma. Azzurre in vantaggio con D’Incà alla mezz’ora ma subito raggiunte dalla meta di Skeldon sugli sviluppi di una maul. Le trasformazioni di Rigoni e Nelson fissano il punteggio sul 7-7 all’intervallo. Nella ripresa la Scozia esce alla distanza e va a segno 2 volte con Orr al 62’ e Rollie al 69’. Rigoni accorcia dalla piazzola, ma l’Italia nonostante l’assalto finale non trova il pareggio e viene sconfitta 17-10.

Italia | 27/09/2024

Summer Tour 2024: i precedenti tra Giappone e Italia

Sfida numero 10 tra Giappone e Italia, che a meno di un anno di distanza si ritrovano di fronte dopo il successo azzurro per 42-21 a Treviso la scorsa estate. Questa volta sono i giapponesi a ricambiare l’ospitalità in occasione dell’ultima partita del tour estivo della squadra di Quesada. Nonostante, storicamente, gli Azzurri abbiano quasi sempre prevalso, col passare degli anni e con la crescita esponenziale del rugby giapponese la sfida si è fatta sempre più equilibrata: l’ultima volta in Giappone, nel 2018, la serie tra le due formazioni terminò 1-1, con un successo per parte. I precedenti tra Italia e Giappone Le due formazioni si sono affrontate 9 volte fino a questo momento, con 7 vittorie dell’Italia e due del Giappone. Gli Azzurri hanno segnato nel complesso 283 punti, subendone 167. Il primo incontro risale al 21 ottobre del 1976, con vittoria degli Azzurri per 25-3 a Padova, ma per vedere nuovamente una sfida tra le due formazioni è stato necessario attendere 28 anni, con l’Italia che vinse anche in Giappone nel 2004 per 32-19. L’Italia ha vinto le prime 5 sfide consecutive, per poi cedere per la prima volta nel 2014 a Tokyo in una partita molto equilibrata: 13-13 all’intervallo, poi nella ripresa Goromaru mette dentro due calci di punizione in 5 minuti e scava il primo solco. Orquera accorcia dalla piazzola, ma al 60’ Sau apre nuovamente il divario. A 4 minuti dalla fine la meta di Barbieri riapre la partita, ma alla fine è il Giappone a vincere 26-23. Il tour del 2018 L’ultima volta in Giappone dell’Italia risale a 6 anni fa. Gli Azzurri, guidati da Conor O’Shea, giocarono prima un amichevole di preparazione contro lo Yamaha Jubilo (vinta 52-19) per poi sfidare due volte di fila i nipponici. Il primo match, a Oita, vede un sostanziale equilibrio nel primo tempo: due mete per parte (Mafi e Fukuoka per i padroni di casa, Pasquali e Steyn per gli Azzurri) e un calcio di Tamura a mettere davanti i giapponesi all’intervallo, nella ripresa l’Italia cambia marcia, pareggia con Allan e sfiora più volte la meta grazie a un grande ingresso di Jake Polledri, ma all’ora di gioco il Giappone viene fuori di forza. Ripassa in vantaggio con un altro piazzato di Tamura e poi con Lemeki e Matsushima chiude la partita per il 34-17 finale. La seconda sfida, a Kobe, è invece dominata dagli Azzurri, che segnano con Benvenuti e Ghiraldini nel primo tempo, allungano ancora con una gran meta di Polledri che si mangia 2 avversari in un colpo solo e sfiora il colpo del k.o. con una meta annullata a Minozzi. Il Giappone ne approfitta per tornare sotto con le mete di Tupou e Mafi, Allan riallunga dalla piazzola e quando segna Matsushima ormai è tardi. Finisce 25-22, con gli Azzurri che però avrebbero meritato un punteggio più largo. L’ultima sfida Le due formazioni si sono nuovamente affrontate nel 2023 nell’ultimo test di preparazione alla Rugby World Cup: anche a Treviso la partita è molto combattuta, con Naikabula che risponde all’iniziale meta di Varney, poi al 21’ Capuozzo si inventa una magia delle sue e manda in meta Ioane, e un calcio a testa tra Lee e Allan chiude il primo tempo sul 17-8 per gli Azzurri. Nella ripresa i due piazzatori portano a casa altri 3 punti per parte, poi al 52’ l’imbucata di Matsushima vale il 20-16 che riapre la partita. Passano 4 minuti e sale di nuovo in cattedra Monty Ioane, che finalizza con la sua fisicità una bella azione di Capuozzo e Brex. Allan allunga con un altro calcio di punizione, poi al 71’ Riley riporta sotto il Giappone dopo un lungo multifase. Negli ultimi 10 minuti però l’Italia viene prepotentemente fuori, segnando due volte con Ioane e Page-Relo e chiudendo il match sul 42-21.

