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Autumn Nations Series: i precedenti tra Italia e Nuova Zelanda
A poco più di un anno di distanza dalla bruciante sconfitta di Lione tornano ad affrontarsi Italia e Nuova Zelanda. Coach Gonzalo Quesada lo ha detto chiaramente: “Non siamo quelli dei 90 punti del Mondiale”, e nella splendida cornice dello Juventus Stadium gli Azzurri faranno di tutto per riscattare quella sconfitta. Insieme all’Inghilterra, gli All Blacks sono l’unica squadra di vertice mai battuta dall’Italia, uno dei pochi tabù rimasti da rompere. I precedenti tra Italia e Nuova Zelanda Italia e Nuova Zelanda si sono incontrate in totale 17 volte, con altrettante vittorie degli All Blacks. La prima sfida ufficiale risale al 28 novembre 1979: a Rovigo, i neozelandesi passarono 18-12 con mete di Mexted e Fraser, due trasformazioni e un calcio di Hewson e un altro penalty di Wilson. Gli Azzurri andarono a segno con Bettarello dalla piazzola e con la meta di Nello Francescato. Si tratta della sconfitta col passivo meno pesante per l’Italia contro i neozelandesi. Nel 1999 invece, arrivò la peggior sconfitta azzurra contro gli All Blacks, che vinsero 101-3 nella partita che chiuse la Coppa del Mondo più difficile della storia italiana. Il computo totale dei punti è di 169 per gli Azzurri contro i 981 della Nuova Zelanda. L’ultima partita è purtroppo il 96-17 di Lione, con gli Azzurri che subiscono il clamoroso uno-due degli All Blacks che nel giro di 2 minuti si portano dal 7-3 al 21-3, chiudendo i giochi già dopo 20 minuti. Per quanto riguarda le Autumn Nations Series, invece, l’ultima sfida risale al 2021: la prima dell’era Crowley, con gli Azzurri in piena ricostruzione bravissimi a tenere gli All Blacks sullo 0-0 per mezz’ora. Col passare del tempo venne fuori la maggiore concretezza dei neozelandesi, che vinsero 47-9, ma il punteggio venne unanimemente giudicato eccessivo per quanto visto in campo. Quella partita fu un primo importante segnale di fiducia che avrebbe portato poi alla costruzione del nuovo ciclo, arrivato fino a qui. Il capolavoro di Fourcade Quelle con gli All Blacks non sempre sono state sfide facili. Anzi, forse è la squadra che gli Azzurri tendono a soffrire di più. Eppure l’Italia ha saputo offrire prestazioni memorabili pur non riuscendo a portare a casa la vittoria. Una di queste risale al Mondiale 1991, quando la giovane Italia di coach Bertrand Fourcade (scomparso la scorsa estate) rispose colpo su colpo a una Nuova Zelanda che pensava di aver già messo la partita in cassaforte dopo un primo tempo chiuso 16-3. Gli Azzurri nella ripresa diedero l’anima, riaprendo la partita con la meta di Marcello Cuttitta e i calci di Diego Dominguez. Hewett prova a chiudere definitivamente i giochi, ma Bonomi rimette ancora il punteggio in discussione. Di fatto, gli All Blacks non sono sicuri di vincere fino all’80’, quando l’arbitro fischia per il 31-21 finale. Quella partita, nonostante la sconfitta, servì a gettare le basi di quello che sarebbe stato il grande ciclo dell’Italia negli anni ’90, fino alla conquista di un posto nel nuovo Sei Nazioni a partire dal 2000. La bolgia di San Siro C’è un’altra partita che più delle altre è rimasto nell’immaginario collettivo: è quella del 2009, quando in un San Siro strapieno gli All Blacks fecero una fatica incredibile per avere ragione degli Azzurri. L’Italia, guidata in panchina da Nick Mallett, passò in vantaggio con il piede di Gower e mise in croce la mischia neozelandese. Col passare dei minuti gli All Blacks riuscirono a ribaltare la partita, ma senza mai prendere il largo, e nel finale furono messi alle strette dal pacchetto azzurro. Il video di quell’assalto è diventato ormai un “cult” anche sul web: 10 minuti in cui gli All Blacks sono costretti a difendere coi denti e con le unghie contro un’Italia che forse avrebbe meritato di ottenere di più della semplice gloria. Finì 20-6, con qualche rimpianto per l’Italia e gli applausi di un San Siro in estasi.
