Roma – Manoa Vosawai appende le scarpe al chiodo. L’ex flanker azzurro, 17 caps e 5 punti con la maglia di Italrugby, chiude la sua carriera da giocatore dopo la sua ultima esperienza con il Vannes.
Nato il 12 agosto del 1983, ha iniziato la sua carriera nella penisola italiana con l’Overmarch Parma nel 2004 per poi lasciare la città ducale nel 2010 approdando a Treviso. Indossa la casacca dei Leoni biancoverdi fino al 2014 per poi passare ai Cardiff Blues. Nel 2016 decide di spostarsi in Francia giocando con il Vannes, suo attuale club.
“Il mio obiettivo era solo quello di giocare a rugby e divertirmi. Sono venuto in Italia per questo motivo – ha dichiarato Vosawai a Federugby.it – e tutto quello che sono riuscito a conquistare per me ha avuto un valore enorme. Non ho rimpianti nella mia carriera: so di aver fatto tutto quello che era nelle mie possibilità. L’importante è avere sempre passione e non arrendersi mai: prima o poi i sacrifici vengono ripagati”.
L’esordio con l’Italia è datato 18 agosto 2007 contro il Giappone nel Test Match di preparazione al Mondiale 2007 in Francia che lo ha visto scendere in campo in 3 occasioni: “E’ stata una emozione enorme. Partecipare poi ad un Mondiale con tanti campioni che hanno fatto la storia del rugby italiano è stata una esperienza bellissima. Con la Nazionale avrei voluto giocare qualche partita in più, ma nel mio ruolo avevo la concorrenza uno dei migliori numero 8 al Mondo come Sergio Parisse: è stato comunque un onore poter giocare con un giocatore del suo livello. Direi che posso essere soddisfatto ugualmente del mio percorso azzurro”.
La sua prima ed unica meta con l’Italia è arrivata nel Novembre 2013 nel Test Match contro le Fiji, a Cremona, in una partita dove Campagnaro, Allan e Morisi – quest’ultimo uscito anzitempo per un infortunio – iniziavano a muovere i primi passi in maglia Azzurra: “Ricordo perfettamente tutti gli istanti di quel momento. Il calore delle persone, uno stadio pieno e una giornata bellissima per il nostro sport conclusa con una vittoria”.
Tra i ricordi più belli ed emozionanti della sua carriera, trova spazio un momento recente: “Per la mia prima partita da capitano del Vannes allo stadio c’era anche mio figlio che all’epoca aveva sei mesi. Ho ancora i brividi se penso a quella giornata. E’ stato davvero bello”.
Chiusura sul momento difficile che sta vivendo il Mondo a causa dell’emergenza COVID-19: “E’ un periodo particolare. Come nel rugby, bisogna sostenerci e rispettare le regole fondamentali per ripartire insieme il prima possibile. Sono sicuro che lo Sport possa essere uno dei punti forti su cui puntare per il futuro: tutti avranno voglia di riabbracciarsi e di vivere insieme le emozioni che una partita sa donare”.
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