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BENVENUTI, DA MANTOVA A RIO DE JANEIRO: “PUNTO ALLE OLIMPIADI”

Arbitri |

mb benvenutiRoma- Nella finale del campionato di Serie A femminile che sabato 31 maggio alle ore 17, in quel di Mantova, metterà contro Sitam Riviera del Brenta e Rugby Monza, c’è un altro personaggio che aspira a diventare un protagonista nel panorama del rugby internazionale. Si tratta di Maria Beatrice Benvenuti che con i suoi 20 anni sarà la direttrice di gara più giovane della storia in una finale di Serie A femminile. Frequenta l’accademia arbitrale della FIR e ha un grande obiettivo in futuro: arbitrare alle Olimpiadi di Rio del 2016 e, un giorno, coronare il suo sogno di dirigere una gara al 6 Nazioni. Ecco l’intervista che ha rilasciato a www.federugby.it .

Sarai l’arbitro più giovane di una finale di Serie A femminile: senti la pressione di questo appuntamento?

Le pressioni ci sono sicuramente, ma è proprio quello che mi da lo spirito per divertirmi e di vivermi la partita. Sento il peso ma ne faccio una forza.

Com’è nata la passione per questo ruolo?

Ho iniziato un po’ per gioco. La mia famiglia è molto coinvolta a livello rugbistico: ho due fratelli che giocano, mio padre ha fatto per tanti anni il dirigente. Seguivo loro sul campo e un giorno ho conosciuto un arbitro che quest’anno smetterà di arbitrare e che mi ha dato lo spunto per arbitrare.

Come riesci ad abbinare l’attività che svolgi con l’università?

Studiavo medicina, ma ho dovuto cambiare i miei piani di studio e sono passata a Scienze Motorie. Ora studio Sport e Management. Ho dovuto scegliere se puntare sulla vita universitaria o sull’arbitraggio e ho scelto l’indirizzo sportivo che mi da anche la possibilità di continuare ad arbitrare.

Ti è pesato questo cambiamento?

No, perché ho scelto un indirizzo molto più vicino a quello che faccio. Allenandomi riesco anche a coniugare entrambe le cose.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Nel rugby a 15 è quello di arbitrare un giorno nel 6 Nazioni. Ci sono buone possibilità di arbitrare alle Olimpiadi di Rio nel 2016 nel rugby a 7. Il mio sogno però è puntato al 6 Nazioni.

Cosa vorresti fare da grande?

Lavorare per la federazione a livello arbitrale. Mi piacerebbe molto rimanere nell’ambiente. Poi vorrei crearmi una famiglia e i miei figli giocheranno probabilmente a rugby.