Categoria: News
Verso Italia-Australia: Un’imbarcazione FIR presente alla ‘Barcolana’ di Trieste
Un equipaggio della Federazione Italiana Rugby ha preso parte alla cinquantasettesima edizione della Barcolana di Trieste, una delle regate più importanti a livello globale, che dal 2018 detiene il Guinness World Record per la Regata più grande del mondo. A portare in mare una vela che ricordava l’appuntamento dell’8 novembre, quando a Udine l’Italia di Gonzalo Quesada ospiterà l’Australia (con calcio d’inizio alle 18.40 al Bluenergy Stadium), tra gli altri, il Presidente FIR Andrea Duodo, il Presidente del Comitato Regionale del Friuli Venezia-Giulia Emanuele Stefanelli, e gli Ex Azzurri Silvia Pizzati, Leonardo Ghiraldini, Matteo Mazzantini e Carlo Checchinato, rispettivamente ora consiglieri Federali e Direttore Commerciale FIR. Assieme a loro, rappresentanti del marketing e dei tecnici federali. La partecipazione alla Barcolana rientra in un più ampio quadro di promozione della sfida che apre le Quilter Nations Series degli Azzurri. Nella giornata di giovedì 9 ottobre infatti, il CT Quesada ha incontrato i tecnici dei club del Friuli Venezia-Giulia per un clinic molto partecipato, come racconta il Presidente del comitato regionale Stefanelli. “Siamo felici - racconta - del successo di questa iniziativa in una città come Trieste, che ha avuto modo di conoscerci e di accogliere le iniziative di promozione di Italia v Australia. Ci siamo resi conto fin da subito che le persone intorno a noi erano molto curiose: siamo stati fermati sia sulla terraferma, che in mare, da curiosi e appassionati, che ci hanno chiesto informazioni. In generale, la Barcolana è una regata storica, e prenderne parte è un onore che abbiamo voluto onorare al massimo. Inoltre, avere in equipaggio dei grandi campioni come Checchinato, Pizzati o Ghiraldini, ci ha permesso di risultare immediatamente riconoscibili. Al di là di questa domenica di sole e di mare, la promozione di Italia v Australia è caratterizzata da una forte presenza sul territorio: per questo voglio ringraziare i giocatori Azzurri e il CT Quesada, sempre a disposizione per regalare delle bellissime esperienze a giocatori di tutte le età, tecnici e membri degli staff delle nostre società”. I biglietti per Italia v Australia sono disponibili su TicketOne, con promozioni dedicate ai tesserati FIR. Tutte le informazioni sono presenti nella sezione eventi di federugby.it.
Italia | 13/10/2025
Quilter Nations Series, le designazioni arbitrali per le partite dell’Italia
Dublino – World Rugby ha ufficializzato le designazioni arbitrali per la prossima finestra internazionale che vedrà la Nazionale Italiana Maschile protagonista a novembre nelle Quilter Nations Series. Per l’esordio della Nazionale Italiana Maschile nella finestra internazionale autunnale – in calendario sabato 8 novembre alle 18.40 contro l’Australia al Bluenergy Stadium di Udine – l’arbitro sarà l’irlandese Andrew Brace. Il secondo Test Match della squadra guidata da Quesada è in programma sabato 15 novembre alle 13.40 all’Allianz Stadium di Torino contro il Sudafrica, terzo incontro nel 2025 contro i Campioni del Mondo in carica dopo i due Test Match giocati a Pretoria e Port Elizabeth nello scorso Tour Estivo. Direzione di gara affidata a James Doleman. Terzo ed ultimo incontro per gli Azzurri in programma sabato 22 novembre alle 21.10 allo Stadio Ferraris di Genova contro il Cile che chiuderà la finestra internazionale della Nazionale Maschile con la partita che sarà diretta da Adam Leal. Italia v Australia – Udine, Bluenergy Stadium – 08.11.25 – ore 18.40 Arb. Andrew Brace (IRFU) AA1 Hollie Davidson (SRU), AA2 Sam Grove-White (SRU) TMO Olly Hodges (IRFU) Italia v Sudafrica – Torino, Allianz Stadium – 15.11.25 – ore 13.40 Arb. James Doleman (NZR) AA1 Ben O’Keeffe (NZR), AA2 Jeremy Rozier (FFR) TMO Tual Trainini (FFR) Italia v Cile – Genova, Stadio L. Ferraris – 22.11.25 – ore 21.10 Arb. Adam Leal (RFU) AA1 Adam Jones (WRU), AA2 Ben Connor (WRU) TMO Ben Whitehouse (WRU)
Italia | 13/10/2025
URC: il Benetton domina sui Lions, in Galles prima sconfitta per le Zebre