Italia | 22/11/2024
Il ritorno di Capuozzo, l’occasione di Zuliani: l’analisi delle formazioni di Italia-All Blacks
Allo Juventus Stadium di Torino si disputa l’ultima sfida delle Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series. Italia-All Blacks sarà la partita delle occasioni: da una parte c’è Manuel Zuliani, 26 caps in maglia azzurra ma solo 6 di questi da titolare. Spesso decisivo dalla panchina, il flanker del Benetton ha una grande opportunità di farsi valere dall’inizio, dopo aver giocato – di fatto – tutta la partita con la Georgia, essendo subentrato dopo 2 minuti all’infortunato Lamaro. Il compito sarà arduo: non far rimpiangere il capitano azzurro. Dall’altra parte c’è Anton Lienert-Brown: 29 anni e grandissima esperienza internazionale con 83 presenze, ma solo in 42 casi è partito titolare. Da sempre “riserva” di lusso, il centro neozelandese è sempre stato in lista gara in questa stagione, a partire dai test di luglio, ma solo 2 volte è partito titolare: questa sarà la terza. Entrambi sono quindi due elementi fondamentali delle loro formazioni, ma spesso sono partiti dalla panchina e hanno una grande occasione. Italia-All Blacks sarà anche l’ultima partita in maglia nera di Sam Cane e TJ Perenara. Il ritorno di Capuozzo A proposito di occasioni, Gonzalo Quesada recupera Ange Capuozzo dopo il colpo alla testa che lo ha tenuto fuori contro la Georgia e che gli ha fatto disputare solo 7 minuti con l’Argentina. Il suo ritorno, nella partita più difficile, sarà fondamentale soprattutto per aiutare l’Italia a rendersi più pericolosa in attacco. Gli All Blacks di Robertson stanno sviluppando uno stile di gioco molto preciso: calciare verso la profondità per poter innescare una lunga battaglia al piede e poi attaccare da qualsiasi posizione. Di conseguenza, è presumibile che gli Azzurri non abbiano tantissimi possessi a disposizione, e quindi sarà importante sfruttarli tutti. Fondamentale in questo senso anche il dinamismo di Ross Vintcent – tra i migliori con la Georgia – e la capacità di Ioane e Trulla di attaccare gli spazi. Italia e All Blacks in questo aspetto sono simili: infatti, statistiche alla mano, sono le due squadre che tengono di più il pallone in attacco. La scorsa settimana sono state le formazioni che hanno avuto più possessi con oltre 10 passaggi: 8 per gli Azzurri e 11 per i neozelandesi. Le scelte di Quesada e Robertson Rispetto al match con la Georgia, Gonzalo Quesada opera 6 cambi. Uno obbligato – Zuliani per Lamaro – mentre Capuozzo rileva la posizione di Gallagher, Page-Relo torna dall’inizio al posto di Alessandro Garbisi così come Ruzza prende il posto di Niccolò Cannone, mentre viene confermato Dino Lamb. Davanti tocca a Riccioni al posto di Ferrari e a Lucchesi al posto di Nicotera, confermato Danilo Fischetti. Dall’altra parte Scott Robertson è stato molto chiaro: “Abbiamo grande rispetto dell’Italia, per questo abbiamo scelto la miglior formazione possibile”. Infatti, dei 5 cambi operati 3 sono obbligati (De Groot per Williams, Lienert-Brown per Jordie Barrett e Cane per Finau) e 2 sono scelte tecniche, con l’elettrico Tele’a preferito al più fisico Sevu Reece e Tuipulotu che dopo delle ottime prove da subentrato ha una bella occasione al posto di Tupou Vaa’i. Le fasi statiche Nella sconfitta contro la Francia ma mischia degli All Blacks ha funzionato a fasi alterne, ma ha anche dovuto affrontare un pacchetto pesantissimo (957 kg) come quello schierato dai Bleus. Fischetti e Riccioni saranno quindi chiamati a un grandissimo lavoro per contrastare la spinta di De Groot e Lomax. Per quanto riguarda la rimessa laterale la soluzione scelta da Quesada con due saltatori puri in seconda linea – Ruzza e Lamb – può essere molto interessante, sia per avere palloni di qualità ogni volta che si presenterà l’opportunità di giocare in attacco, sia per provare a sporcare i possessi degli All Blacks e impedire loro di accelerare. Le formazioni di Italia-Nuova Zelanda Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Jacopo Trulla, 13 Juan Ignacio Brex (capitano), 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Martin Page-Relo, 8 Ross Vintcent, 7 Manuel Zuliani, 6 Sebastian Negri, 5 Dino Lamb, 4 Federico Ruzza, 3 Marco Riccioni, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Danilo Fischetti A disposizione: 16 Giacomo Nicotera, 17 Mirco Spagnolo, 18 Simone Ferrari, 19 Niccolò Cannone, 20 Alessandro Izekor, 21 Alessandro Garbisi, 22 Leonardo Marin, 23 Marco Zanon Nuova Zelanda: 15 Will Jordan, 14 Mark Tele’a, 13 Rieko Ioane, 12 Anton Lienert-Brown, 11 Caleb Clarke, 10 Beauden Barrett, 9 Cam Roigard, 8 Ardie Savea, 7 Sam Cane, 6 Wallace Sititi, 5 Patrick Tuipulotu, 4 Scott Barrett (capitano), 3 Tyrel Lomax, 2 Codie Taylor, 1 Ethan de Groot A disposizione: 16 Asafo Aumua, 17 Ofa Tu’ungafasi, 18 Fletcher Newell, 19. Tupou Vaa’i, 20 Peter Lakai, 21 TJ Perenara, 22 David Havili, 23 Damian McKenzie
