Dopo la sconfitta per 33-25 contro Samoa, l’Italia è tornata al lavoro ad Auckland per preparare il secondo match del suo tour estivo contro Tonga (venerdì alle 4 ora italiana). C’è tanta voglia di riscatto dopo che ad Apia le cose non sono andate come sperato, come spiega Federico Ruzza, seconda linea dell’Italia e del Benetton: “La prestazione non è stata positiva, al di là del risultato finale. Quando abbiamo controllato il gioco facendo ciò che avevamo preparato le cose hanno funzionato ma siamo mancati nelle fasi statiche. Perdere i nostri palloni in touche si è riflettuto poi su tutta la gara. Abbiamo subito la fisicità di Samoa e questo è stato un altro fattore determinante”.
Federico, come si reagisce dopo una sconfitta di questo tipo?
“Così come dopo le partite belle non bisogna farsi prendere dall’euforia, così dopo le partite brutte non bisogna farsi travolgere dalle emozioni negative. Bisogna analizzare le cose come sono: i problemi che ci sono stati sono tutte cose sulle quali possiamo lavorare. In particolare, dobbiamo evitare gli errori non forzati dagli avversari e migliorare la nostra esecuzione”.
Cosa non ha funzionato in rimessa laterale?
“Ci sono partite in cui le cose non riescono, e quando succede chi chiama le touche – in questo caso io – deve cercare di trovare delle soluzioni e dare la giusta tranquillità a tutti, compreso il lanciatore. Non sempre si riesce, ci sono state delle occasioni in cui l’esecuzione è un po’ mancata: le cause di una touche persa possono essere diverse, ad esempio un blocco di salto sbagliato, e riguardano tutti. È mancata la precisione e soprattutto abbiamo perso tante rimesse non per la pressione degli avversari ma per errori nostri non forzati: dobbiamo fare in modo che non succeda più”.
Fino al 55’ l’Italia sembrava comunque in controllo del match, poi cosa è successo?
“Alla fine la partita l’avevamo preparata bene, ma siamo mancati nei momenti chiave e nell’esecuzione. Nel momento in cui siamo andati sul 25-25 e poi sotto 28-25 abbiamo avuto parecchie occasioni di segnare, e anche in questo caso è mancata l’esecuzione. Queste sono partite che si risolvono anche con un episodio, noi non abbiamo finalizzato le opportunità avute nel finale e poi abbiamo sbagliato due rimesse laterali importanti”.
Come si riparte adesso?
“Come dicevo prima, quando le partite non vanno come speri non bisogna farsi prendere dallo sconforto. Sicuramente i primi due giorni dal punto di vista del morale sono stati difficili, ma bisogna tornare subito a lavorare, analizzare le prestazioni dal punto di vista tecnico e tattico per capire cosa non ha funzionato e applicare delle soluzioni fin dalla partita successiva. In questo senso è una fortuna poter giocare di nuovo fra poco per dimostrare di poter fare molto meglio di venerdì scorso”.
Per certi versi, Tonga ha caratteristiche simili a Samoa, soprattutto a livello fisico. Sarà una partita speculare?
“Così come Samoa anche Tonga fa della fisicità un suo punto di forza e ha poche occasioni di giocare in casa, quindi vive queste opportunità in maniera ancora più intensa. Saranno molto fisici e aggressivi e mi aspetto una grossa carica da parte loro. Starà a noi rispondere in maniera efficace con i primi 8: se saremo in controllo delle fasi statiche allora la partita entrerà su binari più favorevoli a noi”.
Possiamo dire che più la partita diventa disordinata, più rischia di finire nelle mani di Tonga?
“Sicuramente ci saranno dei momenti in cui la partita potrà diventare più caotica e dovremo essere bravi noi a gestire il campo, il territorio e il gioco al piede in un certo modo. Sono squadre che se lasciate giocare negli spazi larghi sanno farsi valere nel gioco rotto con le loro qualità. Più riusciremo a tenere nel nostro binario la partita, meglio sarà”.
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