©2023 Federazione Italiana Rugby

Fabio Roselli: “Under 20 fondamentale per la crescita dei ragazzi. I campioni? Li vedi subito”

Il Sei Nazioni Under 20 rappresenta ogni anno un’occasione importantissima per i giovani, che possono misurarsi con il livello internazionale e col meglio del rugby giovanile europeo. Il biennio dell’Under 20 rappresenta il primo trampolino di lancio per tanti ragazzi, e va gestito cercando il massimo equilibrio tra formazione e risultati, come spiega l’attuale allenatore delle Zebre ed ex capo allenatore dell’Italia Under 20 Fabio Roselli, che ha seguito gli Azzurrini dal 2018 al 2020 e precedentemente aveva fatto parte dello staff di Alessandro Troncon: “L’esperienza dell’Under 20 è stata fondamentale per il mio percorso di crescita, sia come persona che come tecnico. Si lavora in un momento importantissimo per la crescita dei ragazzi, e anche l’attività internazionale è di altissimo livello. Quando si arriva al Sei Nazioni e soprattutto al Mondiale Under 20 i ragazzi sperimentano per la prima volta un’intensità molto vicina a quella che poi troveranno quando faranno il ‘salto’ tra i grandi. È stato un periodo ricco di emozioni, di risultati, anche di fallimenti che però hanno rappresentato una crescita”. Quanto è importante questo passaggio per dei ragazzi che a 19-20 anni si affacciano alle prime vere partite internazionali? “È vitale, sono i primi momenti in cui affrontano delle partite che possono dare loro dei riferimenti rispetto a ciò che troveranno in futuro. Chiaramente il passaggio al livello seniores è comunque grande, ma sono delle occasioni per capire come sarà poi il rugby da professionisti. Parlavo prima del Mondiale Under 20: al di là del livello alto delle squadre, anche il modo in cui è strutturato aiuta tanto a crescere, perché un punto in più o in meno può fare la differenza tra giocarti le semifinali per il titolo e quelle per non retrocedere”. Chiaramente i ragazzi fanno già un percorso di crescita “proprio” durante la stagione. Su cosa deve lavorare un c.t. dell’Italia Under 20 quando poi arrivano in raduno? “Prima di tutto è importante creare una forte identità e un modello di gioco chiaro, cucito su misura sul gruppo di giocatori a disposizione, e un’etica del lavoro ben definita. Dopodiché la sfida – molto difficile – è quella di ottenere dei risultati e allo stesso tempo lavorare in un momento fondamentale della crescita dei ragazzi. Bisogna trovare un equilibrio, ed è una sfida molto importante perché si rischia facilmente di sbilanciarsi troppo o sulla formazione o sul risultato”. Quali sono state le soddisfazioni più grandi che ha ottenuto in quegli anni? “La soddisfazione più grande è stata quella di aver dato una possibilità a tanti giocatori, anche quelli che magari non facevano parte del percorso formativo federale e che hanno comunque potuto esprimersi e dare il loro contributo. Abbiamo fatto il massimo affinché non si ‘perdesse’ nessun giocatore. Ricordo che nel 2018 riuscimmo a creare un gruppo allargato di oltre 50 ragazzi, un grande successo. Vedere ogni giocatore esprimersi al massimo delle sue possibilità è la soddisfazione più bella, e vedere adesso questi ragazzi in Nazionale o nelle franchigie è bellissimo per me. A livello di risultati, sicuramente togliersi di dosso il cucchiaio di legno e togliere l’Italia dall’ultimo posto nel Sei Nazioni è stata una grande cosa. Abbiamo fatto bene anche ai Mondiali: nel 2018 arrivammo a un solo punto dalle semifinali per il titolo, chiudemmo il girone al secondo posto facendo 10 punti battendo Scozia e Argentina col bonus, e non riuscimmo ad essere la migliore seconda perché nell’altro girone il Sudafrica ne fece 11. È il discorso che facevo prima, questo torneo insegna ai ragazzi che ogni punto può fare la differenza”. Da Lamaro a Capuozzo, passando per Niccolò Cannone e Paolo Garbisi e altri, ha allenato tanti talenti. Aveva già capito che avevano qualcosa di diverso dagli altri? “Sì, si capisce subito quando un ragazzo eccelle in qualcosa, che sia la determinazione, l’abilità tecnica, la qualità fisica, l’interpretazione del gioco. Pensiamo a Federico Mori, che già in Under 20 aveva dimostrato grandi doti a livello fisico, o all’intelligenza rugbistica che aveva già uno come Paolo Garbisi. Poi è chiaro, non c’è sempre la garanzia che poi ‘arriveranno’, perché il passaggio al livello seniores è sempre difficile, però sicuramente ci sono grandi speranze quando si vedono giocatori così”. Quello di Capuozzo, poi, fu un caso particolare. Arrivò quasi per caso… “Sì, arrivò davvero per caso. Se non avessimo giocato quell’amichevole con gli espoirs di Grenoble forse non l’avremmo conosciuto. Fu lui a presentarsi dopo la partita, ma fu subito un ‘matrimonio’ felice, perché aveva mostrato un grande desiderio di giocare per l’Italia, e per un ragazzo che cresce all’estero non è così scontato. E poi ha dimostrato subito di avere una capacità di interpretazione del gioco superiore. Ricordo che non abbiamo potuto utilizzarlo nel Sei Nazioni 2019, ma lo abbiamo fortemente voluto nel gruppo del Mondiale, e di questo ringrazio anche Maurizio Zaffiri per la relazione avuta con Grenoble per prepararlo al meglio”. Inizialmente giocava mediano di mischia, com’è avvenuto il cambio di ruolo? “In quell’amichevole con Grenoble contro di noi fece quasi tutta la partita da mediano di mischia, poi nel finale si spostò ad estremo. Quell’anno noi avevamo bisogno di più profondità nel ruolo di estremo, e quando gliene parlai lui era contentissimo, gli bastava giocare, andava bene qualsiasi ruolo. Più volte in quel Mondiale giocammo con un doppio estremo, con lui insieme a Trulla, un altro ragazzo che sta facendo un bel percorso. Allo stesso modo anche Grenoble è stato molto disponibile nel collaborare alla sua crescita, facendolo giocare più spesso ad estremo. È venuto tutto molto facile, sia per la sua disponibilità sia perché tutti i compagni lo hanno subito accolto benissimo, facendolo sentire a casa”.

