Marco Crivellaro è stato un punto di riferimento per me ed è stato l’allenatore più importante che ho avuto al Rugby Badia, dall’under 14 fino al primo anno di Seniores. Mi ha aiutata a crescere non solo dal punto di vista rugbistico ma anche come persona: mi ha sempre seguita e ci sentiamo ancora oggi. Pur essendo una persona molto riservata ed introversa non mi hai mai fatto mancare il suo sostegno e il suo affetto, quando ho avuto bisogno di lui, lui c’è sempre stato senza mai esitare un momento – Vittoria Vecchini
Vittoria Vecchini è nata e cresciuta rugbisticamente nel Rugby Badia, un club che da sempre ha fatto del settore giovanile uno dei suoi punti di forza, fin dalla sua nascita nel 1981, tanto che per i primi 9 anni della sua esistenza si è occupato esclusivamente di giovani. Negli anni il Rugby Badia è cresciuto sempre di più, sviluppando un settore giovanile riconosciuto in tutta Italia, dal quale è sbocciata anche l’attuale tallonatrice della Nazionale Italiana di Rugby, cresciuta soprattutto da un tecnico – Marco Crivellaro, che si occupava anche della parte organizzativa – che in quegli anni ha fatto un lavoro importantissimo per il movimento femminile.
“L’incontro con Vittoria Vecchini è avvenuto durante le visite nelle scuole, come per tante altre ragazze e ragazzi. In quegli anni abbiamo lavorato per creare una vera e propria fileira femminile a Badia: fino ai 12 anni ragazze e ragazzi giocavano insieme, poi abbiamo creato l’under 14, l’under 16, l’under 18 fino alle Seniores con dei numeri anche importanti. Alcune di queste ragazze, oltre a Vittoria, giocano in Nazionale o comunque a livelli di Serie A Elite come Emma Stevanin, Natascia Aggio, Mariachiara Benini ed Elettra Costantini che gioca nell’Italia under 20. Un percorso bellissimo che purtroppo si è chiuso a causa del Covid, ma anche se ora non alleno più a causa dei tanti impegni di lavoro spero possa ricominciare presto” racconta Crivellaro. Al momento, la squadra maschile del Borsari Rugby Badia milita in Serie A, girone 3.
“Ho dei bellissimi ricordi di Vittoria. In campo lavorava tanto, si dava da fare, aveva tanta voglia di giocare e di crescere. Fisicamente è sempre stata molto prestante e questo la aiutava, e aveva già delle belle qualità tecniche, ma proprio per questo ho cercato di farla lavorare ancora di più per evitare che si ‘adagiasse’ sull’essere più forte delle altre in quel momento. È cresciuta tantissimo e nel giro di un paio d’anni è diventata davvero brava” racconta Crivellaro: “È importante fare questo tipo di lavoro su ragazze e ragazzi che già a 13-14 anni si presentano con qualcosa in più, far capire loro che non per questo bisogna lavorare meno. E devo dire che lei, come tutte, ha sempre accettato tutti i lavori che le proponevo e che la portavano a crescere ancora di più”.
A Badia, in quegli anni, si era creata una vera e propria famiglia: “Oltre a vederci in campo ho tanti ricordi di lei anche fuori, perché spesso si organizzavano cene ed eventi con le ragazze e i loro genitori, quindi ci siamo sempre divertiti tanto. Scherzavamo, giocavamo, abbiamo fatto anche delle gite tutti insieme proprio per creare quell’ambiente familiare e di comunità che è parte integrante del mondo del rugby. A livello rugbistico a Badia abbiamo sempre cercato di lavorare sulla tecnica di base – passaggio, placcaggio, riposizionamento – e sulla parte atletica: penso sia sempre importante crescere giocatrici e giocatori mobili e in grado di muoversi molto. Inoltre, abbiamo sempre cercato di far passare un messaggio importante: il rugby è uno sport per tutti ed è estremamente formativo dal punto di vista umano, perché insegna a darsi sempre una mano l’una con l’altra, a rispettarsi a prescindere da chi possa essere più o meno brava, a mettersi sempre a disposizione”.
Completa la registrazione