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CONFERENZA STAMPA SOCIETA’ PIACENTINE

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Si è svolta oggi (venerdì 3 febbraio) presso la sede dell’Old Rugby Piacenza 1980 una conferenza stampa sui recenti fatti di cronaca inerenti alla cosiddetta “Operazione Flanker”, che ha portato all’arresto di due ex rugbisti per spaccio di droga e ne vede altri undici tra gli indagati. All’incontro, presentato dal presidente degli Old Rugby Vittorio Schiavi hanno partecipato tutti i presidenti delle società rugbistiche piacentine (A.S.D. Rugby Lyons, Piacenza Rugby Club 1947, Gossolengo Rugby), il colonnello dei Carabinieri Edoardo Cappellano e il capitano del Nucleo Investigativo Rocco Papaleo. Assente giustificato il presidente della FIR Giancarlo Dondi, a Parigi per l’incontro d’apertura del Sei Nazioni che vedrà l’Italia affrontare la Francia.

Questo incontro con la stampa è stato necessario per difendere, non solo il movimento rugbistico piacentino, ma in generale il mondo del rugby italiano dall’attacco mediatico subito nelle ultime settimane (proprio quando si avvicinava il debutto del Sei Nazioni allo stadio Olimpico di Roma!). Era indispensabile allontanare lo spettro della droga da una realtà sportiva che tutti sappiamo essere invece pulita e ricca di valori. Il primo a parlare è stato Natalino Fanzola, presidente dei Lyons Piacenza che si è così espresso: «La notizia è stata fornita in modo anomalo, il messaggio trasmesso dai media è che il mondo del rugby sia pieno di drogati, al punto che nei giorni successivi allo scoppio della vicenda sono stato contattato da genitori che mi chiedevano se era il caso di continuare a mandare i loro figli a giocare a rugby».  Dello stesso parere anche il presidente del Piacenza Rugby, Maurizio Capelli: «Non è giusto che passi il messaggio, che si mandano i propri figli a praticare uno sport che avvicina alla droga: il rugby non è questo. Il cattivo comportamento di alcuni individui dediti allo spaccio non deve far colpevolizzare il movimento rugbistico piacentino». Anche Giuseppe Parenti, presidente del Gossolengo Rugby è rimasto sulla stessa lunghezza d’onda: «Questa notizia ha infangato tanti ragazzi e tutto il movimento che resta comunque pulito».

La parola è poi passata al colonnello Cappellano che ha ribadito quanto sia grave e in continuo aumento il problema della droga a Piacenza e in Italia, ma ha poi riabilitato il mondo del rugby affermando che: «Le indagini hanno portato alla luce il coinvolgimento di pochissime persone legate al mondo del rugby. La droga è un fenomeno trasversale che colpisce tutte le categorie». Di grande importanza per il rugby anche le parole del capitano del Nucleo Investigativo Rocco Papaleo, che ha guidato in prima persona l’Operazione Flanker, il quale sottolinea la totale estraneità delle società piacentine, ma invita a tenere gli occhi aperti e a segnalare i comportamenti illeciti. «Ribadiamo che il rugby piacentino è pulito e lo sono anche le società – ha detto Papaleo – ma è necessario segnalare i comportamenti anomali per aiutarci a fare il nostro dovere».

La parte più bella della conferenza stampa è stato senz’altro lo spazio riservato alle numerose domande del pubblico in sala, che hanno dimostrato l’apprezzamento unanime per l’operato dei carabinieri per aver contribuito a rendere ancora migliore il mondo del rugby. Ugualmente unanime è stata la condanna per come è stata gestita la notizia. La connessione rugby-cocaina letta sui giornali infatti non rispecchia la realtà dei fatti, e ha gettato fango gratuito sulle società rugbistiche piacentine e sul mondo del rugby in generale.