Italia U20 | 20/02/2024

Guinness Sei Nazioni 2024: i precedenti tra Irlanda e Italia

All’Aviva Stadium di Dublino, seconda giornata del Guinness Sei Nazioni 2024, andrà in scena la sfida numero 37 tra Irlanda e Italia. Gli Azzurri hanno ottenuto 4 vittorie nella loro storia, la prima nel 1995 (22-12 a Monigo), la seconda nel 1997 a Lansdowne Road (37-29), la terza nello stesso anno a Bologna per 37-22, ad oggi miglior vittoria azzurra contro l’Irlanda a livello di distacco (quella irlandese è invece un 61-7 in un test del 2003). La quarta invece è arrivata nel Sei Nazioni 2013: 22-15 in un Olimpico strapieno. Il borsino totale, però, è favorevole all’Irlanda, che ha vinto 32 delle 36 partite disputate, contro le 4 vittorie degli Azzurri. L’Italia ha segnato 540 punti, contro i 1294 dell’Irlanda. Il primo incontro risale al 31 dicembre 1988: 31-15 per l’Irlanda a Lansdowne Road. Prima del successo dell’Olimpico, gli Azzurri sono più volte andati vicini al colpaccio. Nel Sei Nazioni 2008 l’Irlanda vinse 16-11 con mete di Dempsey e Castrogiovanni, ma soprattutto con il piede di O’Gara, che mise a segno 11 punti su 16 e regalò il successo agli irlandesi. Nel 2011 fu ancora O’Gara a ribaltare la situazione: l’Italia segnò al 75’ con McLean, portandosi in vantaggio, ma un drop della leggenda irlandese a tempo scaduto permise ancora una volta all’Irlanda di battere gli Azzurri, questa volta per 13-11. L’impresa di Roma Nel Sei Nazioni, come detto, è arrivato un solo successo per la Nazionale, in una partita rimasta nella storia: Orquera e Jackson muovono il punteggio dalla piazzola, O’Driscoll lascia i suoi in 14 per 10 minuti dopo un brutto fallo su un giocatore a terra, e Gonzalo Garcia ci mette del suo mettendo dentro un calcio importantissimo da metà campo. Il primo tempo si chiude 9-6, poi nella ripresa una meta di rapina di Venditti, che sbuca dal nulla e in una ruck a pochi centimetri dalla meta trova lo spazio per schiacciare, porta la squadra di Brunel oltre il break. Jackson accorcia dalla piazzola, ma è ancora un perfetto Luciano Orquera a tenere gli Azzurri in vantaggio, fino al 22-15 finale. Le sfide del 2023 Irlanda e Italia si sono sfidate due volte nel 2023. La prima nel Sei Nazioni, all’Olimpico, con gli Azzurri bravi a mettere in grande difficoltà una squadra che in quel momento era prima nel ranking mondiale: primo botta e risposta tra Ryan e Varney, con Garbisi che trasforma per il vantaggio azzurro, poi l’Irlanda prova a prendere il largo e segna 3 volte con Keenan, Aki e Hansen, senza però riuscire a prendere il largo anche per gli errori di Ross Byrne dalla piazzola. Nel finale di frazione l’Italia sorprende gli irlandesi e con un intercetto di Pierre Bruno chiude i primi 40’ sotto soltanto 17-24. Nella ripresa è ancora Garbisi ad accorciare ulteriormente per il 20-24, poi Byrne rimette a posto la mira e allunga di nuovo sul +7. La partita è tiratissima, e la decide nel finale una magia di Conor Murray, che libera Mack Hansen per la meta del definitivo 34-20. Le due squadre si sono poi affrontate di nuovo in estate, questa volta a Dublino, in un test match di preparazione alla Rugby World Cup 2023. Azzurri davanti col piede di Allan, poi Kilcoyne trova la meta del sorpasso al 13’. L’Italia rimane temporaneamente in 14 per un giallo a Fischetti, e l’Irlanda approfitta della superiorità numerica per prendere il largo con le mete di Doris e McCloskey per il 21-3 dell’intervallo. Nella ripresa l’Italia torna sotto con la prima meta in azzurro di Lorenzo Pani, poi Menoncello – che si farà male poco dopo e sarà costretto a saltare il Mondiale – risponde alla meta di Healy per il 26-17. Gli Azzurri provano a riaprire definitivamente la partita, ma alla fine è Doris a chiuderla al 72’ con la meta del definitivo 33-17.