Una vittoria e una sconfitta per le franchigie italiane nella terza giornata dello United Rugby Championship. In campo contemporaneamente nel pomeriggio di sabato 11 ottobre, il Benetton ha vinto nettamente in casa contro i Lions, mentre le Zebre sono incappate nella prima sconfitta stagionale in trasferta. A Treviso i biancoverdi giocano un primo tempo quasi perfetto, segnando quattro mete contro una nei primi trenta minuti. Nella ripresa il punteggio rimane poi bloccato a lungo prima di esplodere nel finale, con tre mete (due per il Benetton e una per i Lions) negli ultimi dieci minuti di gara. Poker di marcature per l’Azzurro Louis Lynagh e risultato finale di 41-17. Le Zebre hanno affrontato la prima trasferta stagionale a Bridgend, in Galles, per affrontare gli Ospreys, uscendone battute per 24-0. La squadra gallese veniva da due sconfitte consecutive in Sudafrica e aveva decisamente bisogno di una vittoria nella prima di fronte al proprio pubblico. Missione compiuta, seppure senza ottenere il bonus offensivo. Benetton, due su due a Monigo https://youtu.be/nxK5ojzrErU?si=YB-yhi43zpWAnIzH Non c’è scampo per i Lions tra le mura di Monigo: il Benetton gioca la miglior partita di questo inizio stagione, in particolare in un primo tempo dove la linea dei trequarti mette le ali e trascina la squadra con le scorribande di Ignacio Mendy, Louis Lynagh e Rhyno Smith. Apre le marcature per i padroni di casa proprio l’estremo sudafricano, dopo che l’apertura avversaria Chris Smith aveva messo tra i pali il calcio dello 0-3 al 2’. Bella l’azione corale del Benetton per la prima meta di giornata, costruita spostando il pallone da una parte all’altra del campo. Pochi minuti più tardi Mendy dà il là a un contrattacco letale dai propri 22 metri, sfruttando al meglio un pallone di recupero che Rhyno Smith e Lynagh trasformano in altri 5 punti. La squadra di Treviso chiude il primo quarto in bellezza quando Simone Ferrari sfonda da distanza ravvicinata dopo un paio di cariche del pack orchestrate prima da Lorenzo Cannone e poi da Alessandro Izekor (17-3). Gli ospiti provano a rimettersi in partita con una bella azione da rimessa laterale e mandano in meta il pilone AsenathiNtlabakanye, ma il Benetton rimette subito a posto le cose grazie a una combinazione tra Louis Werchon e Louis Lynagh in mezzo al campo: è il minuto 30 e i biancoverdi sono in vantaggio di 14 punti, con il bonus offensivo già in cascina. Il primo tempo si chiude quindi sul 24-10, che si trasforma dopo appena 60 secondi della ripresa in un 27-10 grazie a una punizione di Jacob Umaga. Il punteggio rimarrà quindi inchiodato per la successiva mezz’ora: i Lions prendono il controllo del possesso e del territorio, ma la difesa di casa fa buona guardia e riesce a non subire punti nemmeno con un uomo in meno (giallo a Thomas Gallo). Nel finale, con i giocatori da entrambe le parti ormai stanchi, si aprono gli spazi: a 9 dal termine segna la sua terza meta Lynagh, mettendo la firma su una bella azione corale, poi i Lions hanno un sussulto d’orgoglio con il pilone van Vuuren che sfonda da distanza ravvicinata; infine, a tempo scaduto, arriva il poker di Lynagh, servito dopo una mischia ordinata a cinque metri con le squadre in 14 contro 13 (due gialli ai Lions e uno al Benetton). Zebre, Galles amaro https://youtu.be/4Re30Z3u8N0?si=bJlcegPOGmPRMAfi Si sapeva che non sarebbe stata una partita facile per le Zebre, che si presentavano nella tana degli Ospreys con una formazione con tantissimi cambi rispetto alla settimana precedente. Il punteggio di 24-0 racconta però solo una parte di quanto accaduto a Bridgend, dove la partita è rimasta a lungo bloccata nel risultato. I padroni di casa sono partiti fortissimo, marcando tra il quindicesimo e il diciottesimo le due mete che li hanno lanciati controllo della partita: la prima arriva grazie al lavoro della maul da touche dei gallesi, finalizzata da una penetrazione del centro Phil Cokanasiga; la seconda parte da un break di Ross Moriarty e viene chiusa dalla capacità di giocare oltre la difesa degli Ospreys, con il giovane