Categoria: Impegno Sociale
MAXIME MBANDA’ IN VISITA A “LE TRE ROSE NERE”
Casale Monferrato (Alessandria) – Maxime Mbandà ha fatto visita oggi al Club piemontese de “Le Tre Rose Nere” di Casale Monferrato, la Società iscritta al Campionato regionale di Serie C e composta in massima parte da richiedenti asilo. Il flanker italo-congolese della Nazionale Italiana Rugby e delle Zebre Rugby, 24 anni compiuti ieri, aveva regalato a “Le Tre Rose” la maglia del proprio esordio azzurro dello scorso giugno a San Josè contro gli Stati Uniti ed oggi – concluso l’allenamento mattutino a Colorno con la franchigia del Nord-Ovest – ha raggiunto la provincia di Alessandria per incontrare lo staff e gli atleti della Società che, da alcune stagioni, partecipa con una speciale deroga di FIR all’attività regionale con una squadra interamente composta da atleti extracomunitari, nel nostro Paese come richiedenti asilo. Mbandà, 8 presenze con l’Italia e sempre in campo nel recente 6 Nazioni, ha dapprima incontrato il sindaco di Casale Monferrato per un primo benvenuto a nome della comunità locale e successivamente ha incontrato lo staff e gli atleti de “Le Tre Rose” assistendo dal campo all’allenamento serale. “Il rugby è uno straordinario strumento di aggregazione ed integrazione, e Le Tre Rose Nere rappresentano un bellissimo esempio di come il nostro sport sappia unire uomini e donne di ogni razza e provenienza. Incontrare questi ragazzi e vederli lavorare insieme sul campo, poter condividere con loro la mia esperienza di atleta dell’Italia, è stata un’esperienza emozionante e formativa. Ovunque questi ragazzi proseguiranno il proprio cammino, in Italia o altrove in Europa, sono certo che porteranno sempre con sé quanto il rugby ha saputo dare loro” ha dichiarato Maxime Mbandà a margine dell’incontro.
Impegno Sociale | 11/04/2017
La squadra di rugby del carcere di Bologna in anteprima alla Cineteca di Bologna
Dopo il Festival dei Popoli a Firenze e in attesa di presentarlo in Svizzera, in concorso con l'International Premiere il 22 aprile al Festival Internazionale "Vision du réel International Film Festival" a Nyon, uno dei più importanti festival internazionali del genere documentario, in concorso ufficiale nella sezione Grand Angle - una selezione del miglior cinema mondiale contemporaneo destinata a far scoprire al grande pubblico, in anteprima internazionale, film di cineasti rinomati presentati in altri grandi festival internazionali - La Prima Meta, debutta il 30 marzo alle ore 20 alla Cineteca di Bologna nel Cinema Lumiere. Il film lungometraggio su Giallo Dozza, la squadra di rugby della Casa Circondariale Dozza di Bologna prosegue poi con 18 date in tutta la regione Emilia Romagna, all'interno della rassegna, Doc in tour 2017. Nella serata a Bologna in sala saranno presenti la regista e produttrice Enza Negroni, la produttrice Giovanna Canè, l’allenatore Max Zancuoghi, alcuni giocatori del Giallo Dozza in permesso speciale e la direttrice del carcere Claudia Clementi. Presenta il film Anna Di Martino (Programmazione Cinema Lumière). Protagonista del film documentario, selezionato come uno dei migliori progetti, al pitching di Bio to B del Biografilm 2015, la squadra Giallo Dozza formata da 40 detenuti di nazionalità diverse, con pene da 4 anni all’ergastolo, senza precedenti esperienze rugbistiche. La squadra è iscritta al campionato ufficiale F.I.R. di serie C2 sotto la guida del tenace coach. Con l’arrivo di tre giovani detenuti, il film segue le vicende dei Giallo Dozza nel corso del suo primo campionato, giocato forzatamente sempre in casa. Tra allenamenti estenuanti e i ritmi lenti della quotidianità in cella, il film racconta il difficile cammino dei detenuti per raggiungere la meta non solo in campo ma anche nella vita con una ritrovata dignità sociale: un sofferto inno allo sport, alla condizione umana, in tutte le sue complesse latitudini. Due le motivazioni che hanno spinto Enza Negroni a girare La prima meta. Da un lato approfondire il processo di inclusione attraverso il rugby di detenuti di diverse nazionalità, con la formazione di un tessuto sociale multietnico, come solo il carcere riesce a rappresentare. Dall’altro, l’utilizzo della forma documentaristica che permette di raccontare