Compagni di squadra una volta, fratelli per sempre.
Potrebbe suonare un po’ retorico, in realtà è uno di quegli assunti che chi ha vissuto uno spogliatoio di rugby conosce benissimo, e che semplicemente rendono il rugby… il rugby.
Capita a volte che quel legame non sia solo spirituale ma anche di sangue: la storia del rugby italiano è disseminata di dinastie come quella dei Francescato, dei Piazza, dei Pavin, dei Gesi, dei Cuttitta, dei Bergamasco… E poi ancora delle quattro sorelle Cavina, di Valentina e Veronica Schiavon, o delle situazioni miste come quelle di Matteo, Marco e Martina Barbini, di Federico e Valentina Ruzza, di Massimo e Maria Grazia Cioffi.
Una linea di continuità ora affidata agli alfieri della Generazione Z, quella con tutti e due i piedi nel nuovo millennio: Cannone, Garbisi, Firenze, Venezia, Lorenzo, Alessandro. In questa Under 20 pronta all’esame di maturità contro l’Irlanda, una miscela di ingredienti diversi eppur simili rende “Fanno” e Ale contemporaneamente fratelli di spogliatoio e di altri due Azzurri, Niccolò e Paolo, già tra i grandi anche se giovanissimi, resi più maturi della loro età proprio dal fatto di avere due “fratellini” lanciatissimi sulle loro tracce.
DI IRLANDA
Lorenzo: “Siamo carichi, il match con la Scozia ci ha resi consapevoli di quale livello possiamo gestire, e dopo la brutta sconfitta iniziale col Galles e l’amaro ancora non digerito di quella con la Francia, contro una squadra forte e completa come l’Irlanda abbiamo voglia di dimostrare davvero chi siamo, a noi stessi prima ancora che agli altri”.
Alessandro: “Dopo i primi due match c’era tanto rammarico, ma non ci siamo mai abbattuti, continuando a lavorare sugli aspetti tecnici che ci avevano creato più problemi. Con la Scozia questo lavoro è emerso tutto, adesso contro l’Irlanda cerchiamo continuità, sempre con la stessa cura ai dettagli che anche questa settimana non è mancata”.
DI FRATELLANZA
Lorenzo: “Con mio fratello mi sento regolarmente, fin dal mio primo giorno di rugby mi ha incoraggiato e regalato consigli, e, quando meritati tipo dopo la Scozia, anche complimenti. Il rugby mi è entrato nel cuore esattamente la prima volta che ho visto Niccolò giocare, ero piccolino e lui mi sembrava già grande anche se abbiamo meno di tre anni di differenza. Ero a bordo campo e ho deciso che quello doveva essere anche il mio sport: tra Bombo e Florentia abbiamo condiviso propaganda e giovanili, poi l’Accademia federale, infine il passaggio in Veneto, col Petrarca. Anche le maglie azzurre sono state le stesse, e adesso che Treviso mi ha fatto l’onore di richiedermi, il prossimo obiettivo è dare il massimo lì per puntare alla Nazionale. Nessuna volontà di copiare mio fratello, ma il destino ci ha messo sullo stesso binario e io non voglio perdermi nemmeno una fermata”.
Alessandro: “Giocare con Paolo, oltre che un onore e un piacere, rimane per me un obiettivo, ma anche se siamo fratelli e ci sosteniamo a vicenda da sempre, abbiamo sempre considerato i nostri due percorsi paralleli ma individuali, che si incrociano solo fino ad un certo punto. Di sicuro, uno di questi punti d’incrocio è la nostra famiglia: i nostri genitori sono sempre stati a sostegno di entrambi, ci hanno accompagnato ovunque per vederci giocare, in tutte le condizioni meteo possibili, dedicandoci sabati, domeniche e praticamente tutte le Feste comandate. A loro dobbiamo tantissimo, e questo vale per tutti e due”.
DI CO-INQUILINI
Lorenzo: “Come già da mesi, a Treviso condividerò l’appartamento con Niccolò: andiamo piuttosto d’accordo, nessun problema, anzi, sfrutterò la cosa per chiedergli qualche dritta su due aree di gioco che gli invidio, il ball-carrying e la rimessa laterale. Anche perché a 21 anni devo fare più minutaggio possibile a questo livello per alzare il mio, e averlo a portata di mano può essere utile”.
Alessandro: “Abitando entrambi in famiglia, continueremo a restare co-inquilini ancora un bel po’ nella nostra abitazione di Martellago, tra Venezia e Mirano. Essendo piuttosto maniacali sui dettagli delle nostre partite, argomenti per discutere non ne mancano mai, sfrutteremo la convivenza per lavorare anche a casa”.
DI HOBBY
Lorenzo: “Una sola parola, pesca. E se proprio devo metterne un’altra, barca. E’ una passione grande, che mi aiuta a lavorare su pazienza e concentrazione, e che mi fa stare bene come nessun’altra”.
Alessandro: “Una sola parola, sport. E se proprio devo metterne un’altra, sport. Sono onnivoro, lo seguo e mi piace studiarlo in tutte le sue forme. Ora tra la Nazionale di calcio e quella di basket mi sto proprio perdendo, in entrambi i casi stanno ottenendo risultati e reputazione grazie a spirito di squadra e forza del gruppo, qui in Under 20 è esattamente la stessa cosa e questo ci fa sicuramente da stimolo a puntare sempre più in alto, valorizzando ancor di più questa nostra caratteristica”.
DI PIATTI
Lorenzo: “Da pescatore e appassionato di mare scelgo diretto uno spaghetto o risotto allo scoglio, anche in questo caso stessa scelta di mio fratello…”
Alessandro: “Sarò veloce e forse un po’ banale, ma per me la pizza è imbattibile, punto”.
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