numero 8 Morgan Morse a segno. Nella seconda parte del primo tempo la partita è ancora fatta dagli uomini di Mark Jones, ma le Zebre hanno una reazione d’orgoglio che permette loro di arginare l’offensiva avversaria e non subire altri punti grazie soprattutto alla capacità di minacciare il possesso avversario nel punto d’incontro. Il 14-0 maturato dopo 18 minuti rimane sul tabellone anche per quasi tutto il secondo tempo, all’interno del quale il leit motivrimane sempre lo stesso: le Zebre si difendono ma non riescono a far male, gli Ospreys guidano la gara ma non riescono a mettere altri punti pesanti sul tabellone. All’ora di gioco l’apertura Dan Edwards allunga con un piazzato, ma per la meta che chiude definitivamente l’incontro bisogna aspettare il minuto 74, quando Lewis Lloyd porta l’ovale fin davanti ai pali e il mediano ReubenMorgan-Williams serve l’assist all’accorrente James Ratti: con la trasformazione di Edwards ecco il 24-0 con cui si chiude la partita
Campionati | 12/10/2025
Undici ottobre: la storia di Emanuele Tomò, nel Coming out day
Nel giorno dedicato al Coming Out, il mondo dello sport e del rugby in particolare rinnova il suo impegno per l’inclusione, il rispetto e la libertà di essere sé stessi. Il rugby, con i suoi valori di lealtà, sostegno e solidarietà, si conferma terreno adeguato per costruire comunità accoglienti e autentiche, dove ogni persona possa sentirsi parte del gruppo. Per celebrare l’11 ottobre abbiamo raccolto la testimonianza di un arbitro, Emanuele Tomò, che ha scelto di condividere il proprio percorso personale. Un racconto di libertà, ma anche di appartenenza, che ricorda a tutti noi quanto il gioco di squadra — dentro e fuori dal campo — sia fatto di rispetto, fiducia e sostegno reciproco. Cosa hai provato il giorno in cui hai fatto coming out?“Nell’estate che è appena trascorsa sentivo crescere dentro di me un’urgenza: essere finalmente in pace con me stesso. Avevo bisogno di smettere di recitare, di vivere senza maschere e senza finzioni. Il 28 settembre 2014 – una di quelle date che restano scolpite – ho deciso di fare il salto nel vuoto e dire la verità. Ero pronto ad affrontare anche il peggio, ma è successo l’esatto contrario: ho trovato accoglienza, calore, leggerezza.L’immagine dell’“uscire dall’armadio” è perfetta: quando apri quella porta, la luce ti investe e scopri un mondo pieno di colori, di sensazioni, di libertà. Quel giorno ho respirato a pieni polmoni, ho sentito il peso cadere e ho ritrovato la voglia di sorridere, davvero”. Cosa è cambiato, nel tuo rapporto con il rugby, dopo il coming out?“Paradossalmente, è cresciuto l’amore per questo sport. Il primo coming out l’ho fatto con un collega arbitro di cui mi fidavo profondamente — e non mi sbagliavo. Da lì in poi, ogni abbraccio, ogni pacca sulla spalla, ogni sorriso sincero mi ha ricordato quanto il rugby sappia unire.Il rugby è un linguaggio universale di rispetto, lealtà e sostegno reciproco: in campo e fuori dal campo. Dopo il coming out, tutto questo è diventato ancora più vero, più tangibile, più mio”. Il rugby ti ha aiutato nel tuo percorso di coming out? In che modo?Sì, profondamente. Il rugby mi ha insegnato a fidarmi, a credere nel gruppo, a contare sugli altri senza paura di mostrarmi per ciò che sono. È stato un rifugio e una scuola di coraggio.Quelle che prima erano semplici conoscenze, dopo il coming out sono diventate amicizie solide, autentiche, vere. Il rugby non mi ha solo insegnato a restare in piedi dopo un placcaggio — mi ha insegnato a rialzarmi anche nella vita, a testa alta. Cosa ti ha insegnato il rugby sull’essere sé stessi?Che le maschere, in campo come nella vita, non durano a lungo. La verità di chi sei viene sempre fuori — e va bene così.Nel rugby impari che la prima persona su cui puoi contare sei tu, con le tue forze, le tue paure e la tua verità. Una maschera ti fa sopravvivere, ma solo l’autenticità ti fa vivere davvero. E quando le tue forze non bastano, scopri che intorno a te ci sono mani pronte a sostenerti. In fondo, il “sostegno” è la parola più bella che il rugby potesse inventare.
