Dare la possibilità ai compagni di sostenerlo nel momento del bisogno.
E’ quanto fatto da Mattia Napolitano, giovane rugbista che da quest’anno gioca nell’Under 14 del Cernusco Rugby e che fino all’anno scorso giocava nell’Under 12 del Fennec Fox Rugby di Gessate.
Mattia ha il diabete di tipo 1, una patologia cronica che accompagna chi ne soffre per tutta la vita.
Con il diabete di tipo 1 purtroppo non si scherza e bisogna saper riconoscere i segnali che la malattia presenta per evitare conseguenze che, in alcuni casi, possono essere tragiche.
Per questo Mattia ha voluto incontrare i propri compagni di squadra e i loro genitori per raccontare il diabete di tipo 1 e metterli nelle condizioni di poterlo aiutare nel momento in cui dovesse trovarsi in difficoltà.
Ha preparato un power point molto semplice, ma estremamente efficace, e insieme ai propri genitori Stefano Napolitano e Monica Perrello ha radunato la squadra in club house e spiegato nel dettaglio cosa fare nel caso di necessità.
Ha parlato sempre lui e la platea è stata ad ascoltare con attenzione.
Il diabete di tipo 1 è una patologia che si presenta spesso in età infantile, è caratterizzata
dalla presenza di elevati valori di glucosio nel sangue chiamata iperglicemia. Questo avviene perché i propri anticorpi riconoscono come agenti estranei le cellule beta del pancreas che producono insulina.
L’insulina ha il compito di abbassare la glicemia nel sangue e la sua quantità si riduce fino ad azzerarsi: così esordisce il diabete.
La terapia consiste nella misurazione e la somministrazione continua di insulina tramite iniezioni o macchinetta di infusione chiamata Micro infusore.
Per chi è affetto da diabete giovanile, lo sport costituisce uno strumento terapeutico che regola la glicemia e il metabolismo, migliora il benessere psicologico e aumenta la fiducia e il senso di controllo sulla malattia. Certo richiede adattamenti nella terapia e nella dieta, ma questo stimola nel bambino diabetico l’autogestione della glicemia e la collaborazione con il medico e gli educatori.
Mattia con il suo gesto ha rafforzato il senso di squadra e integrazione, trasformando una sfida personale in una opportunità di crescita collettiva.
Per Questo Mattia ha vinto una delle due borse di studio del concorso nazionale “In campo con Fede”, in memoria di Federico Doga, associazione che ha come obiettivo sensibilizzare i giovani sui valori di altruismo e condivisione.
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