l’esperienza della vita carceraria, senza mediazioni, raccontando il tentativo di emergere da un forte disagio. Al secondo lungometraggio dopo il fortunato ‘Jack frusciante è uscito dal gruppo’ con gli allora esordienti Stefano Accorsi e Violante Placido, Enza Negroni in questi anni ha girato numerosi mediometraggi di genere documentario, passati per importanti festival e per le principali reti televisive italiane. Tra questi, Viaggio intorno a Thelonius Monk, con Stefano Benni per Feltrinelli; Le acque dell’anima con Bjorn Larsson e Istanbul con Nedim Gursel per Rai Educational; Lo chiamavamo Vicky, dedicato a Pier Vittorio Tondelli, presentato in concorso internazionale al Biografilm Festival; e per Rai 150 anni, due documentari storici, Letture dal Risorgimento e Visioni d’Italia. Sul set de La prima meta ha lavorato una troupe molto affiatata. Accanto alla regista, la produttrice Giovanna Canè con alle spalle una lunga carriera professionale in Italia e all’estero (tra gli ultimi lavori coordinatrice per Ispettore Coliandro, Romanzo Criminale e Quo Vadis Baby); Corrado Iuvara, montatore del cortometraggio A casa mia di Mario Piredda che ha vinto il David di Donatello 2017 e di See you in Texas di Vito Palmieri, premio della giuria allo Shanghai international film festival e premio del pubblico al Biografilm Festival Italia, e il direttore della fotografia Roberto Cimatti (a.i.c.) da anni ai più alti livelli della fotografia cinematografica, con registi quali Amir Naderi (Monte) Giorgio Diritti (Il Vento fa il suo giro, L’Uomo che verrà, Un giorno devi andare); Giuseppe Piccioni (Il rosso e il blu) e molti altri. La prima meta è prodotto da Giovanna Canè per Oltre il Ponte e Enza Negroni per Edenrock in collaborazione con Regione Emilia Romagna e realizzato con il contributo di I.B.C Movie, Unipol Banca, Illumia; con il supporto tecnico e logistico di Associazione Giallo Dozza, Bologna Rugby 1928, Ministero della Giustizia, Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria Emilia Romagna, Casa Circondariale Dozza di Bologna.
Impegno Sociale | 27/03/2017
PROGETTO CARCERI, PROSEGUE L’IMPEGNO DI FIR PER LA PRATICA DEL RUGBY NEGLI ISTITUTI PENITENZIARI
Roma - Si è tenuto sabato l’incontro tra Stefano Cantoni, Consigliere Federale FIR responsabile del “Progetto Carceri”, ed i rappresentanti delle associazioni e delle società sportive attive all’interno delle case circondariali italiane per la pratica del rugby. “Un momento di confronto” - come sottolinea Stefano Cantoni - “per far emergere le esigenze di coloro che già operano all’interno degli istituti penitenziari e far sì che il progetto già avviato possa essere declinato tenendo conto delle necessità sia delle squadre che partecipano al campionato che di quelle che non prendono parte a competizioni agonistiche”. L’intento è quello di predisporre, con il coinvolgimento del il Ministero di Giustizia ed il Coni, una strategia comune che possa sostenere queste realtà e che favorisca il processo di inserimento del rugby in altri istituti penitenziari italiani, con il fine di renderlo sempre più un momento di socializzazione prima e di reinserimento sociale poi per i detenuti. Altro aspetto di rilievo nella progettazione sarà il coinvolgimento delle autorità scolastiche per realizzare occasioni d’incontro e di ascolto tra la popolazione studentesca e i detenuti rugbysti, così come già avviene in alcune delle esperienze del territorio. Il Progetto Carceri, quindi un “percorso in&out”, con un duplice obiettivo: opportunità per chi è dentro le mura, ma anche per chi è fuori. Un racconto di errori finalizzato alla sensibilizzazione dei giovani, coinvolti in un sempre più preoccupante corto circuito, su comportamenti che possono portare conseguenze gravi e inimmaginabili . CLICCA QUI PER VEDERE L'INCONTRO TRA I RAGAZZI DELL'ACCADEMIA DI TORINO E LA SQUADRA DE "LA DROLA" In virtù della crescente importanza che il Progetto sta assumendo all’interno delle iniziative di responsabilità sociale sviluppate da FIR, grazie al contenuto valoriale che lo caratterizza,si manifesta l’esigenza di individuare ulteriori partner con lo scopo di sostenere quegli istituti che non dispongono di strutture e materiale idonei per la pratica del rugby.