Arbitri | 11/10/2025
Alla scoperta del Rugby Club Pasian di Prato: un modello sostenibile di formazione giovanile
Nell’ambito delle iniziative legate alle Quilter Nations Series, stiamo andando alla scoperta delle realtà sportive che meglio rappresentano lo spirito e i valori del nostro territorio. L’obiettivo è raccontare chi, con passione e visione, contribuisce ogni giorno alla crescita dello sport di base, costruendo comunità solide e inclusive.E’ l’ideale prosecuzione della narrazione delle Club House, già inaugurata con il Mondiale Under 20 della scorsa estate, che rappresentano il naturale prolungamento del campo da gioco: un luogo di incontro, condivisione e dialogo, dove atleti, famiglie e volontari si ritrovano per vivere appieno lo spirito del rugby.È qui che si rinsaldano i legami, si trasmettono valori e si consolida quel senso di comunità.Tra queste esperienze virtuose spicca il Rugby Club Pasian di Prato, società che ha posto il settore giovanile al centro del proprio progetto e che rappresenta oggi un modello di filiera sportiva sostenibile, capace di unire formazione tecnica, educazione e attenzione alla persona. Un esempio concreto di come il rugby possa diventare non solo disciplina sportiva, ma anche percorso educativo e sociale, in grado di generare valore sul territorio.Il Rugby Club Pasian di Prato nasce nel maggio 2010 dall’iniziativa di quindici genitori uniti da una profonda passione per il rugby e dal desiderio di creare un progetto autonomo, solido e radicato nella comunità locale.Le origini del club affondano nella Leonorso Rugby, da cui il gruppo fondatore ha scelto di intraprendere un nuovo percorso volto a promuovere i valori autentici della palla ovale attraverso un approccio educativo e formativo.Nel 2015, la società si aggiudica il bando per la gestione dell’impianto sportivo, rafforzando il legame con il territorio e ponendo le basi per una crescita strutturata.Nel 2017, assume ufficialmente la denominazione Rugby Club Pasian di Prato, completando così un percorso di consolidamento identitario e organizzativo.Sin dalle origini, il club ha scelto di investire in modo convinto sui giovani, consapevole che il rugby rappresenta uno strumento educativo di straordinaria efficacia.La filosofia societaria è chiara e condivisa: formare prima le persone, poi gli atleti.Grazie a un lavoro quotidiano sul vivaio e al contributo di tecnici qualificati, la società ha costruito un ambiente accogliente e stimolante, dove la crescita sportiva va di pari passo con quella umana.Oggi il club può vantare tre giocatori inseriti nell’Accademia Nazionale, a testimonianza della qualità e della serietà del percorso proposto.Il mini-rugby rappresenta il cuore pulsante della società. È qui che i bambini imparano, fin dai primi passi, il valore del rispetto, della collaborazione e dell’amicizia.Dall’Under 6 in avanti, ogni categoria viene seguita con attenzione e dedizione, in un percorso che unisce competenza tecnica, educazione sportiva e formazione personale.Per il Rugby Club Pasian di Prato, il rugby è molto più di uno sport: è una scuola di vita, capace di insegnare fiducia, equilibrio e senso di appartenenza.Oggi il club è riconosciuto come un punto di riferimento per il rugby friulano, grazie a un modello che integra sport, educazione e passione in un’unica visione di crescita sostenibile. https://youtu.be/l2fKHVWCulU
News | 10/10/2025
Italia v Australia, Niccolò Cannone incontra lo sport friulano a un mese dal debutto nelle Quilter Nations Series
