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IL RUGBY PER L’AUTISMO A SANTA MARIA CAPUA VETERE

Impegno Sociale |

logo CLAN Santa Maria Capua VetereParte nel segno della solidarietà la stagione 2018/2019 per il Rugby CLAN di Santa Maria Capua Vetere: lo scorso 8 settembre lo stadio cittadino “F. Casino” ha aperto i cancelli alle famiglie casertane che hanno aderito al progetto di attività ludico ricreativa motoria riservata a portatori di handicap grave di tipo autistico finalizzata al gioco del rugby.

Condividendo i principi fondanti della palla ovale, a Santa Maria Capua Vetere si è letteralmente giocato di squadra: il club gialloblù, l’ASL Caserta, l’Istituto Comprensivo “Principe di Piemonte – Perla”, l’ente di formazione professionale “Percorsi per Crescere ONLUS” e le associazioni di categoria e di genitori hanno unito gli intenti per dare la possibilità ai giovani portatori di handicap psichici di poter praticare sport, totalmente gratis.

“Trattasi di un progetto pilota di cui il Rugby Clan di Santa Maria Capua Vetere si fa protagonista e portavoce” – illustra il Presidente del Club Giuseppe Casino rivolgendosi ai familiari dei giovani atleti che hanno presenziato alla giornata inaugurale – “La società mette a disposizione in via del tutto gratuita la struttura sportiva e gli allenatori che stanno ultimando il corso specifico richiesto dall’ASL, oltre che ovviamente il supporto necessario per aiutare i vostri figli ad aprirsi a nuove dinamiche, un passo alla volta, proprio per avanzare metro per metro, come sul campo, come nella vita”.

Obiettivo dichiarato dunque per i casertani è l’inclusione: abbattere le barriere dell’autismo proponendo la palla ovale come strumento idoneo nel coinvolgimento di ragazzi e rispettive famiglie. Difatti, grazie anche al supporto fattivo delle “Ladies” del CLAN, quasi la totalità dei genitori ha fatto da subito richiesta di potersi tesserare nel club al fine di poter seguire fattivamente l’iniziativa, il che ha gratificato tutto il sodalizio gialloblù. Non un ruolo passivo dunque, ma una collaborazione in toto da parte delle famiglie, che grazie alla pratica del touch rugby, saggeranno anche loro lo spirito del gioco sul campo.

L’iniziativa dura nel complesso ben 18 mesi: dallo scorso marzo infatti i tecnici della Società casertana hanno frequentato un corso di formazione della ASL locale che li ha abilitati alla mansione specifica di educatori per soggetti dai 10 ai 18 anni. Nelle dodici mensilità restanti, da settembre 2018 fino ad agosto 2019, si svolgerà attività di socializzazione e pratica del rugby almeno una volta a settimana, creando così una programmazione nel tempo che porrà le basi per un progetto dal futuro assicurato.