Parma – Con 76 caps, è stata uno dei simboli dello storico ciclo che ha portato l’Italia a imporsi ai vertici del rugby femminile mondiale: Melissa Bettoni ha chiuso la sua avventura azzurra dopo la Coppa del Mondo dello scorso anno, ma non ha lasciato il mondo della palla ovale. Adesso, infatti, è allenatrice delle avanti della nuova Italia under 20 femminile, e anche dalla panchina continua a dare il suo contributo al rugby italiano.
Melissa, com’è maturata la decisione di iniziare questo nuovo percorso?
“È stata una sorpresa anche per me, non lo immaginavo e non me lo aspettavo, anche se quando mi è stato proposto ho subito accettato, sia perché mi sarebbe sempre piaciuto allenare, sia perché lo facevo già nelle giovanili dello Stade Rennais, il club dove giocavo”.
A proposito di giovani. Questo Sei Nazioni vedrà per l’Italia un primo ricambio: cosa ti aspetti?
“Da un lato abbiamo smesso soltanto io e Manuela (Furlan, ndr) e c’è Arrighetti che è fuori per infortunio, quindi in realtà molte veterane sono ancora presenti del gruppo, e credo sia una cosa importante per “guidare” il ricambio nel modo giusto. Le tante giovani che stanno crescendo potranno essere spinte e accompagnate in un ricambio che sarà per forza necessario. Credo che non ci saranno problemi in questo percorso, perché nel nostro gruppo giovani e meno giovani si sono sempre integrate bene, vivendo bene insieme. Sicuramente sarà un Sei Nazioni un po’ di transizione, che servirà a Raineri per fare nuove prove e capire come si comporteranno in campo le nuove giovani”.
Sarà difficile, per chi arriva adesso, gestire la pressione dei risultati ottenuti dall’Italia negli ultimi anni?
“La pressione c’è sempre, secondo me sarà invece uno stimolo in più per le più giovani avere la possibilità di dimostrare il proprio valore a questo livello. Va anche detto che non solo noi siamo in ricambio: tutte le nazionali stanno cambiando, come normale che sia dopo una Coppa del Mondo. Per come conosco io le ragazze e per come vedo il gruppo, approcciare a questo Sei Nazioni sarà molto più semplice di quanto si pensi”.
Per quanto riguarda la “tua” under 20, quali segnali hai colto dopo la prima amichevole con la Spagna?
“È stata una partita particolare, perché noi abbiamo giocato con l’under 20 e loro con l’under 21 (ride, ndr). Ma comunque è stato un test importante e uno stimolo in più, che ha portato dei risultati molto positivi in vista del futuro, anche noi comunque avevamo ragazze come Alessandra Frangipani che hanno già giocato in Nazionale maggiore. In generale, tutti i tecnici sono soddisfatti di come questo percorso è iniziato, e personalmente sono rimasta molto colpita da queste ragazze, dalla loro attitudine e dalla loro capacità di ascoltare: mi chiamano per chiedermi consigli sugli esercizi da fare, per confrontarsi su ciò che riguarda la mischia. Non è facile, perché alcune non giocano in Eccellenza ma in Serie A, quindi non hanno sempre la possibilità di confrontarsi con l’alto livello, ma sono molto curiose e lavorano tanto. La Federazione ci permette di lavorare bene e ci appoggia, e avere un under 20 e un under 18 fa capire che il nostro movimento sta crescendo”.
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