Italia | 10/02/2024

Irlanda v Italia: una storia lunga 5 stadi

Sorrisi, gioie, ma anche delusioni, amarezze, lacrime, e ora uno stadio che sembra essere tabù: l’Italia ha lasciato tante cose nei 5 impianti irlandesi in cui ha giocato, contro un avversario – l’Irlanda, appunto – sempre tra i più difficili da affrontare. Se si nomina Lansdowne Road non si può non tornare a quel 4 gennaio 1997, quando l’Italia colse la sua prima e unica vittoria in terra irlandese vincendo 37-29. In quello stadio l’Italia ci tornerà tante volte, soprattutto dopo il suo ingresso al Sei Nazioni. Purtroppo, in uno degli stadi più iconici del rugby del XX secolo, non arriveranno altre soddisfazioni, nonostante delle buone partite giocate negli anni. Anche Thomond Park, la casa del Munster a Limerick, non darà soddisfazioni: l’Italia ci ha giocato una sola volta (brutta sconfitta per 61-6 in un test del 2003), mentre il Benetton proprio in quello stadio sfiorò una clamorosa semifinale dell’allora Pro 14 (oggi URC), perdendo 15-13 un match tiratissimo nel 2019. Nel 2006, dopo 128 anni di onorato servizio e due edizioni della Rugby World Cup, Lansdowne venne definitivamente chiuso e demolito per fare spazio al nuovo Aviva Stadium. L’Irlanda giocò alcune partite al Ravenhill di Belfast, dove l’Italia sfiorò un clamoroso colpaccio in un test alla vigilia della Rugby World Cup 2007, perdendo 23-20 a causa di una meta a tempo scaduto di Ronan O’Gara. La nazionale irlandese nei 2 anni successivi giocò principalmente al Croke Park, la casa del football gaelico. Ancora una volta, l’Italia andò vicina all’impresa nel 2008, punita oltremisura dal solito O’Gara nonostante un’ottima partita. Se fino a quel momento l’Italia aveva spesso giocato ottime partite in terra irlandese, pur mancando spesso di poco il grande risultato, con l’avvento dell’Aviva Stadium gli Azzurri non sono più riusciti ad imporsi. Le statistiche nel nuovo impianto sono molto meno rosee del passato: nella nuova casa dell’Irlanda sono sempre arrivate delle cocenti sconfitte, soprattutto al Sei Nazioni. È andata un po’ meglio nei test match, con due buone prestazioni nel 2019 (29-10) e nel 2023 (33-17). Domenica 11 febbraio l’Italia scenderà in campo per la nona volta all’Aviva Stadium contro l’Irlanda, nella speranza di rompere finalmente questo tabù.

Italia | 08/02/2024

Sei Nazioni Under 20: i precedenti tra Irlanda e Italia

Al Sei Nazioni è ancora un tabù, ma questa può essere l’occasione giusta per riprovarci: l’Italia non ha mai battuto l’Irlanda nel Torneo, ma ci è già riuscita al Mondiale del 2017. Gli Azzurrini proveranno a fare l’impresa contro i detentori del titolo, nell’ultima sfida – a Monigo – è arrivato comunque un punto di bonus importante per il terzo posto finale, mentre a dicembre in due test non ufficiali la Selezione Italiana Under 20 ha prima perso di misura (35-29), poi ha vinto 50-47 a Dublino. Irlanda-Italia Under 20: i precedenti Irlanda e Italia Under 20 si sono affrontate 19 volte, con 17 successi irlandesi, uno italiano e un pareggio nel 2013 (25-25 a L’Aquila). La prima sfida risale al Sei Nazioni 2008 e coincide con l’esordio assoluto degli Azzurrini in una partita ufficiale: finì 6-0 per l’Irlanda ad Athlone, nella prima giornata del Torneo. L’unico successo risale al Mondiale 2017, quando la squadra guidata da Troncon vinse di misura un match al cardiopalma. L’ultima sfida, quella del Sei Nazioni 2023, ha visto l’Irlanda prevalere 44-27. Gli Azzurrini, in difficoltà nel primo tempo e sotto 27-8, nella ripresa trovano una grande reazione e vanno a segno con Botturi, Mey e Gasperini, ottenendo il punto di bonus offensivo. Dall’altra parte segnano ancora Cooney e poi Telfer allo scadere mette la parola fine al match. L’impresa del 2017 All’AIA Arena di Kutaisi, in Georgia, un’Italia con dentro tanti ragazzi oggi punti fermi della Nazionale maggiore, da Fischetti a Lamaro passando per Riccioni e Niccolò Cannone, esordisce col botto al Mondiale 2017 e batte l’Irlanda nella prima giornata della fase a gironi. Gli Azzurrini partono fortissimo e segnano con Fischetti dopo una maul avanzante e poi con Bianchi dopo una grande azione di Cioffi, l’Irlanda accorcia con un piazzato di Dean, a cui risponde Rizzi con il drop del 15-3. Nella ripresa gli irlandesi accelerano furiosamente e segnano due volte in 5 minuti con Nash. Dean trova la seconda trasformazione che vale il pareggio, poi al 67’ con un altro piazzato porta in vantaggio l’Irlanda. A 4 minuti dalla fine l’Italia ritorna davanti: grande azione di Zanon che trova il buco e poi con un offload serve l’accorrente Cioffi, che prima segna e poi trasforma per il 22-21. Nel finale l’Irlanda ha l’occasione di vincere la partita, ma Ciaran Frawley (oggi a Leinster) manca il calcio del controsorpasso a tempo scaduto.

