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Un Sei Nazioni U20 in crescendo per l’Italia. L’analisi del torneo degli Azzurrini

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L’Italia under 20 ha chiuso il Sei Nazioni 2025 di categoria al quarto posto con 2 vittorie, 3 sconfitte e 10 punti, maturati dai successi conquistati con Scozia e Irlanda e dai bonus difensivi acquisiti contro Galles e Inghilterra. Anche se il match con i Dragoni rimane un rimpianto, come raccontato dallo stesso capitano Giacomo Milano, alla fine gli Azzurrini sono riusciti ad essere competitivi per tutto il torneo, ad esclusione del passo falso con la Francia, e hanno sfiorato il podio giocandoselo fino alla fine. Il Sei Nazioni under 20 2025 degli Azzurrini può quindi dirsi positivo, anche in virtù della presenza di tantissimi ragazzi classe 2006 che quindi saranno a disposizione anche il prossimo anno, e rappresenta un bel trampolino di lancio per il prossimo Mondiale di categoria che si disputerà proprio in Italia e che vedrà la squadra di Santamaria di fronte a Nuova Zelanda, Irlanda e Georgia nel girone C.

Italia under 20: un Sei Nazioni in crescendo

L’Italia under 20 ha giocato un Sei Nazioni in crescendo, compattando il gruppo giornata dopo giornata e migliorando sempre di più i propri automatismi. La vittoria sulla Scozia, nella prima partita, nasce non solo da questa attitudine caratteriale ma anche dalle qualità tecniche dei ragazzi in campo, in particolare i trequarti. Scozia-Italia è stata la partita che ha rivelato al mondo la coppia di centri Todaro-Zanandrea e il talento di Malik Faissal, tra i migliori del torneo. Quando l’Italia è riuscita ad attaccare palla in mano avendo possessi di qualità è stata sempre pericolosa, come dimostra la bellissima meta firmata da Alessandro Drago contro l’Irlanda, ma anche la splendida marcatura del primo vantaggio con l’Inghilterra, nata da un break di Opoku e finalizzata dal calcetto di Fasti per Faissal. Un altro aspetto particolarmente in crescita riguarda la mischia ordinata, che ha cominciato il torneo in sofferenza e lo ha concluso guadagnando dei calci di punizione a favore.

Continuità

Pur nelle difficoltà l’Italia è riuscita ad avere una certa continuità, unita alla capacità di sapersi rialzare nei momenti più difficili: nei primi 30 minuti di Edimburgo all’esordio sembrava che la Scozia potesse prendere in mano la partita, ma la reazione degli uomini di Santamaria è stata esemplare. Allo stesso modo, dopo la brutta partita contro la Francia gli Azzurrini sono stati in grado di fare il salto di qualità che serviva, portando a casa un bonus con l’Inghilterra (e sfiorando il secondo) e poi battendo l’Irlanda con un grandissimo primo tempo e una ripresa di difesa e resistenza, mancando il podio per un soffio, a causa della sorprendente vittoria del Galles sugli inglesi che ha sparigliato la classifica. In ogni caso, gli Azzurrini hanno confermato il quarto posto dello scorso anno, dimostrando ancora una volta di essere una squadra sempre competitiva. Il prossimo passo, però, sarà confermare questa competitività anche in un torneo come il Mondiale dove si gioca ogni 5 giorni, di conseguenza il recupero fisico e il turnover diventano dei fattori chiave per poter andare avanti nel torneo.

La gestione del risultato

In vista del Mondiale casalingo, ci sono degli aspetti che l’Italia può e deve migliorare per poter fare un ulteriore salto di qualità. Il primo riguarda la gestione delle partite nelle situazioni di vantaggio: sia contro il Galles sia contro l’Irlanda gli Azzurrini non sono riusciti a chiudere la partita quando sarebbe servito, subendo poi il ritorno degli avversari. Nel match finale contro gli irlandesi quello di Santamaria era ormai un gruppo compatto e in grado di resistere anche per lunghi tratti contro i multifase avversari, contro il Galles invece questo calo è costato una partita alla portata che avrebbe cambiato la classifica finale. Anche da queste sconfitte, però, si può imparare tanto, e quanto acquisito dai ragazzi in queste 5 partite sarà fondamentale per la loro crescita nel breve termine (pensando al mondiale, e per la generazione 2006 anche al prossimo Sei Nazioni) e nel lungo termine, pensando al percorso che li porterà tra i grandi.