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URC: l’analisi della 6° giornata

Nella 6° giornata di United Rugby Championship arrivano due sconfitte per Benetton e Zebre. I biancoverdi giocano un bel primo tempo a Belfast, chiudendo davanti 13-12, poi a inizio ripresa sprecano diverse occasioni per prendere il largo e nell’ultima mezz’ora vengono puniti dalla reazione di Ulster, che alla fine chiude con un punteggio pesante e vince 47-13. Al Lanfranchi di Parma invece le Zebre faticano nel primo tempo contro Cardiff, poi nella ripresa reagiscono ma non sfruttano le opportunità create per riaprire il match: alla fine passano i gallesi 29-14. Benetton: non basta un buon primo tempo Meglio il Benetton nei primi minuti: biancoverdi che attaccano per linee dirette e mantenendo il pallone per molte fasi, con i giocatori di Ulster che non entrano nei raggruppamenti e aspettano il momento buono per intervenire. Ne viene fuori una partita particolarmente chiusa, sbloccata dalla giocata di Nathan Doak che con un sorprendente calcio dalla base trova la cosa di Baloucoune che anticipa di un soffio Smith e marca la prima meta. Risponde subito Umaga col piazzato del 5-3. Entrambe le squadre difendono con una linea molto alta e con un giocatore che si stacca per attaccare il primo ricevitore: Ulster preferisce avere una linea più densa, mentre il Benetton manda spesso un giocatore ad attaccare il punto d’incontro. I padroni di casa cercano più spesso la larghezza del campo e al 21’ creano il sovrannumero con un passaggio di Hume su Postlethwaite che trova il break e serve Kok per la seconda meta. La reazione del Benetton arriva grazie all’intuizione di Uren, che gioca velocemente un calcio di punizione e sorprende la difesa avversaria: dopo una lunga serie di carica Bernasconi “vola” letteralmente tuffandosi oltre il raggruppamento e segnando la meta del 12-10. Dopo una prima mezz’ora combattuta le due formazioni iniziano ad usare più spesso il piede, con Stockdale messo spesso sotto pressione dai biancoverdi, e nel finale il Benetton prende in mano anche le chiavi della mischia ordinata, conquistando un calcio di punizione da metà campo: Umaga ci prova e centra i pali per 13-12 con cui si chiude il primo tempo. Nella ripresa il Benetton costruisce tanto ma non finalizza, nonostante le iniziative di uno scatenato Ratave e l’ottimo lavoro sporco di Ruzza e Snyman. Dopo 10 minuti di assalto biancoverde è Ulster a marcare: prima imbucata di Kok che mette i padroni di casa sul piede avanzante, poi dopo una serie di cariche Hume rompe due placcaggi e segna la meta del 21-13. Nel momento migliore del Benetton marca Ulster, che cambia la partita anche grazie agli ingressi di Rob Herring e Callum Reid, che con la loro esperienza portano il match su un binario più congeniale ai padroni di casa. Cambia anche il modo in cui Ulster difende: nel primo tempo i giocatori non entravano nei raggruppamenti, adesso invece disturbano continuamente i possessi biancoverdi e cercano più volte il turnover, trovandolo in più occasioni. Al 59’ arriva la quarta meta con un’altra fiammata: primo break di Hume, poi riciclo di Postlethwaite per Kok, con Doak che trasforma per il 26-13. È il momento più difficile della partita del Benetton, che soffre soprattutto sul lato destro dove Baloucoune si rende spesso pericoloso e al 63 trova il varco per il 2 contro 1 con Augustus: il passaggio verso il numero 8 è intercettato a una mano da Ratave, che commette un avanti volontario che costa giallo e meta di punizione. Ulster sfrutta la superiorità numerica per segnare ancora con Sheridan, poi al 77’ Baloucoune fissa il punteggio sul 47-13 finale. Zebre: Cardiff si impone con il drive Quella del Lanfranchi è una partita molto bloccata. Le due squadre in campo aperto si equivalgono e nessuna delle due riesce a prendere realmente il sopravvento. La differenza però la fa Cardiff con i calci dalla base di Aled Davies e le fasi statiche: dalla mischia arrivano degli importanti calci di punizione e il drive gallese è dominante, tanto che tutte mete del primo tempo arrivano da una maul finalizzata dal tallonatore Hughes, autore di una tripletta. Le Zebre pagano soprattutto i 10 minuti di inferiorità numerica per un giallo a Licata e non riescono a dare continuità alle proprie azioni d’attacco, ma sono brave a sfruttare l’unica opportunità del primo tempo con un drive ben finalizzato da Di Bartolomeo. Nella ripresa le Zebre monopolizzano possesso e territorio e l’ingresso di Da Re dà molta più continuità all’attacco della squadra di Brunello, che però si ferma per ben 3 volte ai 5 metri della linea di meta gallese. Al 72’ viene anche annullata una meta a Zanon, che al 74’ trova la marcatura del 14-22, ma il tempo per ritornare sotto è troppo poco e alla fine è Cardiff a marcare per il 14-29 finale.