Italia U20 | 08/02/2024

Italia U20, Gallorini: “Con l’Inghilterra abbiamo preso un bello schiaffo, ma dobbiamo rialzarci”

Il Sei Nazioni Under 20 dell’Italia non è iniziato nel migliore dei modi: gli Azzurrini sono stati battuti 36-11 dall’Inghilterra a Treviso nella prima giornata. Il punteggio forse è anche eccessivo per quello che si è visto in campo, ma sul risultato hanno pesato tantissimo le 3 mete subite dal 20’ al 40’ del primo tempo, che hanno scavato un solco incolmabile: “Dal punto di vista fisico è stata una partita molto dura, anche il ritmo è stato molto più alto. Noi abbiamo iniziato molto forte, nei primi 20 minuti siamo partiti a cannone e abbiamo avuto delle occasioni per segnare che non abbiamo sfruttato, poi ci siamo un po’ spenti” ha spiegato Marcos Gallorini, pilone destro dell’Italia Under 20. Avete ceduto fisicamente? “Secondo me no, a livello fisico c’eravamo. Il colpo è stato più mentale che fisico, è stata una questione di testa e dobbiamo migliorare tanto sotto questo aspetto. Ci è mancato il cinismo, a questo livello basta un attimo per farsi sfuggire di mano la partita, gestire male un episodio può cambiare tutto, dal passare in vantaggio al perdere di 20 punti. Siamo passati dal poter fare una meta con Scalabrin a subirne una subito dopo, sono quelle situazioni che dobbiamo imparare a gestire meglio a livello di testa”. La battaglia in mischia è stata molto dura, tra alti e bassi… “Dobbiamo fare i complimenti alla mischia dell’Inghilterra. Ci hanno studiati e hanno lavorato sui nostri punti deboli, anche se alla fine abbiamo avuto 3 calci di punizione a testa. Noi possiamo e dobbiamo fare meglio, proprio a livello di reparto. Chiaramente ogni anno cambiano tanti giocatori, quindi non è sempre facile adattarsi subito. In touche non è andata malissimo: ci sono stati alcuni lanci non perfetti, ma a livello di tecnica c’eravamo. Abbiamo patito il fatto che loro avessero 10-15 cm di differenza”. Con quale stato d’animo si va in Irlanda? “Si va con tanta voglia di rifarsi, con la consapevolezza di quello che avremmo potuto fare già venerdì scorso e dovremo fare. Dobbiamo lavorare sui dettagli: contro l’Inghilterra le cose, nel complesso, ci sono anche venute bene, ma abbiamo fatto degli errori nei particolari. Un passaggio un po’ troppo basso, una posizione non corretta, tutte piccole cose che alla fine portano a vanificare l’azione. A livello di occasioni create siamo stati alla pari. La differenza l’ha fatta la concretezza: loro su 6 occasioni hanno segnato 5 volte, noi su 6 occasioni abbiamo fatto una meta”. Qual è il vostro obiettivo adesso? “Abbiamo preso un bello schiaffo, ma adesso dobbiamo rialzarci. L’obiettivo resta quello di fare il miglior risultato possibile, il Sei Nazioni è appena iniziato. Possiamo ancora eguagliare o migliorare i risultati dell’anno scorso”. Dopo essere stato protagonista già lo scorso anno, adesso sei un leader del gruppo. Come ti fa sentire? “Sono onorato di avere questa possibilità. Un leader si distingue non solo per come parla ma soprattutto per quello che fa in campo. Penso ad Odiase l’anno scorso, quando lo vedevi placcare veniva voglia di dare ancora di più. Voglio riuscire ad essere questo per i miei compagni, dare il massimo e dare l’esempio per tutti”.

Italia U20 | 06/02/2024

Quando gli Azzurrini… diventano grandi! I successi con l’Under 20 degli attuali protagonisti della Nazionale

