Le Tre Rose Nere: una “Comunità in Campo” che abbatte le barriere
Il rugby non è solo uno sport, ma un potente strumento di inclusione e cambiamento sociale. Lo dimostra il progetto “Comunità in Campo”, parte della campagna nazionale #unaltrapartita, promossa da Acri e Assifero in occasione della Giornata Europea delle Fondazioni. Questa iniziativa ha coinvolto, dal 23 settembre al 1° ottobre, oltre 130 eventi in tutta Italia, per portare al centro dell’attenzione il valore dello sport per tutti: giovani, anziani, persone con disabilità, migranti e detenuti.Tra le realtà protagoniste del progetto, spicca la squadra delle Tre Rose Nere, riconosciuta da tempo da FIR come una realtà di riconosciuto valore sociale e sportivo. La FIR ha dimostrato con i fatti come lo sport debba essere un diritto per tutti, riconoscendo a questi atleti migranti lo status di “atleti di formazione italiana”, nonostante le loro origini extracomunitarie. Per la Federazione, questi ragazzi non sono semplicemente extracomunitari, ma parte integrante del tessuto sociale e sportivo italiano.Le Tre Rose Nere sono un progetto unico in Italia. Nata come squadra multiculturale, è oggi un simbolo di inclusione, capace di unire giovani italiani e migranti intorno ai valori del rugby: rispetto, lavoro di squadra e resilienza. Durante “Comunità in Campo”, la squadra ha organizzato attività sul campo, coinvolgendo ragazzi di oltre dieci nazionalità diverse e dimostrando che lo sport può abbattere ogni barriera, da quelle linguistiche a quelle culturali.Gli eventi del progetto “Comunità in Campo” hanno portato una ventata di energia nelle varie comunità locali, soprattutto quella cuneese, coinvolgendo famiglie, scuole e volontari in attività che mettono al centro i valori dello sport. Inoltre, grazie alla donazione di un pulmino da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, le Tre Rose Nere potranno raggiungere ancora più ragazzi, anche quelli che vivono in aree isolate o svantaggiate.
La campagna #unaltrapartita arriva in un momento cruciale per il nostro Paese, ad un anno dall’inserimento dello sport nella Costituzione italiana come diritto fondamentale per il benessere psicofisico e la coesione sociale. Tuttavia, il quadro italiano non è propriamente positivo: secondo i dati Istat solo il 34,5% della popolazione pratica sport, e l’Italia è al primo posto al mondo per sedentarietà tra i minori. Inoltre, le donne, i giovani e le persone con disabilità sono spesso tagliati fuori dal mondo sportivo.In questo contesto, iniziative come quella della campagna nazionale #unaltrapartita e delle Tre Rose Nere dimostrano che il cambiamento è possibile. Attraverso il rugby, si costruisce una cultura dello sport inclusivo che combatte le disuguaglianze e crea opportunità per tutti.Il progetto “Comunità in Campo” non si limita al rugby. Come parte della campagna nazionale, ha coinvolto anche le principali reti associative dello sport inclusivo, tra cui Aics, Csen, Opes, Sport for Inclusion e Uisp, con il patrocinio di Rai per la Sostenibilità ESG e la mediapartnership di Rai Sport. È un impegno collettivo, sostenuto da oltre 120mila organizzazioni sportive, che ogni giorno lavorano per garantire che lo sport sia una pratica accessibile a tutti, indipendentemente dalle condizioni economiche, sociali e fisiche.Le Tre Rose Nere, fiore all’occhiello del progetto rugby migranti della FIR, rappresentano molto più di una squadra di rugby: sono un simbolo di speranza e integrazione in un Paese che ha ancora molta strada da fare per abbattere le disuguaglianze. Grazie a progetti come “Comunità in Campo”, il rugby continua a dimostrare che non è solo uno sport, ma un modo per costruire una società più giusta e inclusiva.
Impegno Sociale | 07/10/2024
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