Italia | 22/11/2024
Quesada verso la Nuova Zelanda: “Mostriamo la miglior versione di noi stessi”
Torino – “Con questa partita finisce il mio primo anno alla guida dell’Italia – ha dichiarato Gonzalo Quesada – quindi è solo l’inizio di questo ciclo. Il Mondiale è servito tanto per la crescita di questa squadra, credo che oggi sia una formazione molto più consapevole. Anche se la partita con l’Argentina non è stata quella che volevamo siamo una squadra che sa uscire dal proprio campo, sa mettere pressione, sa difendere e sa adattarsi alle caratteristiche dell’avversario. So che questa squadra sarà sempre più difficile da battere. Questo è quello che posso dire” “La Nuova Zelanda, dopo aver avuto un Rugby Championship non perfetto e in cui è stata molto criticata, in questo novembre ha fatto molto bene. Secondo me meritavano di vincere anche con la Francia. Sono tornati ad essere gli All Blacks di sempre. Sicuramente ci rispettano, si vede dalla formazione che hanno messo. Hanno preso un charter specifico per venire subito a Torino e potersi allenare bene. Per competere dovremo fare la nostra miglior partita degli ultimi anni” Su Michele Lamaro ha dichiarato: “È il capitano da tanti anni e ha giocato tutte le partite importanti, non ricordo una partita sbagliata da lui. Ma come ogni volta in cui abbiamo infortuni – e in queste settimane sono tanti – è sempre un’opportunità per allargare il gruppo dei leader. Duro perdere Mitch, ma la squadra sarà di livello lo stesso “Voglio tanti dettagli e do loro tante informazioni, ma serve per avere tutte le armi a disposizione per competere. Ci serve tempo, a volte facciamo delle cose molto belle: nel Sei Nazioni contro il Galles abbiamo giocato 70 minuti davvero belli da vedere, ma serve tanto lavoro per farlo con continuità. L’obiettivo è affrontare questa squadra gigantesca con umiltà e fierezza e mostrare la miglior versione di noi stessi per rendere fieri i tifosi” ha concluso Quesada.
Italia | 21/11/2024
La Nazionale Italiana di Rugby in visita l’Istituto di Candiolo – IRCCS a sostegno della campagna “Life is BLU”
Una delegazione di giocatori della Nazionale Italiana di Rugby ha visitato l'Istituto di Candiolo – IRCCS per sostenere la cura e la ricerca contro i tumori maschili e per sensibilizzare sull'importanza della prevenzione oncologica, accompagnata dal Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Allegra Agnelli. A due giorni dalla sfida attesissima contro gli All Blacks, in programma sabato 23 novembre all’Allianz Stadium di Torino, una delegazione della Nazionale Italiana di Rugby ha visitato l'Istituto di Candiolo – IRCCS. Accompagnati dal Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Allegra Agnelli, i giocatori hanno esplorato gli spazi dove medici e ricercatori si impegnano quotidianamente nelle attività di cura e ricerca sul cancro. La visita si inserisce nell'ambito della collaborazione tra la Federazione Italiana Rugby (FIR) e la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, volta a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla prevenzione, la ricerca e la cura dei tumori maschili. Durante il mese di novembre, in concomitanza con le Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series, gli Azzurri sono stati protagonisti della campagna della Fondazione “Life is Blu”, attraverso una serie di attività a sostegno dell’iniziativa. Allegra Agnelli ha dichiarato: "Siamo onorati di accogliere la Nazionale Italiana di Rugby nel nostro Istituto. La loro visita rappresenta un importante segnale di vicinanza e supporto alla nostra missione. La collaborazione con la FIR è un esempio virtuoso di come sport e ricerca possano unirsi per promuovere la prevenzione e sostenere la lotta contro il cancro."Vittorio Musso, Consigliere Federale FIR, ha guidato la delegazione azzurra in rappresentanza del Presidente Duodo: “La Federazione Italiana Rugby è impegnata a contribuire attivamente al miglioramento della società e siamo orgogliosi di affiancare la Fondazione nella campagna di sensibilizzazione per la prevenzione dei tumori maschili Life is BLU. L’Istituto di Candiolo è un’eccellenza nazionale ed è stato un