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SALVETTI, CAPITANO DEGLI AZZURRINI: “SEI NAZIONI DI LIVELLO, POI LA PROMOZIONE NEL MONDIALE A”

Italia U20 |

JacopoSalvettidi Leonardo Mussini, Ufficio Stampa Zebre Rugby

Parma – Al termine della 4 giorni di ritiro in preparazione al prossimo Sei Nazioni è stato il capitano degli azzurrini a svelarci qualche segreto ed obiettivo del nuovo gruppo che si appresta ad affrontare un’impegnativa annata agonistica 2013. La Nazionale Under20, ora affidata nuovamente alla guida tecnica di Gianluca Guidi, affiancato da Luca Bot, oltre alla naturale crescita dei giovani nella rosa, è chiamata ad un riscatto dopo la sfortunata annata 2012 conclusa con la retrocessione nel gruppo B della Junior World Cup nello spareggio contro Fiji che ha concluso la kermesse sudafricana. Dopo solo due stagioni di permanenza nel tabellone principale della Coppa del Mondo di categoria vinta in casa dai giovani Springboks, l’Italia dopo il Sei Nazioni alle porte sarà chiamata a partecipare a fine Maggio in Chile al Junior World Rugby Trophy, il Mondialino di seconda divisione, con l’obiettivo di chiudere al primo posto per poter tornare a disputare la prestigiosa competizione che nel 2014 farà tappa in Nuova Zelanda. Capitano dei 30 giocatori selezionati per l’edizione 2013 del Sei Nazioni è Jacopo Salvetti, terza linea classe ’93 nato e cresciuto nel Sondrio ed ora in forza al Calvisano campione d’Italia dopo l’esperienza all’Accademia federale “Ivan Francescato” di Tirrenia. Sette le presenze nel Campionato Eccellenza per Jacopo di cui due da titolare ad inizio stagione in un reparto che annovera giocatori d’assoluta esperienza nazionale ed internazionale. Jacopo, dopo aver partecipato allo scorso Sei Nazioni e Junior World Cup Under20 in questa stagione ha anche esordito nella Amlin Challenge Cup sempre con la maglia del Calvisano.

Quest’anno hai fatto il grande salto dalla Serie A -giocata con l’Accademia- al Calvisano campione d’Italia. Cosa ti ha sorpreso maggiormente in positivo? Quanto contano compagni di grande esperienza per te e per gli altri giovani ’93 in rosa? L’aspetto più positivo del passaggio dalla Serie A al Campionato di Eccellenza è, senza dubbio, la possibilità di giocare al fianco di giocatori – come ad esempio Paul Griffen o Simon Picone – che quand’ero più piccolo guardavo e ammiravo in televisione. Enorme è il contributo che possono darti grazie alla loro esperienza, perché dove finisce il lavoro dell’allenatore entra in gioco l’esempio pratico dei giocatori di alto livello, sia in allenamento che in partita.

Avete fatto poche partite contro vostri pari età con questo gruppo nuovo sotto la Guidi, un problema? Poiché un torneo come il 6 Nazioni presenta degli impatti fisici molto duri, credo sia stata una scelta corretta quella di confrontarsi con squadre che, dal punto di vista degli impatti, appunto, presentano caratteristiche simili a quelle delle nazionali che affronteremo nel 6 Nazioni.

Nei tre test disputati contro Rovigo e la Nazionale Emergenti come hai visto la squadra? I primi tre test non hanno rivelato, a mio parere, l’effettiva forza di questa squadra, ma hanno permesso di intravederne le potenzialità. Quello che dovremo affrontare è sicuramente un percorso in salita, ma credo che sapremo  crescere di pari passo con l’aumentare delle difficoltà.

Arriva un importante Sei Nazioni di riscatto verso l’edizione scorsa (sconfitte brucianti in Galles e con la Scozia con te in campo), presentacelo. Sicuramente da parte dei membri del gruppo presenti anche l’anno scorso ci sarà voglia di riscatto per quelle partite perse soprattutto per mano nostra più che per abilità dell’avversario; il bello dello sport è che ogni domenica si ha la possibilità di migliorarsi e in questo caso di avere una seconda chance !

Quanto contano gli infortuni in un gruppo nuovo che sta costruendo le proprie certezze, che deve mettere minuti nelle gambe e crescere con il procedere del Sei Nazioni? Gli infortuni sono sempre spiacevoli, soprattutto quando  – come nel caso di Paolo Ragazzi e Matteo Corazzi –  avvengono durante la preparazione al 6 Nazioni e privano della possibilità di parteciparvi. Tuttavia quando scenderemo in campo giocheremo per l’Italia, per la squadra e anche per i nostri amici che purtroppo non hanno avuto la fortuna di essere al nostro fianco. Gli infortuni comunque non sminuiscono la qualità della squadra che può contare su una rosa di 30/34 giocatori di ottimo livello.

Il calendario in questo senso non ci aiuta con subito la Francia e poi la trasferta in Scozia: quali gli obiettivi di queste prime due gare? Giocare con la Francia alla prima giornata o all’ultima è ugualmente difficile, dopotutto è sempre la Francia; la partita con la Scozia invece devo ammettere che preferisco sia giocata alla seconda giornata in modo da non arrivare stanchi all’importante impegno.

Tre gare interne in quest’edizione; tre gare al Centro-Sud Italia. Quanto conta la vicinanza ed il calore del pubblico? Le gare in chiaro su Raisport un’occasione da non perdere per essere visibili a tutta la Nazione? Credo sia un’opportunità quella di girare tutta Italia grazie al rugby e visitare posti sempre nuovi e diversi: inoltre il fatto che le partite vengano trasmesse in tv penso sia fondamentale per la diffusione del movimento di questo sport in Italia.

Chi vedi favorita per la vittoria del torneo? L’Inghilterra che ha vinto le ultime due edizioni o il Galles terzo all’ultimo mondiale? L’esito della competizione non mi interessa particolarmente,  l’unica cosa che m’importa é la prestazione che andremo a fare noi partita dopo partita.

Oltre al naturale sviluppo dei singoli giocatori, qual’è l’obiettivo della stagione agonistica 2013 della Under 20? Il torneo in Cile di Maggio/Giugno per ottenere un posto alla Junior RWC in Nuova Zelanda nel 2014? L’obiettivo principale è senza dubbio risalire nel gruppo A della JWC, ma anche raggiungere buoni risultati al 6 Nazioni attraverso prestazioni di alto livello.

Jacopo che ragazzo è fuori dal campo? Dopo il diploma studi ancora? Sono un appassionato di film e musica di tutti i generi e amo molto girare in bicicletta. Terminato il liceo classico mi sono iscritto alla facoltà di psicologia di Brescia, anche se devo dire che è piuttosto difficile conciliare lo studio con gli impegni sportivi.

Chi è il tuo giocatore modello da seguire? Come modello di giocatore direi Paul Griffen, non tanto per le caratteristiche nel gioco, visto che abbiamo ruoli molto diversi, ma soprattutto per le qualità umane e lo spirito: a 38 anni ha lo stesso entusiasmo e la stesa voglia di un 18enne e mette sempre il cuore in ciò che fa, dando l’esempio a tutti i compagni da vero capitano.

Primo appuntamento per l’Under20 nell’edizione 2013 del Sei Nazioni venerdì prossimo 1 Febbraio 2013 quando, allo stadio Marco Tomaselli di Caltanissetta, l’Italia ospiterà i pari età della Francia. Diretta su RaiSport1 alle ore 19.

 

Leonardo Mussini – Social Media Manager, Zebre Rugby