“Sono cresciuto nel Florentia Rugby, qui a Firenze, e nella mia crescita rugbistica Claudio Suriano è stato fondamentale. L’ho conosciuto dai tempi del minirugby e poi mi ha allenato quando sono diventato più grande, è stata una presenza costante” – Gianmarco Pietramala
“Gioco a rugby da quando avevo 5 anni. Il club a cui sono più legato è quello dove ho cominciato, il Firenze Rugby 1931, dove ho conosciuto una delle persone più importanti della mia vita: Alejandro Rios. Oltre ad essere stato il mio allenatore mi ha aiutato ha superare un brutto infortunio quando ero piccolo, lo ringrazierò per sempre e lo ammiro per la persona che è” – Roberto Fasti
Due uomini di rugby, ma soprattutto due educatori, sono stati i protagonisti del viaggio che ha portato Gianmarco Pietramala e Roberto Fasti a vestire la maglia dell’Italia under 20. Claudio Suriano è attualmente allenatore della squadra cadetta dell’Unione Rugby Firenze e per anni è stato tecnico delle giovanili del Florentia Rugby, club che a livello seniores e under 18 si è unito al Rugby Firenze 1931 ma che continua in proprio l’attività giovanile: “Anche se adesso viaggia su due binari, essendoci l’Unione, il Florentia nasce e lavora soprattutto nel quartiere 4 di Firenze, in periferia. E il suo obiettivo è sempre stato non solo sportivo ma umano: dare un riferimento a quella che fino a una ventina di anni fa era una periferia difficile, cercando di portare in campo dei ragazzi che altrimenti avrebbero passato delle giornate per strada. Volevamo tenere lontani ragazzi dai rischi della vita ‘di periferia’ e contemporaneamente insegnare loro uno sport bellissimo. È andata benissimo, anche perché dal quartiere 4 il bacino si è allargato e sono arrivati ragazzi anche da altre realtà più lontane come Lastra a Signa, dalla quale vengono i fratelli Cannone, Scandicci e Legnaia. Siamo riusciti sempre a mantenere alta l’attenzione sull’aspetto educativo dello sport, e contemporaneamente sono arrivati anche i primi risultati: dal Florenzia è venuto fuori anche Francesco Bini, che lo scorso anno ha giocato in under 20, oltre ai già citati fratelli Cannone”.
Proprio al Florentia è cresciuto Gianmarco Pietramala, mediano di apertura ed estremo dell’Unione Rugby Firenze: “L’ho conosciuto prima ancora di allenarlo, perché frequentava dei campi estivi a 6-7 anni anche se io allenavo ai tempi l’under 16. La prima cosa che mi ha colpito di ‘Jimmy’ è che andava a letto col pallone, letteralmente: gli altri ragazzi magari a quell’età hanno i pupazzetti, gli orsacchiotti. Lui no, dormiva col pallone. Il talento naturale che ha sempre avuto veniva accompagnato da una passione incredibile per il rugby, e questa cosa già mi colpì molto. Quando sono diventato responsabile del minirugby ho cominciato a seguirlo in maniera più concreta, anche perché quando c’è un bambino di quel talento nel club lo conoscono tutti. L’ho allenato poi in under 17 e under 18, anche se poi è diventato subito un elemento fondamentale della prima squadra nonostante fosse giovanissimo. In under 17 lo nominai anche capitano perché era davvero un leader, ma nell’accezione più positiva possibile del termine: era un trascinatore e i compagni gli volevano bene”.
Passando “dall’altra parte”, nel Rugby Firenze 1931 è cresciuto il mediano di apertura del Rugby Casale Roberto Fasti, diventato campione d’Italia under 18 con il Benetton e ora a disposizione degli Azzurrini. Ad oggi, il Rugby Firenze 1931 conta circa 400 atleti suddivisi in categorie, dai 5 anni di età fino alla seniores e alla squadra old, oltre alla fusione a livello seniores con l’Unione Rugby Firenze che milita in Serie A. L’incontro che ha cambiato la vita di Fasti è stato quello con Alejandro Rios, ex mediano di apertura e centro di Firenze, poi allenatore e preparatore atletico, laureatosi in Scienze Motorie proprio a Firenze, per un totale di 12 anni passati in Toscana prima di tornare in Argentina, dove vive la sua famiglia: “Ho visto Roberto crescere fin dall’under 6, perché ero responsabile di tutto il settore giovanile. Fin da piccolo aveva qualcosa di speciale, oltre a una voglia incredibile di impegnarsi che lo portava ad essere sempre il primo ad arrivare a ogni allenamento. Vederlo in Nazionale mi rende davvero orgoglioso, così come sono felice di aver allenato anche altri ragazzi che oggi stanno facendo strada, come Olmo D’Alessandro e Lapo Frangini”.
Il momento che però unisce davvero Fasti e Rios è un infortunio, il primo della giovane carriera di Roberto: “A 8 anni si ruppe l’omero – racconta Rios – e a quel punto oltre a seguirlo come tecnico lo seguii anche nella riabilitazione. Fu una cosa importante per lui, ma anche per me, perché capii come a Firenze potevamo lavorare in un certo punto anche nella prevenzione degli infortuni. Facevamo tantissimi esercizi sulla tecnica individuale: placcaggio, calcio, passaggio, sempre con il pallone ovviamente perché i ragazzi e i bambini devono divertirsi, ma era tutto importantissimo per farli crescere nel modo giusto, anche dal punto di vista della salute. Più impari a fare bene un movimento, meno rischi di farti male. Proprio per questo con il Rugby Firenze facevamo anche degli esercizi in piscina, per migliorare l’equilibrio e la propriocezione: era tutto parte di un progetto che ha sempre messo al primo posto la passione per il rugby e la volontà di trasmettere dei valori umani, facendo capire ai ragazzi che questo è uno sport duro ma mai cattivo. Poi chiaramente, anche per affinità di ruolo, con Roberto si è creato un rapporto speciale: gli ho insegnato fin da bambino tutti i tipi di calci e il modo in cui un numero 10 deve passare il pallone”.
Completa la registrazione