©2023 Federazione Italiana Rugby

TESSERAMENTO 2020-2021 PER I SETTORE ARBITRALE CNAR

  Roma - Si informa che la modulistica necessaria per effettuare il tesseramento per la stagione sportiva 2020-2021 ARBITRI della Commissione Nazionale Arbitri è disponibile e scaricabile dal sito web della Federazione Italiana Rugby nella sezione CNAR/Modulistica/Modello 6, tesseramento Arbitri e Arbitri MINORI. I documenti sono sati predisposti in versione compilabile e dovranno essere utilizzati da tutti coloro che effettueranno il loro primo tesseramento alla Commissione Nazionale Arbitri. La procedura per effettuare il tesseramento online del Settore Arbitrale della Commissione Nazionale Arbitri sarà attiva e in linea a partire da mercoledì 8 luglio 2020. Si ricorda che il Consiglio Federale FIR ha previsto, in via straordinaria, per il tesseramento e il rinnovo per la stagione sportiva 2020-2021 una riduzione della tassa di tesseramento del 50%. Di seguito gli importi delle tasse tesseramento/rinnovo: Arbitro I° Grado - GRATUITO; Arbitro II° Grado - 1° Livello - 7,50 Euro; Arbitro II° Grado - II° Livello - 7,50 Euro; Arbitro II° Grado - III° Livello - 7,50 Euro; Arbitro III° Grado - 7,50 Euro; Arbitro IV° Grado - 7,50 Euro; Arbitro Fuori Ruolo - 7,50 Euro. Il tesseramento, per coloro che avranno la certificazione scaduta, durata di validità della certificazione due anni solari, o effettueranno il primo tesseramento, dovrà essere accompagnato da certificazione di World Rugby attestante il superamento del corso "on line" sulla "Concussione e Sicurezza nel Rugby"; corso che si potrà sostenere accedendo dal seguente collegamento:https://playerwelfare.worldrugby.org/?documentid=module&module=21& Per eventuali problemi legati alla procedura del tesseramento online, come per qualsiasi altro chiarimento legato alla modalità del Tesseramento ARBITRI, la Segreteria della CNAR è disponibile per fornire assistenza e il necessario supporto.  

News | 29/06/2020

“RUGBY, PASSIONE ITALIANA”: IL GUINNESS PRO14 CON PAVANELLO E CASTELLO

Roma - “Rugby, passione italiana”, il podcast ufficiale della Federazione Italiana Rugby, dopo aver tenuto compagnia agli appassionati durante il lockdown ed aver analizzato modelli di ripresa, raccontato il rugby femminile e offerto uno sguardo sullo sviluppo del rugby femminile in Italia torna questa settimana con una puntata dedicata al Guinness PRO14. CLICCA QUI PER ASCOLTARE IL PODCASTIl torneo che vede impegnate le due franchigie italiane Benetton Rugby e Zebre Rugby Club sarà la prima grande lega rugbista europea a riprendere l’attività il prossimo 22 agosto, con una serie di derby tra le squadre dei Paesi partecipanti per poi disputare le semifinali in gara unica il 5 settembre e la Finale il 12 settembre.  Ospiti di Andrea Cimbrico e del suo studio virtuale, per parlare della ripresa, della stagione che sta per finire e di quella che verrà, ma anche del recente accordo che ha visto il fondo di private equity CVC Fund VII acquisire una parte delle quote del Guinness PRO14, il Direttore Sportivo di Benetton Rugby Antonio Pavanello ed il capitano delle Zebre Rugby Club e centro azzurro Tommaso Castello, giunto agli step conclusivi di un lungo percorso di riabilitazione dopo il grave infortunio alla gamba subito nel marzo 2019 a Twickenham contro l’Inghilterra.  

