Seconda tappa del viaggio dell’Italia alla Rugby World Cup 2025: York, dove domenica 31 agosto alle 16.30 (diretta Rai Sport e Rai Play) le Azzurre giocheranno il secondo match del girone D contro il Sudafrica. È già una sfida decisiva, perché dopo la sconfitta contro la Francia per 24-0 all’esordio l’Italia sa di non poter più sbagliare: “Sappiamo di affrontare una sfida decisiva e tutto il gruppo è consapevole dell’importanza delle prossime due partite per il nostro cammino mondiale. Tensione? Alla fine è soggettivo. Alcune ragazze non la sentono, altre sì, altre magari più avanti, ognuna vive la partita a suo modo, ma siamo tutte consapevoli – e questo è quello che conta – di quanto questa partita sia importante” racconta Aura Muzzo, ala delle Azzurre e del Lione.
Com’è iniziata questa seconda settimana?
“Sta andando tutto bene. Questi primi giorni sono stati dedicati al recupero dopo il match con la Francia e soprattutto alla revisione della partita: abbiamo analizzato cosa è successo e ci siamo già focalizzate sulla prossima partita e sul prossimo obiettivo, il Sudafrica”.
Cosa è venuto fuori dalla revisione del match con la Francia?
“Sicuramente ci portiamo dietro da questa partita una buona prestazione difensiva. Siamo consapevoli di aver difeso bene e di aver risposto a una prova durissima, e alla fine siamo riuscite a non concedere il bonus offensivo alla Francia. Certo, dobbiamo lavorare tanto su molti altri aspetti: abbiamo avuto troppo poco possesso, ed è stato un peccato perché quando siamo riuscite ad avere il pallone in mano si sono viste delle cose positive. Bisogna dare merito alla Francia di essere riuscita a bloccare quelli che sono i nostri punti di forza, riuscendo ad avere più possesso di noi”.
Come sta procedendo l’avvicinamento al Sudafrica? Si sente la pressione di una partita da dentro o fuori?
“Sarà una sfida bella e stimolante. C’è tanta voglia di riscattare la sconfitta contro la Francia: più riusciremo ad essere ‘noi’, a mettere in campo la nostra identità, più saremo efficaci in campo. Sappiamo che dal punto di vista fisico sarà una sfida molto dura, ma sappiamo anche di avere le qualità per poter essere pericolose. Il Sudafrica ha fatto un grande percorso di crescita in questi anni: il nostro obiettivo non deve essere adattarci alle loro caratteristiche, ma far venire fuori al meglio le nostre”.
È il tuo terzo Mondiale, dopo quello in Irlanda nel 2017 e in Nuova Zelanda nel 2022: cosa è cambiato in questi anni?
“Sicuramente affronto questa competizione con una consapevolezza diversa. Nel primo Mondiale, nel 2017 in Irlanda, non ho mai giocato ma è stata un’esperienza pazzesca che mi ha permesso di crescere a una velocità che non avevo mai provato prima, anche grazie a tante persone che erano lì con me e che sono state fondamentali nel farmi crescere: prima tra tutte Sara Barattin, una persona che ancora oggi è importantissima per me. E poi Maria Grazia Cioffi, Alice Trevisan, Paola Zangirolami, Manuela Furlan, Melissa Bettoni, queste ultime due per più tempo perché hanno giocato anche il Mondiale successivo. Sicuramente avrò dimenticato qualche nome, ma tutte le ragazze con cui ho giocato hanno lasciato un segno. Nel 2022 ero già più consapevole del mio ruolo – anche dal punto di vista tecnico – e l’ho vissuto in un altro modo, pur essendo stato comunque un altro tassello importante della mia crescita. Anche in questo caso il gruppo è stato fondamentale per me, perché alla fine il rugby è uno sport di squadra e si cresce, si vince e ci si diverte insieme. Per quanto riguarda questo terzo Mondiale chissà quale viaggio mi riserverà, a fine percorso saprò dare una risposta (ride, ndr)”.
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