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PROGETTO MIX.A.R., FIR GUIDA IN EUROPA PER UN RUGBY INCLUSIVO

Impegno Sociale |

 

mixed2PARTNERSHIP CON IMAS, “PER FORMARE”, UNIVERSITA’ DI SALAMANCA E UNIONE EUROPEA

Roma – Un rugby sempre più inclusivo, mirato a rendere ancor più concreti i valori su cui il Gioco si fonda, a formare una nuova generazione di atleti e tecnici in grado di appianare le diversità tra i singoli praticanti, contribuendo ad allargare la base.

La Federazione Italiana Rugby propone, da sempre, la pratica di un rugby di base in grado di affiancare atleti normodotati ad atleti con disabilità fisiche o mentali, un gioco non competitivo ma, al tempo stesso, in nulla diverso da quello dei grandi appuntamenti internazionali.

Un “Rugby per tutti”, dal nome del grande contenitore di iniziative di sviluppo del rugby di base lanciato da FIR nel 2016, e di cui fa parte il Progetto MIX.A.R. (MIXed Ability Rugby), sviluppato dalla Federazione insieme alla Federacion Espanola de Rugby, a IMAS (International Mixed Ability Sports), all’Università di Salamanca, all’impresa sociale Per Formare e ad alcuni Club irlandesi ed alla federazione fiamminga.

 

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Finanziato dall’Unione Europea all’interno della programmazione “Erasmus+”, “MIX.A.R.”  

si propone di trasferire, sperimentare e attuare un approccio innovativo e collaudato di inclusione sociale attraverso il rugby in 5 Paesi europei.

 

Il modello promosso da IMAS – http://www.mixedabilitysports.org/it/ – prevede l’interazione di giocatori disabili e non disabili su base paritaria nel gioco del rugby a pieno contatto, promuovendo salute, equità, parità di appartenenza e coesione sociale, sfidando segregazione e stereotipi sulla disabilità, oltre a favorendo processi di formazione permanente e sviluppo personale per tutti i partecipanti.

I partner metteranno in atto un programma di formazione e risorse correlate co-prodotte per educare i loro stakeholder sul modello MA Rugby, promuoverlo e sperimentarlo nei diversi contesti, condividere conoscenze e best practices, nonché identificare idee e pratiche per massimizzare la portata e la sostenibilità degli impatti positivi previsti del progetto a livello individuale e comunitario.

La partnership si propone di attivare i giocatori disabili e non disabili in ogni fase del progetto, spronandoli a contribuire direttamente nella creazione di un Toolkit/Manuale operativo per favorire la trasferibilità del modello in diversi contesti, formando al tempo stesso tecnici in grado di promuovere all’interno delle singole realtà i modelli inclusivi propri del progetto.

Per raggiungere gli obiettivi proposti MIXAR organizzerà nel corso del 2018 momenti di formazione rivolti ad allenatori e momenti di diffusione sul territorio e coinvolgimento attivo degli atleti, per far conoscere il progetto e favorire i processi di coesione sociale, mentre l’Università di Salamanca validerà la progettazione sotto il profilo scientifico.

Nel 2019 è in calendario un convegno conclusivo, organizzato da FIR a Roma, volto a condividere su base globale una metodologia strutturata e un piano di lavoro riproponibile su scala mondiale.

FIR documenterà passo dopo passo i singoli step progettuali, realizzando parallelamente all’evolversi della progettazione un documentario volto a far conoscere MIX.A.R. presso il grande pubblico.

Daniele Pacini, Responsabile del Rugby di Base FIR, ha dichiarato: “’Rugby per tutti’ non è solo, come si potrebbe pensare, un progetto di reclutamento del rugby in Italia, ma un contenitore molto più ampio di iniziative volte a coinvolgere nella pratica del nostro sport un numero sempre crescente di uomini, donne e bambini. E questo non può che prescindere dalle loro abilità psicomotorie, da eventuali handicap fisici o mentali, dal loro ceto sociale. La Federazione crede in un rugby di base inclusivo, aperto a chiunque voglia praticarlo, capace di unire travalicare convenzioni sociali secondo le quali normodotati e diversamente abili non possono competere nella stessa forma di gioco”.

“Con MIX.A.R. – ha aggiunto Pacini – la FIR non solo si prefigge di contribuire all’ulteriore sviluppo del Gioco in Italia, ma vuole impegnarsi attivamente al servizio del rugby mondiale per promuovere un processo scientifico di sviluppo del gioco misto, sviluppando insieme ai partner un percorso che possa aprire la strada ad altri progetti di questo tipo in Italia, in Europa e in tutto il Mondo. Siamo entusiasti che l’Unione Europea abbia deciso di affiancare noi, IMAS e tutti gli altri partner contribuendo attivamente al progetto e non vediamo l’ora di iniziare a lavorare, tutti insieme, per un gioco aperto a tutti”.