Pordenone – Un piccolo assaggio di rugby internazionale è arrivato nel pomeriggio di mercoledì 8 ottobre nel Friuli Venezia Giulia. A un mese esatto dall’esordio della Nazionale Italiana Maschile nelle Quilter Nations Series, in programma sabato 8 novembre alle 18.40 al Bluenergy Stadium di Udine contro l’Australia, a Pordenone è iniziata la settimana che vedrà la palla ovale protagonista in vari eventi sul territorio friulano. Clicca qui per i biglietti delle Quilter Nations Series A far respirare l’aria dell’Italrugby e del rugby Internazionale – nel pomeriggio odierno – è arrivato, ospite presso la struttura del Pordenone Rugby, Niccolò Cannone accolto dai giovani rugbisti provenienti dai club del territorio oltre che dai tanti giovani atleti – appartenenti ad altre discipline sportive – accorsi per salutare la seconda linea della Nazionale che nel Tour Estivo ha guidato per due volte da capitano gli Azzurri, nella doppia sfida contro il Sudafrica, toccando quota 55 caps. Presenti anche le autorità locali con il Comune di Pordenone che ha supportato l’iniziativa – che ha visto parte attiva nell’organizzazione il Comitato Regionale Friuli Venezia Giulia – e che ha coinvolto lo sport friulano con i tanti giovani atleti presenti per cogliere l’occasione di confrontarsi con la seconda linea della Nazionale Maschile e del Benetton Rugby. Quella odierna è la prima iniziativa, legata al mondo della palla ovale, in calendario in Friuli Venezia Giulia durante questa settimana che giovedì protagonisti in un talk Gonzalo Quesada, Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Maschile, il collega della Nazionale Italiana Seven Maschile – Matteo Mazzantini – ed Elisa Facchini, Head Coach della Nazionale Italiana Femminile U18. Quesada, nella giornata di venerdì 10 ottobre, sarà presente presso le strutture del Venjulia Trieste per un momento di confronto con tecnici e giovani atleti del territorio. Sabato 11 e domenica 12 ottobre, nel classico appuntamento con la Barcolana, saranno presenti rispettivamente una rappresentanza del rugby integrato e una barca con equipaggio FIR nell’appuntamento velico più partecipato al mondo.
Italia | 08/10/2025
Ilaria Arrighetti lascia la Nazionale: “È stata la corsia preferenziale per crescere insieme ed esprimermi per come sono realmente”
Rientrata al suo club (lo Stade Rennais) dopo la Rugby World Cup, Ilaria Arrighetti annuncia il suo addio alla Nazionale. Classe 1993, la terza linea di Cernusco sul Naviglio lascia dunque le Azzurre dopo 63 caps conquistati nel corso di tredici anni. Dall’esordio nel Sei Nazioni 2012 a Rovato, in una vittoria dell’Italia per 29-12 con la Scozia, fino all’ultima apparizione, nella RWC 2025 con la Francia, a Exeter, Arrighetti si è affermata come una delle più importanti atlete della storia del rugby italiano, e un autentico riferimento per compagne di squadra, staff, tifosi e appassionati, che hanno potuto ammirarla nel corso di tre Coppe del Mondo, in un’edizione di WXV e in ben tredici Sei Nazioni, mettendo a segno un totale di sette mete e divenendo capitana in un’occasione (in Italia v Giappone nel 2019 a L’Aquila). “La mia crescita personale è andata di pari passo con quella sportiva”, dice Arrighetti. “Il percorso in Nazionale mi ha portato a capire molto di me stessa e mi ha permesso di esprimermi per come sono realmente. Non solo i momenti belli, ma anche quelli più duri, come gli infortuni o i momenti negativi, sono stati parte del percorso. Alla fine non contano solo i numeri, ma le esperienze. Sono cresciuta con questa squadra: nel corso degli anni si sono creati rapporti indissolubili, siamo diventate adulte, abbiamo gioito e pianto, sempre insieme. E devo dire che la molla che mi ha sempre spinta in avanti è stata la volontà di poter rappresentare al meglio l’Italia. La carriera nel club è stata importante, ma quando c’è l’inno, quando scendi in campo con la maglia Azzurra, tutta la fatica fatta, tutto l’impegno e il duro lavoro trovano un significato”. Assieme alla carriera da rugbista, Arrighetti ha portato avanti quella professionale, che l’ha portata a diventare