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Italia, Varney tra rugby, il mental coach e i compagni: “Ho superato un periodo difficile, ora sto bene. E vogliamo chiudere alla grande col Cile”

Italia Nazionali News |

Queste Quilter Nations Series hanno visto il ritorno ad alti livelli di Stephen Varney, autore di due ottime partite contro Australia e Sudafrica e vincitore anche del player of the match contro i Wallabies. Dopo una stagione difficile Varney ha ritrovato la forma migliore sia dal punto di vista fisico che mentale, e dopo un ottimo inizio a Exeter si è ripetuto in Nazionale. Contro il Sudafrica resta il rimpianto di non aver ottenuto qualcosa di più, come racconta il numero 9: “Dispiace perché siamo stati dominanti in mischia e in molti aspetti del gioco, e credo che giocare una partita così contro i campioni del mondo debba essere motivo d’orgoglio. Chiaramente rimane un po’ di amaro in bocca per il risultato finale, ma è anche vero che gli Springboks hanno dimostrato perché hanno vinto gli ultimi due Mondiali, giocando una grande partita anche in inferiorità numerica”

Qual è stato il fattore chiave del match secondo te?

“Probabilmente il non aver trasformato in punti i momenti in cui siamo stati dominanti durante la partita, e contro una squadra come il Sudafrica è necessario capitalizzare tutto. Però anche questa è una lezione per il futuro e sicuramente usciamo da questa partita con altre certezze importanti. Ora per completare un bel mese di novembre dobbiamo chiudere bene battendo il Cile: è una squadra coraggiosa e insidiosa, che affronterà questa partita al massimo. Una vittoria ci permetterebbe di chiudere al meglio queste Quilter Nations Series”.

Sei tornato ad alti livelli dopo una stagione complicata: come hai vissuto quel periodo?

“È stato un periodo difficile, nel quale ho cercato di concentrarmi su me stesso. Ho dovuto lasciare Gloucester e poi sono andato in Francia, e probabilmente non ho giocato quanto avrei voluto, ma è anche vero che ogni giocatore ha delle stagioni in cui fa fatica: la cosa importante è continuare a lottare e a impegnarsi per rimanere al top anche quando le cose non vanno come pensiamo. Ho sempre cercato di migliorare e di essere un buon giocatore, anche nei momenti più complicati. Il rugby non è uno sport semplice e ogni anno non è mai uguale ad un altro, una carriera vive di alti e bassi ma anche in questi momenti non ho mai smesso di dare il 100% di me stesso. La cosa importante è dare sempre il massimo nelle cose che possiamo controllare e continuare a migliorare, ed è ciò che ho fatto”.

Hai raccontato di essere seguito da un mental coach: quanto è stato importante in questi anni?

“Se ne parla ancora poco, ma curare l’aspetto mentale per me è molto importante. E ovviamente questo ha dei risvolti anche nel rugby, dove l’approccio mentale e la concentrazione vanno allenati esattamente come ci si allena per fornire una prestazione fisica e tecnica di livello. Ho attraversato periodi difficili, ma li ho superati bene e sono felice di questo. In questo periodo è stato importante anche l’aiuto del gruppo: alla fine si passa molto tempo insieme, e il loro supporto fa la differenza sia quando ti alleni sia durante le partite. È uno sport di squadra: si lavora insieme e si migliora insieme”.

Hai debuttato giovanissimo, nel 2020 (Italia-Scozia in Autumn Nations Cup, a Firenze) a soli 19 anni. Cosa è cambiato in questi 5 anni?

“Debuttare così giovane è fantastico, ma comporta anche delle responsabilità e bisogna imparare a gestire la pressione. Tutto questo comporta delle sfide. In questi 5 anni ho sempre cercato di dare il massimo ogni volta in cui sono stato chiamato dall’Italia, e ovviamente è bello vedere anche come i risultati della squadra siano migliorati. Nel 2020 facevamo molta fatica al Sei Nazioni, e adesso le cose vanno molto meglio: merito di tutto il gruppo per aver lavorato così duramente e per aver avuto sempre una grande voglia di lasciare un segno”.

Cosa ti aspetti nel futuro dall’Italia? E da te?

“Come squadra dobbiamo continuare a migliorare, con l’obiettivo di vincere più partite possibili al Sei Nazioni. Tra due anni ci sarà il Mondiale e speriamo di poter arrivare il più avanti possibile. Personalmente, cerco sempre di concentrarmi sul momento presente e di diventare un giocatore migliore giorno dopo giorno. So che un mio miglioramento – come quello di ogni giocatore – può aiutare anche l’Italia a migliorare”.