Parma – Terminata la settimana di pausa, è il momento di concentrarsi sulla seconda parte del Sei Nazioni femminile 2023. L’Italia arriva al match contro l’Irlanda con la consapevolezza di poter fare una grande partita, dopo aver sfiorato l’impresa con la Francia e aver tratto comunque buoni segnali dalla sfida contro l’Inghilterra, come racconta Isabella Locatelli, terza linea delle Azzurre e del Colorno.
Cosa vi portate dietro di positivo dalla partita di Northampton?
“Sicuramente il modo in cui abbiamo approcciato la partita, abbiamo cominciato bene sia in difesa che in attacco, sfidando in maul le inglesi e segnando da quella fase di gioco. C’è stato anche un bel miglioramento nelle fasi statiche, in particolare la mischia ha sofferto molto meno rispetto alla Francia, nonostante la portata dell’avversario. Non mi sento di dire che sia andata così male”.
L’Irlanda si avvicina. Nonostante negli ultimi anni abbia vissuto tante difficoltà e abbia ottenuto molti meno risultati rispetto all’Italia, è dal 2019 che vince tutti gli scontri diretti. Come mai? Quest’anno può essere diverso?
“È una partita che sentiamo molto a livello mentale, ed è una cosa che in campo si fa sentire, poi sono molto simili a noi su alcuni aspetti del gioco e quindi abbiamo sempre faticato tanto. Quest’anno però sono molto fiduciosa: arriviamo da un Mondiale molto positivo, ci sono stati dei cambiamenti ma li abbiamo gestiti molto bene, e abbiamo superato le due partite più difficili. Ora è tutto in discesa. Iniziare con Francia e Inghilterra ti migliora anche a livello di gioco”.
Non aumenta la tensione arrivare alle partite più “alla portata” con 0 vittorie?
“Secondo me no, anzi, è il momento in cui possiamo finalmente sviluppare anche il nostro gioco, perché chiaramente contro Francia e Inghilterra è difficile avere tanti palloni in attacco. Anche se in realtà contro la Francia ci siamo riuscite bene, ho davvero pensato che potessimo vincere. Forse non abbiamo gestito bene il fattore tempo: il pallone è diventato più scivoloso e quindi ha aumentato il numero delle mischie, fase nella quale stavamo soffrendo. Poi le francesi si sono ancorate tanto al gioco al piede e hanno fatto valere la loro esperienza”.
Sei tra le giocatrici più utilizzate a partita in corso: come vivi questa cosa?
“Da una parte ho la ‘sfortuna’ di poter coprire due ruoli, seconda e terza linea, è un po’ la ‘croce’ di noi utility (ride, ndr). A parte le battute, sono una persona molto autocritica: so quanto le nostre seconde e le nostre terze linee siano forti, stanno facendo dei partitoni ed è giusto che giochino loro. Ovviamente poi passo le mie giornate ad allenarmi per cercare di arrivare a quel livello e per farmi trovare sempre pronta quando vengo chiamata in causa. Poi ci sono casi come quello di domenica scorsa contro l’Inghilterra, in cui mi ritrovo di colpo a giocare centro. Non ero spaventata, anche Michela Sillari mi ha detto ‘gioca a rugby e basta’, ho cercato di dare il meglio di me e di divertirmi, anche se poi andavo a difendere i drive quindi facevo comunque sia l’avanti che il trequarti. Praticamente il momento più alto della mia vita (ride, ndr)”.
L’ultimo Mondiale, anche a livello di numeri, è stato molto importante per la visibilità e l’immagine del rugby femminile all’esterno. Hai percepito questo cambiamento?
“A livello mediatico credo che la sponsorizzazione del Sei Nazioni femminile da parte di Tik Tok stia aiutando molto, e anche World Rugby sta lavorando tanto, pubblicizzando tantissimo la Coppa del Mondo e dando una struttura concreta ai test match. Inizia ad esserci un seguito più ampio rispetto a qualche anno fa, giochiamo in impianti importanti e fatti bene, sono cambiate tante cose. Poi personalmente posso parlare della realtà di Colorno, che vivo quotidianamente. Mi capita di andare nelle scuole e vedere ragazze che il rugby lo conoscono già, prima non era così”.
La cosa più bella che ti è stata detta nelle scuole?
“Una volta mi hanno detto ‘Sei la mia prof preferita’, penso sia una delle cose più belle. E in generale, quando vado nelle scuole mi diverto tantissimo e sono felice di farlo”.
Sei tra le più attive anche sui social, diciamo che hai preso molto sul serio la “missione” Tik Tok
“Si ormai sono una tiktoker (ride, ndr). In realtà è un modo per dare comunque visibilità al nostro sport anche attraverso altri canali. Poi chiaramente non sono fissata con i social, lo faccio quando ho tempo perché mi diverto, e finché sarà così continuerò a farlo”
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