una professoressa di italiano a Rennes, città in cui vive dal 2015: “Per anni mi sono presentata dicendo che ero Ilaria Arrighetti, professoressa e rugbista per l’Italia. Ora dovrò trovare un altro modo per presentarmi alle persone (ride, ndr.). Ora seguirò le partite con lo stesso coinvolgimento e con lo stesso calore: mi vedrete festeggiare, arrabbiarmi, tifare, forse con ancor più trasporto. Porterò per sempre memorie indelebili: dal secondo posto nel Sei Nazioni 2019 fino agli scherzi ai membri dello staff durante le Coppe del Mondo, ogni momento vissuto in Nazionale ha avuto e avrà sempre un sapore unico”. Il presidente FIR, Andrea Duodo, ha dichiarato: “È sempre difficile prendere atto dell’addio alla Nazionale di atleti importanti come Arrighetti, ma queste occasioni ci danno la possibilità di rimarcare l’importanza del contributo che persone come Ilaria hanno dato all’intero movimento e a chi ha condiviso con lei una parte del percorso in Azzurro. A lei va il ringraziamento più sentito e un in bocca al lupo per i suoi prossimi impegni, che sono certo porterà avanti - come ha fatto anche con la sua carriera internazionale - con determinazione, caparbietà ed energia. La stessa energia che ha contraddistinto ogni momento della sua esperienza con la nostra Nazionale”.
Italia | 08/10/2025
Comunicato stampa congiunto delle Federazioni sulla competizione R360
La seguente dichiarazione è stata concordata dalle federazioni rugbistiche nazionali di Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica, Irlanda, Inghilterra, Scozia, Francia e Italia. “In quanto gruppo di federazioni rugbistiche nazionali, invitiamo alla massima cautela i giocatori e i membri degli staff tecnici che stanno valutando la possibilità di unirsi alla competizione proposta da R360.Accogliamo con favore nuovi investimenti e innovazioni nel rugby, e sosteniamo le idee che possono aiutare il gioco a evolversi e a raggiungere nuovi pubblici; tuttavia, qualsiasi nuova competizione deve rafforzare lo sport nel suo insieme, non frammentarlo o indebolirlo.Tra i nostri compiti come federazioni nazionali c’è quello di adottare una visione d’insieme nei confronti delle nuove proposte e valutarne l’impatto su diversi aspetti, incluso se esse contribuiscano all’ecosistema globale del rugby — di cui tutti siamo responsabili — oppure se rappresentino un elemento negativo per il gioco.R360 non ci ha fornito alcuna indicazione su come intenda gestire la tutela della salute dei giocatori, su come gli atleti potrebbero continuare a perseguire il sogno di rappresentare il proprio Paese, né su come la competizione possa coesistere con i calendari internazionali e nazionali, frutto di anni di negoziati sia per il rugby maschile che per quello femminile.Il modello R360, per come è stato presentato pubblicamente, sembra piuttosto concepito per generare profitti destinati a un’élite molto ristretta, rischiando di svuotare gli investimenti che le federazioni nazionali e i campionati esistenti dedicano al rugby di base, alla formazione dei giocatori e ai percorsi di crescita.Il rugby internazionale e le nostre principali competizioni restano il motore economico e culturale che sostiene ogni livello del gioco — dalla partecipazione di base alle prestazioni d’élite. Indebolire questo ecosistema potrebbe arrecare un danno enorme alla salute del nostro sport.Tutte queste questioni avrebbero dovuto essere discusse in modo collaborativo, ma i promotori della competizione proposta non hanno coinvolto né incontrato tutte le federazioni per spiegare e far comprendere meglio il proprio modello di business e di gestione.Ciascuna delle federazioni nazionali, pertanto, informa i giocatori e le giocatrici che la partecipazione a R360 li renderebbe ineleggibili per la selezione nelle rispettive squadre nazionali.”