News | 26/06/2020

EPCR, UFFICIALIZZATE LE DATE DELLA FASE FINALE DELLE COMPETIZIONI EUROPEE

  EPCR ha annunciato le date delle partite a eliminazione diretta dell’Heineken Cup e Challenge Cup 2019/20 rimandate a causa dell’emergenza Covid-19. Fatte salve le linee guida governative e in primo piano la salute e il benessere di giocatori, staff di club, ufficiali di gara, tifosi e la più ampia comunità di rugby, si prevede che i quarti di finale di entrambi i tornei si giocheranno nel fine settimana del 18 / 19/20 settembre con le semifinali in programma per il weekend del 25/26/27 settembre. Le date esatte del calendario, i luoghi, il calcio d’inizio e la copertura televisiva saranno annunciati nel prossimo futuro. La stagione europea si concluderà con la finale della Challenge Cup di venerdì 16 ottobre, seguita dalla finale della Heineken Champions Cup di sabato 17 ottobre. L'EPCR continua a impegnarsi per organizzare le partite a Marsiglia, tuttavia, la situazione è in fase di revisione alla luce degli incontri pubblici e delle restrizioni ai viaggi internazionali che potrebbero essere in atto al momento delle finali. L’informativa in merito alla biglietteria verrà pubblicata il prima possibile. Come precedentemente comunicato, i nuovi formati dei tornei Heineken Champions Cup e Challenge Cup per la stagione 2020/21 sono stati considerati come conseguenza della diffusa interruzione del dispositivo causata dalla pandemia di COVID-19. Una Heineken Champions Cup a 24 squadre con otto rappresentanti di ciascuna delle principali competizioni europee in campionato è una delle opzioni in discussione. Eventuali modifiche si applicherebbero ai tornei della prossima stagione, che dovrebbero iniziare il fine settimana dell'11 / 12/13 dicembre, solo su base eccezionale. Un annuncio ufficiale per quanto riguarda i formati verrà effettuato in futuro. Quarti di finale: weekend 18/19/20 Settembre Semifinale: weekend 25/26/27 Settembre Challenge Cup finale: Venerdì, 16 Ottobre Heineken Champions Cup finale: Sabato, 17 Ottobre Inizio della stagione 2020/21: weekend 11/12/13 Dicembre  

News | 25/06/2020

Il CONI rilancia gli Educamp, centri estivi tra i campioni all’Acqua Acetosa.

Il CONI rilancia gli Educamp. Giovani e sport come declinazioni irrinunciabili di un progetto rinnovato che trasforma le complessità del momento in opportunità – nel pieno rispetto delle attuali prescrizioni a tutela della salute e della sicurezza -, sfruttando un sinergico gioco di squadra sul territorio e puntando, per la prima volta, sul centro di Preparazione Olimpica dell’Acqua Acetosa a Roma, simbolo d’eccellenza che ne ispira la vision. “Dal gioco ai Giochi” è infatti il claim che sintetizza la finalità dell’iniziativa: gli Educamp sono centri sportivi estivi che promuovono l’attività sportiva dai 6 ai 14 anni, proponendo un percorso multidisciplinare per ampliare il bagaglio motorio degli iscritti, chiamato a favorire l’orientamento legato alle scelte future e l’adozione di stile di vita corretti, con l’obiettivo di aiutare i giovani a creare le premesse per diventare i campioni di domani.  (altro…)

News | 23/06/2020

DA FIR UN’ASSICURAZIONE PER I RISCHI LEGALI DA COVID-19 PER I CLUB

Roma - La Federazione Italiana Rugby, come deliberato dal Consiglio Federale nell’ultima riunione del 29 maggio, muove un nuovo passo nella direzione della tutela del movimento rugbistico nazionale con la sottoscrizione di una polizza assicurativa per ogni Società affiliata per i rischi legali da COVID-19 in favore dei Presidenti di tutti i Club d’Italia. La polizza, con massimali per sinistro sino a limite annuo compresi tra i 40.000€ in ambito civile e di 75.000€ in ambito penale, aggiunge un ulteriore tassello al mosaico di iniziative che sin dai primi giorni della pandemia hanno caratterizzato l’intervento federale, dapprima con l’istituzione di un portale dedicato alle tematiche più sensibili in tema di ripercussioni del COVID-19 sul mondo sportivo (covid-19.federugby.it), poi con la costituzione del Fondo di Salvaguardia per il rugby nazionale e, in ultimo, con la divulgazione dei protocollo di ripresa degli allenamenti, di recente aggiornamento.  La copertura assicurativa per i rischi legali da COVID-19 sottoscritta da FIR per tutte le proprie affiliate avrà durata di un anno. Il Presidente della FIR, Alfredo Gavazzi, ha dichiarato: “Le Società e i loro Presidenti rappresentano le fondamenta del nostro movimento, ed è stato questo principio a guidare le azioni del Consiglio negli ultimi mesi. Dal giorno del rinvio di Italia v Scozia Femminile ad oggi abbiamo lavorato, e continueremo a farlo nei mesi a venire, per garantire la ripartenza del nostro sport. Rispondere alle nuove esigenze delle famiglie, degli appassionati e dei praticanti è essenziale per una ripresa sostenibile e in sicurezza: questo non può non avvenire senza garantire la tutela dei nostri Club e delle figure che le guidano, con passione ed amore per il nostro sport. In queste settimane di progressiva ripresa delle attività sento entusiasmo e voglia di ricominciare, l’auspicio mio e del Consiglio è che questa nuova iniziativa possa essere di supporto a chi, giornalmente, mette il proprio entusiasmo al servizio del rugby italiano”.

