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RWC 2025, verso Italia-Brasile: statistiche e curiosità sulle Yaras, al primo Mondiale della storia

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Il girone D, quello in cui milita l’Italia, si chiude con un match inedito: le Azzurre sfideranno il Brasile per la prima volta nella loro storia. Per le Yaras, infatti, è la prima Rugby World Cup in assoluto, e per la palla ovale brasiliana si tratta di un passo avanti importantissimo e storico, soprattutto considerando che il rugby femminile si diffuse nel Paese negli anni ’80 e che la Nazionale brasiliana a XV nacque ufficialmente nel 2008, quando disputò il primo match della sua storia contro l’Olanda (sconfitta per 10-0). La Nazionale Seven, che ha vinto numerosi titoli continentali, era invece già nata nel 2004.

La storia e il cammino verso il Mondiale

Il Brasile negli anni si è fatto conoscere rugbisticamente soprattutto nel Seven. La Nazionale brasiliana femminile, negli ultimi 20 anni, si è imposta come dominatrice del rugby a sette femminile sudamericano, conquistando 21 titoli continentali dal 2004 ad oggi. Un cammino di crescita costante che ha portato le Yaras a chiudere le SVNS (le World Series Seven) al 9° posto, miglior risultato di sempre della loro storia. Negli ultimi anni è cresciuto sempre di più anche il movimento a XV, e dal 2019 la Nazionale maggiore femminile ha intensificato notevolmente la sua attività internazionale. Da lì, si può dire che è partito il cammino che ha portato il Brasile a conquistare la qualificazione al Mondiale 2024.

C’è stata la Colombia nel destino delle Yaras: nel 2023, nelle due gare di qualificazione al WXV, erano arrivate 2 sconfitte per 24-23 e 30-19. L’anno dopo, invece, nella partita più importante della storia brasiliana, è arrivato il successo più bello: ad Asunciòn – Paraguay – il Brasile ha vinto 34-13 lo spareggio che valeva la qualificazione al Mondiale. Al momento, dopo le prime due partite del Mondiale contro Sudafrica e Francia, il Brasile ha disputato in totale 24 partite internazionali, ottenendo 7 vittorie, un pareggio, e 16 sconfitte. Il successo più largo risale al test pre-Mondiale contro la Colombia, vinto 58-7, mentre la peggiore sconfitta è l’84-5 subito dalla Francia nella seconda giornata della Rugby World Cup.

Il soprannome Yaras

Il soprannome Yaras deriva da Yara, conosciuta anche come Iara o Mãe d’Água, una figura leggendaria del folklore popolare brasiliano. Viene descritta come una sirena o donna incantata che vive nei fiumi e nei laghi d’acqua dolce dell’Amazzonia e di altre regioni del Brasile. Secondo la leggenda, Yara attira pescatori e uomini negli abissi con il suo canto ipnotico, proteggendo la natura e le foreste intorno a lei. Simboleggia la forza e il mistero dell’acqua, rappresentando al tempo stesso il legame spirituale dei popoli indigeni con l’ambiente. È vista sia come una protettrice delle acque, sia come una figura che ammonisce al rispetto della natura, riflettendo i valori ancestrali della cultura indigena brasiliana.

La capitana, l’allenatore e la giocatrice simbolo

A guidare il gruppo due leader: la capitana Eshyllen Coimbra e l’allenatore Emiliano Caffera. Coimbra è nata il 18 agosto 2000 a Rio de Janeiro, è una seconda linea arrivata al rugby a XV – come tante compagne – dal Seven: si è avvicinata al gioco grazie ad un progetto sociale nella sua città natale, Rio de Janeiro, si è innamorata di questo sport ed è diventata una giocatrice chiave della Nazionale Seven, con la quale ha disputato le Olimpiadi di Tokyo nel 2021. Poi si è spostata maggiormente sul rugby a XV, diventando la capitana della Nazionale brasiliana: conta 16 caps. Il tecnico Caffera, uruguaiano, è stato un importante mediano di mischia e ha giocato la Rugby World Cup 2003 maschile come numero 9 dei Los Teros. Ha disputato anche altri due Mondiali come parte dello staff tecnico: nel 2015 ancora con l’Uruguay e nel 2023 con l’esordiente Cile.

Una delle storie più importanti e rappresentative riguarda sicuramente la numero 10 Raquel Kochhann, non solo perché è la giocatrice con più presenze nella storia della Nazionale Seven e una delle sole due rugbiste brasiliane ad aver disputato tutte le tre ultime Olimpiadi, ma soprattutto perché ha affrontato e sconfitto un tumore al seno, subendo una mastectomia bilaterale preventiva e affrontando la chemioterapia. È tornata in campo e adesso rappresenta la sua Nazionale nella competizione più importante – ha giocato titolare all’esordio col Sudafrica – e alle Olimpiadi di Parigi 2024 è stata anche portabandiera del Brasile.