Danilo Fischetti, Marco Riccioni, Niccolò Cannone, Michele Lamaro, Marco Zanon: cos’hanno in comune? Erano tutti in campo il 31 maggio del 2017 a Kutaisi, Georgia, nel pomeriggio della prima storica vittoria dell’Italia under 20 contro l’Irlanda, al Mondiale di categoria. In panchina c’era Alessandro Troncon, oggi allenatore dell’attacco del Benetton. In quel Mondiale, gli Azzurrini conquistarono il miglior piazzamento della loro storia, ottavi, sfiorando il settimo posto nella finalina persa 25-24 col Galles. Tanti ragazzi che oggi indossano la maglia della Nazionale maggiore hanno ottenuto risultati importantissimi con l’Italia under 20, contribuendo a scrivere una storia tanto recente quanto importante della più importante nazionale giovanile azzurra. Quella dell’AIA Arena fu la partita della svolta, alla quale il ciclo successivo di Fabio Roselli diede ulteriore continuità: nel 2018 arrivarono 2 vittorie al Sei Nazioni, con una storica vittoria in casa del Galles e un netto successo a Bari contro la Scozia. A capitanare quel gruppo c’era proprio Michele Lamaro, che nel 2021 diventerà poi capitano della Nazionale maggiore. Al Mondiale in Argentina gli Azzurrini confermarono il piazzamento dell’anno precedente, conquistando l’ottavo posto e battendo prima la Scozia e poi i Pumas padroni di casa nel girone, mancando le semifinali per un solo punto. In quel gruppo, oltre ai già citati Fischetti e Cannone, c’erano anche Matteo Nocera, Edoardo Iachizzi e Alessandro Fusco. Nuovi talenti Nel 2019 Fabio Roselli lancia tantissimi nuovi talenti, a cominciare da Paolo Garbisi, che con una grande prestazione guida gli Azzurrini al successo contro la Scozia nel Sei Nazioni 2019. Accanto a Garbisi, in mediana c’è Alessandro Fusco. Presenti anche Jacopo Trulla, Gianmarco Lucchesi, il già citato Nocera e Federico Mori. Al Mondiale in Argentina si aggiunge anche Ange Capuozzo, “scoperto” in un amichevole a Grenoble e grande protagonista dell’estate dell’Italia, che sfiora un clamoroso successo contro l’Inghilterra, poi batte Scozia e Georgia aggiudicandosi il nono posto. Nel 2020, prima che il Covid ponga anticipatamente fine al Sei Nazioni under 20, l’Italia vince per la seconda volta in Galles: Paolo Garbisi si conferma giocatore di una maturità impressionante (e a ottobre dello stesso anno esordirà in Nazionale maggiore), Varney è premiato player of the match e Manuel Zuliani fa conoscere al mondo la sua furia nel breakdown. Sono tanti però i giocatori di quella squadra che sarebbero poi arrivati in Nazionale maggiore: Lorenzo Cannone, Riccardo Favretto, Andrea Zambonin, Filippo Alongi e i già citati Lucchesi e Mori. L’era Brunello La pandemia tiene in stallo l’attività internazionale under 20 per un anno e mezzo, al di là di alcune amichevoli. L’Italia torna ufficialmente in campo nel giugno nel 2021 in un Sei Nazioni stranissimo: si gioca nella bolla di Cardiff, in un Arms Park deserto. L’Italia demolisce la Scozia e sfiora il successo contro la Francia, chiudendo al quinto posto: è il Torneo di Leonardo Marin, Tommaso Menoncello, Alessandro Garbisi, Simone Gesi, Ion Neculai, Lorenzo Pani, Luca Rizzoli, Mirco Spagnolo, Ross Vintcent. E poi ancora Drago, Ferrari, Genovese, Hasa, presenti oggi nelle franchigie. Quel torneo, seppur altalenante dal punto di vista dei risultati, permette a molti di loro di acquisire l’esperienza necessaria per imporsi ad alto livello. Nel frattempo, nel 2022 l’Italia under 20 esplode: 3 vittorie nel Sei Nazioni under 20 (Inghilterra, Scozia e Galles) e poi le Summer Nations Series chiuse al terzo posto, battendo la Georgia e poi ancora Scozia e Inghilterra. I capitani di quella squadra sono Giacomo Ferrari al Sei Nazioni e Ross Vintcent alle Summer Series, mentre si impone uno scatenato François Mey, insieme a un Lorenzo Pani ancora più protagonista. Il 2023 degli Azzurrini è stato altrettanto soddisfacente, con uno storico podio conquistato al Sei Nazioni ottenendo punti in tutte le 5 partite, nella speranza che tanti ragazzi tra gli autori di quella stagione possano arrivare al più presto ad alti livelli.

Italia U20 | 05/02/2024

Guinness Sei Nazioni 2024: i precedenti tra Italia e Inghilterra

È l’unica squadra del Sei Nazioni contro la quale l’Italia non ha mai vinto: l’Inghilterra. Gli Azzurri hanno disputato in totale 30 partite contro gli inglesi, segnando 356 punti e subendone 1197. Oltre alle 24 sfide disputate nel Sei Nazioni, Italia e Inghilterra si sono affrontate per 3 volte al Mondiale, una volta durante le qualificazioni mondiali e in due test match, nel 1996 e nel 2019. In teoria, tra i precedenti ci sarebbe un pari per 15-15 nel 1986 a Roma, ma solo la Federazione Italiana riconobbe il “cap” e di conseguenza il match non è inserito tra gli incontri ufficiali. Il primo incontro ufficiale risale al Mondiale 1991, con l’Inghilterra che vinse 36-6 in una partita segnata dalle polemiche. Gli inglesi erano strafavoriti e sulla carta avrebbero dovuto dominare il match, ma gli Azzurri misero in campo una prestazione coraggiosa, che la stampa inglese definirà “ostruzionistica” tra le polemiche. Nel 1995 le due squadre si incontrarono nuovamente alla Coppa del Mondo, e gli Azzurri fecero ancora meglio andando vicini all’impresa e perdendo 27-20. A un passo dall’impresa Quella del 1995 è solo la prima di tante partite che gli Azzurri andarono vicini a vincere, mancando di poco il bersaglio. Nel 2008 al Flaminio l’Inghilterra rischiò di farsi raggiungere nel finale, con gli Azzurri che ritornarono sotto il break al 76’ con una meta di Picone e non riuscirono a completare una clamorosa rimonta, perdendo 23-19. Nel 2012, nella neve dell’Olimpico, gli Azzurri andarono ancora più vicini al colpaccio: inglesi avanti 6-0 con due calci di Farrell, poi Venditti riportò sotto l’Italia con la prima meta del match, e il clamoroso intercetto di Tommaso Benvenuti ribaltò il risultato alla fine del primo tempo. Nella ripresa l’intercetto di Hodgson su un calcio di liberazione di Masi cambiò l’inerzia del match, con Farrell che mise a segno i calci del definitivo 19-15. A Twickenham L’Italia ha fatto la voce grossa anche nel tempio del rugby inglese: un anno dopo l’impresa sfiorata di Roma, gli Azzurri guidati da Jacques Brunel misero in grandissima difficoltà l’Inghilterra, ancora una volta ancorata ai calci di Farrell. L’Italia segnò con McLean, grazie a uno splendido calcio-passaggio di Orquera, e si porto a soli 4 punti degli inglesi, per poi sprecare tante occasioni e cedere 18-11. Quanto accadde nel 2017 però fu ancora più incredibile. Conor O’Shea e sul suo staff sfruttarono una zona grigia del regolamento, non facendo entrare i giocatori azzurri nel raggruppamento: in questo modo, non poteva formarsi la linea del fuorigioco, e gli italiani erano liberi di andare a disturbare gli inglesi. L’Inghilterra, guidata da Eddie Jones, andò completamente nel pallone, con gli Azzurri che chiusero il primo tempo in vantaggio con un drop di Allan e una meta di Venditti. Nella ripresa gli inglesi reagirono segnando due volte, ma la meta di Campagnaro li costrinse a sudare fino alla fine: soltanto negli ultimi 10 minuti la squadra di Eddie Jones riuscì a chiudere la partita, ma nonostante la vittoria per 36-15 il giorno dopo si parlò soltanto di come gli Azzurri avevano messo nel sacco l’Inghilterra. L’ultima sfida Ancora a Twickenham, l’Italia ha giocato il suo ultimo match contro l’Inghilterra nel Sei Nazioni 2023. Dopo un primo tempo di grande sofferenza, chiuso sotto 19-0, gli Azzurri guidati da Kieran Crowley hanno reagito alla grande, segnando due volte con Riccioni e Fusco e riaprendo la partita. Purtroppo, il distacco creatosi nella prima frazione ha fatto la differenza, con l’Inghilterra che è riuscita a vincere per 31-14.

