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GLI ESPERTI AVALLANO IL PROTOCOLLO IRB PER LA DIAGNOSI DEI TRAUMI CRANICI

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ConcussionDublino – Il gruppo di lavoro per la gestione dei traumi cranici ha convenuto all’unanimità di estendere di ulteriori dodici mesi il periodo di prova del protocollo sulla base dei positivi risultati ottenuti sinora, con benefici per il Gioco del Rugby  e riduzione dei rischi legati ad erronee valutazioni di traumi.

 

 

Durante il periodo di prova è stato rilevato un aumento del 25% nelle sostituzioni definitive di atleti successivamente a colpi al capo ricevuti in partita.

La raccomandazione di proseguire nel periodo di prova fa seguito ad un’analisi dei dati raccolti nel primo anno di sperimentazione e relativi ad oltre 180 casi di gestione di infortuni alla testa ed include riscontri dei medici di squadra che utilizzano il protocollo sperimentale.

Il Presidente dell’International Rugby Board, Bernard Lapasset, ha dichiarato: “L’IRB e le Federazioni membre considerano il benessere degli atleti come un aspetto fondamentale del Rugby e sono soddisfatte dei risultati ottenuti dall’analisi del primo anno di sperimentazione globale del protocollo per la valutazione a bordo campo per sospetto trauma cranico (PSCA, Pitch-side Suspected Concussion Assessment)”.

 

Clicca qui per il protocollo  

 

Il PSCA è stato sviluppato quale strumento di supporto per la salute dei giocatori da un gruppo di lavoro indipendente specializzato, ed è programmato per fornire alle squadre ed ai medici di campo il tempo necessario a valutare quei casi in cui la possibilità di diagnosticare un trauma cranico non sia immediata. Prima dell’introduzione del protocollo, i giocatori rimanevano in campo nel caso non fosse possibile diagnosticare subito con certezza il trauma cranico.

  

L’IRB si è anche impegnato per chiarire alcuni errori di comprensione circa l’approccio alla gestione del trauma cranico. 

Il Dottor Martin Raftery, responsabile medico dell’IRB, ha dichiarato: “Ci sono state, nelle ultime settimane, commenti sull’approccio del rugby al trauma cranico e questo ha portato ad alcune supposizioni non corrette. L’IRB vuole sottolineare una volta di più che il PSCA è stato sviluppato per supportare i medici di squadre nel valutare gli infortuni alla testa. Non è stato sviluppato per permettere ai medici di avere maggior tempo per trovare ragioni atte ad autorizzare l’atleta a rimanere in campo. Se un giocatore mostra evidenti segni di trauma cranico va rimosso immediatamente dal campo in modo definitivo, non c’è bisogno di applicare il PSCA per questo”.

L’IRB è firmatario del “2012 Zurich Consensus statement” sui traumi cranici, ampiamente riconosciuto come il più importante forum sui traumi cranici in ambito sportivo. La dichiarazione conferma che agli atleti non dovrebbe essere permesso di riprendere l’attività dopo una diagnosi di trauma cranico, e che essi non dovrebbero tornare a giocare o allenarsi il giorno stesso del trauma; inoltre, evidenzia un approccio volto ad aiutare i medici a determinare il momento più sicuro per autorizzare gli atleti alla ripresa dell’attività.

L’approccio dell’IRB, sotto la guida della propria Commissione Medica, di cui fanno parte alcuni tra i migliori medici sportivi ed esperti indipententi, è pienamente in armonia con la dichiarazione di Zurigo.  

La commissione ha condotto una revisione della Regola 10 dell’IRB, inclusa la gestione dei traumi cranici, il protocollo per il ritorno all’attività e un percorso di educazione per il rugby d’elite e di base.

Il dottor Raftery ha aggiunto: “L’IRB e le sue Federazioni continuano a mantenere un approccio proattivo ed attento nella gestione dei sospetti traumi cranici, dal momento che non esistono test diagnostici perfetti o indicatori, in medicina, su cui si possa contare per una diagnosi immediata. Sono necessarie ulteriori ricerche e l’IRB continuerà a sostenere iniziative in questo importante ambito”.