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RUGBY E LEGALITÀ, A PALERMO LA FESTA PER IL PROGETTO CONDIVISO TRA FIR E POLIZIA DI STATO

Impegno Sociale |

 

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Palermo – I giardini del Foro Umberto I del capoluogo siciliano sono stati il teatro della manifestazione che ieri mattina, giovedì 26 maggio, ha chiuso la prima tappa degli “open day”, organizzati in seguito all’accordo siglato nel dicembre scorso tra Fiamme Oro Rugby e FIR, inserito nei progetti della “Commissione Rilancio Sud” della Federazione Italiana Rugby.

 

Circa 140 studenti dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Di Vittorio”, che sorge nel quartiere periferico dello “Sperone” hanno partecipato alle attività proposte dal personale del XI Reparto Mobile della Polizia di Stato (formato attraverso corsi ad hoc tenuti da tecnici della Federazione Italiana Rugby, così come previsto dall’accordo) e allenatori federali, in collaborazione con il Comitato Regionale siciliano.

 

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Una prima tappa, delle sette previste in altrettante città del Sud sedi dei Reparti Mobili (Napoli, Bari, Taranto, Reggio Calabria, Palermo, Catania e Cagliari), che ha rispecchiato in pieno la finalità dei Gruppi sportivi della Polizia di Stato, ossia quella di promuovere la cultura della legalità e del rispetto delle Istituzioni attraverso la pratica sportiva, in supporto e al servizio del movimento sportivo italiano; una mission che proprio per la città scelta, Palermo, e per il periodo vuol trasmettere con maggior forza il proprio messaggio: il 23 maggio di 30 anni fa, il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta persero la vita nel feroce attentato di Capaci, che a poco meno di un mese sarebbe stato seguito da quello in cui vennero uccisi il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, in via D’Amelio. 

«Il “sostegno” per noi non ha solo una valenza sportiva – ha dichiarato Massimo Maurotto, Coordinatore del Settore rugby delle Fiamme Oro – ma significa anche partecipare a progetti come quello che è stato messo in campo oggi a Palermo. Le Fiamme Oro sono l’emanazione sportiva della Polizia di Stato e il mandato è quello di rappresentare quella parte importante della costruzione della società. Stiamo uscendo da un periodo difficile e ci siamo resi conto che i giovani, nonostante abbiano una notevole resilienza, hanno bisogno di tornare sui campi e di vivere momenti di aggregazione. Siamo orgogliosi di essere presenti a Palermo, in un luogo particolare come lo Sperone in cui sono presenti notevoli difficoltà sociali e siamo contenti aver portato questo momento di svago, nella speranza che alcuni di questi ragazzi visti oggi continui a praticare il nostro sport. Quella di oggi è la  prima tappa che, insieme alla Federazione italiana rugby, ci aiuterà a far tornare il rugby nel Sud del nostro Paese, con lo scopo di farlo conoscere anche lì dove non è mai arrivato, in contesti “difficili” in cui anche le strutture sportive risultano essere particolarmente carenti».

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«Se è vero che la Sicilia ha generato il fenomeno mafioso, altrettanto vero è che la stessa Sicilia ha dato i natali agli eroi che la combattono – il commento del Presidente del CR Sicilia della FIR, Gianni Saraceno – Sono quindi particolarmente orgoglioso che la Sicilia e Palermo, sesta città d’Italia e polo strategico per lo sviluppo del rugby in regione, siano state protagoniste di questo primo ciclo di incontri nati dall’accordo tra Polizia di Stato e Federazione Italiana Rugby. Ora puntiamo a fare di Palermo una realtà solida del nostro movimento regionale, anche grazie all’intervento sul campo del Malvagno».

Anche per Grazio Menga, Consigliere federale e Presidente della Commissione per il Rilancio del Sud, una giornata da ricordare: «Oggi abbiamo festeggiato la chiusura di un progetto bellissimo, il primo di una serie di appuntamenti simili distribuiti in tutto il Meridione. Averlo fatto nella settimana che ricorda due giganti italiani come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dà a tutto il contesto una profondità molto particolare”.

«Dopo la grande festa di oggi prosegue il nostro impegno a sostenere i Club di Palermo nel migliorare la dotazione infrastrutturale – gli fa eco la collega in Consiglio Federale Antonella Gualandri, delegata alla Commissione per il Rilancio del Sud – perché se l’obiettivo primario di questo progetto condiviso con la Polizia di Stato resta quello di far vivere a ragazze e ragazzi i valori che ci accomunano tutti i giorni dentro e fuori dal campo, è chiaro che questo debba avvenire in strutture adeguate».

Presente, e coinvolto fin dal primo minuto, anche il Responsabile Nazionale per il Rugby di Base, Francesco Urbani: «Sono rimasto colpito dal legame formatosi tra gli agenti del Reparto Mobile e gli educatori dei Club palermitani, un’alchimia sorprendente che testimonia come due realtà apparentemente distinte possano agire con gli stessi valori per un obiettivo comune. Una menzione particolare va al Comitato Siciliano e ai due Club cittadini, Rugby Palermo e Iron Ladies, che in sinergia sono riusciti ad armonizzare il lavoro rendendo il progetto e questa giornata finale un successo sotto ogni punto di vista».

Entusiasta anche Tito Cicciò, Responsabile Tecnico del CR Sicilia: «Con il progetto “Sport e Legalità”, svoltosi nelle ore curriculari di educazione fisica, abbiamo condiviso tutti un’esperienza più unica che rara. La collaborazione tra Fiamme Oro, Reparto Mobile, FIR e Comitato Regionale siciliano è ora più forte, e per tutta la prossima stagione vedrà altre scuole di Palermo con il medesimo impegno».

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In chiusura il pensiero di Daniela De Angelis, Responsabile Area Impegno Sociale di FIR: «Giornata piena di giovani con tanto entusiasmo, un’occasione meravigliosa per dialogare con loro sul significato del giocare alla pari, la campagna promossa da FIR assieme a Terres des Hommes sul tema dell’uguaglianza di genere e delle pari opportunità. Questo progetto punta a costruire una nuova consapevolezza, nuove generazioni convinte, grazie anche al percorso condiviso con Polizia di Stato e Iron Ladies, che non ci sono sport per maschi e per femmine, e che giocare alla pari significa vivere la libertà di essere se stessi».