News | 22/06/2020

DEAN BUDD: “AL BENETTON RUGBY MI SONO SENTITO A CASA, GRAZIE DI TUTTO”

Approda a Treviso nel 2012 a 26 anni, catapultato direttamente dal Giappone. Il seconda e terza linea Dean Budd ha collezionato 115 presenze e 14 mete in maglia Benetton Rugby, tanto da divenire il capitano dei biancoverdi per due stagioni (2017-2018 e 2018-2019). Budd a Monigo sarà sempre ricordato come un pilastro della storia recente dei Leoni e otto anni dopo il suo arrivo in Italia ha deciso di ritirarsi. Dean, giungi a Treviso nel 2012 dal Sol Levante. Come è stato l’approdo al Benetton Rugby?«Nel 2011 stavo giocando in Giappone con Hottie Louw, un giocatore che ha militato al Benetton Rugby ed è un mio amico. È stata dura perché in Giappone lì il rugby, la cultura, lo stile di vita e le persone sono fantastiche, ma è molto diverso rispetto a qui in Italia. Lui mi ha messo in contatto con Franco Smith, poi sono venuto qua e mi hanno dato un bel benvenuto, abbracciandomi e facendomi sentire subito a casa». Puoi raccontare come sono stati questi otto anni in biancoverde?«Alla fine, gli otto anni posso dire che sono stati bellissimi. Sono state delle montagne russe, alcuni punti bassi come livello di performance, come accade dappertutto, e poi gli ultimi tre, quattro anni con Kieran abbiamo trovato veramente il nostro livello di performance, quel professionismo che mancava e la società è messa veramente bene adesso». Quanto è stato difficile decidere di ritirarsi?«È stato molto difficile prendere la decisione di ritirarmi. Treviso era casa mia, dopo otto anni qui, ma adesso non so cosa mi aspetterà. Mi sento triste nell’andare via, la mancanza degli amici, della società, del rugby più che altro. Anche lo spritz – sorride – non c’è in Nuova Zelanda. L’altro giorno siamo stati in montagna a bere prosecco e a mangiare bene, è tanto bella la vita qui». Hai disputato più di 100 gare con i Leoni e sei anche stato capitano. I tifosi biancoverdi ti ricorderanno sempre con affetto.«È stato un onore giocare più di 100 partite con il Benetton Rugby. È sempre stato il mio obiettivo da quando sono arrivato diventare capitano, è un onore che non dimenticherò mai. Essere il primo fuori dagli spogliatoi a Monigo, sentire il “Leoni” dei tifosi sono cose che rimangono con me per tutta la vita». Sei anche stato capitano dell’Italrugby.«Essere il capitano dell’Italia è stato un altro passo che non mi aspettavo, è ancora più bello giocare a quel livello. Ricordo quando ero andato via dalla Nuova Zelanda che ero contento di non giocare mai rugby internazionale. Ma avere l’onore di indossare la maglia dell’Italia, di essere capitano di un gruppo di ragazzi straordinario è stato bellissimo». Quanto è stato importante l’ambiente trevigiano in questi otto anni?«La città di Treviso, l’ambiente che c’è qui per il rugby, come mi hanno trattato quando andavo in giro, “Ciao Budd come stai?”, basta un saluto e ti fa sentire veramente a casa. Sono cose che non trovi ovunque, sono veramente uniche». Hai quindi solidificato un grande rapporto con i tifosi biancoverdi.