Impegno Sociale | 15/03/2017
GLI AZZURRI IN VISITA AL POLICLINICO GEMELLI
Oggi pomeriggio i nazionali dell’Italrugby, alla vigilia del match del Torneo Sei Nazioni di sabato contro la Francia, hanno portato doni, gioco e allegria ai bambini ricoverati nei reparti di Oncologia Pediatrica e Neurochirurgia Infantile del Policlinico. E il team medico del Policlinico da venerdì a domenicaal Village, in campo e sulle tribune assicurerà assistenza sanitaria ad atleti e pubblico in stretta sinergia con la Sicurezza della Federazione Italiana Rugby. Roma, 8 marzo 2017 – Meta della solidarietà dell’Italrugby per i piccoli pazienti del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. Questo pomeriggio una delegazione della Nazionale Italiana di rugby al termine degli allenamenti in preparazione della sfida di sabato con la Francia per il Sei Nazioni ha raggiunto il Policlinico Gemelli per giocare un incontro cui non avrebbero mai voluto mancare. Quello con i bambini ricoverati nei reparti di Oncologia Pediatrica e di Neurochirurgia Infantile dell’ospedale universitario. I nazionali Pietro Ceccarelli, Marcello Violi e Francesco Minto, accompagnati da dirigenti della Federazione Italiana Rugby hanno fatto visita ai piccoli degenti accolti e accompagnati nei reparti pediatrici da Enrico Zampedri, Direttore Generale del Policlinico e Giorgio Meneschincheri, responsabile delle Relazioni Esterne del Gemelli. "È sempre un piacere ritrovare la vicinanza della Federazione Italiana Rugby e della sua nazionale – ha detto il Direttore Generale Zampedri -. Anche oggi siamo molto grati agli atleti dell’Italrugby che hanno voluto portare allegria e sollievo ai nostri piccoli degenti impegnati nella loro partita per la guarigione e sostenuti dal massimo impegno dei nostri medici e operatori sanitari”. Nel corso della visita, organizzata in collaborazione con le associazioni di volontariato Coccinelle per l'Oncologia Pediatrica Onlus e L'Albero della Vita, promosse e sostenute da Luigi Piselli, Antonella Guido e dall’oncologo pediatra del Gemelli Antonio Ruggiero, i nazionali di rugby si sono intrattenuti con i bimbi e ragazzi ricoverati, parlando di sport, di giochi e della prossima partita della Nazionale, improvvisando uno speciale allenamento in tutte le stanze di degenza con una preziosa palla ovale con tutte le firme dei campioni della nazionale. A ogni bambino hanno fatto dono del berretto blu a righe nere della FIR. "Queste visite – ha detto il professor Riccardo Riccardi, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Pediatrica del Policlinico - sono sempre un momento di vitalità per i nostri bambini. I giocatori di rugby sono atleti giovani e forti dal punto di vista non solo fisico, ma anche morale che sanno fare compagnia e portare sollievo ogni volta che vengono a trovarci". Questo nuovo incontro, dopo quello dello scorso anno, si inserisce nello stretto e proficuo rapporto di collaborazione tra la Federazione Italiana Rugby (FIR) e la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli che nel 2016 hanno sottoscritto una convenzione biennale per la gestione di tutte le attività mediche di emergenza sanitaria e di pronto soccorso a favore di pubblico, atleti, loro accompagnatori e del personale in servizio. E sabato prossimo scenderà di nuovo in campo il team di medici e operatori sanitari del Policlinico A. Gemelli, altamente specializzato nelle emergenze e urgenze in stretta connessione e sinergia con la Sicurezza per la gestione degli eventi internazionali della FIR, per fornire assistenza sanitaria anche in occasione della sfida contro i Bleus allo Stadio Olimpico di Roma. Questa volta a fare il tifo per gli Azzurri dalle stanze di degenza del Gemelli ci saranno i piccoli degenti dell’Oncologia pediatrica e della Neurochirurgi infantile entusiasti per questo inatteso e indimenticabile incontro.
