Roma – La delusione per la sconfitta di sabato contro il Galles c’è, ma adesso è il momento di raccogliere tutte le energie e concentrarsi sull’ultima sfida di questo Sei Nazioni 2023, a Edimburgo contro la Scozia. Gli Azzurri, al di là del passo falso dell’Olimpico, hanno dimostrato di avere le carte in regola per giocarsela con tutti, e oggi hanno cominciato il percorso di preparazione alla sfida di Murrayfield, come raccontato Marius Goosen, allenatore della difesa dell’Italrugby.
Goosen, cos’è successo sabato?
“Volendo riassumere: abbiamo preparato bene la partita, abbiamo creato tanto e poi non abbiamo finalizzato. Abbiamo già rivisto il match con i ragazzi, per capire quali sono le cose che possiamo migliorare in vista di sabato prossimo. Certamente ci sono comunque dei segnali molto positivi che questa partita ci lascia: abbiamo fatto 11 linebreak e battuto 38 difensori in 80 minuti, nemmeno la Francia che ha fatto 50 punti a Twickenham ha fatto così tanto. Sono dei dati impressionanti, il problema è che poi non siamo riusciti a finalizzare tutto quello che abbiamo costruito, è questa la differenza che c’è ancora tra le migliori al mondo e noi”.
I problemi di finalizzazione sono stati solo tecnici o ha influito anche la pressione e l’aspetto mentale?
“Sicuramente l’aspetto mentale è stato un fattore. Era la prima partita, dopo la Georgia l’estate scorsa, nella quale eravamo non dico favoriti ma comunque molto vicini sulla carta al nostro avversario. Queste aspettative hanno pesato, ma in primis noi dello staff dobbiamo fare meglio per mettere in condizioni i ragazzi di non sentire questa pressione, perché questa ci sarà sempre: è un test match e giochiamo con le migliori squadre del mondo, per cui bisogna affrontarla come un qualsiasi altro aspetto del gioco”.
Ha citato la Georgia: effettivamente il primo tempo di sabato ha ricordato un po’ quello di Batumi…
“In un certo senso sì, nel senso che in entrambe abbiamo fatto errori che non dovevamo fare, ma dall’altra parte a Batumi non abbiamo creato tutte queste opportunità, proponendo il nostro stile di gioco, e ci è mancata ‘solo’ la finalizzazione. Abbiamo cambiato la mentalità del nostro gioco, ed è una cosa positiva: chiaramente quando si crea così tanto poi bisogna segnare”.
Come stile di gioco, la Scozia è molto più vicina all’Italia: entrambe giocano tanto, anche rischiando…
“Abbiamo visto anche in Scozia-Irlanda la grandissima intensità che c’è stata nel primo tempo. Siamo entrambe squadre alle quali piace muovere la palla, anche prendendosi dei rischi. Io per primo, da allenatore della difesa, sono consapevole che giocare in questo modo porta anche a degli errori, ma anche la Scozia gioca allo stesso modo, quindi possiamo metterli sotto pressione e cercare di forzarli a sbagliare.
Si può dire che vincerà chi farà meno errori?
“Sì, ma speriamo di non farne nessuno” (ride, ndr)
Avete in mente dei cambiamenti in vista della Scozia? Anche in base alle condizioni dei ragazzi
“Intanto vogliamo far recuperare bene i giocatori. Alcuni di loro dopo la partita non si sentono ancora al 100%, del resto siamo all’ultima giornata di un Torneo molto impegnativo durante il quale non abbiamo cambiato tantissimo la formazione, quindi un po’ di stanchezza c’è. Alla fine però parliamo di ragazzi abituati a giocare ogni settimana con le franchigie o in Inghilterra e Francia, quindi sanno affrontare questi ritmi di lavoro e sicuramente saremo pronti per la Scozia, contro la quale schiereremo la miglior formazione possibile”.
Completa la registrazione