«I tifosi sono straordinari qui. Arrivare in Ghirada, trovare cinque, sei persone, Umberto, Roberto e gli altri ogni giorno. Quando piove, col sole, se c’è la tempesta, ci sono sempre al nostro fianco. Quando alcuni giorni non vanno bene tutte le cose, ci sono sempre loro alle nostre spalle. Non dico che danno sempre i consigli che vuoi sentirti dire, ma sono onesti e c’è bisogno anche di questo, non solo una pacca sulla spalla, ma bisogna sentire ogni tanto la prospettiva dei tifosi. Qua a Treviso l’ho trovata». Qual è la partita che non dimenticherai mai in maglia Benetton Rugby?«Il ricordo più bello per me è la partita a Ravenhill. Era un periodo difficile, ero in scadenza di contratto, abbiamo giocato contro Ulster e ho segnato tre mete. Una tripletta che succedeva per la seconda volta nella mia vita, ma la prima qui al Benetton e mi ricordo proprio quando ho marcato l’ultima meta nell’angolo per il pareggio della partita. Mi sono sentito proprio a casa in quel momento, l’abbraccio dei compagni di squadra, i sorrisi a 32 denti, mi ricordo come fosse successo ieri». I momenti più belli vissuti fuori dal campo?«I ricordi più belli fuori dal campo sono quelli di una mezz’ora, un’ora o anche un’ora mezza dopo un allenamento duro che siamo tutti in spogliatoio parlando di niente e di tutto, risolvevamo ogni nostro problema. Sono questi i momenti più belli, quando sei stanco morto in inverno e sei con i tuoi amici. Le amicizie, proprio le amicizie». Cosa ti mancherà del rugby giocato?«Mi mancherà il sabato qua a Treviso, quando giochiamo alle 14.30. Mi sveglio la mattina, mi carico, faccio una passeggiata sotto il sole, torno a casa e gioco un po’ alla playstation per iniziare a concentrarmi. Poi quelle due ore prima della partita, la musica a casa che ti fa concentrare ancora di più. Dopo il tragitto in macchina da casa a Monigo, si vedono i parcheggi pieni, la gente per strada. Dal parcheggio la camminata verso lo stadio ed entrare in spogliatoio. Avevo la routine di salutare ogni persona, ogni giocatore, ogni membro dello staff. Appoggiare la borsa, indossare la maglia, prenderla in mano, guardarla e apprezzarla per un momento, poi la indossi, esci dallo spogliatoio con i ragazzi alle spalle. Sono cose difficili da spiegare, è una sensazione bellissima. Dopo inizia la guerra in campo, dai tutto e quando abbiamo vinto, come sta succedendo spesso negli ultimi anni, è la cosa più bella. Poi quando perdiamo, sapere di avere dato l’anima e il cuore, tutto, ci dà comunque soddisfazione». Cosa vedi nel tuo futuro?«È difficile poter dare una risposta sul mio futuro al momento. In giro per il mondo c’è veramente un caos, ci sono limitazioni e non so bene cosa posso fare. Ho sempre avuto nei miei piani quello di fare una vacanza per tutto il mondo, andare a trovare tutti i miei amici, con chi ho giocato, chi ho conosciuto nel mio viaggio di rugby. Per il momento penso che tornerò in Nuova Zelanda, passerò un po’ di tempo libero con la mia famiglia, visto che devo recuperare dopo questi otto anni, e poi deciderò cosa fare». Puoi mandare un ultimo saluto alla grande famiglia del Benetton Rugby?«Alla società, allo staff, ai miei compagni di squadra, a tutti i miei amici qua a Treviso e più che altro ai tifosi biancoverdi che sono sempre stati con noi, vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me in questo percorso di otto anni e vi lascio con un cuore pieno e con tanti bei ricordi, grazie mille». GUARDA L'INTERVISTA ESCLUSIVA