News | 30/11/2025

Quilter Nations Series: l’Italia chiude con una vittoria, Cile battuto 34-19

L'Italia chiude le Quilter Nations Series 2025 conquistando la seconda vittoria in tre partite disputate: dopo aver battuto l'Australia a Udine gli Azzurri superano 34-19 anche il Cile a Genova con 5 mete (doppiette di Ioane e Di Bartolomeo e marcatura di Capuozzo) e con un piazzato e 3 trasformazioni di Da Re. Prestazione coraggiosa da parte dei Condores, molto competitivi contro un'Italia capace di venire fuori alla distanza con una mischia dominante. Cile a segno 3 volte con Lues, Saab e Saavedra, con due trasformazioni di Salas. Player of the match per Niccolò Cannone, esordio per Edoardo Todaro e Enoch Opoku Gyamfi. La cronaca di Italia-Cile L'Italia prova subito a mettere sotto pressione il Cile con il gioco al piede e una mischia avanzante, mentre dall'altra parte i sudamericani si affidano alle iniziative di Reyes e Garafulic, che al 6' si rende pericoloso andando via a Ioane e aprendo un bel varco in mezzo al campo, senza poi trovare l'offload giusto per dare continuità all'azione. La squadra di Quesada tiene bene il campo e al 12' sblocca il risultato: touche vinta bene da Ruzza e pallone spostato in mezzo al campo, con Di Bartolomeo che assorbe due avversari palla in mano, Garbisi gioca subito su Capuozzo che con un'imbucata delle sue firma la prima meta dell'Italia. Al 13' Videla è costretto a lasciare il campo per un infortunio - dentro Salas - mentre Da Re esce temporaneamente per un controllo HIA, al suo posto Brex con Marin che si sposta all'apertura. Tanta battaglia in mezzo al campo, con il Cile che risponde colpo su colpo, poi Marin si accende e trova un bellissimo break in mezzo al campo. L'utility back azzurro supera prima Salas, entra nei 22 e viene fermato da un gran placcaggio di Escobar. Dall'altra parte Reyes mette in difficoltà Capuozzo e Ioane con un calcio insidioso, ma l'ala degli Azzurri è bravissimo a venire fuori da una situazione difficile e a uscire dai 22 palla in mano nonostante la pressione. Al 21' rientra Da Re dopo aver superato il controllo HIA. Al 23' l'Italia si rende di nuovo pericolosa con una maul avanzante e poi con una bella sortita di Capuozzo: arriva un calcio di punizione, con Da Re preciso per il 10-0. L'Italia continua a dominare in mischia ordinata e si riporta in attacco, con Da Re che alla mezz'ora ci riprova dalla piazzola ma questa volta colpisce il palo. Al 34' l'Italia va oltre di forza: Da Re trova una gran touche ai 5 metri, la maul è dominante e Di Bartolomeo finalizza per il 15-0. Nel finale di primo tempo il Cile risponde conquistando una touche in attacco: la maul viene disinnescata dagli Azzurri, i Condores impostano una serie di cariche avanzanti e allo scadere della prima frazione Lues trova la carica che vale la meta del 15-7 con trasformazione di Salas. Nel secondo tempo il Cile comincia forte ma l'Italia si salva con un bell'intervento di Lorenzo e Niccolò Cannone, che tengono alto Pedrero e conquistano il turnover. Al 47 il Cile spreca un'occasione importante, con Salas che manca il calcio che avrebbe riportato i Condores sotto il break. Un minuto dopo però Garafulic cerca la velocità di Saab con un calcio altissimo, l'ala cilena anticipa Capuozzo e vola in bandierina, con Salas che trasforma per il 15-14. L'Italia risponde con una bella touche vinta da Lorenzo Cannone e poi con una carica di Lamaro che costringe i cileni al fallo. Si va di nuovo in touche e la maul fa ancora una volta la differenza, con Di Bartolomeo che dopo un grande avanzamento degli Azzurri segna la meta del 22-14 con la trasformazione di Da Re. Gli Azzurri continuano a spingere: Menoncello con un grandissimo calcio mette in grande difficoltà Reyes, che perde palla placcato da Capuozzo e concede una mischia alla squadra di Quesada. La prima linea fa ancora la differenza, l'Italia insiste con una lunga serie di cariche è il capitano Saavedra è costretto a "spendere" un fallo che gli costa il cartellino giallo. Gli Azzurri chiamano nuovamente mischia, poi Da Re esplora la superiorità numerica con un bel calcio al largo, Reyes è bravo ad anticipare Ioane e Belloni. C'era però un altro vantaggio e sulla successiva mischia arriva un calcio libero: l'Italia gioca alla mano, grande carica di Lorenzo Cannone in mezzo, poi Da Re allarga su Ioane che marca la meta del 29-14 con trasformazione del mediano azzurro. L'Italia continua a spingere, con Page-Relo che trova un gran break sul lato sinistro, riportando i compagni nei 22. Arriva un altro calcio di punizione, giocato veloce con una carica di Ruzza, poi Marin allarga bene su Ioane che schiaccia in bandierina la marcatura del 34-14. Nel finale il Cile torna in attacco: calcetto di Garafulic per la corsa di Saab che viene fermato da Marin e Da Re a un passo dalla linea di meta, arriva però Saavedra che riesce a marcare in bandierina la terza meta dei Condores. Salas non trova la trasformazione: finisce 34-19 per l'Italia, che chiude le Quilter Nations Series con due vittorie. Genova, Stadio Luigi Ferraris, 22 novembre 2025Quilter Nations SeriesItalia v Cile 34-19 (15-7)Marcatori: p.t 12’m. Capuozzo tr. Da Re (7-0); 24’cp. Da Re (10-0); 35’ m. Di Bartolomeo (15-0); 41’ m. Lues  (15-7) s.t 8’ m.Saab tr. Salas (15-14); 13’ m. Di Bartolomeo tr. Da Re (22-14); 22’ m. Ioane tr. Da Re (29-14); 32’ m. Ioane (34-14); 40’ m. C.Saavedra (34-19)Italia: Capuozzo; Belloni, Menoncello (23’st Brex), Marin, Ioane (33’st Todaro); Da Re (temp. 13’-22’ pt. Brex), A.Garbisi (9’st Page-Relo); L.Cannone, Lamaro (Cap, temp 15’-23 st Zuliani), Izekor (temp. 32pt’-1’ st - Zuliani; 23’st Zuliani); Ruzza, N.Cannone (33’st Opoku-Gyamfi); Ferrari (24’st Zilocchi), Di Bartolomeo (temp. 21’-32’ pt. Dimcheff; 13’ st. Dimcheff ), Hasa (7’st Fischetti).all. Gonzalo QuesadaCile: Garafulic; Armstrong, D.Saavedra, Videla (12’ pt. Salas), Saab; Reyes, Berti (27’st Bianchi); Escobar, C.Saavedra (Cap), Tchimino (15’st Milesi); Eissmann (34’st Villanueva), Pedrero (34’pt. Saez); Gurruchaga (16’ st Dittus), Bohme (12’st Martinez), Carrasco (36’ pt. Lues)all. Pablo Lemoinearb: Adam Leal (RFU)assistenti: Adam Jones (WRU) Ben Connor (WRU)TMO: Ben Whitehouse (WRU)Cartellini: 9’ st giallo a C. Saavedra (Cile)Calciatori: Da Re (4/7); Salas (2/4)Player of the Match: Niccolò Cannone (Italia)Note: Serata fredda, esordio in nazionale per Enoch Opoku-Gyamfi (Azzurro numero 752) ed Edoardo Todaro (Azzurro numero 753), 12011 spettatori

