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SUDAFRICA v ITALIA, DALLA PRIMA VOLTA ALL’OLIMPICO ALL’IMPRESA DI FIRENZE

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fotosportit 50200 prRoma – La prima volta fu all’Olimpico di Roma, pochi mesi dopo lo scatto di una delle foto simbolo del XX secolo – Nelson Mandela che consegna la Webb Ellis Cup a Francois Pienaar – era stata scattata: l’Italia riceveva nella Capitale i neo-campioni del mondo, quel Sudafrica capace alla prima partecipazione iridata di fermare gli All Blacks di Jonah Lomu.

In un rugby che si affaccia sul professionismo, il primo test-match tra gli Azzurri e gli Springboks terminò 21-40: era il 12 novembre e, per un’ora di gioco, l’Italrugby tenne testa ai Campioni del Mondo. A scavare il solco, negli ultimi venti minuti, il piede implacabile di Stransky e due mete di Pienaar e del centro Le Roux.

 

Da allora, gli Azzurri e i verdeoro si sono incrociati in altre tredici occasioni, restituendosi reciprocamente visite nel calendario dei tour estivi e autunnali ma senza mai sfidarsi in una Rugby World Cup: quella di venerdì sera a Shizuoka (ore 11.45, diretta Rai2) sarà il primo scontro diretto in un Mondiale.

I quattordici precedenti totali vedono il Sudafrica dominare 13-1 e, se gli Springboks sono la squadra ad aver inflitto all’Italrugby il peggior passivo della propria storia (101-0 a Durban il 19 giugno 1999, allenati da Nick Mallett che otto anni dopo sarebbe divenuto CT azzurro) sono anche la sola tra le tre super-potenze dell’Emisfero Sud di cui l’Italia possa vantare lo scalpo: era il 19 novembre del 2016 quando, al “Franchi” di Firenze, Parisse e compagni centrarono uno dei successi più prestigiosi nella storia del rugby italiano, superando per la prima e sino ad ora unica volta in 91 anni una delle quattro Nazioni ad aver conquistato la Coppa del Mondo.

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Un’impresa che la squadra di Conor O’Shea dovrà ripetere venerdì per raggiungere un sogno coltivato e accuratamente preparato con il duro lavoro negli ultimi tre anni: portare l’azzurro, per la prima volta, nei quarti di finale mondiali.