Italia | 02/02/2024

Sei Nazioni Under 20 2024: la preview di Italia-Inghilterra

Qualche anno fa sarebbe stato impensabile. Adesso, invece, Italia-Inghilterra Under 20 è una sfida all’insegna dell’equilibrio. Da due anni, infatti, Italia e Inghilterra chiudono il Sei Nazioni under 20 appaiate al terzo posto: 13 punti nel 2022, con gli inglesi che chiusero davanti per differenza punti, 15 nel 2023, quando furono gli Azzurrini a conquistare il podio con lo stesso criterio. Nella gestione Brunello il bilancio con l’Inghilterra è di 2 vittorie (entrambe in casa, una al Sei Nazioni e una alle Summer Series) e 2 sconfitte, lo scorso anno a Gloucester (con 2 punti di bonus) e nel 2021 a Cardiff. Si gioca venerdì 2 febbraio allo stadio Monigo di Treviso: calcio d’inizio alle 20.15. Come arriva l’Italia Gli Azzurrini arrivano all’inizio del Torneo con tanta fiducia e grandi aspettative: si sono tolti la soddisfazione di vincere l’ultima amichevole con la Francia, e giocatori importanti come Botturi, Gallorini e Casilio portano con sé l’esperienza del 2023, con un grande Sei Nazioni e un Mondiale in chiaroscuro. La squadra di Brunello sa di dover partire subito bene se vuole confermare gli ultimi risultati: la mischia sarà ancora una volta il fondamentale al quale si ancoreranno gli Azzurrini, che però saranno chiamati a dare più concretezza anche dietro, contro una squadra come l’Inghilterra che proverà ad attaccare gli spazi e sfinire l’Italia sul ritmo. Come arriva l’Inghilterra Dopo un Sei Nazioni 2023 meno esaltante di quello che si pensava, chiuso proprio dietro all’Italia, l’Inghilterra ha giocato un ottimo Mondiale conquistando le semifinali, pur senza riuscire a salire sul podio. Molti elementi della formazione di coach Mapletof hanno già fatto esperienza in Premiership, mentre altri sono stati protagonisti delle due vittorie in amichevole della selezione Under 20 inglese contro Bath e Oxford a gennaio. L’Inghilterra arriva a Treviso con grande fiducia, e voglia di prendersi un po’ di rivincite in uno stadio dove ha perso per due volte consecutive. Tutte le informazioni per seguire Italia-Inghilterra Under 20 La sfida tra Italia e Inghilterra under 20 si giocherà venerdì 2 febbraio alle 20.15 e sarà trasmessa in diretta tv su Sky Sport e in streaming su NOW. L’arbitro del match sarà il francese, Evan Urruzmendi. Gli assistenti saranno il connazionale Benoit Rousselet e lo scozzese Ian Kenny. Al TMO il francese Thomas Charabas. Prima del match sarà osservato un minuto di silenzio in memoria di Manrico Marchetto, leggenda trevigiana ed azzurra (terzo marcatore di tutti i tempi in Nazionale), scomparso domenica sera. Sei Nazioni U20 2024 - Le formazioni di Italia-Inghilterra Italia Under 20: 15 Mirko Belloni, 14 Marco Scalabrin, 13 Federico Zanandrea, 12 Nicola Bozzo, 11 Lorenzo Elettri, 10 Martino Pucciariello, 9 Lorenzo Casilio, 8 Jacopo Botturi (c), 7 Luca Bellucci, 6 Piero Gritti, 5 Giacomo Milano, 4 Tommaso Redondi, 3 Marcos Gallorini, 2 Nicholas Gasperini, 1 Federico Pisani A disposizione: 16 Valerio Siciliano, 17 Sergio Pelliccioli, 18 Davide Ascari, 19 Samuele Mirenzi, 20 Cesare Zucconi, 21 Mattia Jimenez, 22 Francesco Imberti, 23 Patrick De Villiers Inghilterra Under 20: 15 Ben Redshaw, 14 Toby Cousins, 13 Ben Waghorn, 12 Sean Kerr, 11 Alex Wills, 10 Rory Taylor, 9 Archie McParland, 8 Zach Carr, 7 Henry Pollock, 6 Finn Carnduff (c), 5 Junior Kpoku, 4 Olamide Sodeke, 3 Billy Sela, 2 Craig Wright, 1 Asher Opoku-Fordjour  A disposizione: 16 Jacob Oliver, 17 Scott Kirk, 18 James Halliwell, 19 Joe Bailey, 20 Nathan Michelow, 21 Ben Douglas, 22 Josh Bellamy, 23 Ollie Spencer

