©2023 Federazione Italiana Rugby

Mauro Bergamasco

Mauro BERGAMASCO

Nato a: Padova
il: 1 maggio 1979
Ruolo: Terza linea
Altezza: 1.83
Peso: 102 kg
Clubs: Selvazzano, Petrarca, Treviso, Stade Francais (Fra), Aironi, Zebre Parma
Caps: 106
Caps come capitano: —
Esordio in Nazionale: Italia-Olanda 67-7 (Huddersfield, 18.11.1998)
Ultima in Nazionale: Irlanda-Italia 16-9 (Londra, 4.10.2015)
Punti segnati: 75 (15m)
Caps Sei Nazioni: 43
Caps RWC: 13
Altre selezioni: Italia U.19, Italia A, Italia XV, Barbarians
Azzurro n°: 492

Un’icona del rugby azzurro. Forse la prima dell’era moderna (sottolineiamo “moderna”, così Marco Bollesan non ci fulminerà da lassù). Merito di una storia che sembra scritta da un grande sceneggiatore. Un giocatore che ha fatto rumore prim’ancora di indossare la maglia azzurra, quando non aveva neppure vent’anni. E non certo perché papà Arturo era stato nazionale prima di lui negli ancora pionieristici Settanta. No, lo “scandalo” scoppiò perché Georges Coste, c.t. visionario, lo convocò in Nazionale quando Mauro aveva giocato la miseria di una partita in A1 con il “suo” Petrarca. E lo convocò da terza linea, mentre nel club lo impiegavano ancora da centro, suo ruolo d’elezione. Aveva visto giusto il piccolo Napoleone di Thuir, perché da flanker Bergamauro (nomignolo coniato per distinguerlo dal fratellino Mirco) giocherà 103 delle sue 106 partite in azzurro nell’arco di 17 memorabili stagioni. E sarebbero state molte di più se a un certo punto il c.t. John Kirwan (2002-05) non si fosse intestardito a volerlo schierare all’ala. Come mettere Roberto Baggio in porta… A dirla tutta, l’azione con cui si rivelò al mondo (ovale) era da ala vera, seppur di stazza. Palla recuperata a metà campo e galoppata solitaria, riccioli al vento, svellendo scozzesi fino all’area di meta di Murrayfield. Un’azione che ancora spopola su Internet. Da allora Mauro di mete pesanti ne ha segnate tante: la prima (dopo 18 secondi, record italiano) della tripletta in sei minuti che ci spianò la strada della vittoria in Scozia (2007); oppure quella sotto i pali al Flaminio, su delizioso assist al piede di Ramiro Pez, che sdraiò il Galles (2007). Ma ha anche dovuto giocare 40 minuti da mediano di mischia contro l’Inghilterra a Twickenham per un’intuizione (…) dell’allora c.t. Nick Mallett. Un’esperienza che all’intervallo lo lasciò da solo nello spogliatoio, in lacrime. Dal 2003 al 2011 ha giocato in Francia, a Parigi, diventando parte integrante dello “show bizz” dello Stade Francais, all’epoca la squadra più glamour di Francia, con cui ha vinto due Bouclier de Brennus (dopo i due scudetti a Treviso). Testimonial di Armani, titolare di una boutique, volto di un popolare gioco di rugby per PC e playstation: a quel tempo Bergamauro in Francia era più riconosciuto e riconoscibile di tanti campioni locali. Nella sua carriera un solo vuoto: non è mai stato capitano della Nazionale. Anche se a Saint Etienne, in Coppa del Mondo, dopo quella incredibile sconfitta mondiale contro la Scozia, fu lui ad arringare i compagni e a trasmettergli la forza per un nuovo inizio. La sua meta più bella.