Pomeriggio di festa alla “Klein Nederburg”, scuola della leggenda Springbok Chester Williams, ma un pensiero per la morte improvvisa del papà di Jack Olivier, mediano di mischia irlandese
Cape Town – Tra le attività collaterali al Mondiale Under 20 sudafricano, World Rugby ha organizzato delle situazioni di “Legacy”, momenti di contatto tra le squadre e la comunità locale in cui il rugby fa da lingua universale, in un’area del Paese – quella del distretto di Cape Town – che letteralmente vive il rugby come elemento identitario, una vera necessità naturale.
Mercoledì 5 luglio, mentre è già cominciato l’avvicinamento al match decisivo con Fiji, una delegazione di giocatori italiani è stata ospite alla “Klein Nederburg” di Paarl, non una scuola qualunque, ma la scuola dove Chester Williams, leggenda del rugby mondiale Campione del Mondo con gli Springboks nel 1995, ha mosso i primi passi verso la sua straordinaria carriera.
Una struttura costruita per 800 studenti che in realtà ne conta 1500, come spiega l’allenatore della selezione scolastica: “Il Governo spinge perché tutti vadano a scuola, anche se sono ancora tanti quelli che non ce la fanno ad affrontare la retta: i numeri parlano chiaro, abbiamo classi con 50 studenti e insegnare non è facile, molti poi non proseguono fino alla fine del ciclo, ma in questo contesto il rugby è fondamentale, uno dei collanti principali di questa scuola e di questa comunità, e l’esempio di Chester Williams è un’eredità che qui è sempre presente”.
Guidato dal delegato FIR Cesare Maia, il gruppo degli Azzurrini era formato da Matteo Bernardinello, Mirko Belloni, Filippo Lavorenti, Matteo Rubinato, Francesco Imberti e Filippo Bozzoni.
Emozionante il saluto iniziale: tutti i giocatori dell’istituto hanno voluto schierarsi di fronte agli ospiti cantando l’inno della scuola, chiedendo poi agli Azzurrini di cantare quello italiano “perché ogni volta che lo fate trasmettete un senso di passione e di amore per il vostro Paese che ci emoziona tanto”.
Il pomeriggio è poi volato tra esercizi, partite di touch rugby e giochi di abilità, chiudendosi con corridoio e cerchio per i ringraziamenti reciproci, con il preside a spendere parole bellissime sul senso della visita per i suoi ragazzi, e la promessa di sostenere l’Italia al prossimo match contro le Fiji, in programma proprio a Paarl.
Prima di rientrare in hotel, spazio ai selfie di rito e un pensiero per il mediano di mischia dell’Irlanda U20 Jack Oliver, il cui papà Greig (ex internazionale scozzese e attualmente nei quadri tecnici della IRFU) è rimasto coinvolto in un incidente mortale mentre si trovava a Cape Town per seguire il torneo del figlio. “Una notizia tremenda, che ci ha colpito duro conoscendo bene il ragazzo e lo staff irlandese”, il commento di Andrea Saccà, Team Manager dell’Italia U20. “A nome di tutti ho subito contattato il loro Team Manager per esprimergli il cordoglio di tutta la nostra delegazione e la particolare vicinanza a Jack in questo momento di profondo dolore”.
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