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Italia Under 20: una squadra completa e che imparerà dalle sconfitte. L’analisi del Sei Nazioni di categoria

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Il Sei Nazioni Under 20 dell’Italia non si è chiuso nel migliore dei modi, ma la sconfitta contro il Galles non cancella quanto di buono fatto vedere dagli Azzurrini nel corso di tutto il Torneo. Il secondo tempo di Cardiff – nel quale, come ribadito anche da coach Brunello, è mancato il giusto approccio – sarà un importante insegnamento per il futuro: un futuro che però si prospetta roseo, perché l’Italia ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra forte e competitiva e ha battuto la Francia campione del mondo – in trasferta – e ha battagliato alla pari, perdendo di un solo punto, contro l’Irlanda, oltre a ribadire ancora una volta la propria superiorità sulla Scozia, battuta nettamente a Treviso. Il Sei Nazioni Under 20 è stato vinto dall’Inghilterra, con l’Irlanda seconda e la Francia terza. L’Italia ha chiuso al quarto posto con 10 punti (frutto di 2 vittorie e una sconfitta con bonus) davanti al Galles e alla Scozia.

Una squadra completa

Ciò che salta all’occhio è sicuramente l’eterogeneità di questo gruppo. Brunello ha a disposizione una formazione non solo dominante in mischia, come lo è sempre stata negli ultimi anni, ma che può dire la sua anche nel reparto arretrato. Il primo nome è quello di Marco Scalabrin, letteralmente esploso nel match di Cork con l’Irlanda (due mete e un assist per la marcatura di Gritti) e poi trascinatore degli Azzurrini contro la Francia, ma sono tanti i ragazzi che si sono distinti: dal mediano Pucciariello all’estremo Belloni, l’altra ala Elettri e i centri Bozzo, Zanandrea e Fusari. Soprattutto contro Irlanda, Francia e Scozia i trequarti italiani sono stati bravi a capitalizzare il lavoro della mischia, e quando la mediana ha mosso al pallone al largo sono riusciti a portare a casa punti preziosi.

Davanti, anche quest’anno Marcos Gallorini si è imposto come uno dei piloni più promettenti del panorama europeo. Meglio di lui ha fatto solo il pilone sinistro dell’Inghilterra Asher Opoku, l’unico che lo ha messo in difficoltà: va detto, però, che l’inglese vanta già un notevole minutaggio con i Sale Sharks, con i quali ha giocato 10 partite quest’anno tra Premiership, Premiership Rugby Cup e Champions. Per il resto, Gallorini ha messo alla frusta tutti i piloni che si è trovato davanti, compreso il gallese Morse nonostante la sconfitta. Dall’altra parte anche Pisani ha fatto bene, mentre Piero Gritti (che è 2005, e quindi avrà ancora un altro anno di Under 20 a disposizione per crescere ulteriormente) si è già imposto come regista della rimessa laterale e ha fatto grandi miglioramenti nel breakdown. Il capitano Botturi ha confermato quanto fatto vedere già nel 2023, e con il tempo si è “sgrezzato” migliorando la disciplina e la gestione dei palloni in uscita dalla mischia, mentre Bellucci è stato sia il miglior placcatore dell’Italia (67 placcaggi) sia il miglior azzurro nel breakdown con 9 turnover conquistati.

Esame di maturità

A livello tecnico questa Italia c’è, e il Mondiale Under 20 (29 giugno-19 luglio 2024 in Sudafrica) sarà un’importante prova di maturità che aiuterà a capire dove questi ragazzi possono arrivare. Il girone non è per niente facile, con gli Azzurrini che dovranno vedersela con Georgia, Australia e Irlanda per uno o massimo due posti nelle semifinali per il titolo. Si sa, il Mondiale richiede ancora più lucidità e continuità: si giocano 5 partite in 21 giorni, e basta sbagliarne una per vedere compromesso tutto il cammino. Lo scorso anno, gli Azzurrini passarono nel giro di 80 minuti dal sogno della semifinale per il titolo allo spettro dei playout retrocessione, ma nonostante un Mondiale difficile riuscirono comunque a conquistare la grande soddisfazione della prima vittoria contro il Sudafrica. L’obiettivo, ora, sarà dare continuità a quanto fatto vedere nel Sei Nazioni Under 20, migliorandosi sempre di più.