News | 19/06/2020

Guinness PRO14, LA RIPARTENZA PROGRAMMATA PER IL 22 AGOSTO

Roma - Sabato 22 agosto è la data selezionata per la ripartenza del Guinness PRO14 2019/20 nei cinque territori coinvolti.   La data è stata alla riunione del Board di PRO14 di martedì 9 giugno, sulla base delle informazioni allo stato disponibili in ciascuno dei cinque Paesi dove si disputa il Guinness PRO14. Dal momento dell’annuncio della sospensione indeterminata in Marzo, il gruppo di lavoro del PRO14 ha lavorato insieme ai responsabili medici delle Federazioni e delle squadre partecipanti, così come con stakeholders chiave come World Rugby, per definire il ritorno al gioco.   Con protocolli rigorosi definiti per l’allenamento, la logistica dei giorni di gara e l’incontro stesso, PRO14 Rugby è fiduciosa che la proposta inviata dalle Federazioni partecipanti ai rispettivi governi in Regno Unito, Irlanda, Italia e Sudafrica consentirà alle squadre di tornare in campo. Discussioni con i rispettivi governi saranno avviati dalle singole Federazioni. (altro…)

News | 18/06/2020

FIR, TRENTINO MARKETING E APT VALSUGANA #INSIEME PER UN’ESTATE DI ALLENAMENTI

  AZZURRE E AZZURRI, ALLENAMENTI ONLINE NELLA PALESTRA NATURALE DELLA VALSUGANA Pergine Valsugana, casa dell’Italrugby la scorsa estate per la preparazione alla Rugby World Cup, apre idealmente a tutta la comunità rugbistica italiana la propria palestra a cielo aperto per l’estate 2020.  Roma - Dopo aver lanciato nella Fase 1 della pandemia la piattaforma "Allenati con FIR”, la Federazione Italiana Rugby ed i propri partner - Trentino Marketing e APT Valsugana Lagorai - propongono una nuova serie di allenamenti che potranno integrare il lavoro dei Club durante la sosta estiva, offrendo ad atlete ed atleti di ogni età e livello, così come ai semplici appassionati, un piano di allenamento completo sviluppato dal preparatore atletico della Nazionale Maggiore Maschile Giovanni Sanguin ed integrato da lavori di skills individuali e collettive proposte dagli stessi atleti delle Nazionali FIR. Un programma di otto sedute di fitness e condizionamento, tutte sostenibili individualmente e con equipaggiamento ridotto, per chi ancora non ha ripreso l’attività con il proprio Club, desidera integrarlo o semplicemente vuole mettersi alla prova con la stessa programmazione seguita dagli atleti delle Nazionali nelle settimane passate. Protagonisti degli otto allenamenti, tutti divisi tra attivazione, ipertrofia o forza e fitness, unitamente a sedute di stretching e skills, le atlete e gli atleti dell’Italdonne e dell’Italrugby: Aura Muzzo, Braam Steyn, Marco Riccioni, Maxime Mbandà e capitan Luca Bigi saranno i personal trainer per migliaia di appassionati che potranno accedere gratuitamente al programma di allenamento su facebook.com/Federugby, instagram.com/italrugby e su youtube.com/fedrugby Tutte le sedute di allenamento porteranno la community del rugby italiano a mantenersi in forma e, al tempo stesso, alla scoperta delle infinite opportunità offerte dal Trentino e dalla Valsugana per una vacanza all’insegna dell’allenamento all’aria aperta in spazi ampi e sicuri a contatto con la natura: il Lago di Caldonazzo, il Castello di Pergine o la suggestiva piazza di Pergine Valsugana che aveva salutato gli Azzurri prima della partenza verso la rassegna iridata giapponese sono solo alcune delle location che sarà possibile scoprire insieme alle Azzurre e agli Azzurri, allenandosi insieme a loro in vista della stagione 2020/21.  Carlo Checchinato, Direttore Commerciale FIR, ha dichiarato: “Nel 2019 Pergine e la Valsugana hanno accolto con calore la Nazionale Maschile in vista dei Mondiali giapponesi. Moltissimo è cambiato negli ultimi dodici mesi, la stagione internazionale si è chiusa anticipatamente ma, insieme a Trentino Marketing e APT Valsugana abbiamo voluto comunque contribuire in modo attivo a testimoniare il desiderio di tutti noi di tornare quanto prima al rugby giocato. La comunità online del rugby italiano potrà allenarsi insieme agli Azzurri e, al tempo stesso, avere un assaggio delle straordinarie opportunità di turismo sportivo in sicurezza che la Valsugana offre”.  Per Maurizio Rossini, CEO di Trentino Marketing, “Il Trentino e la Valsugana ripartono  affidandosi soprattutto ad un territorio ricchissimo di grandi spazi nella natura, dove tutti gli appassionati possono praticare sport e attività all’aria aperta nella massima sicurezza. Una proposta nella quale spiccano i laghi - nuovamente premiati dalle bandiere blu dell’Europa - la montagna con centinaia di percorsi accessibili ad un’ampia fascia di utenti, ideali per rigenerarsi in un abbraccio con la natura, i percorsi ciclabili che raggiungono borghi ricchi di fascino e storia e attraversano paesaggi e ambienti dei più suggestivi.  Ringrazio la Federazione Italiana Rugby che, con autentico spirito di squadra, ha voluto essere vicina al nostro territorio in questa fase di nuova ripresa.” Stefano Ravelli, Direttore APT Valsugana: “Dopo la bellissima ed entusiasmante esperienza del ritiro azzurro del 2019 in Valsugana, visto il periodo particolare nel quale stiamo vivendo, abbiamo voluto, assieme all’Amministrazione Comunale di Pergine, portare avanti una collaborazione con la Federazione Italiana Rugby per testimoniare che la Valsugana è una vera e propria palestra naturale a cielo aperto dove potersi allenare ma anche divertirsi…una vera “valle da terzo tempo”.   

News | 17/06/2020

ALESSANDRO ZANNI: “SONO STATI UNDICI ANNI INCREDIBILI ED EMOZIONANTI”

