Questo sarà il primo Sei Nazioni femminile della storia dell’Italia senza Sara Barattin. La mediana di mischia azzurra aveva infatti esordito nel 2005, ben 2 anni prima che le Azzurre entrassero nel Torneo femminile: “Beh, prima o poi dovevo smettere. Non potevo mica andare avanti all’infinito” racconta ridendo Barattin, che ha introdotto i temi portanti del prossimo Sei Nazioni femminile 2024.
Non ti manca un po’ la maglia azzurra?
“Assolutamente sì, credo sia normale. Però era il momento giusto per staccare. Sto comunque continuando a giocare al Villorba, fino a quando mi divertirò continuerò a giocare, poi smetterò del tutto”.
Negli ultimi 2-3 anni hanno esordito tante giovani promettenti? Come vedi questo nuovo ciclo azzurro?
“C’è tanta qualità. Partiamo da Alyssa (D’Incà, ndr), Franceschina (Granzotto, ndr), Vittoria Vecchini, Vittoria Ostuni Minuzzi, ma ce ne sono davvero tante. Speriamo di avere sempre più ragazze di questo livello”.
A ottobre c’è stato un WXV molto particolare, con l’Italia che ha vinto tutte le partite schierando 3 formazioni completamente diverse. È un segnale importante?
“Moltissimo, vuol dire che c’è grande profondità. Coach Raineri secondo me ha fatto benissimo, era il momento giusto per provare e far fare nuove esperienze alle ragazze. Lo ‘zoccolo duro’ del gruppo comunque era presente, ma intorno a questo sta crescendo tanto talento”.
Quali possono essere i margini di miglioramento?
“Negli ultimi anni c’è stata una crescita importante in touche, e in mischia comunque riusciamo sempre a ottenere i nostri possessi, quindi i miglioramenti ci sono già stati. Quello su cui bisogna lavorare tanto è soprattutto il piede, che è sempre stato il nostro problema”.
Tante ragazze questa estate si sono trasferite all’estero. Pensi sia stata la scelta giusta?
“Secondo me sì. Credo sia stata anche una scelta volta a mettersi in gioco a livello rugbistico e umano, per andare fuori dalla propria comfort zone. Il campionato inglese e quello francese poi sono di alto livello, è un modo per aumentare anche il proprio bagaglio tecnico”.
Hai mai pensato di provare un’esperienza all’estero?
“Solo un anno ci ho pensato, ma poi ho cambiato idea e ho deciso di rimanere qui. È stata una scelta di vita”.
Un tuo pronostico su come sarà il Sei Nazioni 2024 dell’Italia femminile?
“La partenza sarà molto dura, l’Inghilterra come sempre è l’avversaria più difficile del Torneo. Con l’Irlanda possiamo giocarcela: vero che hanno il fattore campo dalla loro parte e questo ha sempre inciso molto (l’Italia non ha mai vinto in Irlanda, ndr) ma credo e spero che le ragazze possano far bene. Con la Francia sarà un’altra partita molto difficile, forse quasi impossibile. Dovremo giocarcela contro Scozia e Galles, soprattutto la prima è alla nostra portata. Le gallesi invece stanno crescendo a dismisura, ma noi abbiamo già vinto 2 tante volte in Galles, e possiamo ripeterci”.
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