L’A.S. Rugby Milano affonda le sue radici nel GUF, gli universitari che già prima della guerra seppero competere con la dominante Amatori. Il club rinasce nel 1945 e ricostruisce il Giuriati insieme agli Alleati. Negli anni Cinquanta una nuova generazione porta l’A.S..R ai vertici: finale scudetto, sfide memorabili con Petrarca e Rovigo, trasferte internazionali e l’arrivo del leggendario Yan Simpson.
Gli anni Sessanta segnano fusioni e difficoltà, fino alla rifondazione del 1969, quando un gruppo di ex giocatori riporta in vita il club e ricomincia dal basso, tra maglie di tela e spirito studentesco. Negli anni Settanta e Ottanta l’A.S.R. ritrova ambizioni e identità: nuovi tecnici, stranieri di qualità, una comunità solida e, nel 1980, il ritorno nella massima serie.
L’avvento del professionismo cambia lo scenario. Il club attraversa stagioni complesse, ma resta in piedi grazie alla fedeltà dei suoi dirigenti e all’impegno delle giovanili. Con gli anni Duemila l’A.S.R. investe su formazione, inclusione e progetti sociali, dal carcere Beccaria alle scuole. Nel 2015 nasce la nuova casa all’Idroscalo, il centro “G.B. Curioni”, che accompagna la crescita della società.
Oggi l’A.S. Rugby Milano conta oltre 650 tesserati, che coprono tutta la filiera federale, decine di tecnici e volontari. Ha formato giocatori arrivati in Nazionale maggiore e U20, e sviluppa progetti educativi e sociali unici in Italia. Ottant’anni dopo, il club continua a crescere, fedele ai propri valori: comunità, lealtà, inclusione e l’idea che il rugby, prima di tutto, sia un modo di costruire relazioni e futuro.
Lele Cabrio: “Al centro del progetto di questa società c’è sempre e soprattutto il ragazzo, da sempre. Io nel 1985 portai un gruppo di ragazzini con dei caratteri un po’ difficili, Azzolari in pochi giorni li tesserò tutti”.
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