A 36 anni Alessandro Zanni ha deciso di ritirarsi. Il seconda e terza linea friulano che è diventato una leggenda biancoverde disputando dal 2009 ad oggi 136 presenze in maglia Benetton Rugby, condite da 11 mete. Nel suo curriculum anche 119 caps in maglia Italrugby, per un flanker e un seconda linea tra i migliori in tutta Europa negli ultimi 15 anni. Zanni detiene la memoria storica dell’esperienza dei Leoni nella lega celtica, dato che faceva parte del XV titolare del Benetton Rugby che a Monigo il 4 settembre 2010 ha debuttato nell’allora Magners League. Una continuità di rendimento pazzesca ha caratterizzato le prestazioni di Zanni nell’ultimo decennio, lui che ha anche posseduto i galloni di capitano dei biancoverdi nella stagione 2015/2016 e nell’annata 2016/2017 coadiuvato da Alberto Sgarbi. Alessandro entrerà a far parte dello staff dei preparatori fisici della prima squadra ricoprendo il ruolo di assistente. Gradi di preparatore fisico che Zanni avrà anche nelle giovanili biancoverdi. Alessandro, alla fine è arrivato il momento di appendere gli scarpini al chiodo. Supponiamo sia stata una decisione difficile…«Sicuramente quando una carriera finisce è un momento molto duro e difficile perché ti rendi conto che la più grande passione che hai, che è praticare il rugby, dall’oggi al domani non ci sarà più. Io ho iniziato a giocare a rugby nel 1991, sono passati un bel po’ di anni. Pensare da un giorno all’altro di non poter più scendere in campo con i compagni a praticare lo sport che amo è sicuramente una sensazione che mi mette in difficoltà, però l’età avanza ed è giusto fare una scelta per poi proseguire nella propria vita senza questo aspetto che è il rugby». Sei arrivato al Benetton Rugby nel 2009, a 25 anni. In biancoverde hai vissuto più di dieci anni di carriera. Come sono stati dagli inizi fino ad oggi?«Sono arrivato al Benetton Rugby nel 2009 con altri compagni da Calvisano. Il primo anno abbiamo subito vinto lo Scudetto, la Coppa Italia e la Supercoppa. È stata una sensazione incredibile perché arrivare in un ambiente nuovo con una tradizione importante come quella del Benetton Rugby è stato sicuramente bello. Sono stati undici anni incredibili, in cui ci sono stati momenti positivi, momenti negativi in cui la squadra si è trovata in difficoltà e i risultati non arrivavano. Però credo che le sensazioni che mi ha lasciato il campo e tutte le partite che ho affrontato insieme ai miei attuali e vecchi compagni mi hanno fatto crescere come persona e mi lasceranno qualcosa dentro per tutto il resto della mia vita». Quali sono le sensazioni più belle attraversate?«Momenti belli in questi undici anni ce ne sono tanti. Sicuramente la vittoria dello Scudetto contro Viadana a Padova nel 2010, la prima vittoria in Celtic League contro gli Scarlets, era anche la nostra prima partita in questa competizione e fu qualcosa di speciale. Arrivavamo all’appuntamento non sapendo bene cosa ci aspettasse perché venivamo dal Top10 che non era qualitativamente paragonabile a quello che poi avremmo dovuto affrontare. Eravamo con la voglia di giocare, ma anche ansiosi di vedere a che livello saremmo stati. Credo che quella vittoria ci abbia dato molta fiducia perché da lì, quell’anno, soprattutto in casa, facemmo delle grandi partite. Altri momenti splendidi ce ne sono tanti. La vittoria col Perpignan in Heineken Cup, allora erano i campioni in carica. La vittoria contro Leinster di due anni fa è stata la prima vittoria di una franchigia italiana sul loro campo. Anche l’accesso ai playoff dell’anno scorso è stato un qualcosa di storico. Forse solo noi dello staff e del gruppo di giocatori ci speravamo a inizio anno, però magari i tifosi e gli addetti ai lavori non si aspettavano questo exploit. Arrivare a un obiettivo che ci eravamo prefissati, competere al massimo fino alla partita contro Munster è stato qualcosa di straordinario». Hai disputato oltre 100 presenze con i Leoni di cui sei stato capitano. Resterai un simbolo nella storia del Benetton Rugby. Cosa ti fa provare?