Impegno Sociale | 08/03/2017
PROGETTO CARCERI: IL CENTRO DI FORMAZIONE U18 DI TORINO VISITA “LA DROLA”
ALLENAMENTO TRA ATLETI FIR E DETENUTI DELLA CASA CIRCONDARIALE DI TORINO Torino – Gli atleti e lo staff del Centro di Formazione Permanente U18 di Torino saranno protagonisti domani di un allenamento congiunto particolare insieme agli atleti de “La Drola”, la squadra della casa circondariale del capoluogo piemontese che milita, grazie al Progetto Carceri di FIR ed al pari di altre realtà analoghe, nel Campionato Italiano di Serie C. I ventisette atleti del Centro di Formazione torinese incontreranno in mattinata i detenuti-atleti de “La Drola” in un primo momento di socializzazione e dibattito, a cui farà seguito nel pomeriggio un allenamento congiunto sul campo da rugby allestito all’interno dell’istituto, che da lungo tempo collabora con l’associazione “Ovale Oltre le Sbarre” presieduta dall’ex trequarti della Nazionale, Walter Rista, da sempre attivamente coinvolto nella promozione del rugby quale strumento di recupero sociale.
Impegno Sociale | 07/03/2017
ITALRUGBY, CAMPIONE DI SOLIDARIETÀ. LA NAZIONALE DI RUGBY IN VISITA AI PICCOLI PAZIENTI DEL GEMELLI
Nel pomeriggio di domani, mercoledì 8 marzo, i campioni dell’Italrugby, alla vigilia del nuovo match del Torneo Sei Nazioni sabato contro la Francia, porteranno doni e allegria ai bambini ricoverati nel reparto di Oncologia Pediatrica del Policlinico. E il team medico del Policlinico da venerdì a sabato al Village, in campo e sulle tribune assicurerà assistenza sanitaria ad atleti e pubblico. Roma, 7 marzo 2017 – Italrugby campione di solidarietà. Nel pomeriggio di domani, mercoledì 8 marzo, alle ore 18.00, la Nazionale di rugby al termine degli allenamenti, nella settimana che porterà all’attesissimo incontro di sabato 11 marzo contro la Francia per il Torneo Sei Nazioni, si recherà al Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma per fare visita e portare doni e allegria ai piccoli ricoverati del reparto di Oncologia Pediatrica. Dopo la bellissima esperienza dello scorso anno l’Italrugby ritorna al Gemelli per disputare questa nuova partita della solidarietà giocata in collaborazione con le associazioni di volontariato Coccinelle per l'Oncologia Pediatrica Onlus e L'Albero della Vita. Questa nuovo incontro con i pazienti pediatrici e i loro familiari si inserisce nel forte rapporto di collaborazione tra la Federazione Italiana Rugby (FIR) e la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli che lo scorso anno hanno sottoscritto una convenzione biennale per la gestione di tutte le attività mediche di emergenza sanitaria e di pronto soccorso a favore di pubblico, atleti, loro accompagnatori e del personale in servizio connesse agli eventi internazionali organizzati dalla FIR a Roma. Accanto a questo accordo, è costante l’attenzione e l’impegno sociale della FIR e dell’Italrugby per portare allegria e momenti di spensieratezza a favore dei bambini ricoverati al Gemelli. E da venerdì a sabato scenderà di nuovo in campo il team di medici e operatori sanitari del Policlinico A. Gemelli, altamente specializzato nella gestione delle emergenze e urgenze, per fornire assistenza sanitaria anche in occasione della sfida contro i Bleus allo Stadio Olimpico di Roma. L’obiettivo dell’accordo FIR- Fondazione Gemelli è garantire la massima sicurezza non solo agli atleti, ma anche agli spettatori prima, durante e al termine degli incontri. La task force del Gemelli impegnata in ogni singola partita del Sei Nazioni è composta da 35 medici; in particolare 4 rianimatori saranno a bordo campo con 4 infermieri del Centro di Rianimazione del Policlinico diretto dal professor Massimo Antonelli.
