Treviso – La consapevolezza di aver incontrato l’avversario più forte, il rammarico per non essersela giocata fino in fondo avendo di fatto cominciato a competere da Italia solo nel secondo tempo. Questa la sintesi del match vinto dall’Irlanda per 44 a 27 in un Monigo stipato e capace di apprezzare lo spirito indomito del XV di Massimo Brunello malgrado una vittoria ospite mai messa seriamente in discussione.
“Non ho timore di ripetermi, per noi giocare in questo stadio è ogni volta un privilegio, un pubblico così serve ai ragazzi in campo come non si può capire, e davvero ci tengo a ringraziare tutte le persone venute a sostenerci”. La premessa del tecnico rodigino in apertura di conferenza stampa post-gara è subito seguita dalla consueta lucidità nell’analisi complessiva: “Giocare contro un avversario di questo spessore presuppone un livello di attenzione massimale in ogni fase della partita, e questa sera noi per tutto il primo tempo siamo stati al di sotto di ciò che questa partita richiedeva, regalando almeno 15 punti ad una squadra che non ha nessun bisogno di regali”. Prosegue il c.t. degli Azzurrini: “Nel secondo tempo siamo rientrati col piglio giusto, cattivi in difesa, più efficaci in attacco, mettendo in campo uno spirito di combattimento che lo stadio ha saputo cogliere ed apprezzare, e che alla fine ci ha fatto uscire a testa alta. I dati elaborati dalle statistiche live nel corso del match ci stavano dimostrando minuto per minuto che non c’erano grosse differenze su possesso e territorio, anzi, un sostanziale equilibrio, solo che loro ogni volta che entravano nei nostri 22 portavano a casa punti, noi no. Complimenti all’Irlanda, e complimenti al loro regista, un giocatore come Prendergast fa la differenza ed il suo modo di leggere la partita quando stavamo risalendo nel punteggio quella differenza l’ha fatta tutta”.
“Siamo rientrati in partita troppo tardi, contro una squadra che sa giocare a rugby e che non ci ha fatto sconti di nessun tipo”, racconta Carlo Mey, tornato a giocare estremo sul prato di Monigo. “Personalmente è stata una partita difficile, col suo gioco al piede e con la gestione degli attacchi il loro mediano di apertura mi ha costretto a correre molto, ad un certo punto nel primo tempo stavo facendo davvero fatica. Poi nel secondo tempo abbiamo saputo reagire, giocando la nostra partita alla pari, ma contro Galles e Scozia dobbiamo fare tesoro di quello che è successo stasera, evitando di lasciare così tanto gioco in mano agli avversari perché a questi livelli se si vuole vincere non è proprio consentito”.
“Sapevamo di dover provare a fare la differenza nei primi dieci minuti, abbiamo messo pressione, siamo stati aggressivi, ma senza trovare la continuità che sarebbe stata necessaria, mentre loro l’hanno mantenuta e questo ha fatto la differenza”. Nelle parole di Carlos Berlese, scuderia Tarvisium ed inseparabile compagno di reparto dell’altro flanker Odiase, le sensazioni su di un match vissuto tra il campo e la panchina, costretto ad uscire per i postumi di un prolungato stato influenzale mai del tutto risolto. “Tra primo e secondo tempo c’è stato un confronto duro in spogliatoio, sapevamo che non stavamo giocando il nostro rugby e guardandoci negli occhi ci siamo detti che dovevamo tornare fuori e dimostrare chi eravamo. Credo si sia visto, ma è chiaro che noi possiamo e dobbiamo fare di più. Contro il Galles ci aspetta adesso un match durissimo, che potrà girare dalla nostra parte solo se ognuno di noi darà il massimo individualmente per costruire una grande prestazione collettiva”.
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