Italia | 22/11/2025

Quilter Nations Series: la presentazione di Italia-Cile

Le Quilter Nations Series degli Azzurri si chiudono con Italia-Cile. Sabato 22 novembre alle 21.10 Los Condores scenderanno in campo per la prima volta in casa di una formazione Tier 1, dopo aver ospitato la Scozia lo scorso anno. L’Italia vuole chiudere bene un novembre finora molto soddisfacente e allo stesso tempo allargare ulteriormente la profondità del proprio gruppo, mentre il Cile ha voglia di dimostrare nuovamente al mondo di essere una squadra competitiva dopo aver superato le Samoa nei playoff, conquistando per la seconda volta consecutiva la qualificazione al Mondiale. Come arriva l’Italia Anche se c’è qualche rimpianto per com’è andata la partita col Sudafrica finora il novembre degli Azzurri è stato di altissimo livello. Una grande vittoria con l’Australia, con un secondo tempo di altissima qualità, e poi un’altra prestazione di spessore contro i campioni del mondo in carica, con un primo tempo dominato nel quale la squadra di Quesada avrebbe potuto ottenere qualcosa di più e un match che fino al 70’ è stato punto a punto. Gli Azzurri vogliono chiudere bene queste Quilter Nations Series, e per farlo serve una bella vittoria col Cile. Inoltre, la partita di Genova sarà anche l’occasione per allargare ulteriormente il gruppo azzurro, un obiettivo che Gonzalo Quesada persegue dall’inizio del suo mandato: dalla panchina potrebbero infatti esordire altri due giovanissimi, Enoch Opoku ed Edoardo Todaro. Come arriva il Cile Il Cile arriva a Genova sulle ali dell’entusiasmo, dopo una storica seconda qualificazione consecutiva. Los Condores avevano già giocato contro delle Tier 1, ma solo in campo neutro (Inghilterra, Argentina e Giappone al Mondiale di Francia 2023) o in casa, contro la Scozia nel 2024. I cileni si sono guadagnati questa sfida sul campo, battendo le Samoa nei playoff di qualificazione al Mondiale: gli avversari dell’Italia dovevano essere inizialmente gli isolani, ma la sconfitta li ha costretti a giocare il torneo di ripescaggio di Dubai, liberando il posto per i Condores che insieme alla qualificazione hanno conquistato anche la prima partita della loro storia in casa di una Tier 1. La nazionale sudamericana è dotata di una mischia competitiva e nel breakdown è molto insidiosa e combattiva, e con queste armi proverà a mettere in difficoltà l’Italia in un appuntamento storico. Tutte le informazioni per seguire Italia-Cile La sfida tra Italia e Cile sarà trasmessa sabato 22 novembre alle 21.10 in diretta tv su Rai Sport (in chiaro) e Sky Sport Arena. Diretta streaming su RaiPlay e NOW. L’arbitro del match sarà l’inglese Adam Leal, coadiuvato dagli assistenti gallesi Adam Jones e Ben Connor. Al TMO il gallese Ben Whitehouse, al bunker l’inglese Stuart Terheege. Le formazioni di Italia-Cile Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Mirko Belloni, 13 Tommaso Menoncello, 12 Leonardo Marin, 11 Monty Ioane, 10 Giacomo Da Re, 9 Alessandro Garbisi, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (C), 6 Alessandro Izekor, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Simone Ferrari, 2 Tommaso Di Bartolomeo, 1 Muhamed Hasa A disposizione: 16 Pablo Dimcheff, 17 Danilo Fischetti, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Enoch Opoku Gyamfi, 20 Manuel Zuliani, 21 Martin Page-Relo, 22 Juan Ignacio Brex, 23 Edoardo Todaro Cile: 15 Matías Garafulic, 14 Clemente Armstrong, 13 Domingo Saavedra, 12 Santiago Videla, 11 Nicolás Saab, 10 Juan Cruz Reyes, 9 Lucas Berti, 8 Alfonso Escobar, 7 Clemente Saavedra (C), 6 Ernesto Tchimino, 5 Javier Eissmann, 4 Santiago Pedrero, 3 Iñaki Gurruchaga, 2 Augusto Böhme, 1 Javier Carrasco A disposizione: 16 Raimundo Martínez, 17 Salvador Lues, 18 Matías Dittus, 19 Bruno Sáez, 20 Augusto Villanueva, 21 Sebastián Bianchi, 22 Tomás Salas, 23 Joaquín Milesi

Italia | 22/11/2025

Quesada ritrova Lamaro e cambia tanto, Lemoine con una squadra coraggiosa: l’analisi delle formazioni

Italia-Cile è una partita che fornirà tanti spunti: gli Azzurri hanno giocato due partite a ritmi molto alti, e proprio sul ritmo hanno battuto l’Australia venendo fuori nel secondo tempo, mentre i Condores hanno dimostrato contro le Samoa di poter imporre tanta intensità in mezzo al campo. Il capo allenatore degli Azzurri Gonzalo Quesada ritrova Michele Lamaro, che aveva saltato le sfide con Wallabies e Springboks a causa di un infortunio in allenamento, e cambia tanti giocatori: occasioni per Marin (da primo centro, riprendendo il percorso interrotto dall’infortunio nel tour estivo), Belloni, Da Re, Alessandro Garbisi, Izekor e Hasa. Ennesima conferma per Di Bartolomeo che da Namibia-Italia in poi è sempre stato presente nei 23, mentre Federico Ruzza ritorna titolare in azzurro. Dall’altra parte il Cile schiera una formazione combattiva e coraggiosa: occhio a Garafulic, che in teoria è un centro/ala ma gioca estremo e garantisce ulteriore imprevedibilità. Davanti il capitano Clemente Saavedra guiderà un pacchetto di mischia affamato e aggressivo. Si gioca sabato 22 novembre alle 21.10 allo Stadio “Luigi Ferraris” di Genova, diretta Rai/Sky. Le soluzioni offensive L’Italia può far male al Cile principalmente sul ritmo, la stessa arma che negli 80 minuti ha demolito l’Australia: la maggiore esperienza internazionale potrà fare la differenza soprattutto nel secondo tempo, quando gli spazi si apriranno e giocatori come Capuozzo, Menoncello, Ioane e Belloni avranno la possibilità di rendersi ancora più pericolosi. In questo senso, sarà fondamentale il lavoro di Alessandro Garbisi e Giacomo Da Re, che dovranno dare intensità e velocità alla manovra azzurra. Il secondo fattore sarà la ricercatezza delle giocate azzurre, con Marin nel ruolo di vice-Brex e di secondo play che può garantire ulteriore imprevedibilità alla manovra dell’Italia, insieme a Da Re che è sempre in grado di inventarsi qualcosa. Contro una difesa molto aggressiva come quella cilena sarà importantissimo variare il gioco ed evitare di finire nell’imbuto dei sudamericani, che con la loro grinta possono sporcare i possessi azzurri e rendere il match più frammentato. Dall’altra parte attenzione non solo al pacchetto di mischia del Cile, ma anche a dei trequarti pericolosi e difficili da fermare come Santiago Videla e Matias Garafulic: quest’ultimo è principalmente un secondo centro, gioca anche ala e in questa occasione viene schierato estremo proprio per avere un’ulteriore opzione per attaccare gli Azzurri tra le linee. Importantissimo non sbagliare il primo placcaggio, per evitare di dare al Cile abbrivio avanzante. Breakdown I primi 20 minuti potrebbero già indicare quale strada prenderà Italia-Cile: i Condores partiranno con grande aggressività, non solo palla in mano ma anche nel punto d’incontro, dove servirà un grande lavoro da parte degli avanti italiani. Disinnescare la furia il Cile in questa prima fase del match sarà importantissimo, perché poi gli Azzurri avranno modo di costruire diverse occasioni e indirizzare la partita sul binario a loro più congeniale. D’altra parte, l’Italia ha già dimostrato contro Australia e Sudafrica di poter prevalere nella battaglia a terra: se la squadra di Quesada riuscirà ad arginare la prima ondata cilena sarà poi difficile per i sudamericani mantenere lo stesso ritmo per 80 minuti, e col passare del tempo gli avanti azzurri potrebbero prendere il sopravvento. Izekor è in grado di lavorare bene anche al largo e con la sua falcata potrebbe mettere in seria difficoltà la difesa cilena, così come il ritorno di Lamaro garantirà ancor più compattezza in difesa. La panchina Un altro fattore chiave sarà la panchina: in mischia l’Italia potrebbe fare la differenza nella ripresa con gli ingressi di Fischetti e Zilocchi, con Opoku che potrà garantire ancora più chili al pacchetto azzurro oltre a farsi sentire in mezzo al campo. Tornando al discorso del breakdown, Zuliani a partita in corso potrebbe essere davvero la carta che può spaccare la partita, mentre Page-Relo e Brex possono invece garantire maggiore ordine se il match dovesse diventare spezzettato e difficile da leggere. Nella ripresa, poi, Edoardo Todaro può essere l’opzione ideale per chiudere la partita con le sue grandi doti da finisher e il suo atletismo. Le formazioni di Italia-Cile Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Mirko Belloni, 13 Tommaso Menoncello, 12 Leonardo Marin, 11 Monty Ioane, 10 Giacomo Da Re, 9 Alessandro Garbisi, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro (C), 6 Alessandro Izekor, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Simone Ferrari, 2 Tommaso Di Bartolomeo, 1 Muhamed Hasa A disposizione: 16 Pablo Dimcheff, 17 Danilo Fischetti, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Enoch Opoku Gyamfi, 20 Manuel Zuliani, 21 Martin Page-Relo, 22 Juan Ignacio Brex, 23 Edoardo Todaro Cile: 15 Matías Garafulic, 14 Clemente Armstrong, 13 Domingo Saavedra, 12 Santiago Videla, 11 Nicolás Saab, 10 Juan Cruz Reyes, 9 Lucas Berti, 8 Alfonso Escobar, 7 Clemente Saavedra (C), 6 Ernesto Tchimino, 5 Javier Eissmann, 4 Santiago Pedrero, 3 Iñaki Gurruchaga, 2 Augusto Böhme, 1 Javier Carrasco A disposizione: 16 Raimundo Martínez, 17 Salvador Lues, 18 Matías Dittus, 19 Bruno Sáez, 20 Augusto Villanueva, 21 Sebastián Bianchi, 22 Tomás Salas, 23 Joaquín Milesi