Impegno Sociale | 07/03/2017
PROGETTO CARCERI, PERMESSO PREMIO E VISITA SPECIALE IN OCCASIONE DI ITALIA-IRLANDA
Roma - In occasione del match Italia-Irlanda dello scorso 11 febbraio e nell’ambito del “Progetto Carceri", si è svolta la visita di quattro atleti - detenuti nel carcere di Porto Azzurro (Isola d’Elba) - presso gli spogliatoi dello stadio Olimpico di Roma. Il "Progetto Carceri" vede la FIR impegnata a supportare le Associazioni ed i Club che promuovo la pratica del rugby nelle case circondariali italiane con l’obiettivo di offrire ai partecipanti un momento di condivisione ed integrazione sociale. Oltre alla visita all’interno dello stadio, i quattro atleti in permesso premio, hanno assistito alla partita accompagnati dal funzionario dell’istituto Paolo Maddonni e dai dirigenti e tecnici elbani. Queste le parole di chi ha partecipato alla giornata: “Un’emozione indescrivibile ed un’esperienza da provare per chi ama questo sport” QUESTO IL LINK PER IL VIDEO COMPLETO
Impegno Sociale | 27/02/2017
PROGETTO CARCERI, I RAGAZZI DI PORTO AZZURRO SABATO ALL’OLIMPICO
Roma – Il “Progetto Carceri” di FIR, che vede la Federazione impegnata a supportare i Club e le Associazioni impegnate a promuovere la pratica del rugby all’interno degli istituti di pena come mezzo di re-inserimento nella società, approda sabato allo Stadio Olimpico in occasione della partita contro l’Irlanda valida per la seconda giornata dell’RBS 6 Nazioni 2017. Quattro atleti detenuti nel carcere di Porto Azzurro, sull’Isola d’Elba, tesserati dalla Società Sportiva Elba Rugby, assisteranno in permesso premio alla partita accompagnati dal funzionario dell’istituto Paolo Maddonni e dai dirigenti e tecnici elbani: prima della partita è stata organizzata per loro una visita speciale all’interno dello spogliatoio dell’Italia, un accesso privilegiato per toccare con mano l’alto livello e trarre ispirazione per proseguire nel proprio percorso. (altro…)
Impegno Sociale | 09/02/2017
FIR ED ACTIONAID INSIEME PER LA LOTTA ALLA POVERTA’
Roma- La FIR rinnova il proprio sostegno ad ActionAid, organizzazione attiva nel campo delle adozioni a distanza. In occasione delle partite dell’RBS 6 Nazioni 2017 disputate allo Stadio Olimpico, gli atleti della Nazionale Italiana Rugby scendono in campo al fianco di ActionAid e di tutte le comunità ed i bambini del Sud del mondo. Sarà possibile per gli appassionati - grazie agli operatori che saranno presenti presso il Terzo Tempo Peroni Village nel Parco de Foro Italico - avere ulteriori informazioni sulle attività promosse da Actionaid ed eventualmente aderire alle stesse.