privilegio poterlo visitare e andare alla scoperta di una struttura che da lustro al nostro Paese“. I giocatori, particolarmente colpiti dall’eccellenza delle strutture e dall’impegno di medici e ricercatori, hanno confermato la volontà di proseguire il sostegno alla Fondazione, ribadendo l’importanza di fare squadra anche fuori dal campo per obiettivi cruciali come la prevenzione e la salute. Inoltre, la Fondazione, in collaborazione con la Federazione Italiana Rugby, offre a tutti coloro che hanno acquistato il biglietto della partita la possibilità di effettuare una visita di prevenzione gratuita dedicata ai tumori maschili. Le visite si terranno presso l'Istituto di Candiolo – IRCCS nelle giornate del 28-29 novembre, 5-6 dicembre e 12-13 dicembre. Per prenotare la visita clicca QUI
Impegno Sociale | 21/11/2024
Italrugby, il XV per la sfida alla Nuova Zelanda
Tornano Capuozzo e Ruzza. Brex capitano degli Azzurri Torino – Gonzalo Quesada, Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Rugby Maschile, ha ufficializzato la formazione che affronterà la Nuova Zelanda sabato 23 novembre alle 21.10 all’Allianz Stadium di Torino, terzo ed ultimo Test Match per gli Azzurri nelle Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series. La partita sarà trasmessa in diretta su Sky Sport 1 e in chiaro su TV8. Sarà il diciottesimo scontro diretto tra le due squadre, il decimo in Italia e il primo a Torino che , per l’occasione, vedrà sul rugby debuttare nello stadio della Juventus, aperto per la prima volta ad un evento extracalcistico.I diciassette precedenti sono tutti a favore dei tre volte Campioni del Mondo, attualmente al terzo posto nel ranking dopo la sconfitta di misura subita sabato scorso a Parigi contro la Francia. L’Italia si presenta all'ultima sfida del proprio autunno internazionale dopo il successo in rimonta centrato a Genova domenica contro la Georgia, il quinto in dieci test-match sotto la guida di Gonzalo Quesada che, al momento, vanta sulla panchina azzurra uno score di cinque vittorie, un pareggio e quattro sconfitte.Per il test-match con il XV neozelandese il CT argentino dell’Italia apporta sei cambi rispetto alla formazione vista dal primo minuto al “Ferraris”, riproponendo nella lista gara quattordici reduci dell’’ultimo scontro diretto vinto dagli All Blacks lo scorso autunno a Lione nel terzo incontro della fase a gironi della Rugby World Cup “Francia 2023”. Capuozzo, completato il protocollo di rientro in campo, torna titolare nel ruolo di estremo sostituendo Gallagher nel triangolo allargato dove trovano conferma all’’ala Trulla e Ioane. Invariata la coppa di centri maggiormente utilizzata da Quesada durante la propria gestione, con Menoncello a primo centro e Brex che, in maglia numero tredici, viene investito per la prima volta dei gradi di Capitano dell’Italia - rilevati a gara iniziata in tre precedenti - sostituendo l’infortunato Lamaro.In mediana si rivede la coppia titolare del test-match inaugurale d’autunno a Udine contro l’Argentina, con Paolo Garbisi che a soli 24 anni scende in campo per la quarantaduesima volta con la maglia numero dieci di apertura, affiancato in regia da Martin Page-Relo.In terza linea scenderanno in campo Vintcent, Zuliani e Negri mentre in seconda linea, insieme al Player of the Match di Genova Dino Lamb, rientra Ruzza costretto a saltare per un lieve problema fisico la sfida ai georgiani.Quesada cambia, infine, due terzi della prima linea, confermando il solo Fischetti sul lato sinistro dal primo minuto e riproponendo a destra Riccioni e Lucchesi come tallonatore titolare.In panchina cinque avanti - Nicotera, Spagnolo, Ferrari, Niccolò Cannone e Izekor, quest’ultimo per la prima volta a lista gara nella finestra internazionale di novembre - ed i trequarti Alessandro Garbisi, Marin e Zanon a completare la squadra azzurra.Direzione di gara affidata al francese Pierre Brousset, che arbitra l’Italia per la seconda volta in carriera dopo averla diretta all’Aviva Stadium di Dublino contro l’Irlanda nella seconda giornata del Guinness Sei Nazioni 2024. Questa la formazione dell’Italia: 15 Ange CAPUOZZO (Stade Toulousain, 22 caps)14 Jacopo TRULLA (Zebre Parma, 11 caps)13 Juan Ignacio BREX (Benetton Rugby, 40 caps) – capitano12 Tommaso MENONCELLO (Benetton Rugby, 22 caps)11 Monty IOANE (Lione 34 caps)10 Paolo GARBISI (Toulon RC, 41 caps)9 Martin PAGE-RELO (Lione, 12 caps)8 Ross VINTCENT (Exeter Chiefs, 8 caps)7 Manuel ZULIANI (Benetton Rugby, 26 caps)6 Sebastian NEGRI (Benetton Rugby, 57 caps)5 Dino LAMB (Harlequins, 8 caps)4 Federico RUZZA (Benetton Rugby, 58 caps)3 Marco RICCIONI (Saracens, 29 caps)2 Gianmarco LUCCHESI (Toulon RC, 27 caps)1 Danilo FISCHETTI (Zebre Parma, 46 caps) A disposizione16 Giacomo NICOTERA (Stade Francais, 27 caps)17 Mirco SPAGNOLO (Benetton Rugby, 10 caps)18 Simone FERRARI (Benetton Rugby, 58 caps)19 Niccolò CANNONE (Benetton Rugby, 46 caps)20 Alessandro IZEKOR (Benetton Rugby, 5 caps)21 Alessandro GARBISI (Benetton Rugby, 12 caps)22 Leonardo MARIN (Benetton Rugby, 12 caps)23 Marco ZANON (Benetton Rugby, 16 caps)
