Bourgoin-Jallieu – Paolo Garbisi non si nasconde: la sconfitta con gli All Blacks ha fatto male, molto. La cosa più importante, però, è cercare di dimenticare il prima possibile la notte da incubo di venerdì e concentrarsi sull’ultima sfida della fase a gironi, venerdì 6 contro la Francia, sempre a Lione. Il mediano di Montpellier e della Nazionale Azzurra ha analizzato con la consueta lucidità quanto accaduto contro gli All Blacks.
Paolo, com’è l’umore dopo una sconfitta così pesante?
“È stata una sconfitta che ha fatto male, c’è poco da dire. Come avevo detto anche in altre interviste, c’è la volontà da parte del gruppo di scusarsi con tutti i nostri tifosi, perché quello di venerdì non è uno spettacolo che avremmo dovuto e voluto riservare loro. Chiaramente è una sconfitta che deve essere dimenticata. Solitamente cerco di analizzare sempre in modo molto approfondito tutte le partite, ma ci sono casi in cui più velocemente si va oltre, meglio è: questo è uno di quei casi. È stato un incubo, ma ora dobbiamo concentrarci solo sulla Francia”.
L’Italia è comunque ancora in corsa per i quarti: come si resetta tutto dopo una sconfitta del genere? Come si ritrova l’entusiasmo?
“L’entusiasmo deve essere trovato pensando al percorso che abbiamo iniziato con Kieran Crowley 2 anni fa. Dobbiamo pensare a tutti i miglioramenti che abbiamo fatto, dai primi test match di novembre ai Sei Nazioni che abbiamo giocato, passando per le Autumn Nations Series fino alle prime due partite di questo Mondiale. Contro la Francia sarà una partita difficilissima, ma è una squadra che conosciamo bene e con la quale al Sei Nazioni abbiamo chiuso molto vicini nel punteggio.
Si sono create forse troppe aspettative? Anche da parte dei media?
“Non penso sia stato questo, forse ci siamo illusi noi un po’ da soli. Ci siamo fatti un po’ la ‘bocca buona’ e poi siamo stati rispediti sulla terra. Abbiamo approcciato questa partita come un match point per i quarti e forse ci siamo illusi troppo”.
Forse per questo quell’uno-due micidiale degli All Blacks (mete di Smith al 17’ e Telea al 19’ per il 21-3, ndr) vi ha tagliato le gambe?
“Sì, quando sogni e poi prendi uno schiaffo ti svegli di colpo ma rimani immobile, non riesci a reagire subito. È un po’ quello che è successo. Abbiamo visto che le cose non stavano andando come ci aspettavamo e non siamo riusciti a reagire come avremmo dovuto”.
Quest’anno hai giocato tanto come primo centro, alternandolo al tuo ruolo originario di apertura: in quale ti trovi più a tuo agio?
“Ho giocato tanto come centro quest’anno, e cerco sempre di dare il massimo in qualsiasi ruolo io venga schierato. Credo però che nel ruolo di apertura io possa essere più utile, per quelle che sono le mie qualità”
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