È successo tutto all’improvviso, ma è stato il preludio di un grande ritorno. Dopo tre mesi fuori a causa di un infortunio alla spalla, Simone Ferrari è tornato in campo contro la Francia, giocando un’ottima partita da subentrato, anticipando i tempi rispetto a quanto previsto inizialmente. Per il pilone del Benetton e della Nazionale era stato previsto un percorso di reinserimento più graduale, nell’ottica di ritrovarlo contro Scozia e Galles, ma l’infortunio di Nocera ha cambiato le carte in tavola: “Gonzalo (Quesada, ndr) mi aveva chiamato nella settimana di preparazione al match con la Francia per riavvicinarmi al gruppo e cominciare a lavorare. Quando martedì hanno comunicato la formazione c’era Matteo Nocera, ed eravamo tutti contenti del suo esordio. Purtroppo si è fatto male nell’allenamento del pomeriggio e sono dovuto subentrare. Ovviamente non me l’aspettavo e mi è dispiaciuto per Matteo”.
Com’è stato doversi adattare subito ai nuovi meccanismi di gioco?
“Appena arrivato ho dovuto imparare in fretta tutti i compiti, ma sono stato aiutato molto dallo staff e dai compagni. Sono molto contento di essere tornato nel gruppo. Dopo l’infortunio non speravo di poter rientrare subito, non mi aspettavo di giocare contro la Francia ma è stato bello. Poi questo weekend ho giocato anche a Treviso quindi mi sento ancora più pronto. Sto ancora recuperando la forma, non sono al 100% ma è normale dopo 3 mesi fuori”.
Comunque le prestazioni, sia in Azzurro che in biancoverde, sono state buone per essere al rientro…
“Sì, alla fine nella sfortuna sono stato fortunato, perché l’operazione alla spalla mi ha comunque permesso fin da subito di tornare a lavorare almeno su alcuni aspetti fisici e sulla corsa, quindi dopo un mese dall’infortunio sono comunque tornato a lavorare a Treviso, anche grazie a tutto lo staff che mi ha seguito benissimo. L’obiettivo era quello di ritornare ancora più forte dal punto di vista fisico e abbiamo lavorato tanto per questo. Chiaramente il ritmo partita è sempre diverso dal fitness o dall’allenamento in palestra, e si recupera solo giocando, ma spero di ritrovarlo il prima possibile”.
Contro la Scozia che partita ci aspetta?
“La Scozia è una squadra a cui piace molto attaccare ed è molto brava a farlo. Hanno una rimessa laterale di altissimo livello, un pack molto ruvido che proverà a pestare duro in mischia, oltre a dei giocatori in grado di fare la differenza al piede come Russell. Sarà importante non farci trovare impreparati. Chiaramente davanti si deciderà gran parte del match, ci aspettiamo una mischia molto solida da parte loro e una touche che proverà a contendere i nostri lanci”.
In queste partite l’Italia ha sempre chiuso in crescendo in mischia. Può essere un fattore determinante?
“Ogni tanto si parla di modificare la mischia, ma alla fine è sempre un aspetto molto determinante del gioco. Non siamo sicuramente la mischia più pesante del Torneo, alla Coppa del Mondo eravamo una delle più leggere, ma è importante partire e finire bene ed essere precisi in tutto quello che facciamo. La precisione sarà fondamentale, è un’abitudine che si sviluppa in settimana e con l’allenamento, lavorando insieme e affinando i meccanismi”.
La Scozia ha dei piloni di grande livello. Li state studiando?
“Schoeman e Zander Fagerson sono dei piloni di grande esperienza internazionale, sono giocatori che vanno studiati bene e affrontati in un certo modo. Abbiamo già iniziato a studiarli, in settimana faremo anche delle prove in mischia dove simuleremo quello che potrebbero fare loro, in modo da arrivare pronti a quello che sarà lo scenario lì davanti”.
Completa la registrazione