Italia U20 | 02/02/2024

Guinness Sei Nazioni, Italia tra sorprese e continuità. Inghilterra, prima linea da 206 caps: l’analisi delle formazioni

Comincia il Guinness Sei Nazioni 2024 dell’Italia. Tante conferme e qualche sorpresa da parte di Gonzalo Quesada, che contro l’Inghilterra farà il suo esordio da capo allenatore degli Azzurri. Il tecnico lancia Alessandro Garbisi dal primo minuto al fianco del fratello Paolo: il più giovane dei fratelli Garbisi, infatti, conosce meglio di tutti il pacchetto di mischia azzurro, formato in gran parte da giocatori del Benetton, e il tecnico lo ha ritenuto il più adatto ad iniziare il nuovo corso. Quesada è stato costretto anche a fare due cambi dell'ultimo minuto: fuori Capuozzo causa gastroenterite, dentro Pani, con Mori in panchina. Fuori anche Iachizzi per un problema alla spalla, al suo posto Izekor, al possibile esordio. Dall’altra parte, Steve Borthwick si affida a una prima linea di consolidata esperienza: Marler, George e Stuart insieme fanno 206 presenze, e dalla panchina è pronto ad aggiungerne altre 107 l’inossidabile Cole. Qualche sorpresa in più invece fra i trequarti, dove Mitchell e Freeman saranno tra i più pericolosi, ma occhio anche all’esperto Slade, che con Daly e Ford forma anche una batteria di piazzatori che potrebbe punire severamente ogni fallo dell’Italia. La battaglia davanti Come accaduto nelle ultime sfide, l’Inghilterra proverà ad imporsi dal punto di vista fisico, cercando di trovare subito possesso e avanzamento per impedire che l’Italia possa allargare il campo e fare il suo gioco. In questo senso, Quesada si è affidato a un pacchetto di mischia ormai rodato, con il rientrante Lucchesi ad affiancare Fischetti e Ceccarelli in prima linea, e ha optato per una panchina con 6 avanti per avere più freschezza e ricambi possibili in un match che si preannuncia durissimo dal punto di vista fisico. L’Inghilterra schiera una prima linea espertissima con Marler, George e Stuart. Inoltre, bisognerà fare molta attenzione alla panchina, con il possibile esordiente Mirco Spagnolo che potrebbe trovarsi di fronte l’inossidabile Dan Cole, alla presenza numero 108 con la maglia dell’Inghilterra. Le opzioni dietro Se davanti le scelte di Quesada sono state in continuità con le ultime apparizioni dell’Italia, dietro il tecnico ha riservato la vera sorpresa di questa formazione, con Alessandro Garbisi che ha superato la concorrenza di Varney e Page-Relo e partirà dall’inizio. Insieme a lui ci sarà il fratello Paolo, con Tommaso Allan estremo a fungere da doppia apertura come già visto in molte occasioni nel 2023. A Ioane verrà chiesto di inventare in attacco, con Lorenzo Pani che garantirà grande potenza nel gioco al piede e inventiva in attacco, mentre il rientrante Menoncello torna di fianco al solito Brex, su cui la difesa azzurra farà come sempre grande affidamento. Proprio quella dei centri sarà una sfida molto particolare, visto che l’Inghilterra schiera un esordiente assoluto – Fraser Dingwall, protagonista della scalata di Northampton in vetta alla classifica di Premiership – e un espertissimo e ritrovato Henry Slade. Sempre a proposito dei Saints, gli azzurri non dovranno mai perdere di vista Alex Mitchell e Tommy Freeman: il primo, mediano di mischia, sta aprendo in due le tutte difese della Premiership, mentre il secondo – ala – sta segnando mete a raffica: 11 in stagione tra campionato e coppe. Per evitare che l’Inghilterra acceleri sarà importante far giocare sotto ritmo Mitchell insieme a Ford, giocatore di talento ed esperienza, ma al rientro da un infortunio. Le panchine Proprio nell’ottica di una battaglia furiosa davanti, l’apporto di chi entrerà a partita in corso sarà fondamentale. Detto della possibile sfida Spagnolo-Cole, dall’altra parte il rientrante Zilocchi si troverà di fronte Ellis Genge. Nel suo 6+2, Quesada ha portato in panchina anche Zambonin, che sarà fondamentale come ulteriore opzione in rimessa laterale nella ripresa, quando gli inglesi potrebbero aver intuito i lanci azzurri. Presente un altro possibile esordiente: Alessandro Izekor. A chiudere il reparto degli avanti c’è Manuel Zuliani, una furia nel breakdown. Borthwick ha invece scelto una seconda linea con 3 caps (Alex Coles) e una terza esordiente, giovane ma molto promettente: Chandler Cunningham-South degli Harlequins, 20 anni. In mediana, Quesada si affiderà al ritmo che potrà imporre Varney e al piede e alla potenza fisica di Federico Mori, mentre Borthwick punterà sulla grande esperienza di Danny Care e sul talento degli esordienti Fin Smith e Immanuel Feyi-Waboso. Le formazioni di Italia-Inghilterra Italia: 15 Tommaso Allan, 14 Lorenzo Pani, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Alessandro Garbisi, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (c), 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Pietro Ceccarelli, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Danilo Fischetti A disposizione: 16 Giacomo Nicotera, 17 Mirco Spagnolo, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Andrea Zambonin, 20 Alessandro Izekor, 21 Manuel Zuliani, 22 Stephen Varney, 23 Federico Mori Inghilterra: 15 Freddie Steward, 14 Tommy Freeman, 13 Henry Slade, 12 Fraser Dingwall, 11 Elliot Daly, 10 George Ford, 9 Alex Mitchell, 8 Ben Earl, 7 Sam Underhill, 6 Ethan Roots, 5 Ollie Chessum, 4 Maro Itoje, 3 Will Stuart, 2 Jamie George (c), 1 Joe Marler A disposizione: 16 Theo Dan, 17 Ellis Genge, 18 Dan Cole, 19 Alex Coles, 20 Chandler Cunningham-South, 21 Danny Care, 22 Fin Smith, 23 Immanuel Feyi-Waboso