Italia | 21/11/2024
Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series, la formazione degli All Blacks per il test di Torino con l’Italia
Scott Robertson ha scelto i 23 All Blacks che sabato alle 21.10 affronteranno all'Allianz Stadium di Torino gli Azzurri, nell'incontro che conclude per entrambe la finestra dei test match autunnali. Il tour europeo della nazionale campione del mondo 1987, 2011 e 2015 ha portato finora due vittorie e una sconfitta negli incontri con Inghilterra, Irlanda e Francia. L'Italia invece, nel corso delle Vittoria Assicurazioni Autumn Nations Series hanno fin qui ottenuto una sconfitta con l'Argentina al Bluenergy Stadium di Udine e una vittoria con la Georgia allo Stadio Luigi Ferraris di Genova. Per la partita di Torino, primo evento non calcistico a disputarsi nello stadio che è la casa della Juventus, la Nuova Zelanda punta su una formazione d'esperienza, al netto dell'inserimento in terza linea di Wallace Sititi, candidato per il premio Breakthrough Player of the Year ai World Rugby Awards. Il capitano di giornata sarà Scott Barrett, con Ardie Savea e Codie Taylor come vice di una squadra che mette in campo, tra gli altri, anche Beauden Barrett, Caleb Clarke, Rieko Ioane, Mark Tele'a, Will Jordan. Italia v Nuova Zelanda sarà arbitrata dal francese Pierre Brousset, con Nika Amashukeli e Ludovic Cayre come assistenti e Tual Trainini al TMO. La formazione degli All Blacks per Italia v Nuova Zelanda15. Will Jordan14. Mark Tele'a13. Rieko Ioane12. Anton Lienert-Brown11. Caleb Clarke10. Beauden Barrett9. Cam Roigard8. Ardie Savea7. Sam Cane6. Wallace Sititi5. Patrick Tuipulotu4. Scott Barrett (Capitano)3. Tyrel Lomax2. Codie Taylor1. Ethan de Groot A disposizione: 16: Asafo Aumua17: Ofa Tu'ungafasi18: Fletcher Newell19: Tupou Vaa'i20: Peter Lakai21: TJ Perenara22: David Havili23: Damian Mckenzie Head Coach: Scott Robertson
Nazionali | 21/11/2024
Guido Feletti coordinatore dei Comitati Regionali e dei rapporti con i Club
Il Consiglio Federale della FIR ha conferito a Guido Feletti, nel corso della riunione svoltasi a Genova sabato 16 novembre, il ruolo di Coordinatore dei Comitati Regionali e dei rapporti con i Club. Dirigente sportivo di lungo corso, per vent’anni Presidente della Ruggers Tarvisium, Feletti ha ricoperto ruoli apicali in molteplici aziende, tra le quali anche Benetton Group, prima di dedicarsi alla libera professione ed allo sviluppo del Club trevigiano, al quale ha legato quasi interamente il proprio percorso sportivo.Del Tarvisum, Feletti è stato Capitano nelle giovanili e Campione d’Italia U19 indossando anche la maglia azzurra nella stessa categoria, conquistando poi uno scudetto Seniores con la maglia della Benetton Rugby.Rientrato al Tarvisium nel 1985 dopo una breve parentesi al Villorba, ha concluso la carriera agonistica nel 1989, ricoprendo il ruolo di vicepresidente per cinque anni e di Presidente per venti, dal 1998 al 2018, e mantenendo incarichi di Segretario e Tesoriere del Club dopo aver lasciato la guida della società.“Guido appartiene al movimento, ne è un profondo conoscitore e potrà essere un punto di riferimento importante per i Club, agevolando la comunicazione tra la Federazione ed il territorio.Al tempo stesso, è stato dirigente in aziende di rilievo e avrà un ruolo essenziale nel processo di ristrutturazione e professionalizzazione dei Comitati Regionali, uno degli obiettivi che come Consiglio abbiamo posto alle fondamenta del nostro progetto” ha detto il Presidente federale, Andrea Duodo.“Ringrazio il Presidente ed il Consiglio per la fiducia accordata” ha commentato Feletti “e sono felice di poter mettere la mia esperienza al servizio del movimento e di tutto il territorio. Il rugby mi ha regalato moltissimo, sia in campo che nella mia carriera professionale: sono felice di poter restituire una parte di quanto ho ricevuto, mettendomi a disposizione delle Società e di tutta l’attività delle Regioni, favorendo il dialogo tra tutte le componenti del nostro rugby”.
