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Leonardo GHIRALDINI

Nato a: Padova
il: 26 dicembre 1984
Ruolo: Tallonatore
Altezza: 1.83
Peso: 102 kg
Clubs: Petrarca, Calvisano, Treviso, Leicester (Ing), Stade Toulousain (Fra), Begles (Fra)
Caps: 107
Caps come capitano: 17
Esordio in Nazionale: Giappone-Italia 6-52 (Tokyo, 11.6.2006)
Ultima in Nazionale: Galles-Italia 38-18 (Cardiff, 5.12.2020)
Punti segnati: 30 (6m)
Caps Sei Nazioni: 53
Caps RWC: 6
Altre selezioni: Italia U.17, Italia U.18, Italia U.19, Italia U.20, Italia A, Italia Seven, Barbarians
Azzurro n°: 582

Per presentarlo a quei quattro extraterrestri che non lo conoscessero basterebbero i numeri: uno scudetto con Calvisano (2007-08), un altro a Treviso (2009-10), quindi un Bouclier de Brennus con lo Stade Toulousain (2018-19); in carriera sei club in quattro diversi campionati. In azzurro tutte le Nazionali, Seven compresa, tre edizioni della Coppa del Mondo e tre convocazioni nei Barbarians. Dal 16 marzo 2019 al 14 novembre 2020 purtroppo ha vissuto in un tunnel: rottura del crociato del ginocchio destro contro la Francia, a Roma, una Coppa del Mondo inseguita, raggiunta, ma poi vissuta in tribuna (anche a causa di un tifone…), quindi il lockdown. Dell’infortunio è rimasta iconica l’immagine dei francesi Huget e Medard accovacciati accanto a lui per confortarlo: uno spot per il rugby. Nel 2021 il ritiro definitivo dall’attività. Per fortuna poi c’è anche la vita. Una laurea in Economia, un master in Diritto e Management dello sport, si occupa di consulenza strategica aziendale. Siede nella commissione antidoping di World Rugby ed è commentatore televisivo. Dalla compagna Federica ha avuto due bimbi: Giacomo e Camilla. Con la famiglia vive a Tolosa. Scuola Petrarca dall’età di 8 anni, svezzato da Silvano Babetto, un guru delle giovanili della Guizza. Figlio d’arte (papà Leonardo ha giocato seconda linea), è stato avviato al rugby perché da bambino era… “parecchio agitato” (parole sue), ma qualsiasi sport facesse tornava a casa più vivace di prima. Per la sua carriera deve un “grazie” ad Arturo, il papà dei Bergamasco, che un bel giorno lo ha spostato da terza linea (“ero troppo basso”) al tallonaggio, dove si è sempre distinto per l’abilità nel lancio in touche (la Nazionale ha toccato picchi di oltre il 90% di conquista sui suoi lanci). Tifa Inter, ama la MotoGP, non disdegna l’atletica e si tiene in forma praticando il ciclismo.