La Federazione Italiana Rugby, in allineamento con le più recenti indicazioni di World Rugby in rapporto alla sostenibilità ed all’inclusività del Gioco e alla necessità di sviluppare una cultura della sicurezza e del player welfare, introduce dalla stagione 2023/24 la sperimentazione del placcaggio di sicurezza, o placcaggio basso, nella propria attività di propaganda e U14.
La sperimentazione del placcaggio di sicurezza, che prevede la possibilità di effettuare un placcaggio solo tra la linea dello sterno e al di sopra delle ginocchia, considerando falloso ogni altro tipo di intervento, si inserisce in un più articolato percorso di responsabilizzazione delle atlete e degli atleti e di graduale differenziazione tra l’attività di competizione e quella di partecipazione.
Ridurre i possibili contatti con la zona del collo e della testa, abbattere le sollecitazioni per le articolazioni e tutelare al contempo sia il placcato che il placcatore rappresentano i primi e più importanti strumenti di tutela per atlete e atleti, innalzando al tempo stesso la consapevolezza di tutti i portatori di interesse circa la necessità di continuare ad operare per ridurre il rischio di traumi concussivi nel Gioco ed educando i più giovani ad un gesto tecnico sicuro per se e per gli avversari.
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La sperimentazione verrà estesa a partire dalla Stagione Sportiva 2024/2025 alle categorie U16 e U18 Maschili e Femminili, in vista di una più ampia sperimentazione che potrà aver luogo successivamente in tutta l’attività di partecipazione.
Andrea Di Giandomenico, Responsabile della Formazione di Allenatrici e Allenatori FIR, ha dichiarato: “La scelta della Federazione Italiana Rugby è coerente con la direzione tracciata da World Rugby, la federazione internazionale, e indirizza chiaramente il Gioco verso una direzione di educazione e tutela del benessere delle atlete e degli atleti che lo praticano, in particolare dei più giovani tra loro. Il placcaggio di sicurezza ci consente di proseguire nel cammino di influenza culturale delle future generazioni di giocatrici e giocatori, formati e consapevoli dell’importanza del player welfare. Il nostro compito, come formatori e come allenatori, è quello di contribuire attivamente al processo culturale in atto, considerando questa nuova implementazione come un’opportunità per educare al miglior gesto tecnico possibile le rugbiste e i rugbisti di domani”.
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