News | 20/11/2024
Italia U19, sabato a Parabiago match con la Francia, 25 i convocati dal responsabile tecnico Alessandro Castagna
Roma – La selezione italiana Under 19 è in raduno da 48 ore in vista del match amichevole di sabato 23 novembre, quando con kick-off fissato alle 14:30 sul terreno del Red&Blue Stadium di Parabiago il XV degli Azzurrini affronterà i pari età della Francia. Lo staff tecnico coordinato dal responsabile Alessandro Castagna ha convocato 25 giocatori classe 2006 per la settimana di lavoro cominciata con il ritrovo di lunedì 18 novembre presso l’Hotel Villa Ducale di Parma, in un programma molto fitto che prevede sedute mattutine e pomeridiane fino alla mattinata di giovedì 21 ospiti del Rugby Parma, quindi nel pomeriggio il trasferimento nella località lombarda (Hotel Poli) con un primo assaggio delle strutture del Club milanese. Venerdì giornata dedicata al Captain’s Run, quindi sabato il match, con fine raduno nella prima mattinata di domenica. Lo staff, che si compone anche di Gigi Ferrario e Corrado Pilat, ha selezionato il seguente gruppo di 25 atleti: Parma/Parabiago, 18 - 24 novembre 2024 | raduno Italia U19BAAS Christopher (2006, Rugby Lyons) BINELLI Andrea (2006, Verona Rugby)BOCCATO Gioele (2006, Verona Rugby)BRASINI Christian (2006, Livorno Rugby)BUCCI Riccardo (2006, La Rugby L'aquila 2021)CASARIN Riccardo (2006, Amatori&Union Rugby Milano)CELI Pietro (2006, Livorno Rugby)COLUZZI Daniele, 2006 Colleferro Rugby 1965)DENE Inza (2006, Piacenza Rugby Club) FARDIN Simone (2006, Rugby Casale)FASTI Roberto (2006, Rugby Casale)GIAGNONI Filippo (2006, Cavalieri Union R. Prato Sesto)GRASSI Federico Esteban (2006, Rugby Parabiago)KURTI Thomas (2006, Valorugby Emilia Ssd)MASCETTI Tomas (2006, Fano Rugby)MEROI Erik (2006, Mogliano Veneto Rugby)MILAN Matteo (2006, Rugby Rovigo Delta)MIRANDA Antony Italo (2006, Rugby Paese) MORETTI Gabriele (2006, Unione Rugby Capitolina)NOVENTA Matteo Giorgio (2006, Rugby Casale)RAVANELLI Marco (2006, Rugby Casale)REINA Antonio (2006, Cus Milano Rugby)RODA Tommaso (2006, Piacenza Rugby Club)SALMASO Lorenzo (2006, Rugby San Donà)TEODOSIO Alessandro (2006, Fiamme Oro Rugby) Staff Nazionale U19 2024-2025Head Coach: Alessandro CASTAGNAAssistant Coach: Gigi FERRARO, Corrado PILATTeam Manager: Claudio APPIANI Assistant Manager: Sebastiano SARAPreparatore Fisico: Maicol MACCAGNANIMedico: Matteo TAROCCHIFisioterapisti: Giorgio GABRIELLI, Fabrizio BERARDIVideo Analyst: Luca LATTANZI
Italia U19 | 20/11/2024
Sergio Parisse – da 8 a ∞
Sergio Parisse nella Hall of Fame, la sala della fama, la casa della gloria. E’ il primo italiano ad avere accesso alla confraternita che comprende eroi e centauri, profeti e bucanieri. Sergio è come un vestito tagliato da un bravo sarto, uscito da Savile Row si diceva una volta pensando a quella stradina londinese meta dei vecchi gentlemen: più va avanti il tempo, meglio lo si indossa. E lui lo ha sempre indossato con disinvoltura, onestà, trasparenza, rigore, calore, passione nel ruolo che gli è spettato, capitano coraggioso e responsabile che ha sempre preferito non nascondere le difficoltà dietro cortine di parole vuote, che non ha saputo mimetizzare le rare gioie – e per questo, violente, quasi telluriche – che sono piovute addosso a lui a quelli che gli sono stati attorno. I suoi uomini. Per anni Parisse è stato giudicato un buon talento e, dialetticamente, uno non sensazionale. Dipende dal fatto che sul palcoscenico è arrivato molto giovane, un ragazzo o poco più: a Canberra, nel 2003, aveva vent’anni e si era fatto tagliare i capelli con strane volute che potevano ricordare l’arte aborigena. Un bel giovane che, non avesse avuto un incontro fatale con il rugby, avrebbe avuto una carriera assicurata nel cinema: gladiatore, eroe mitologico. Il ruolo di Ercole (impegnato in innumerevoli fatiche) ha finito per interpretarlo sul campo, a Treviso, a Parigi a Tolone e 142 volte con l’azzurro addosso, unendo forza a sagacia a numeri di alta scuola che uno può non aspettarsi da chi fa parte di quella spina dorsale che è la terza linea. Sergio riciclava la palla come sapeva fare Sonny Bill Williams, sapeva usare le mani come una ricamatrice, inventava discese sull’ala, improvvisava un fulmineo passaggio dietro la schiena (la Parissina) come certi australiani bizzarri e balzani, conosceva persino l’arte del drop, il gesto più calligrafico consentito dal gioco e concesso un paio di volte anche in azzurro: una volta gli è andata bene, una male, contro la Francia. Parigi val bene un drop se può essere decisivo, disegnare una svolta. Bello e buono, dicevano i greci di fronte a chi avesse raggiunto l’equilibrio delle doti morali. Ma spesso questo vasto repertorio ha finito per attirargli contro gli strali di una critica superficiale, non lontana dal confine dell’ingratitudine: “Ma cosa crede di fare? ma chi crede di essere?”