Impegno Sociale | 24/01/2017
RUGBY: IL CENTRO CLINICO NeMO IN CAMPO CON L’ITALIA CONTRO L’IRLANDA
La partita di rugby del torneo “Sei nazioni” tra la nazionale italiana e quella irlandese, in programma a Roma l’11 febbraio, sarà dedicata al Centro Clinico NeMO, centro di eccellenza per il trattamento delle malattie neuromuscolari Roma, 23 gennaio 2017 – Il Centro Clinico NeMO scende in campo con la nazionale italiana di rugby per il torneo “Sei nazioni”: la Federazione Italiana Rugby, infatti, ha deciso di sostenere il NeMO dedicandogli il secondo incontro del torneo, che vedrà l’Italia affrontare l’Irlanda sabato 11 febbraio 2017 allo stadio Olimpico di Roma. Il Centro Clinico NeMO è un centro di eccellenza ad alta specializzazione per il trattamento delle malattie neuromuscolari, come la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), l’Atrofia Muscolare Spinale (SMA) e le distrofie muscolari, patologie fortemente invalidanti che colpiscono oggi in Italia oltre 40.000 persone. Sottolinea Alberto Fontana, presidente della Fondazione Serena Onlus, l’ente gestore del Centro Clinico NeMO: “Siamo grati per il sostegno che ci è dato dalla Federazione Italiana Rugby e contenti dell’alleanza con questo sport. Con il rugby, infatti, condividiamo uno dei valori fondamentali: lo spirito di squadra. Ciò che rende unico il modello del Centro NeMO, infatti, è che il lavoro degli specialisti e degli operatori, sinergico come quello di una squadra, ruota tutto intorno al paziente e alle sue esigenze. Tutto questo tenendo fissa la nostra ‘meta’: promuovere la migliore qualità di vita delle persone colpite da malattie neuromuscolari e sviluppare la ricerca di terapie efficaci". Nella giornata del match i tifosi del rugby potranno conoscere di più sulle attività del Centro Clinico NeMO grazie a un video che sarà proiettato allo stadio Olimpico prima dell’inizio dell’incontro, attraverso materiale informativo che sarà distribuito sulle sedute degli spettatori e messaggi che saranno trasmessi sui cartelloni a led dello stadio e diffusi dallo speaker dell’evento. Inoltre, all’interno del Villaggio del terzo tempo, posto accanto allo stadio, il Centro Clinico NeMO sarà presente con un suo stand in cui sarà possibile avere informazioni sulle sue attività, conoscere medici e volontari e, per chi lo desidera, iscriversi alla newsletter del Centro o effettuare una donazione. Altri appuntamenti per il pubblico sono previsti nel giorno della partita: è possibile consultare il loro elenco completo, aggiornato regolarmente, sul sito web del Centro Clinico NeMO: www.centrocliniconemo.it Il Centro clinico NeMO Il Centro Clinico NeMO è un centro di eccellenza ad alta specializzazione per il trattamento delle malattie neuromuscolari e ha quattro sedi sul territorio nazionale: Milano, Roma, Messina e Arenzano (Genova). Le prestazioni sanitarie effettuate da questi centri sono erogate nell’ambito e per conto del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), pertanto senza oneri a carico del paziente. Obiettivo del Centro Clinico NeMO è la presa in carico globale del malato grazie a un piano clinico-assistenziale multidisciplinare, che pone il paziente al centro dell’attenzione per consentirgli la migliore qualità di vita possibile. Oltre ai servizi riabilitativi, di prevenzione e diagnosi, NeMO si propone di sviluppare anche attività di ricerca clinica sulle malattie neuromuscolari, per poter offrire un servizio secondo i più alti standard di cura e terapia disponibili. Le caratteristiche distintive del Centro sono l’approccio multidisciplinare in cui tutte le specialità cliniche necessarie al percorso di cura sono disponibili al letto del paziente; lo sviluppo di piani di cura personalizzati; l’organizzazione dei percorsi in base all’età specifica; la condivisione di tutte le informazioni sulle attività in corso tra tutti gli operatori sanitari e amministrativi interessati; la presa in carico della persona con malattia in tutte le fasi della patologia.
Impegno Sociale | 22/01/2017
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