Italia | 21/11/2025

Italia, Varney tra rugby, il mental coach e i compagni: “Ho superato un periodo difficile, ora sto bene. E vogliamo chiudere alla grande col Cile”

Queste Quilter Nations Series hanno visto il ritorno ad alti livelli di Stephen Varney, autore di due ottime partite contro Australia e Sudafrica e vincitore anche del player of the match contro i Wallabies. Dopo una stagione difficile Varney ha ritrovato la forma migliore sia dal punto di vista fisico che mentale, e dopo un ottimo inizio a Exeter si è ripetuto in Nazionale. Contro il Sudafrica resta il rimpianto di non aver ottenuto qualcosa di più, come racconta il numero 9: “Dispiace perché siamo stati dominanti in mischia e in molti aspetti del gioco, e credo che giocare una partita così contro i campioni del mondo debba essere motivo d’orgoglio. Chiaramente rimane un po’ di amaro in bocca per il risultato finale, ma è anche vero che gli Springboks hanno dimostrato perché hanno vinto gli ultimi due Mondiali, giocando una grande partita anche in inferiorità numerica” Qual è stato il fattore chiave del match secondo te? “Probabilmente il non aver trasformato in punti i momenti in cui siamo stati dominanti durante la partita, e contro una squadra come il Sudafrica è necessario capitalizzare tutto. Però anche questa è una lezione per il futuro e sicuramente usciamo da questa partita con altre certezze importanti. Ora per completare un bel mese di novembre dobbiamo chiudere bene battendo il Cile: è una squadra coraggiosa e insidiosa, che affronterà questa partita al massimo. Una vittoria ci permetterebbe di chiudere al meglio queste Quilter Nations Series”. Sei tornato ad alti livelli dopo una stagione complicata: come hai vissuto quel periodo? “È stato un periodo difficile, nel quale ho cercato di concentrarmi su me stesso. Ho dovuto lasciare Gloucester e poi sono andato in Francia, e probabilmente non ho giocato quanto avrei voluto, ma è anche vero che ogni giocatore ha delle stagioni in cui fa fatica: la cosa importante è continuare a lottare e a impegnarsi per rimanere al top anche quando le cose non vanno come pensiamo. Ho sempre cercato di migliorare e di essere un buon giocatore, anche nei momenti più complicati. Il rugby non è uno sport semplice e ogni anno non è mai uguale ad un altro, una carriera vive di alti e bassi ma anche in questi momenti non ho mai smesso di dare il 100% di me stesso. La cosa importante è dare sempre il massimo nelle cose che possiamo controllare e continuare a migliorare, ed è ciò che ho fatto”. Hai raccontato di essere seguito da un mental coach: quanto è stato importante in questi anni? “Se ne parla ancora poco, ma curare l’aspetto mentale per me è molto importante. E ovviamente questo ha dei risvolti anche nel rugby, dove l’approccio mentale e la concentrazione vanno allenati esattamente come ci si allena per fornire una prestazione fisica e tecnica di livello. Ho attraversato periodi difficili, ma li ho superati bene e sono felice di questo. In questo periodo è stato importante anche l’aiuto del gruppo: alla fine si passa molto tempo insieme, e il loro supporto fa la differenza sia quando ti alleni sia durante le partite. È uno sport di squadra: si lavora insieme e si migliora insieme”. Hai debuttato giovanissimo, nel 2020 (Italia-Scozia in Autumn Nations Cup, a Firenze) a soli 19 anni. Cosa è cambiato in questi 5 anni? “Debuttare così giovane è fantastico, ma comporta anche delle responsabilità e bisogna imparare a gestire la pressione. Tutto questo comporta delle sfide. In questi 5 anni ho sempre cercato di dare il massimo ogni volta in cui sono stato chiamato dall’Italia, e ovviamente è bello vedere anche come i risultati della squadra siano migliorati. Nel 2020 facevamo molta fatica al Sei Nazioni, e adesso le cose vanno molto meglio: merito di tutto il gruppo per aver lavorato così duramente e per aver avuto sempre una grande voglia di lasciare un segno”. Cosa ti aspetti nel futuro dall’Italia? E da te? “Come squadra dobbiamo continuare a migliorare, con l’obiettivo di vincere più partite possibili al Sei Nazioni. Tra due anni ci sarà il Mondiale e speriamo di poter arrivare il più avanti possibile. Personalmente, cerco sempre di concentrarmi sul momento presente e di diventare un giocatore migliore giorno dopo giorno. So che un mio miglioramento – come quello di ogni giocatore – può aiutare anche l’Italia a migliorare”.

Italia | 19/11/2025

Temuco 2013, Genova 2025: il filo che lega Italia e Cile nel ricordo di Maxime Mbandà

