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CON LE PILLOLE DE IL MUSEO DEL RUGBY ALLA SCOPERTA DEI CIMELI OVALI

Italia |

 

museo panoramicaIl Museo del Rugby, Fango e Sudore, ci porta alla scoperta di alcuni dei suoi cimeli  proponendo a partire da oggi una rubrica settimanale in versione digitale, disponibile sui canali social della FIR  e del museo (https://www.facebook.com/ilmuseodelrugby/)

Si inizia con la maglia della partita Italia-All Blacks disputata al Meazza nel novembre 2009 – match protagonista sabato scorso del primo appuntamento con le sfide storiche che FIR trametterà nel week-end sulle piattaforme Facebook e Youtube – donata alla Fondazione Il Museo del Rugby, Fango e Sudore da Mirco Bergamasco, allora in campo con la maglia n.11.

Figlio d’arte – il papà Arturo disputò quattro test match con l’Italia tra il ’73 ed il ’78 – fratello di Mauro, 106 caps azzurri tra il ’98 ed il 2015, Mirco ha disputato con la maglia dell’Italrugby 89 incontri ufficiali: il primo nel febbraio 2002 contro la Francia nel Sei Nazioni, l’ultimo dieci anni dopo (novembre 2012) contro l’Australia al Franchi di Firenze. 

Il Museo del Rugby italiano ha la propria sede espositiva ad Artena , borgo medioevale che sorge all’estremità dei Castelli Romani.  All’interno dei 600 mtq di Palazzo Traietti, messo a disposizione dall’Amministrazione comunale, sono contenuti circa quindicimila cimeli: al centro della collezione le oltre milleseicento maglie da rugby provenienti da tutto il mondo che coprono un arco temporale di oltre centro anni.

Nato sotto forma di collezione privata nel 2007 e divenuto Fondazione nel 2012, è uno dei musei più importanti al mondo. Nel 2015 parte della collezione è stata esposta a Twickenham e nel 2019 a Toyota in occasione dei Mondiali disputati rispettivamente in Inghilterra e in Giappone.

Il museo espone temporaneamente lungo tutto lo Stivale: la prima esposizione avvenne proprio in occasione della partita del Meazza visitata allora anche dal mito neozelandese, Jonah Lomu, di cui il museo conserva una maglia. 

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