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ITALRUGBY, PANI: “VISSUTO DUE SETTIMANE INCREDIBILI. VOGLIO MIGLIORARE NELLA GESTIONE DEL GIOCO”

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pani italia irlanda 2023Prima l’esordio, poi la conferma con l’Irlanda. Lorenzo Pani è stato uno dei protagonisti delle prime due partite dell’Italia alle Summer Nations Series, in preparazione alla Rugby World Cup 2023. L’estremo delle Zebre era entrato in gruppo in seguito all’infortunio di Edoardo Padovani, ed è stato bravo a guadagnarsi l’occasione di debuttare nonostante il meno tempo a disposizione: “Sono state due settimane incredibili per me. Io ero arrivato dopo, non mi aspettavo né di partire titolare né di essere riconfermato la settimana dopo. Ovviamente ci sono ancora delle cose da migliorare e sulle quali sto lavorando, l’obiettivo però è entrare nei 33 che andranno al Mondiale”

Ti abbiamo visto emozionatissimo contro la Scozia. Cosa hai provato in quei momenti?

“È stato un momento emozionante. Non volevo farlo vedere ma non ci sono riuscito (ride, ndr). In quei momenti pensi a tutto: a quando ho iniziato, ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto anche nei momenti più difficili. Nel giro di un anno è cambiato tutto, avevo avuto una stagione difficile in cui avevo giocato poco ed ero appena arrivato alle Zebre, adesso però voglio migliorarmi ancora e lavorare duro per diventare uno dei migliori estremi in circolazione”.

Come sta procedendo il lavoro di preparazione?

“La preparazione è molto intensa, come giusto che sia, e anche nelle settimane delle partite abbiamo lavorato molto dal punto di vista fisico, sia in palestra che in campo. C’è da preparare un mondiale, quindi bisogna faticare. Le due partite di preparazione sono state molto intense, in particolare l’Irlanda oltre ad essere incredibilmente forte a livello tecnico-tattico lo è anche dal punto di vista fisico, dobbiamo puntare ad arrivare a quel livello”.

Del resto, in tutte queste Summer Series stiamo vedendo partite di grande intensità…

“Penso che il livello sia così alto anche perché tutti i giocatori sanno che si stanno giocando un posto alla Coppa del Mondo, di conseguenza il livello deve essere per forza questo. Per essere nei 33 bisogna dare più del 100%”.

La partita con l’Irlanda è servita anche a “testare” il livello che troverete con All Blacks e Francia?

“Io ho sempre sostenuto che sia giusto giocare con squadre più forti di noi, perché si impara sempre. Se vogliamo provare a passare il girone è giusto giocare contro squadre forti come Irlanda e Scozia”.

Con l’Irlanda è arrivata anche la prima meta. Come l’hai vissuta?

“In quel momento non avevo realizzato del tutto la cosa perché ero molto concentrato sulla partita e sul fatto che dovessimo recuperare. Poi però ritornando a centrocampo, quando ci siamo messi tutti in cerchio, mi sono reso conto di quello che avevo fatto, di aver fatto una meta alla prima del ranking mondiale. Alla fine il mio sogno fin da piccolo era di giocare in Nazionale, ed essere qui mi rende molto felice”.

C’è qualcosa che hai imparato in queste due partite?

“Dal punto di vista tattico mi sento migliorato nel gioco al piede, in particolare nelle scelte: calciare non significa soltanto avere un piede potente e preciso, ma anche capire quando usarlo e quando invece fare scelte diverse. Sto lavorando tanto con gli allenatori anche sul piano della gestione: voglio migliorare come playmaker e dare anche il mio contributo nell’aiutare il mediano nell’impostazione del gioco”.

Sei arrivato in raduno dopo rispetto agli altri: c’è stato qualche compagno che ti ha aiutato a inserirti subito nei meccanismi di gioco?

“Avendo giocato sia al Benetton che alle Zebre avevo la fortuna di conoscere già molti dei ragazzi. Tra quelli che non conoscevo ho legato particolarmente con Paolo Garbisi, mi ha aiutato molto, è un giocatore davvero forte e ha una grande maturità, in campo e fuori”.