Temuco, Cile. È il 2 giugno 2013 e l’Italia under 20 sfida i padroni di casa nella semifinale del Junior World Rugby Trophy, la seconda divisione del Mondiale under 20. Quella guidata da Gianluca Guidi è una squadra che non solo poi vincerà il torneo ritornando nel Mondiale “A” senza andarsene più, fino ai risultati raggiunti oggi, ma è anche il trampolino di lancio di ragazzi che poi scriveranno pagine importanti del rugby italiano: Campagnaro, Negri, Padovani, Ruzza, Mbandà. E poi tanti altri che avrebbero vestito tante volte la maglia della Nazionale maggiore: Esposito, Odiete, Violi, Boni, Traoré, Panico. Inoltre, Tiziano Pasquali rimase fuori dal torneo per un infortunio. È proprio Maxime Mbandà a ricordare, a 12 anni distanza, quel Cile-Italia vinto 50-6. Non è solo la partita in sé a rimanere nella memoria, per quanto importante perché contribuì a riportare l’Italia under 20 sul palcoscenico più prestigioso, ma soprattutto il clima di festa e di amore per il rugby che si respirava in quei giorni in Cile. Lo stesso, amplificato, che si respirava a Vina del Mar quando Los Condores poco più di un mese fa hanno battuto le Samoa davanti a 20mila persone, conquistando la seconda qualificazione consecutiva alla Rugby World Cup. E adesso che Italia e Cile si sfideranno per la prima volta in un test match internazionale ricordare quella partita è come unire tutti i puntini, come arrivare alla pagina del libro più bella, più attesa. Atmosfera “Ricordo tantissimo l’atmosfera di quel Mondiale” racconta Mbandà: “C’erano migliaia di spettatori per quella semifinale, lo stadio era grande e credo ci fossero almeno 6000 persone a vederci. Ma era tutto il contesto ad emozionarci: quando avevamo dei momenti liberi e uscivamo la gente ci salutava, era affascinata dal vedere ragazzi che arrivavano da tutto il mondo. Pur essendo un Trophy, quindi una seconda divisione, partecipavano squadre con una storia rugbistica importante: l’Italia, Tonga, il Canada, la Namibia, il Giappone, e le persone intorno a noi percepivano questa cosa. Temuco poi era una zona incredibile: non è tra le più gettonate dal turismo ma trovammo un’accoglienza spettacolare e un luogo splendido, che ricordo ancora a distanza di 12 anni. Ricordo che mia madre venne in Cile a sostenerci, così come altri genitori, penso al papà di Seb Negri, e tutti trovarono un clima incredibile”. Verso Italia-Cile In Cile si respirava già una passione incredibile per il rugby, la stessa che poi sarebbe definitivamente esplosa con i primi grandi risultati della Nazionale maggiore, capace di qualificarsi al Mondiale nel 2023 e di ripetersi anche quest’anno: “C’era un entusiasmo palpabile già a quei tempi, e chiaramente adesso è tutto amplificato, anche perché il Cile è davvero una bella squadra, combattiva e molto migliorata anche dal punto di vista tattico. Magari 12 anni fa non pensavamo che il Cile sarebbe arrivato così in alto, l’attenzione era rivolta di più al Giappone e all’Uruguay, ma alla fine è sempre il campo a parlare e tutto quello che hanno ottenuto è davvero meritato, sarà bellissimo vederli affrontare l’Italia a Genova. E soprattutto più squadre crescono e diventano competitive più sarà possibile diffondere il rugby nel mondo, una cosa importantissima perché per me questo sport rimane incredibilmente formativo, soprattutto in un’età come quella dell’adolescenza. Il rugby può aiutare a crescere persone con dei valori che si possono poi trasferire anche all’esterno del campo”. Quella partita L’Italia, che cominciava quel Trophy da favorita alla promozione, sapeva di dover mettere subito le cose in chiaro, perché lasciare il Cile attaccato nel punteggio con quella garra e con quel pubblico sarebbe stato pericolosissimo. E infatti la squadra di Guidi sblocca subito la partita proprio con Mbandà: “Come gli argentini e gli uruguaiani i cileni si portano dietro la combattività tipica dei sudamericani. Con coach Guidi avevamo preparato molto bene la partita: sapevamo di dover giocare con pazienza, senza strafare, e aspettare l’occasione giusta per sbloccare il punteggio e indirizzare il match. Avevamo una under 20 piena di qualità, con tanto talento, ma sapevamo anche di essere ben strutturati fisicamente e impostammo la partita su questo: farli stancare e imporsi nelle fasi statiche, aprire il campo con la nostra fisicità e per poi far valere le caratteristiche tecniche dei nostri talenti, e il piano di gioco riuscì alla perfezione perché sbloccammo presto la partita e da lì creammo il distacco che ci permise di fare la partita che volevamo”. Alla fine, l’Italia vinse 50-6: segnarono subito Mbandà e Guarducci, il Cile rimase attaccato nel punteggio con i piazzati di Fernandez, ai quali rispose Violi con una meta trasformata e un altro piazzato. Poi dopo il 22-6 del primo tempo gli Azzurrini dilagarono nella ripresa: segnarono Daniele, ancora Guarducci, poi Salvetti e Marazzi con trasformazioni di Violi e Padovani per il 50-6 finale che valse l’accesso alla finale del Trophy, poi vinta contro il Canada.

Italia | 19/11/2025

Quilter Nations Series: un’Italia coraggiosa fa paura al Sudafrica, ma gli Springboks passano 32-14 a Torino