. Non è mai stato il tipo del San Sebastiano e così non ha mai dato molto peso alle frecce che gli venivano scagliate contro. Primo, perché conosce il suo valore e sa che i lunghi anni francesi sono diventati un corso di perfezionamento che lo hanno portato alla laurea, al master, alla libera docenza, e che lo hanno messo a nudo, e non solo per i calendari dello Stade Francais che facevano rumore. Mario Del Monaco, uno che di acuti se ne intendeva, un giorno disse: “Quando uno arriva troppo in alto, può cominciare ad essere antipatico”. Lui no. In questi di anni di pellegrinaggi, di facili esaltazioni, di delusioni profonde, di sprofondi, di difficili risalite, non tutti hanno colto che Parisse continuava a progredire, a guadagnare posizioni impensabili. Qualche anno fa, alla vigilia di un 6 Nazioni, gli esperti del Guardian hanno votato i venti più grandi giocatori nella storia del Torneo. Sergio è finito quarto, dietro Brian O’Driscoll, Martin Johnson e Paul O’Connell, davanti a Jonny Wilkinson, agli altri inglesi del 2003, ai migliori gallesi, francesi e scozzesi espressi dal nuovo formato del Championship. La collocazione aprì un dibattito: esiste una nazionale del globo che potrebbe fare a meno di lui? Risposta: nessuna. Qualche problemino con gli All Blacks, ma risolvibile. Si è sempre detto che una delle doti di un capitano sia anche la capacità oratoria. Martin Johnson non era un condottiero che ogni volta inventava un discorso buono per il giorno dei santi Crispino e Crispiano e si limitava a un eloquente “diamogli sotto”. Quando concedeva la sua presenza meno di 24 ore prima del calcio d’inizio, Sergio non dispiegava teli mimetici su quanto avrebbe detto– a una squadra che sapeva di dover sempre affrontare flutti più o meno irati, mai navigazioni su mari calmi. Lui sapeva tenere saldo il timone e all’occorrenza, manovrare le vele. Benvenuto tra gli eletti.
News | 20/11/2024
Sergio Parisse è il primo italiano nella Hall of Fame di World Rugby
Duodo: “Carriera stellare, ha mostrato il volto migliore del rugby italiano”“Dedicato a tutte le rugbiste ed i rugbisti italiani, è stato un viaggio straordinario" Sergio Parisse, 142 caps con la maglia della Nazionale Italiana Rugby, l’atleta più presente e celebrato della storia del rugby tricolore, novantaquattro volte Capitano dell’Italia, è il primo Azzurro ad entrare a far parte della Hall of Fame di World Rugby.La Federazione internazionale ha ufficialmente indotto l’indimenticabile capitano della Nazionale, insieme ad altri due atleti e altrettante atlete, nel panel di coloro che - giocatori, allenatori, dirigenti, arbitri o istituzioni - hanno contribuito in modo eccezionale alla storia e allo sviluppo del Gioco. https://youtu.be/jZZOAU4ntjY?si=1iT8B_nQwId9vrdW Parisse, che dopo il ritiro dal rugby giocato nell’estate del 2023 ha intrapreso la carriera di allenatore con il Toulon RC, il Club dove ha concluso la propria leggendaria carriera, entrerà ufficialmente a far parte della ristrettissima cerchia di leggende del Gioco il prossimo 24 novembre a Montecarlo, in occasione della cerimonia annuale dei World Rugby Awards.L’ex numero otto e capitano degli Azzurri ha debuttato con l’Italia nel 2002 ad Hamilton contro la Nuova Zelanda, chiudendo la carriera internazionale diciassette anni più tardi contro il Sudafrica, in occasione della Rugby World Cup giapponese del 2019, attraversando il cammino di cinque Commissari Tecnici: John Kirwan, che lo lanciò appena maggiorenne, Pierre Berbizier, Nick Mallett che gli conferì i gradi di Capitano e poi Jacques Brunel e Conor O’Shea.Insieme a Parisse, che con le sue 142 apparizioni è il quarto giocatore più presente di tutti i tempi sulla scena dei test-match, verranno indotti nella Hall of Fame internazionale la campionessa olimpica australiana Emilee Barton-Cherry, la scozzese Donna Kennedy - prima atleta scozzese assoluta a raggiungere i 100 caps con la maglia blu scuro - l’ex Capitano della Nuova Zelanda 7s DJ Forbes e Chris Laidlaw, 20 volte in campo con gli All Blacks tra il 1963 e il 1970 prima di intraprendere la carriera politica come membro del parlamento neozelandese.Andrea Duodo, Presidente della Federazione Italiana Rugby, ha voluto rendere omaggio a Sergio Parisse in vista della cerimonia degli Awards del fine settimana: “Conosco Sergio sin dal suo arrivo, giovanissimo, alla Benetton Rugby. Come amico, come Presidente della Federazione