Comincia l’ultima parte del Sei Nazioni, con due partite in 7 giorni: prima il Galles, sabato all’Olimpico di Roma (ore 15.15, diretta Sky Sport e Tv8), poi la Scozia al Murrayfield di Edimburgo il 18 marzo, ad aprire il Super-sabato dell’ultima giornata. Col passare del tempo le aspettative nei confronti degli azzurri sono aumentate sempre di più, e come spiega Pierre Bruno “Siamo contenti delle prestazioni, ma lo saremmo ancora di più con una vittoria”.
Pierre, come procede la preparazione in vista del Galles?
“Procede bene, stiamo provando delle cose nuove da usare contro di loro e abbiamo rivisto ancora la partita contro l’Irlanda, cercando di trovare ulteriori spunti per migliorare”
Cambierà qualcosa nel piano di gioco con l’assenza di Capuozzo? Potresti giocare anche estremo?
“Sicuramente sentiremo la sua assenza, ma il piano di gioco resterà lo stesso. Per quanto riguarda il ruolo, non penso che sarò io l’estremo, anche perché c’è Edo (Padovani, ndr) con noi. La formazione ancora non la conosciamo, ma ognuno andrà in campo per dare il meglio a prescindere dal ruolo”.
Il tuo è stato un Sei Nazioni in crescendo, come ti senti adesso?
“Mi sento bene, sento la fiducia dello staff e percepisco il miglioramento delle mie prestazioni, e tutto questo ovviamente aiuta a livello di confidenza. Sono contento, ma lo sarei ancora di più con una vittoria”.
Sentite un po’ di tensione in più rispetto alle altre partite?
“La tensione aumenta perché mancano due partite, e non essendo arrivata ancora la vittoria chiaramente c’è un aumento della pressione. Rivedendo il match con l’Irlanda abbiamo cercato di capire come poter essere più efficaci nel punto d’incontro, e in generale dobbiamo essere più precisi, ma stiamo ricavando dei buoni spunti per sabato dopo una prestazione buona ma nella quale potevamo fare ancora meglio”.
Sei arrivato in azzurro all’inizio dell’era Crowley, cosa ti ha lasciato questo anno e mezzo di Nazionale?
“Giocare a questo livello aiuta tantissimo a crescere e a fare esperienza. A livello di staff e giocatori siamo un ottimo gruppo, c’è una concorrenza positiva che ti porta sempre a dare del tuo meglio”.
C’è una partita, tra quelle in azzurro, che ti è rimasta particolarmente dentro? E una che invece avresti voluto rigiocare?
“Ci sono tre partite che porterò sempre nel cuore: l’esordio a Parma con l’Uruguay, la vittoria con l’Australia e la partita di Genova col Sudafrica. Se potessi rigiocare una partita, sceglierei quella di questo Sei Nazioni contro la Francia. A livello individuale potevo fare meglio e fare una prestazione migliore. Potevamo vincerla? Sì”.
I problemi si sono visti soprattutto nei primi 20-25 minuti, forse manca ancora quel “picco” di cilindrata che hanno gli avversari?
“In tutte le partite i nostri avversari sono partiti fortissimo. Non che noi non volessimo farlo, anzi, ma il gioco che proponiamo ovviamente ha i suoi rischi, e per farlo bene dobbiamo essere precisi al 100%. Penso che col passare del tempo stiamo trovando sempre più confidenza con nostro modo di giocare. Poi chiaramente rispetto agli altri anni con i nuovi arrivi, la nostra crescita e il numero di giocatori impegnati all’estero abbiamo fatto ulteriori miglioramenti, e tutto questo ci permetterà di entrare in partita in maniera più agevole”.
Completa la registrazione