All'Allianz Stadium di Torino un'Italia coraggiosa mette in grande difficoltà il Sudafrica ma cede nel finale di fronte ai campioni del mondo, che passano 32-14. La squadra di Quesada sogna per 70 minuti e rimane in partita fino alla fine, con gli Springboks - in 14 dal 10' per un rosso a Mostert - che fanno fatica ad imporsi fisicamente nel primo tempo e nella prima metà nella ripresa. L'Italia risponde colpo su colpo con i piazzati di Paolo Garbisi, sogna con la meta di Capuozzo che vale il 14-20, ma la marcatura di Williams al 71' scava il solco definitivo. A tempo scaduto la meta di Hooker chiude il match su un 32-14 eccessivo per dimostrato in campo da un'Italia brava e coraggiosa. Ultimo appuntamento per gli Azzurri sabato 22 novembre alle 21.10 contro il Cile, al Luigi Ferraris di Genova. La cronaca di Italia-Sudafrica Il gioco del Sudafrica appare fin da subito improntato alla ricerca della battaglia aerea, con i calci di Van den Berg e Pollard a cercare in modo particolare Garbisi. La prima azione degli Springboks è disinnescata dal solito turnover di Zuliani, mentre la seconda è vanificata da un errore dello stesso Pollard che non calibra il calcio e regala una mischia agli Azzurri a metà campo. L'Italia risponde alla grande: gran palla di Brex per il buco di Ioane che sorprende la difesa sudafricana e poi con un calcetto innesca la corsa di Capuozzo, anticipato però da Van der Merwe. Le linee di corsa degli Azzurri risultano sempre pericolose: l'incrocio tra Garbisi e Menoncello apre un primo varco in mezzo al campo, poi Brex con un calcetto serve Ioane, anticipato da Willemse. L'arbitro Doleman però va al TMO per rivedere il placcaggio di Mostert su Garbisi nel corso dell'azione: per il direttore di gara non c'è nessun fattore mitigante, e il numero 5 sudafricano viene espulso. L'Italia prova a sbloccare il punteggio dalla piazzola ma il pallone di Garbisi termina a lato di poco. Dall'altra parte Erasmus è subito costretto a cambiare le carte in tavola: dentro Nortje al posto di Dixon per aggiungere peso in seconda linea. Il Sudafrica è sotto pressione ma anche con l'uomo in meno dimostra la stessa concretezza difensiva vista con la Francia, l'Italia però ha sempre il pallone in mano e rimane costantemente nella metà campo avversaria, anche sei il match vede poche occasioni da entrambe le parti. Al 26' ancora la mischia azzurra fa la differenza: arriva un calcio di punizione importante ma Garbisi non trova i pali, mentre Erasmus mette dentro subito anche Steenekamp per Venter ed Esterhuizen per Van der Merwe. Alla mezz'ora il Sudafrica torna in avanti con un calcetto di Willemse che trova la rimessa laterale nei 22: gli Springboks guadagnano un calcio libero, sbattono contro un'ottima difesa azzurra ma guadagnano un altro penalty. Pollard tenta il drop, senza successo, ma poi sblocca il punteggio con il successivo piazzato. L'Italia si scuote e con una mischia strepitosa conquista un altro calcio di punizione: Garbisi pareggia per il 3-3 al 37'. Nel finale il Sudafrica ha un'ultima occasione: calcio libero nei 22 azzurri, pallone giocato alla mano e gli avanti del Sudafrica per la prima volta - dopo un primo tempo di difficoltà - fanno la differenza con Van Staden che marca la meta del vantaggio dopo una lunga serie di cariche. Il primo tempo si chiude sul 10-3 per il Sudafrica. Nel secondo tempo l'Italia parte forte: calcio libero giocato al piede da Garbisi che con un&under manda sotto Brex. Pallone riconquistato e Sudafrica costretto al fallo: lo stesso Garbisi piazza per il 10-6, poi con un bellissimo calcio manda Lynagh a contendere: pallone recuperato e servito da Zuliani proprio all'ala del Benetton che con un altro calcetto mette in difficoltà Willemse, portato in rimessa laterale nei propri 5 metri. La touche è vinta bene, ma Zuliani non trova il tempo giusto per servire Menoncello a un passo dalla linea di meta. La squadra di Quesada continua a spingere: Pollard fa un miracolo ancora su Menoncello, poi un fallo in ruck di Van Staden concede all'Italia il piazzato del 10-9, con il numero 8 degli Springboks che viene anche ammonito. Dall'altra parte Pollard allunga per il 13-9 con un piazzato dalla lunga distanza, mentre Vintcent è costretto ad uscire per infortunio: al suo posto Favretto. Al 55' l'Italia rimane temporaneamente in 14 per un giallo a Lorenzo Cannone - placcaggio alto su Smith - mentre il Sudafrica prova a fare la differenza con la panchina: altra serie di cariche ispirata da RG Snyman e Smith, gli Azzurri tengono bene ma concedono un altro fallo. Il Sudafrica chiede mischia, che stavolta e avanzante, e va a marcare con Van den Berg che si stacca al momento giusto prima di schiacciare in mezzo ai pali. Pollard trasforma per il 20-9. L'Italia reagisce subito: Garbisi trova un'importante penaltouche nei 22 del Sudafrica, poi con uno splendido incrocio innesca la corsa di Capuozzo che arriva coma una scheggia e marca la meta che riapre la partita. A un quarto d'ora dalla fine è 20-14 per gli Springboks. Al 72' la squadra di Erasmus chiude la partita: Moodie va via a Lynagh sulla sinistra e trova il sostegno interno di Williams, che ha campo per volare in meta e marcare il 27-14. Nel finale gli Springboks trovano la meta del definitivo 32-14 con Hooker, che finalizza un bel cross-kick di Libbok e chiude il match con un punteggio eccessivo per quanto fatto vedere in campo dagli Azzurri. Torino, Allianz Stadium - sabato 15 novembre 2025Quilter Nations SeriesItalia v Sudafrica 14-32 (3-10)Marcatori: p.t. 33’ cp. Pollard (0-3); 37’ cp. Garbisi P. (3-3); 40’ m. Van Staden tr. Pollard (3-10); s.t. 3’ cp. Garbisi P. (6-10); 12’ cp. Garbisi P. (9-10);  14’ cp. Pollard (9-13); 20’ m. Van den Berg tr. Pollard (9-20); 14’ m. Capuozzo (14-20); 32’ m. Williams tr. Libbok (14-27); 39’ m. Hooker (14-32)Italia: Capuozzo; Lynagh, Brex (cap), Menoncello, Ioane (25’ st. Allan); Garbisi P., Varney (25’ st. Page-Relo); Cannone L., Zuliani, Vintcent (14' st. Favretto); Zambonin (9’ st. Ruzza), Cannone N. (33’ st. Odiase); Riccioni (8’ st. Ferrari), Nicotera (17’ st. Di Bartolomeo), Fischetti (28’ st. Spagnolo)all. QuesadaSudafrica: Willemse; van der Merwe E. (25’ pt. Esterhuizen), Moodie (13’ pt. Nortje), Hooker, Arendse (1’ st. van der Merwe E.); Pollard (28’ st. Libbok), van den Berg (25’ st. Williams); van Staden, Dixon, Kolisi (cap); Mostert, Kleyn (4’ st. Snyman, 10’ st. Smith); Porthen (19’ pt. Louw), Grobbelaar, Venter (23’-34’ pt. Steenekamp)all. Erasmus arb. Doleman (Nuova Zelanda)Calciatori: Pollard (Sudafrica) 4/4; Garbisi (Italia) 3/6; Libbok (Sudafrica) 1/2Cartellini: 11’ pt. rosso Mostert (Sudafrica); 11’ st. giallo van Staden (Sudafrica); 16’ st. giallo Cannone L. (Italia)Player of the Match: Willemse (Sudafrica)Note: temperatura mite, giornata piovosa, campo in ottime condizioni. 32.103 spettatori. 

Italia | 15/11/2025

Italia-Sudafrica: un match dalle mille chiavi tattiche. L’analisi delle formazioni