Campionati | 07/10/2025
Italia v Australia, in Friuli Venezia Giulia una settimana dedicata alla promozione del Test Match di Udine
Roma – Il Friuli Venezia Giulia si appresta a vivere una settimana a forte caratterizzazione rugbistica, con una serie di appuntamenti dedicati alla promozione di Italia v Australia, la sfida che sabato 8 novembre al Bluenergy Stadium di Udine inaugurerà le Quilter Nations Series, primo appuntamento di stagione per gli Azzurri di Gonzalo Quesada.Clicca qui per i biglietti delle Quilter Nations Series La Federazione Italiana Rugby, con il supporto del proprio Comitato Regionale, ha previsto un calendario di impegni mirati a coinvolgere la comunità rugbistica e sportiva locale, promuovendo al tempo stesso la sfida contro i Wallabies australiani che torneranno in Italia per la prima volta dopo essere stati battuti di misura, 28-27, nel 2022 al “Franchi” di Firenze.Mercoledì 8 ottobre, per segnare un mese esatto dal calcio d’inizio della sfida del Bluenergy Stadium, il secondo linea dell’Italia e della Benetton Rugby Niccolò Cannone sarà a Pordenone presso la società Pordenone rugby – con il supporto attivo del Comune di Pordenone – a partire dalle ore 17 per incontrare le Società del territorio per una sessione autografi aperta a tutto il mondo dello sport friulano: un’opportunità per conoscere e lasciarsi ispirare dall’avanti fiorentino, capitano dell’Italia negli ultimi due test-match del tour estivo in Sudafrica. La settimana dedicata al rugby si sposterà a Trieste a partire da giovedì 9 ottobre alle 18.30 presso il “Villaggio Barcolana” all’interno dell’Hospitality di Promo Turismo FVG, dove è in programma il talk “Il Rugby come Motore” – che vedrà tra i relatori Gonzalo Quesada, Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Maschile, il suo collega della Nazionale Italiana Seven Maschile – Matteo Mazzantini – oltre alla partecipazione di Elisa Facchini, Head Coach della Nazionale Italiana U18 Femminile, e Andrea Marcon, Presidente Coni Friuli Venezia Giulia. Venerdì 10 ottobre, presso la società Venjulia Rugby Trieste, Gonzalo Quesada incontrerà i tecnici della regione per un incontro volto allo scambio formativo sullo sviluppo del rugby a cui farà seguito un incontro sul campo con le squadre giovanili delle società del Territorio. Gli appuntamenti dedicati alla palla ovale proseguiranno poi nel weekend della Barcolana, la storica regata della città di Trieste, giunta all’edizione numero 57. L’appuntamento velico più partecipato al mondo vivrà un primo momento di matrice ovale sabato 11 ottobre, con la partecipazione di atleti del rugby integrato a una speciale Veleggiata mentre domenica 12 la Federazione Italiana Rugby parteciperà alla Barcolana con una barca brandizzata per promuovere Italia v Australia e con un equipaggio d’eccezione, composto tra gli altri dal Presidente FIR Andrea Duodo, dal Centurione azzurro e oggi Consigliere Federale Leonardo Ghiraldini e dagli ex Azzurri Carlo Checchinato e Matteo Mazzantini, oggi rispettivamente Direttore Commerciale di FIR e CT della Nazionale Italiana 7s Maschile.
Italia | 07/10/2025
Un grande weekend di URC: rimonta del Benetton e bis delle Zebre. L’analisi della seconda giornata
Grandissimo weekend per le franchigie italiane impegnate nello United Rugby Championship: il Benetton si sblocca e a Monigo batte in rimonta i Glasgow Warriors 16-14 e conquista il primo successo stagionale, le Zebre invece fanno addirittura il bis e dopo aver battuto Edimburgo superano anche i Lions per 22-20, conquistando il secondo posto in classifica a quota 9 punti insieme a Munster e Stormers e dietro solo ai Bulls. Benetton: una grande rimonta Per i biancoverdi un primo tempo complicato, ma preventivabile considerando il valore dell’avversario e la necessità di adattarsi a un nuovo stile di gioco contro una formazione come Glasgow che invece gioca a memoria. Il Benetton in realtà difende molto bene e non concede tante occasioni nonostante gli manchino possesso e territorio: i biancoverdi, costretti a placcare molto di più rispetto agli avversari, cedono due volte nella prima frazione. Al 20’ segna Oguntibeju dopo un lungo multifase, mentre alla mezz’ora McKay sfrutta un errore di posizionamento dei Leoni dopo il bel passaggio di Brown. Il Benetton