«Ho giocato più di 100 presenze con la maglia del Benetton, è stato un qualcosa di incredibile se ripenso al passato e alla mia carriera. Ogni partita che ho giocato in maglia biancoverde mi ha dato delle emozioni incredibili e delle sensazioni che porterò con me per sempre. Ho avuto la fortuna per un periodo di essere anche il capitano e di essere il leader di questa squadra e anche se non fu un momento particolarmente positivo, perché privo di risultati e vittorie, lo ricorderò sempre con piacere, perché è stato un periodo che mi ha fatto crescere come persona e come giocatore. Sono emozioni incredibili che conserverò per sempre e fra qualche anno quando mi guarderò indietro sicuramente rivivrò e ripenserò a dei bellissimi momenti». Sei una leggenda anche per l’Italrugby, avendo registrato oltre 100 caps in nazionale.«Ho fatto 119 presenze con la maglia della nazionale italiana, anche qua un traguardo importante. Se ripenso al mio primo cap a Prato contro Tonga, all’epoca non avrei mai pensato di poter raggiungere un simile traguardo. La maglia della nazionale è il sogno di ogni giocatore che vive per il rugby, di ogni ragazzino, da quando hai 10 anni fino a quando esordisci in prima squadra. Il fatto di averla potuta indossare con così tanta continuità è un motivo di orgoglio. Anche qui ci sono momenti bellissimi che porterò per sempre dentro, la vittoria contro la Francia nel Sei Nazioni, la vittoria contro l’Irlanda, il mio primo cap e ovviamente anche dei momenti negativi. Però tutto questo è un bagaglio importante che mi servirà nel prosieguo della mia carriera». Quanto sono stati importanti la città di Treviso, Monigo e l’organizzazione del Benetton Rugby durante questi anni?«L’ambiente di Treviso, dei tifosi, della società, di tutti gli addetti ai lavori è stato fondamentale per la mia crescita professionale perché Treviso è una città che vive e respira di rugby. Tanti cittadini sono appassionati e si è anche visto negli ultimi anni, dove in un Monigo stracolmo sono venuti numerosi a vedere le partite del Benetton Rugby. Sicuramente è stato un qualcosa di importante, abbiamo un centro splendido che è la Ghirada in cui si possono svolgere in maniera importante tutte le tipologie di allenamento, la palestra e le attività sui campi. Credo che questo abbia dato un grosso contributo alla crescita della squadra e ovviamente allo sviluppo della medesima». La partita che non dimenticherai mai?«Una partita che ricordo con piacere e gioia è stata quella contro Connacht nel 2016 perché abbiamo vinto all’ultimo minuto con un calcio di Jayden Hayward da quasi centrocampo e li abbiamo sorpassati praticamente a tempo scaduto. La ricordo perché venivamo da un bruttissimo periodo in cui avevamo subito delle sconfitte in successione e quella partita fu una sorta di liberazione. A fine gara vedere la gioia dei compagni di squadra, contenti di aver ottenuto un risultato, festeggiare dopo aver sofferto così tanto e dopo così tante sconfitte fu qualcosa di veramente liberatorio». Per te inizia una nuova avventura, dato che diventerai preparatore fisico del Benetton Rugby. Come ti approccerai a questa nuova esperienza?«Dall’anno prossimo inizierò una nuova avventura con lo staff dei preparatori del Benetton Rugby. Sono molto contento di questa opportunità perché è un ambiente in cui da questo punto di vista posso crescere molto. Lavorerò con persone competenti e che sono di livello internazionale, quindi sono ansioso di iniziare e di dare una mano, dare il mio contributo il più possibile. Ormai la preparazione atletica nel rugby è un qualcosa di fondamentale che va curato nei minimi dettagli, c’è molta attenzione da questo punto di vista perché il rugby è uno sport sempre più in evoluzione e da un punto di vista fisico richiede che i giocatori siano preparati al 100% sul campo, al massimo del loro potenziale fisico. È un’avventura, una scommessa ma sono pronto ad affrontarla con entusiasmo perché è un qualcosa che mi piace e che mi ha sempre affascinato nel periodo in cui ero giocatore». Vuoi mandare un saluto finale?«Volevo ringraziare tutti quelli che hanno gravitato intorno a questa squadra, al Benetton Rugby nel corso degli anni, da quando ho avuto la fortuna di trasferirmi qua a Treviso. Dai tifosi a tutte le persone che lavorano per la società perché il contributo di ciascuno di loro è importante per la crescita della squadra, affinché si possano raggiungere i risultati che abbiamo ottenuto l’anno scorso». GUARDA L'INTERVISTA INTEGRALE