Gonzalo Quesada conferma quasi completamente la formazione che ha battuto l’Australia con un solo cambio – Riccioni al posto di Ferrari – Rassie Erasmus invece ne cambia 11 su 15 con la consueta imprevedibilità, anche tenendo in considerazione che il Sudafrica ha un calendario da ben 5 partite. Italia-Sudafrica sarà questo e tanto altro: una partita ricca di spunti tecnici e tattici, dal gioco a terra (dove Zuliani può ancora fare la differenza, ma avrà di fronte la Kolisi e Van Staden) alla fase difensiva degli Springboks, completamente diversa da quella dell’Australia. L’Italia quindi dovrà essere brava ad adattarsi velocemente e a sfruttare le caratteristiche dei propri trequarti. Tante novità anche in panchina, una delle tante chiavi del match di sabato 15 novembre all’Allianz Stadium di Torino: calcio d’inizio alle 13.40. Linea difensiva Dal punto di vista tattico la difesa sarà il primo fattore chiave del match. Il Sudafrica, infatti, difende in modo completamente diverso rispetto all’Australia. I Wallabies aspettavano sulla linea del raggruppamento, coprivano tutti gli spazi e costringevano gli avversari all’uno contro uno. Gli Springboks invece sono molto più aggressivi, salgono velocemente con l’obiettivo di togliere più spazio e tempo per la giocata al numero 10 avversario (in questo caso Paolo Garbisi, ma anche Brex da primo ricevitore ed eventualmente Allan dalla panchina) e guadagnare metri in difesa con la loro fisicità a contatto. Non è un caso che in campo ci siano placcatori fortissimi come Kolisi e Van Staden, ma anche centri rapidi come Hooker e Moodie (anche se meno fisici della coppia titolare De Allende-Kriel) che possano chiudere velocemente tutti gli spazi. E poi c’è Johan Grobbelaar, tallonatore dei Bulls che ha già messo insieme 69 placcaggi in 5 partite di URC. Per limitare l’impatto del Sudafrica da questo punto di vista sarà fondamentale il lavoro nel punto d’incontro, per avere possessi veloci e permettere a Varney di giocare il pallone prima che il Sudafrica sia già pronto per salire a tutta velocità. Breakdown e possesso Proprio per questo il punto d’incontro sarà decisivo. Del resto, contro l’Australia gli Azzurri hanno fatto la differenza proprio nel breakdown, con Zuliani, Lorenzo Cannone e Nicotera scatenati. In questo caso, oltre a mettere sotto pressione gli avversari, servirà tanto lavoro di pulizia in attacco per sigillare il possesso e permettere ai compagni di giocare a ritmi alti. Certamente non sarà facile, perché dall’altra parte bisognerà battagliare con Mostert, Kolisi e compagnia per mantenere il possesso: per quanto riguarda la touche, attenzione soprattutto al numero 7 Dixon, che in URC è una continua spina nel fianco per i lanci avversari, oltre al già conosciuto Kleyn. Gli Azzurri però hanno già retto bene contro gli altissimi australiani affidandosi a Zambonin e Vintcent, con Lorenzo Cannone e supporto e l’ingresso di Ruzza dalla panchina che può garantire un’ulteriore opzione. Le partite di questa estate lo insegnano: il possesso è la chiave di tutto, perché quando l’Italia è riuscita ad avere il pallone in mano (come nel secondo tempo di Pretoria) ha messo in difficoltà anche i campioni del mondo. Se invece gli Springboks dovessero riuscire a nascondere il pallone alla squadra di Quesada le cose potrebbero complicarsi, soprattutto perché la squadra di Erasmus porterebbe il match sul binario a lei più congeniale: l’impatto fisico puro. L’Italia, quindi, dovrà reggere l’urto e poi reagire con la qualità dei propri interpreti. Equilibrio e punti fermi Nonostante i tanti cambi, non è un caso che Rassie Erasmus abbia scelto 3 giocatori chiave – uno del reparto – che serviranno a dare equilibrio e concretezza al suo Sudafrica: capitan Siya Kolisi davanti, Handré Pollard in mediana e Damian Willemse dietro, 3 giocatori per mettere ordine in mezzo al campo se l’Italia – come con l’Australia – dovesse riuscire a imporre il suo ritmo e a spostare velocemente il pallone da una parte all’altra del terreno di gioco. Con una difesa così aggressiva, le giocate di Capuozzo, la potenza di Ioane, la completezza di Menoncello e il cervello di Garbisi e Brex diventano tutti fattori chiave per poter uscire dalla ragnatela tessuta da Rassie Erasmus. Decisive anche le sfide individuali: a Udine Lynagh ha praticamente annullato Potter, ma davanti avrà un fuoriclasse come Arendse. Dall’altra parte Van der Merwe è l’altro nascente delle ali sudafricane, ma Ioane può e deve metterlo in difficoltà, soprattutto sul piano fisico. La panchina Per entrambe le formazioni la panchina offre spunti molto interessanti. Gonzalo Quesada torna al 6+2 sostituendo Izekor e Marin con Favretto e Odiase per garantire peso e fisicità nel secondo tempo, quando il Sudafrica metterà dentro la solita “bomb squad”. Questa volta c’è un’ulteriore variazione sul tema, perché Rassie Erasmus ha rinunciato al tallonatore di riserva per portare solo 2 prime linee e ben 4 giocatori (RG Snyman, Nortje, Esterhuizen e Smith) tra seconda e terza, considerando anche Esterhuizen che ormai è l’esempio perfetto di giocatore ibrido che passa con disinvoltura da terza linea a centro e viceversa. In caso di necessità sarà il numero 8 Van Staden a diventare tallonatore. L’impatto della bomb squad, quindi, potrebbe essere ancora maggiore, e l’Italia dovrà rispondere alla grande, soprattutto in prima linea con Ferrari e Spagnolo che possono garantire la qualità necessaria per reggere l’impatto. Le formazioni di Italia-Sudafrica Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Louis Lynagh, 13 Juan Ignacio Brex (C), 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Lorenzo Cannone, 7 Manuel Zuliani, 6 Ross Vintcent, 5 Andrea Zambonin, 4 Niccolò Cannone, 3 Marco Riccioni, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti A disposizione: 16 Tommaso Di Bartolomeo, 17 Mirco Spagnolo, 18 Simone Ferrari, 19 Federico Ruzza, 20 Riccardo Favretto, 21 David Odiase, 22 Martin Page-Relo, 23 Tommaso Allan Sudafrica: 15 Damian Willemse, 14 Edwill van der Merwe, 13 Canan Moodie, 12 Ethan Hooker, 11 Kurt-Lee Arendse, 10 Handré Pollard, 9 Morne van den Berg, 8 Marco van Staden, 7 Ben-Jason Dixon, 6 Siya Kolisi (C), 5 Franco Mostert, 4 Jean Kleyn, 3 Zachary Porthen, 2 Johan Grobbelaar, 1 Boan Venter A disposizione: 16 Gerhard Steenekamp, 17 Wilco Louw, 18 RG Snyman, 19 Ruan Nortje, 20 André Esterhuizen, 21 Kwagga Smith, 22 Grant Williams, 23 Manie Libbok

Italia | 15/11/2025

Quilter Nations Series: la presentazione di Italia-Sudafrica

La partita più difficile nel momento più bello: difficile descrivere la raffica di emozioni che investirà gli Azzurri all’Allianz Stadium di Torino. Sabato 15 novembre alle 13.40 si gioca Italia-Sudafrica. Di nuovo contro i campioni del mondo, dopo le due sfide del tour estivo di luglio. Questa volta però la squadra di Quesada si presenta al cospetto degli Springboks al completo, e con tanta voglia di alzare ancora l’asticella dopo la grande vittoria contro l’Australia. Dall’altra parte c’è una squadra che ha compiuto l’ennesima impresa di un ciclo incredibile, battendo la Francia a Parigi giocando un tempo in 14. Come arriva l’Italia Contro l’Australia è arrivata una vittoria di peso, non solo per il valore dell’avversario ma anche per la prestazione: gli Azzurri sono stati bravi a tenere duro in un primo tempo complicato nel quale però non hanno mai permesso ai Wallabies di scappare via, e nella ripresa hanno fatto nettamente la differenza, soprattutto negli ultimi 30 minuti. La squadra di Quesada ha dominato gli australiani nel gioco a terra e nella ripresa ha costruito gli spazi di cui aveva bisogno per rendersi pericolosa in attacco, e ha saputo tenere duro anche nelle fasi statiche: fondamentali nei quali si pensava che gli Azzurri potessero soffrire, in particolare in rimessa laterale. L’Italia arriva alla sfida col Sudafrica con grande fiducia, pur sapendo di avere davanti la squadra più forte del mondo e contemporaneamente la meno “leggibile”, perché le continue rotazioni di Erasmus tolgono ogni punto di riferimento agli avversari. Gli Azzurri, però, hanno raggiunto una maturità tale da poter affrontare anche questo tipo di partite. Come arriva il Sudafrica La vittoria sulla Francia parla da sola: in 14 per oltre un tempo a causa dell’espulsione definitiva di Lood De Jager, gli Springboks hanno rimontato e battuto i Bleus 32-17 a Parigi. Una dimostrazione di forza mostruosa. La formazione che sfiderà l’Italia sarà molto diversa, ma Erasmus ha ormai abituato tutti a queste continue rotazioni: il tecnico ha a disposizione 40 giocatori dello stesso livello, e questo gli permette di essere sempre imprevedibile nelle sue scelte. Il suo Sudafrica è alla ricerca di un clamoroso 5 su 5 in queste Quilter Nations Series: ha già battuto il Giappone e la Francia, e l’Italia è il terzo dei suoi ostacoli, per poi chiudere con Irlanda e Galles. Per l’Italia sarà la sfida più dura, ma anche il banco di prova più importante: contro i più forti del mondo, contro una squadra da leggenda. Tutte le informazioni per seguire Italia-Sudafrica Il calcio d’inizio di Italia-Sudafrica è previsto sabato 15 novembre alle 13.40 all’Allianz Stadium di Torino, che ospita il secondo match della storia dell’Italrugby dopo la sfida contro la Nuova Zelanda del 23 novembre 2024. La partita sarà visibile in tv su Sky Sport Uno, Sky Sport Max e Rai Sport, con diretta streaming su RaiPlay e NOW. L’arbitro del match sarà il neozelandese James Doleman, con il connazionale Ben O’Keeffe assistente insieme al francese Jérémy Rozier. Al TMO il francese Tual Trainini, al bunker il connazionale Eric Gauzins. Le formazioni di Italia-Sudafrica Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Louis Lynagh, 13 Juan Ignacio Brex (C), 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney, 8 Lorenzo Cannone, 7 Manuel Zuliani, 6 Ross Vintcent, 5 Andrea Zambonin, 4 Niccolò Cannone, 3 Marco Riccioni, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti A disposizione: 16 Tommaso Di Bartolomeo, 17 Mirco Spagnolo, 18 Simone Ferrari, 19 Federico Ruzza, 20 Riccardo Favretto, 21 David Odiase, 22 Martin Page-Relo, 23 Tommaso Allan Sudafrica: 15 Damian Willemse, 14 Edwill van der Merwe, 13 Canan Moodie, 12 Ethan Hooker, 11 Kurt-Lee Arendse, 10 Handré Pollard, 9 Morne van den Berg, 8 Marco van Staden, 7 Ben-Jason Dixon, 6 Siya Kolisi (C), 5 Franco Mostert, 4 Jean Kleyn, 3 Zachary Porthen, 2 Johan Grobbelaar, 1 Boan Venter A disposizione: 16 Gerhard Steenekamp, 17 Wilco Louw, 18 RG Snyman, 19 Ruan Nortje, 20 André Esterhuizen, 21 Kwagga Smith, 22 Grant Williams, 23 Manie Libbok