Italia | 20/07/2024

Summer Tour 2024: i precedenti tra Tonga e Italia

L’Italia sfida Tonga nella seconda partita del suo tour estivo: le due formazioni non si affrontano dal 2016, quando gli isolani vinsero a sorpresa a Padova dopo una partita tiratissima, e dopo 8 anni la squadra ora guidata da Gonzalo Quesada può provare a prendersi la rivincita. Si tratta inoltre di una prima volta assoluta per gli Azzurri nell’arcipelago tongano: finora le due squadre si erano sempre affrontate o in Italia o in campo neutro ai Mondiali. I precedenti tra Tonga e Italia Le due squadre si sono sfidate 5 volte, con l’Italia che ha ottenuto 3 successi a fronte di due sconfitte. Se il bilancio è molto equilibrato, più netta è invece la differenza punti tra le formazioni, con gli Azzurri che hanno segnato 154 punti subendone 82. Il primo incontro tra Italia e Tonga risale al Mondiale 1999, con gli Azzurri beffati dal drop di Tu’ipulotu a tempo scaduto per il 28-25 finale. La rivincita arrivò 4 anni dopo, sempre al Mondiale: a Camberra, Australia, l’Italia vinse nettamente 36-12. A decidere la sfida furono i fratelli Dallan, autori di 3 mete totali, una di Manuel e due di Dennis, insieme ai piazzati di Wakarua. Ancora più netto fu il successo di Prato del 2005: 48-0 senza storia con doppietta di Bortolami, Mirco Bergamasco e Sole, più un’altra meta di Canale. Molto più tirato fu invece il match di Brescia del 2012, con Apikotoa a mettere insieme punti su punti dalla piazzola e l’Italia brava a rispondere con le mete di Cittadini (autore di una prestazione strepitosa) e Ghiraldini insieme ai piazzati di Burton. Il primo tempo si chiuse 18-16 per gli Azzurri, che nella ripresa ripresero il largo prima grazie al piede di Burton, poi grazie a una meta tecnica la 24’. La meta di Vainikolo a 2 minuti dalla fine rese il finale più incandescente, ma alla fine l’Italia riuscì a prevalere 28-23. L’ultima sfida Italia e Tonga si sono affrontate per l’ultima volta nel 2016 a Padova. Gli Azzurri venivano dallo storico successo contro il Sudafrica, ma si trovarono di fronte una squadra coriacea e combattiva: la squadra di O’Shea parte bene, va in vantaggio con Cittadini ma non riesce poi a concretizzare le altre occasioni a disposizione. Tonga rimane attaccato alla partita con 2 piazzati di Takulua, poi passa in vantaggio nel secondo tempo con l’imbucata di Piutau. L’Italia reagisce grazie a una grande giocata di McLean, che scavalca la linea difensiva tongana con un calcetto per se stesso e poi serve ad Allan il pallone del controsorpasso. Al 61’ Bisegni sfiora la meta che chiuderebbe la partita, Tonga passa di nuovo con Takulua ma viene di nuovo superata dal piazzato di Padovani al 77’. Nel corso dell’ultima azione, però, Tonga conquista il calcio di punizione che permette ancora a Takulua di mettere dentro il pallone del definitivo 17-19 con cui gli isolani espugnano Padova.

Italia | 11/07/2024

Summer Tour 2024: i precedenti tra Samoa e Italia

L’Italia torna nelle isole Samoa dopo 10 anni: l’ultima volta fu nel 2014, quando gli isolani vinsero 15-0. Gli Azzurri non hanno mai vinto in casa delle Samoa (gli unici 3 successi sono arrivati in Italia: 2 volte ad Ascoli e l’ultima a Padova) e nella prima partita delle Summer Series 2024 proveranno a rompere questo tabù. I precedenti tra Samoa e Italia Le due squadre si sono affrontate 8 volte in partite ufficiali: il bilancio è di 5-3 per gli isolani, che hanno segnato in totale 192 punti contro i 158 degli Azzurri. La prima sfida risale al Mondiale 1995: a East London, in Sudafrica, l’Italia perse 42-18, cedendo nella ripresa dopo un primo tempo equilibrato e terminato 11-12. La prima sfida nelle isole risale invece al 2000: ad Apia le Samoa passarono 43-24, per poi ripetersi in Italia – a L’Aquila – vincendo 17-9 grazie alla meta di Fa’atau e ai calci di Vili e Leaega, mentre agli Azzurri non bastarono i 3 piazzati di Dominguez. La prima vittoria Per ottenere un successo contro le Samoa gli Azzurri hanno dovuto attendere fino al 2009: ad Ascoli la squadra guidata da Nick Mallett vinse 24-6, passando subito in vantaggio grazie a una strepitosa meta di McLean e ai piazzati di Mirco Bergamasco, per poi chiudere la questione nella ripresa grazie al gran drop di Tebaldi e a una mischia dominante, che nel finale conquistò anche una meta tecnica. Sempre ad Ascoli, nel 2014, l’Italia conquistò la sua seconda vittoria per 24-13 con mete di Parisse e Favaro e 4 piazzati e una trasformazione di Haimona, riscattando la sconfitta di qualche mese prima nel tour estivo, quando ad Apia gli isolani vinsero nettamente 15-0, e soprattutto quella di Nelspruit – Sudafrica – dell’anno precedente, quando i samoani vinsero 39-10. L’ultima sfida Per 8 anni le due squadre non si sono più affrontate fino al 5 novembre 2022, prima partita delle Autumn Nations Series di quell’anno. L’Italia per la prima volta sperimentò quell’assetto offensivo diventato oggi un tratto distintivo del suo gioco, sorprendendo i samoani e vincendo nettamente 49-17: Azzurri a segno con 6 mete ad opera di Bruno (doppietta), Ioane (doppietta), Brex e Lorenzo Cannone (all’esordio) alle quali si sommano i piazzati e le trasformazioni di Allan e Garbisi. Quel successo fu il trampolino di lancio per l’impresa storica di Firenze, la settimana successiva, quando l’Italia batté l’Australia per la prima volta nella sua storia.

Italia | 04/07/2024