e come membro del Consiglio World Rugby considero un privilegio poter celebrare il suo ingresso nella Hall of Fame, il giusto riconoscimento a una carriera agonistica che non si può fare a meno che definire stellare. Sergio ha dato lustro al rugby italiano nel mondo, è stato e continua ad essere ancora oggi un magnifico ambasciatore. Con il suo talento ed il suo carisma ha contribuito, insieme a una generazione di atleti straordinaria, a mostrare per anni il volto migliore del rugby italiano. La Hall of Fame del rugby apre per la prima volta le proprie porte a un atleta italiano, altre e altri lo seguiranno negli anni a venire ma, ancora una volta, Parisse è stato un fantastico precursore, portando con le sue gesta il nostro movimento ai vertici del rugby globale”. Sergio Parisse ha commentato l’annuncio di World Rugby esprimendo “un ringraziamento a tutto il rugby italiano per avermi sostenuto, insieme alla mia famiglia, in ogni momento della carriera. Dedico questo riconoscimento a tutto il movimento. E’ stato un viaggio indimenticabile, un’avventura che da ragazzo, arrivato in Italia dall’Argentina compiendo a ritroso il viaggio dei miei genitori, potevo solo sognare. Essere il primo italiano mi riempie di orgoglio, anche se non posso fare a meno di pensare a tanti altri giocatori che mi hanno preceduto e che hanno giocato con me. Aspetto con entusiasmo la cerimonia di Montecarlo, un nuovo ricordo che sarò felice di vivere insieme a mia moglie e ad Andrea a cui mi lega una lunga amicizia e che aspetto di incontrare di persona nei panni di Presidente della nostra Federazione”.Sergio PARISSENato a: La Plata (Arg)il: 12 settembre 1983Ruolo: Terza linea centroAltezza: 1.95Peso: 110 kgClubs: Universitario La Plata (Arg), Treviso, Stade Français (Fra), Toulon (Fra)Caps: 142Caps come capitano: 94Esordio in Nazionale: Nuova Zelanda-Italia 64-10 (Hamilton, 8.6.2002)Ultima in Nazionale: Sudafrica-Italia 49-3 (Shizuoka, 4.10.2019)Punti segnati: 83 (16m, 1d)Caps Sei Nazioni: 69 (record assoluto)Caps RWC: 15Altre selezioni: Italia U.19, Italia U.21, BarbariansAzzurro n°: 544 Due standing ovation per una carriera leggendaria, La prima gliel'ha regalata l'Aviva di Dublino, al termine della finale di Challenge Cup vinta dal “suo” Tolone contro Glasgow (43-19) il 19 maggio 2023. La seconda ha avuto per teatro il mitico “Mayol”, lo stadio dei trionfi dei Varois, il 28 maggio seguente: 35-19 al Begles nella sua ultima partita in Top 14. L'unico traguardo che non ha potuto tagliare è stato quello della sesta Coppa del Mondo da giocatore, e sarebbe stato l'ennesimo record, per il “niet” dell'allora c.t. azzurro Kieran Crowley. Dal Mondiale del 2019, d'altronde, il destino gli ha sbarrato la strada. Sotto forma di tifoni, pandemie, infortuni. Ma il più grande giocatore azzurro dell'era del Sei Nazioni non s'è mai arreso, anche se aveva già fatto coriandoli dei libri dei record. Il c.t. John Kirwan lo fece esordire contro gli All Blacks a soli 18 anni e 269 giorni, il più giovane avanti della storia azzurra, se si esclude il tallonatore Ottavio Bottonelli, pioniere della prima partita in Spagna nel 1929! Diciassette anni e 118 giorni tra la prima e l'ultima partita in Nazionale, primatista italiano di presenze in test-match e di gare giocate da capitano. Record assoluto di presenze nel Sei Nazioni. Diciassette stagioni nel Top 14 tra Stade Français e Tolone (nessun italiano come lui). E potremmo continuare. Papà Sergio era aquilano, ex tre-quarti ala, campione d'Italia con i neroverdi abruzzesi nel 1967. Mamma Carmela è calabrese di Reggio. Si sono conosciuti in Argentina, dove Parisse senior era stato trasferito dalla sua azienda di accessori per telecomunicazioni. Lì è nato Sergio, e poi la sorella minore Emanuela. A scoprirlo fu il tecnico “Pino” Lusi, che lo vedeva giocare d'estate nelle partitelle con gli amici quando il nostro veniva in Italia a trascorrere qualche settimana dai nonni. Aggregato alla Nazionale U.19 in raduno a Buenos Aires per il Mondiale di categoria di Santiago del Cile, si è trasferito in Italia a 18 anni, per giocare nel Treviso, con cui ha vinto subito lo scudetto giovanile (U.21) e poi due titoli assoluti. Con lo Stade Français ha festeggiato due Bouclier de Brennus (2007, 2015) e una Challenge Cup (2017). Con Tolone, come detto, una seconda Challenge. Sposato con Silvia, ha tre figli: Ava, avuta dalla prima moglie nel 2010, Leonardo (2017) ed Emily (2020). Tifoso dell'Inter e appassionato del basket NBA, ammira Lebron James e Roger Federer. Oggi è allenatore della touche al Tolone.
Italia | 20/11/2024
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