Italia | 15/11/2025

Italia, Allan: “Dopo l’Australia arriviamo carichi al Sudafrica, ma teniamo i piedi per terra”

Dopo il grande successo sull’Australia gli Azzurri sono attesi da un impegno ancora più duro, il Sudafrica campione del mondo, che ha appena battuto in 14 la Francia a Parigi. Come spiega Tommaso Allan, trequarti dell’Italia e di Perpignan, servirà lavorare ancora meglio per presentarsi nelle migliori condizioni possibili al match di sabato 15 novembre all’Allianz Stadium di Torino: “Siamo davvero felici di ciò che abbiamo ottenuto e ci siamo giustamente goduti il weekend dopo una partita davvero impegnativa, ma sappiamo che ci sono ancora tante cose da migliorare per poter affrontare la miglior squadra al mondo. Ciò che abbiamo fatto contro l’Australia è la base su cui lavorare per migliorare ancora e arrivare pronti alla sfida con gli Springboks”. Il Sudafrica arriva a Torino in un grande momento, dopo aver battuto la Francia con un uomo in meno. Come avete iniziato a preparare la partita? “Sappiamo che sono in grande forma e che sarà una partita difficilissima. Abbiamo già iniziato a studiarli riguardando il match con la Francia mentre eravamo in treno, poi arrivati a Torino abbiamo lavorato sui dettagli: come attaccano, come difendono, siamo andati a fondo per capire come impostare la nostra partita. Continueremo a studiarli per capire come possiamo metterli sotto pressione. Sappiamo che sarà una sfida molto tosta. Oltre ad essere i migliori al mondo, dopo quello che hanno fatto questo weekend saranno ancora più carichi”. Rispetto al tour estivo, nel quale l’Italia ha giocato con una formazione diversa dal solito tra infortuni e giocatori a riposo, sarà una partita diversa? “Sì. Quella di quest’estate è stata un’esperienza importante per i ragazzi che avevano giocato un po’ meno, ed è servita ad arricchire ulteriormente la profondità, un aspetto che per quanto riguarda il Sudafrica è fondamentale: sappiamo che loro potrebbero schierare tre XV dello stesso livello. Del resto, sono i campioni del mondo per una ragione. Noi però siamo contenti dei risultati che abbiamo ottenuto e arriviamo molto carichi”. Rispetto all’Australia, che difendeva molto bassa sulla linea del raggruppamento “aspettando” gli Azzurri e chiudendo tutti i canali, il Sudafrica difende in maniera diametralmente opposta ed è iperaggressivo. Come ci si approccia a due stili di gioco così diversi in poco tempo? “Dobbiamo prepararci mentalmente a quello che arriverà. In questa settimana ci alleneremo simulando proprio una difesa che sale ‘sparata’ come quella del Sudafrica per arrivare il più pronti possibile alla sfida di sabato. Sappiamo che gli Springboks difendono in modo completamente diverso dall’Australia, sale molto alta ed è molto aggressiva, puntando sulla fisicità dei suoi giocatori per creare avanzamento anche in difesa e non concedere nulla agli avversari. Lavoreremo molto per contrastare questo aspetto del loro gioco”. Un altro fattore chiave sarà il gioco al piede. L’Australia calciava poco, il Sudafrica molto di più… “Sì, il Sudafrica è la squadra che calcia di più. In particolare, usa spesso i calci dalla base del numero 9 per andare a mettere pressione agli avversari nel gioco aereo, ma si affida molto anche al 10. Lavoreremo molto sulla ricezione delle palle alte perché sarà un aspetto fondamentale di questa partita, non solo dal punto di vista difensivo: anche noi dovremo calciare molto bene per non concedere loro palloni facili con i quali contrattaccarci. Hanno dei trequarti molto abili nel ripartire e non dobbiamo concedere loro possessi agevoli”. Dal punto di vista dell’approccio come si mantiene l’equilibrio tra l’entusiasmo della vittoria con l’Australia e la necessità di mantenere la calma in vista di una partita ancora più difficile? “Devo dire che questo gruppo ha raggiunto una maturazione tale che non c’è stato nemmeno bisogno di parlarne né di dirci che dobbiamo mantenere i piedi per terra, perché abbiamo piena consapevolezza della difficoltà del prossimo impegno. Dall’altra parte, sappiamo cosa siamo in grado di fare e non vogliamo accontentarci: abbiamo vinto una partita importante, ma stiamo già pensando al Sudafrica. Quindi è stato abbastanza facile gestire questo aspetto, i ragazzi sono già tutti focalizzati sul futuro. Sabato ci siamo goduti il post-partita, ma poi il focus si è immediatamente spostato sul Sudafrica: sappiamo di dover alzare ulteriormente l’asticella per competere con una squadra così, migliorando il nostro gioco, la nostra difesa e tutto ciò che con l’Australia non è stato perfetto. Dobbiamo fare ancora di più per arrivare pronti a sabato”. L’anno scorso all’Allianz Stadium l’Italia giocò una delle migliori partite di sempre tra quelle disputate con gli All Blacks. La speranza è che Torino cominci a portare bene… “Assolutamente sì, anzi, speriamo di poter fare ancora meglio. È uno stadio bellissimo, e mi dispiace davvero non aver potuto giocare contro gli All Blacks a causa di un infortunio. Speriamo che come a Udine ci sia tanta gente a fare il tifo per noi e a spingerci a rimanere in partita dal primo minuto all’80’. Siamo davvero molto carichi”.

Italia | 12/11/2025