Cristian ha sempre creduto in me, come allenatore e come persona. Di lui non scorderò mai la passione che metteva in ogni singola partita, approcciandola come se fosse sempre una finale. Con lui ho vinto una finale scudetto, ma soprattutto grazie a lui ho imparato a gestire la pressione, l’emotività e a lavorare sempre più duramente. Gli devo tanto – Giada Franco
La squadra non è solo un insieme di giocatori o giocatrici: la squadra è un gruppo, ha vita propria e assorbe tutto ciò che c’è intorno, fino a diventare – come in questo caso – un’idea, un simbolo di una passione e di un movimento. È ciò che è successo al Colorno femminile – da sempre una delle squadre più rappresentative – negli anni delle due finali scudetto consecutive: Cristian Prestera – giocatore e poi allenatore del club dal 2009 in poi e adesso direttore tecnico al Rugby Parma – ha guidato la squadra dello storico scudetto delle Furie Rosse nel 2018, e soprattutto ha cresciuto (anche dal punto di vista umano) un gruppo di ragazze che non solo ha vinto, ma ha dato nuova linfa alla Nazionale e a tutto il movimento.
“Quello era un gruppo fantastico che si è formato anno dopo anno. Quando sono arrivato io l’unica azzurra era Michela Sillari, poi sono arrivate Giada Franco, Francesca Sgorbini, Irene Campanini, Michela Merlo, Sara Tounesi, Veronica Madia, Silvia Turani, Gaia Giacomoli. Nel giro di un anno sono migliorate tutte tantissimo, fino a creare un gruppo splendido che ha vinto il campionato e ha dato anche tante giocatrici alla Nazionale” ha spiegato Prestera.
Il segreto di questa crescita e di questi successi? Secondo Prestera “Colorno, ancora adesso, è una società che punta tantissimo sul rugby femminile ed è diventata un punto di riferimento nel territorio. Danno alle ragazze le stesse possibilità dei ragazzi, con una grande organizzazione e grandissima serietà. Il Presidente Ivano Iemmi ha fatto davvero tanto per il rugby femminile. In campo, poi, si è creato un gruppo molto unito e molte delle ragazze sono rimaste nell’ambiente: chi fisioterapista, chi allenatrice, chi manager. Si è creata non solo una squadra, ma un gruppo di persone legato a doppio filo con Colorno e con il movimento del rugby femminile”.
Tra le tante ragazze rimaste nel cuore di Prestera, ce n’è una in particolare con cui si è creato un legame ancora più profondo: Giada Franco. Arrivata a Colorno giovanissima (nel 2016 a 20 anni) la terza linea azzurra ha fatto un grandissimo percorso di crescita, anche grazie al suo allenatore: “Giada è arrivata molto giovane, aveva 20 anni e veniva dal Benevento insieme a Maria Grazia Cioffi, per lei era come una figlia. Aveva un potenziale enorme del quale nemmeno lei era ancora del tutto consapevole, aveva tantissima voglia di fare, anche se andava ancora ‘indirizzata’: l’essere arrivata alla sua prima finale di campionato probabilmente le ha fatto scattare la molla per diventare la giocatrice che è adesso”.
Il percorso non è stato tutto rose e fiori, soprattutto all’inizio, ma Giada Franco non ha mai mollato: “Faceva un po’ fatica a gestire la pressione lungo tutto il campionato, perché preparare la singola partita è un conto, preparare un intero campionato con tutte le problematiche che ci possono essere – pensiamo agli infortuni – è diverso, soprattutto per le ragazze più giovani. Quell’anno Giada ha fatto un cambiamento incredibile. Chiedeva continuamente cosa potesse fare per migliorare. Ha sempre avuto un carattere forte, che a volte la portava a non accettare le critiche, ma proprio grazie a questa forza caratteriale poi rifletteva sulle cose e si impegnava ancora di più per superare ogni ostacolo. Anche le prime delusioni, ad esempio qualche mancata convocazione in Nazionale agli inizi, l’hanno aiutata a crescere fino a diventare un punto di riferimento per l’Italia”.
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