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AMATORI RUGBY TARANTO: RUGBY OLTRE LE SBARRE

Impegno Sociale Rugby oltre le sbarre |

tarantoIl progetto fra una società tarantina di prestigio, l’Amatori Rugby Taranto, e una rappresentativa di detenuti si concretizza, “terzo tempo” compreso, in un classico delle sfide con la palla ovale, sport nel quale spiccano lealtà, rispetto per l’avversario e delle regole.

Quella disputatasi sul rettangolo di gioco dello stadio Iacovone è una gara combattuta. In campo, per la partita conclusiva di un ciclo di allenamenti all’interno della Casa circondariale di Taranto, due formazioni miste fra giocatori dell’Amatori rugby e detenuti. Per la cronaca finisce con la vittoria della formazione nella quale i detenuti sono in numero superiore. Un dettaglio, ma che spiega come gli “allievi” abbiano imparato la lezione dei “maestri” sul come meglio amministrare la palla ovale. Per andare oltre una vittoria, un dettaglio, appunto. Oltre una partita di rugby, come ricorda il progetto conclusosi con un “arrivederci”. Al di qua delle sbarre.

L’iniziativa messa in campo è stata promossa dall’Amatori rugby Taranto d’intesa con la Direzione della Casa circondariale di Taranto, insieme con Delegazione provinciale Coni, Comitato pugliese Federugby, delegato provinciale FIR e il patrocinio della Presidenza della Federazione italiana rugby. Referente del progetto, la dottoressa Maria Roggero.

C’è anche una mascotte all’interno della sfida, il piccolo Matteo, appassionato di rugby e della lealtà che circola in questo sport, dentro e fuori il rettangolo di gioco.

Il corso svoltosi all’interno della Casa circondariale tarantina, è stato ideato e realizzato dall’Amatori Rugby Taranto, club presieduto da Ivan Zaccaria. Primo progetto in Puglia, secondo al sud solo a quello svoltosi a Napoli. C’è subito una curiosità che trapela a bordo campo: i detenuti inizialmente interessati a lezioni e allenamenti, non molto leggeri, perché coach e tecnici pare non abbiano fatto sconti a nessuno, erano sedici, in regime di semilibertà. Con il passare dei giorni e di un convincente “passa parola” gli allievi, nel complesso, sono diventati ventidue.

«Grande soddisfazione per l’iniziativa – ha dichiarato ieri Stefania Baldassari, direttore della Casa circondariale di Taranto – per come i detenuti che hanno risposto positivamente all’invito hanno affrontato gli allenamenti; particolare soddisfazione l’ho riscontrata nell’allestimento del “terzo tempo”, quando vincitori e vinti si ritrovano seduti intorno allo stesso tavolo per stringersi la mano e complimentarsi reciprocamente per la gara appena terminata: di questo aspetto, quello della tavola, se ne sono occupati i lavoratori-detenuti, che con l’ausilio della cucina utilizzata per la popolazione carceraria, hanno confezionato generi di conforto, con pizze e focaccine per tutti».

Nei due mesi di allenamento, i detenuti sono stati seguiti con cura dal tecnico Franco Villani, con il quale hanno collaborato Beppe Marangio, Davide Cicorella e Bartolo Laperchia.