però rimane in partita, piazza con Umaga e rimane attaccato nel punteggio, anche perché la mischia tiene bene (con Spagnolo e Ferrari protagonisti anche palla in mano) e la difesa impedisce agli scozzesi di chiudere la partita. Nella ripresa la squadra di MacRae cambia marcia: i biancoverdi nel secondo tempo giocano a un ritmo molto più elevato, mettono in grande difficoltà i Warriors e ritornano sotto con la meta del solito Tommaso Menoncello, autore di un grande inizio di stagione. Alla meta contribuiscono soprattutto Fekitoa e Maile, con il primo che con un bel passaggio apre lo spazio per il break del secondo. A questo punto la partita cambia, complice anche l’ingresso di Werchon che dà una bella scossa all’incontro e un Lynagh sempre solido per tutta la partita. Il Benetton tiene bene anche in 14 dopo un cartellino giallo a Cannone e accorcia le distanze con il piede di Umaga, prima dell’azione che a tempo scaduto ribalta la partita: sugli sviluppi di una mischia Werchon innesca subito Menoncello, che porta il pallone fino al limite dei 22. A questo punto i biancoverdi preparano il drop con una serie di cariche centrali, conquistano anche un vantaggio per un fallo scozzese su Lamaro e alla fine trovano i pali con Rhyno Smith, che ribalta il punteggio per il 16-14 finale. Una partita a due facce per il Benetton che però con il grande secondo tempo di sabato sembra aver “sbloccato” qualcosa, rimontando e battendo una delle formazioni più forti dell’URC. https://www.youtube.com/watch?v=plHvBRRounY Zebre: ancora una vittoria Due vittorie nelle prime due giornate: le Zebre non erano mai partite così bene. La squadra di Brunello ha giocato un grandissimo primo tempo contro i Lions, dominando in mischia e nelle fasi statiche e chiudendolo forse con un divario inferiore rispetto a quanto avrebbe potuto ottenere: il 12-3 con cui le Zebre sono andate all’intervallo è addirittura poco rispetto a quanto creato in attacco. La prima meta nasce dal solito Simone Gesi, che semina due avversari sul suo lato e scatena la furiosa accelerazione della franchigia ducale, chiusa da Stavile – player of the match – dopo un gran passaggio di Da Re. La seconda invece arriva da un drive straripante (dal quale era nata anche la meta annullata precedentemente a Stavile) con Di Bartolomeo a finalizzare. A colpire, però, è soprattutto la difesa: la salita difensiva orchestrata da Brunello e dal suo staff funziona alla perfezione, e il resto lo fanno i giocatori impegnati nel breakdown, con Mazza e Locatelli a disinnescare le uniche due azioni pericolose dei Lions nella prima frazione. Nella ripresa i sudafricani cambiano marcia, trascinati da un grande Nico Steyn. Le Zebre rischiano grosso, rimangono in 14 per un giallo a Locatelli e subiscono due mete in 5 minuti con Kotze e Keyter, entrambe nate da due palle perse in attacco e da due ripartenze dei Lions. Poteva essere il momento di rottura della partita, invece le Zebre mantengono la calma riportandosi in vantaggio con un piazzato di Farias e non si fanno prendere dalla frenesia nemmeno dopo la meta di Brandon al 75’, nata da un’intuizione di Peed. Gli ultimi 5 minuti sono un assalto, con gli avanti che però fanno la differenza: Ruggeri, Locatelli, Ferrari (ottimo il suo ingresso) battono tutti il primo avversario e fanno sempre metri, Gesi tiene vivo il pallone con uno splendido offload e alla fine è Matteo Nocera a marcare la meta che stende i Lions, con la trasformazione di Farias a sancire il sorpasso per il 22-20 finale. Questa vittoria, al di là degli alti e bassi che ancora caratterizzano le Zebre, è la dimostrazione di quanto la squadra abbia acquisito una maturità diversa, soprattutto nelle situazioni punto a punto e contro formazioni che sulla carta hanno più esperienza nel giocarsi queste partite. Del resto, proprio l’anno scorso i Lions avevano vinto 10-9 a Parma in un match che le Zebre avevano meritato di vincere, ma che avevano buttato via a causa di una gestione sbagliata delle fasi più calde del match: il contrario di quanto accaduto questa volta, con la squadra di Brunello che invece ha vinto tutte le sfide chiave della partita, conquistando il successo. https://www.youtube.com/watch?v=ypz1Raf1OtQ
News | 05/10/2025
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