News | 02/02/2024

Sei Nazioni Under 20: i precedenti tra Italia e Inghilterra

Un altro appuntamento con la storia. Negli ultimi 2 anni la sfida fra Italia e Inghilterra ha assunto tutto un altro significato, dopo le 2 storiche vittorie ottenute dagli Azzurrini nel 2022: prima al Sei Nazioni, poi alle Summer Series in Italia. In Inghilterra sanno bene che le partite con l’Italia non si possono più sottovalutare, come dimostrato anche dalla bella prestazione degli Azzurrini nel 2023, che non ha portato alla vittoria ma ha comunque consentito loro di guadagnare 2 punti di bonus. https://www.youtube.com/watch?v=8j69GvU4EtU Gli highlights dell'ultimo scontro diretto nel Sei Nazioni U20 Italia-Inghilterra under 20: i precedentiLe due squadre si sono affrontate 21 volte in competizioni ufficiali, con due vittorie azzurre e 19 inglesi. La prima sfida risale al Sei Nazioni under 20 2008, con l’Inghilterra che vinse 22-13 a Genova. Da allora, la selezione giovanile inglese ha sempre conquistato il successo fino al 2022, quando per due volte l’Italia di Massimo Brunello ribaltò il pronostico. L’ultima sfida risale al Sei Nazioni 2023, con l’Inghilterra che parte fortissimo e gli Azzurrini che rimangono sempre attaccati alla partita, pagano qualche errore difensivo di troppo ma con una meta a tempo scaduto conquistano 2 punti di bonus, pur perdendo 32-25. Le vittorie del 2022A Monigo, seconda giornata del Sei Nazioni under 20 2022, vento e pioggia rendono il match tirato e combattuto in mezzo al campo. L’Italia parte forte, Pani si vede annullare una meta per un precedente in avanti, poi Teneggi muove il tabellone dalla piazzola. L’Inghilterra prova a rispondere, ma sbatte contro un muro azzurro che reggerà per tutta la partita, lasciandola clamorosamente a zero punti segnati. Nella ripresa un altro calcio di Teneggi porta gli Azzurrini sul 6-0, poi è ancora difesa (con un mezzo miracolo di Mey che al 47’ conquista un tenuto su un 3 contro 1 dell’Inghilterra), mischia dominante e alla fine tanta, tantissima gioia per il primo storico successo contro gli inglesi. Cinque mesi dopo, sempre a Treviso nella finale per il 3° posto delle Summer Series, l’Italia si ripete in una partita completamente diversa dalla precedente. Inghilterra avanti con la meta di Carr Smith, poi un avanti volontario su un pallone di Cuoghi che avrebbe mandato in mezzo ai pali Passarella regala la meta tecnica agli Azzurrini. Nonostante l’inferiorità numerica, nel giro di un minuto l’Inghilterra segna due volte con Fletcher e Stephens: sembra finita, ma l’Italia rialza la testa e ritorna sotto con la marcatura di Scramoncin, dopo una maul avanzante, poi alla mezz’ora l’imbucata di Ross Vintcent vale il sorpasso azzurro. Alla fine del primo tempo la squadra di Brunello segna ancora con una splendida azione di Lazzarin e va all’intervallo sul 29-19. Nella ripresa una punizione di Teneggi e un drop di Pani aumentano il vantaggio, poi c’è tanta difesa: segnano Ilione al 50’ e Lockett al 68’, ma l’Italia tiene, segna ancora con Sante dalla piazzola e alla fine vince 38-31, conquistando il terzo posto alle Summer Series.

News | 01/02/2024