Lo Stadio Luigi Ferraris di Genova, il 16 novembre in occasione della partita tra Italia e Georgia, è stato il cuore pulsante di una giornata indimenticabile di rugby, integrazione e passione: infatti il tifo per gli Azzurri è stato arricchito dalla presenza di alcune realtà straordinarie: Primavera Rugby di Roma , Le Tre Rose Nere di Casale Monferrato e CUS Piemonte Orientale, presenti con i loro atleti e i rappresentanti dei progetti sociali della FIR: Rugby e Disabilità e Rugby e Migranti.
La Primavera Rugby di Roma è stata una delle protagoniste della giornata. Il club, che ha visto i primi passi del capitano azzurro Michele Lamaro, è da oltre un decennio un punto di riferimento per l’integrazione sportiva di ragazzi e ragazze con disturbo dello spettro autistico grazie al suo Progetto Rugby e Autismo. Nato nel 2012 con appena quattro partecipanti, il progetto oggi coinvolge circa 65 atleti e atlete che ogni sabato si allenano con entusiasmo, dimostrando che il rugby è molto più di uno sport: è un’occasione per superare barriere e costruire legami autentici.
Il progetto della Primavera Rugby non si ferma ai confini del campo da gioco. Proprio nel weekend della partita, i ragazzi e le ragazze del progetto hanno vissuto un’esperienza unica con una trasferta a Genova, iniziata con la visita all’Acquario e proseguita con una passeggiata nel centro storico. Il momento culminante è stato il tifo per la Nazionale sugli spalti del Ferraris.
Accanto alla Primavera Rugby, un’altra realtà ha catturato l’attenzione: Le Tre Rose Rugby di Casale Monferrato. Questo club rappresenta un modello unico nel panorama italiano: una squadra composta principalmente da richiedenti asilo provenienti dall’Africa. Nata nel 2014, Le Tre Rose è un esempio di come lo sport possa diventare un ponte tra culture diverse, abbattendo diffidenze e promuovendo l’integrazione. Attraverso il rugby, questi ragazzi trovano una nuova famiglia e un messaggio di accoglienza che si riflette in ogni loro partita.
Anche il CUS Piemonte Orientale era presente con una piccola delegazione, rappresentando il suo progetto Moschettieri Mixed Ability, un’iniziativa nata per includere atleti con disabilità e normodotati.
La giornata è iniziata con un momento speciale: tutti i partecipanti ai progetti si sono riuniti per una foto collettiva che ha immortalato il loro entusiasmo e la loro unità. Poi, è stato il momento di fondersi tra la folla, prendere posto sugli spalti e cantare a squarciagola l’Inno di Mameli. Quando gli Azzurri hanno conquistato la vittoria per 20 a 17, l’esultanza è stata condivisa da tutti, dimostrando ancora una volta che il rugby è molto più di uno sport: è un linguaggio universale di inclusione e speranza.
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