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Alessandro Zanni

Alessandro ZANNI

Nato a: Udine
il: 31 gennaio 1984
Ruolo: Terza linea/Seconda linea
Altezza: 1.93
Peso: 107 kg
Clubs: Leonorso, Udine, Calvisano, Benetton Rugby
Caps: 119
Esordio in Nazionale: Italia-Tonga 48-0 (Prato, 12.11.2005)
Ultima in Nazionale: Italia-Scozia 0-17 (Roma, 22.2.2020)
Punti segnati: 20 (4m)
Caps Sei Nazioni: 54
Caps RWC: 11
Altre selezioni: Italia U.18, Italia U.19, Italia U.21, Italia A
Azzurro n°: 576

Nome: Alezzandro. Cognome: Zanni. Segni particolari: la bocca immancabilmente aperta al momento del contatto con l’avversario. Una colonna della Nazionale sin da quando Pierre Berbizier lo lanciò contro Tonga, per quasi sei anni è stato l’Ironman del rugby azzurro. Dal 22 novembre 2008 al 22 febbraio 2014 una serie incredibile di 58 test-match senza saltarne nemmeno uno: un record del mondo. Dall’infortunio in quella maledetta (non solo per lui) partita contro la Scozia, a Roma, un calvario lungo tre anni, punteggiato da altrettante operazioni al ginocchio e affrontato con il carattere e la sana testardaggine dei rugbisti razza Friuli. Ha ritrovato continuità solo dalla stagione 2017-18, riciclandosi da seconda linea e ritrovando la Nazionale, lasciata solo con l’arrivo del Covid e l’abbandono definitivo all’attività agonistica. “Per me il rugby è stato un divertimento: lo spogliatoio, l’allenamento, la trasferta all’estero con i campagni, l’adrenalina pre-partita. Tutto questo quando lo vivi lo dai per scontato. Appena viene meno, manca una parte di te”. Non se n’è staccato: adesso fa il preparatore fisico nello staff del “suo” Benetton. Quello strano pallone (“Ma che forma ha?”) l’aveva scoperto a sei anni grazie a un vicino di casa, presidente della Leonorso, contagiando il padre Riccardo, che s’è anche messo a insegnarlo. Prima di allora giocava a pallone con gli amici, ai giardinetti, “e stavo sempre in porta”. A 21 anni era già un giocatore professionista, a Calvisano (“e ho smesso di studiare economia aziendale”): lo raggiungeva in macchina, avanti e indietro dal Nord-Est con il padovano Leo Ghiraldini al volante. Schivo e taciturno: “Lui teneva compagnia a me più di quanto non facessi io con lui”. Amici, compagni di squadra, centurioni: una vita in simbiosi. Da Francesca ha avuto due figlie: Greta e Giada. La prima aveva cinque mesi quando viaggiò alla Coppa del Mondo in Nuova Zelanda (2011) assieme a mamma e papà, con Alessandro che lasciava l’albergo azzurro per andare a coccolarla e a darle il biberon. Bravo in cucina, si rilassa con il giardinaggio e con le buone letture (adora Camilleri e i thriller).