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ITALIA, GIACOMO NICOTERA: “VERSO IL MONDIALE DOBBIAMO MIGLIORARE IL PUNTO D’INCONTRO”

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1D3 0548 eff49593-c0cc-4579-94b1-d833b493fc4fRoma – L’esordio Mondiale è sempre più vicino: l’Italia scenderà in campo il 9 settembre contro la Namibia (ore 13, diretta Rai 2 e Sky Sport Uno) e inizierà la sua Rugby World Cup. I segnali arrivati dalla preparazione sono stati ottimi, con un’ultima vittoria contro un avversario ostico contro il Giappone che porterà gli Azzurri ai nastri di partenza con una maggiore consapevolezza dei propri mezzi. Ci sono però ancora degli aspetti da migliorare, come ha spiegato il tallonatore della Nazionale e del Benetton Giacomo Nicotera.

Quali passi in avanti può fare ancora questa Italia rispetto alla partita col Giappone?

“Abbiamo analizzato la partita. Ci sono state tante cose positive e siamo in grande crescita, ma abbiamo notato anche degli aspetti sui quali lavorare. Uno di questi è sicuramente il breakdown: non siamo sempre riusciti ad avere dei palloni veloci, e nonostante questo abbiamo comunque mostrato un buon attacco. Abbiamo una buona struttura che ci ha portati a fare punti, ma limando ancora questi meccanismi e lavorando sul punto d’incontro possiamo essere ancora più pericolosi, sia contro Namibia e Uruguay – che sono tutt’altro che partite scontate – sia contro All Blacks e Francia, in modo da mostrare la versione migliore di noi stessi”.

In particolare, a volte si è notato un po’ di ritardo nei sostegni…

“Esatto, vincere la “gara” del sostegno sarà fondamentale al Mondiale. Non possiamo soltanto andare a ripulire l’avversario nel breakdown, dobbiamo anticiparlo, in questo modo si fa meno fatica e si ottengono palloni più veloci da giocare”.

Come 4 anni fa, l’Italia esordisce contro la Namibia: guardando quella partita avresti mai pensato che al Mondiale successivo ci saresti stato tu?

“No, non lo avrei mai immaginato (ride, ndr). Mia mamma continua a ripetermelo, mi dice ‘avresti mai pensato di essere al Mondiale?’, quindi no, non lo immaginavo proprio”.

Però la tua è stata una grande stagione: quando ti sei reso conto che potevi davvero diventare un giocatore chiave di questa Italia?

“Credo che il mio sia stato un percorso, l’obiettivo è sempre stato quello di avere costanza nelle prestazioni e il miglioramento costante. Se devo identificare un momento, forse lo trovo al termine delle Autumn Nations Series 2022, quelle in cui battemmo Samoa e Australia. Una volta tornati al Benetton, tutti noi nazionali abbiamo fatto una riunione con lo staff, e coach Bortolami mi disse che secondo lui il mio periodo di apprendistato era finito ed ero abbastanza formato, anche se ancora in crescita. Ho capito che le cose iniziavano a farsi serie, che non ero più il permit player arrivato da Rovigo ma che dovevo essere serio, quadrato e assumere un ruolo importante”.

L’Italia inizia con due partite in cui parte favorita, quali sono le incognite di questi incontri? In particolare quello con l’Uruguay

“L’Uruguay è una squadra latina, mette sempre tanta passione e fisicità nel proprio gioco, noi però lavoriamo passo dopo passo e stiamo pensando prima alla Namibia, che non va sottovalutata. Noi dobbiamo crescere sempre di più in modo da arrivare alle partite più dure consapevoli dei nostri mezzi. Certo, l’Uruguay 2 anni fa ci ha messi in difficoltà, ma in questo biennio abbiamo fatto un grande lavoro, cambiando le nostre strutture e modificando il nostro approccio alle partite. In questo senso il segnale più importante arrivato dalla partita col Giappone è stato l’essere sempre in vantaggio e sempre in controllo del match. Abbiamo segnato subito e siamo rimasti davanti: una cosa che non capita spesso, e sarà fondamentale approcciarsi allo stesso modo contro Namibia e Uruguay. Dicono che siamo favoriti, ma poi dobbiamo sempre dimostrarlo in campo”.

Come cambierà invece l’approccio mentale verso le altre 2 partite con Francia e All Blacks, dove invece i favoriti sulla carta saranno loro?

“Noi cerchiamo sempre di lavorare su noi stessi, quindi a livello mentale non cambierà molto, anche perché pur non essendo favoriti non possiamo pensare che nessuno si aspetti nulla da noi. C’è tanta attesa sulle nostre prestazioni e l’unico modo di affrontare queste partite è studiare l’avversario e soprattutto concentrarsi su quello che portiamo in campo, sulla sintonia che c’è tra noi e le tante opzioni che abbiamo in attacco. Inoltre, come detto prima, sarà fondamentale migliorare il breakdown”.