News | 17/06/2020

ALESSANDRO ZANNI LASCIA IL RUGBY GIOCATO

  GIOVEDI’ ALLE 19 IL TRIBUTO IN DIRETTA SU FACEBOOK E YOUTUBE FIR Roma - Alessandro Zanni ha sempre parlato poco.  In campo e fuori, con buona pace di chi ha provato ad estorcergli interviste lungo una carriera che ha attraversato - con un ruolo da protagonista - gli ultimi quindici anni del rugby italiano. Da bravo “furlan”, ha preferito mettere giù la testa e macinare lavoro, fossero infinite sedute di palestra, ripetute di corsa sul campo, schemi in touche.   Così, adesso che è arrivato il momento di dire basta, diventa facile rimettere ordine nei numeri che hanno contraddistinto una delle carriere più prestigiose nel panorama del rugby internazionale, anche se il diretto interessato probabilmente preferirebbe fare finta di niente.  Il flanker udinese dell’Italia e della Benetton Rugby ha annunciato oggi il ritiro dal rugby giocato dopo aver difeso la maglia azzurra in centodiciannove occasioni, il biancoverde di Treviso in centotrentasei, il giallonero di Calvisano in ottantasei: fanno trecentoquaratuno partite ad alto livello.  Trecentoquarantadue, contando l’apparizione con il bianconero dei Barbarians nel 2013 a Twickenham contro l’Inghilterra: un onore che non poteva non essere concesso a chi ha saputo incarnare perfettamente la sportmanship che ha sempre contraddistinto il club a inviti nato nel 1890 a Bradford. Nel mezzo, quattro partecipazioni alla Rugby World Cup (Francia 2007, Nuova Zelanda 2011, Inghilterra 2015, Giappone 2019), quattordici campagne del Sei Nazioni, una candidatura a MVP del Torneo nel 2013, tre uscite da Man of the Match con l’Italia, le sorprendenti cinquantotto apparizioni consecutive per la Nazionale tra novembre 2008 e febbraio 2014, un record che assume un valore ancor più rilevante per chi vive nella trincea della terza linea. E, ancora, la capacità di reinventarsi seconda linea a trentaquattro anni, dopo un lungo stop per infortunio, cedendo la maglia numero sei in favore della numero quattro. Sino all’ultima uscita il 22 febbraio scorso all’Olimpico, contro la Scozia, in coppia con Niccolò Cannone: a dividerli, quattordici anni di differenza.  Alfredo Gavazzi, Presidente della Federazione Italiana Rugby, ha reso omaggio alla carriera di Alessandro Zanni: “Conosco Alessandro sin da quando, giovanissimo, arrivò a Calvisano da Udine dopo essersi messo in mostra con le Nazionali giovanili. Educato, serio, determinato: fu chiaro da subito che era un giovane destinato a grandi cose nel nostro sport. Avrebbe esordito in Nazionale pochi mesi dopo, a Prato, contro Tonga: da allora, sino ad oggi, un punto di riferimento. Quindici anni di carriera internazionale. Mai sopra le righe, sempre al servizio dell’azzurro. Un professionista esemplare, un uomo di grande serietà. A Treviso nel nuovo ruolo di preparatore atletico saprà conquistare da subito il rispetto di atleti vecchi e nuovi, non ho dubbi. Per esperienza e per approccio, una grande risorsa per tutto il movimento. Ci mancherà vederlo in campo, parlo a nome di ogni appassionato. Il rugby italiano gli è grato e debitore”. “Ricordo i primi raduni con l’Italia sotto John Kirwan, l’esordio con Tonga con Pierre Berbizier al comando, la vittoria al Flaminio contro la Francia sotto Nick Mallett, la gioia provata a Roma insieme a Jacques Brunel quando battemmo l’Irlanda davanti a settantacinquemila spettatori. Momenti indelebili, come tanti altri che hanno contraddistinto gli ultimi due anni con Conor prima e con Franco, negli ultimi mesi: hanno creduto in me in un ruolo al quale sono arrivato nella fase finale della mia carriera e di questo non posso che ringraziarli.Ho sempre lavorato per ripagare la fiducia di tutti i tecnici che mi hanno concesso il privilegio di vestire la maglia della Nazionale. A trentasei anni è arrivato il momento di guardare oltre, ringrazio la Benetton Rugby per queste undici stagioni in cui ha creduto in me come atleta e per aver deciso di continuare a farlo nel mio nuovo ruolo di assistente preparatore: spero di poter scendere in campo in agosto nei due derby con le Zebre che dovrebbero concludere il Guinness PRO14, per salutare il pubblico di Monigo. Sopratutto, vorrei ringraziare l’Italia, il pubblico del Flaminio e dell’Olimpico, le migliaia di tifosi che ci hanno sempre fatto sentire il loro affetto in ogni parte del mondo. Grazie a loro ho vissuto un’avventura unica, la stessa che spero rappresenti il sogno di ogni bambina o bambino che prende per la prima volta in mano una palla ovale” ha detto Alessandro Zanni commentando il proprio ritiro dal rugby agonistico. Alessandro ZanniNato a: Udineil: 31 gennaio 1984Ruolo: flanker/seconda lineaEsordio in Nazionale: Italia v Tonga 48-0 (Prato, 12 novembre 2005)Punti segnati: 20 (4 mete)Caps: 119Caps Sei Nazioni: 54Caps Rugby World Cup: 11Honours: Italia, Barbarians, Italia “A”, Italia U21, Italia U19Man of the Match internazionali: 3 (Ita v Eng 2010, Ita v Ire 2013, Ita v Fji 2013) Giovedì 18 giugno alle ore 19 Alessandro Zanni sarà il protagonista del FIRTalks settimanale, in onda in diretta sulla pagina  e sul canale  ufficiali della FIR, per ripercorrere insieme agli appassionati la propria carriera e rispondere alle domande dei sostenitori della Nazionale.  

News | 16/06/2020