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PROGETTO GIALLO DOZZA BOLOGNA RUGBY

Impegno Sociale |

giallo-dozza1Il rugbista che sbaglia finisce in punizione, è panchina, ci starà 10 minuti; è il cartellino giallo che viene mostrato a chi vìola le regole del gioco o non mostra il rispetto che gli è richiesto. Dieci minuti fuori dal gioco, ma poi torna a giocare.

Anche in carcere si finisce per aver violato regole ben più importanti; i minuti diventano anni, ma poi si esce e si torna nel campo della Società.

Finita la pena bisogna rimettersi in gioco, il Rugby diventa metafora della vita: dopo uno sbaglio ritorni e te la giochi con gli altri, TORNARE IN CAMPO appunto.

Questo il progetto di “Giallo Dozza Bologna Rugby“, Associazione nata per iniziativa di Bologna Rugby 1928 (la più antica società FIR). Siamo nel 2013, da una collaborazione con Il Provveditorato Regionale alle Case di Pena dell’Emilia Romagna e con l’Istituto penitenziario di Bologna, nasce una squadra di Rugby formata da soli detenuti.

Dalle carceri emiliane, selezionati dalle Direzioni, arrivano alla Dozza di Bologna detenuti che, assieme al rugby, imparano il rispetto delle regole ed il valore della disciplina. Giocano a rugby e partecipano al Campionato FIR di serie C.

Niente trasferte, ma partite vere, con atleti (liberi) delle squadre di altre città della Regione. Ogni confronto si conclude con il tradizionale “terzo tempo” in cui squadre (liberi e detenuti) , dirigenti e arbitri si incontrano attorno ad un piatto di maccheroni (niente birra!).

Le dinamiche del Rugby sono determinanti per promuovere il rispetto. Con il rugby si cambia. I risultati sono evidenti, confermati e verificati regolarmente detenuti/atleti hanno firmato un patto, “Codice di comportamento” : rompi il patto e sei fuori dal Progetto.

Più di 100 persone hanno partecipato fino ad oggi, circa 40 sono in squadra al momento.

Il lavoro è duro: 3 allenamenti settimanali sul campo, 2 sessioni in palestra, 1 sessione con tecnici ed arbitri.

Al Sabato è Campionato, ogni settimana per 9 mesi. L’impegno è totale .

Il risultato sportivo per ogni atleta è importante, ma non è il solo : il Progetto vuole il miglioramento personale dei detenuti.

Se vinci o se perdi conta, ma fino ad un certo punto: quello che importa è che migliori, come uomo, come atleta. Cresci, sei meno individualista, scopri che la disciplina aiuta e non è un ostacolo per raggiungere i tuoi obiettivi. Diventi parte di una squadra; ti riscopri parte del gruppo e domani lo sarai della Società, è per questo che ti spendi perché quella é la meta. Se il cartellino giallo ti sarà servito a riflettere e se sarai migliorato, almeno un pò, sarà un guadagno per tutti”