Cercare su Wikipedia alla voce “Lorenzo Cittadini” significa trovarsi di fronte a una falsa informazione: ex-giocatore di rugby.
Per il momento e per le prossime ore il Citta è un giocatore di rugby: nel fine settimana sarà in prima linea – dove sennò? -, in Brixia-Trento. Una piccola partita, l’ultima, per un gigante che con la sua presenza la rende importante, da non perdere.
Gli addii sono sempre commoventi, nel senso che smuovono i sentimenti, fanno riaffiorare i ricordi che, per chi non è lontano dai 42 anni, sono tanti.
Cittadini, pilone di alta statura, forte come un toro, poteva diventare un lanciatore di peso o di disco e in un caso o nell’altro avrebbe spedito lontano la boccia da 7 chili e il “piatto” da due chili. Grosso come un sudaricano, con trascurabile massa grassa, perfetto per spingere, svellere, destabilizzare quello che si trova di fronte a lui. Capace di risollevarsi da un incidente drammatico (frattura molto scomposta di tibia e perone) che qualcun altro avrebbe trasformato in buona giustificazione per la resa.
Da quel fulmine che ha colpito il tronco ma non lo ha abbattuto, Lorenzo ha preso una nuova rincorsa che, da Calvisano (dove aveva conquistato uno scudetto), lo ha portato a Treviso (un altro titolo), negli Wasps londinesi, a Bayonne, famosa in Francia per il rugby e per il prosciutto cotto, allo Stade Français.
In questi anni di pellegrinaggio, la collezione di maglie azzurre che alla fin della tenzone sono state 58. Cittadini del vecchio gioco come Lorenzo ce ne sono stati pochi.
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